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UN NUOVO CAMBIAMENTO CLIMATICO: Il progressivo esaurimento della sorgenti della liquidità:Illusione o realtà?
http://www.flickr.com/photos/54424623@N00/47617247/
All’improvviso in una sera d’ estate, nei mercati finanziari incomincia a circolare la consapevolezza che, forse, la stagione delle sorgenti della grande liquidità stà per finire, che forse, le autorità monetarie non sono poi così propense ad utilizzare le manovre monetarie espansive per accondiscendere le aspettative dei mercati globali.
Chissà forse le autorità monetarie si sono accorte dell’imponente massa di investimenti allo scoperto, delle operazioni a margine in atto che ormai hanno assunto un dimensione che ci riporta indietro a tempi della Grande Depressione.
http://www.businessweek.com/magazine/content/07_08/b4022001.htm
Crescita economica mondiale vicina al 5%, esaurimento progressivo dell’influenza deflattiva del mercato del lavoro dei paesi emergenti, dinamiche salariali, prezzi delle materie prime, domanda di credito, crescita della massa monetaria in continua tensione e chi più ne ha, più ne metta. Ma sopratutto, le propettive, le aspettative d’inflazione danno indicazione univoche rispetto al rischio di un’impennata dei prezzi.
In un precedente post dal titolo " L’onda deflazionistica asiatica e il prezzo della schiavitù" scrissi che da alcuni anni a questa parte, il mondo del lavoro e l’economia mondiale non sono più gli stessi con l’avvento di alcuni miliardi di potenziali lavoratori e consumatori che attraverso la globalizzazione hanno sconvolto il dna del mercato del lavoro delle nostre società occidentali.
Normalmente una politica monetaria accomodante ed espansiva porta ad un’accelerazione dei fenomeni inflativi. La massa monetaria aumenta oltre il limite fisiologico necessario ai bisogni collettivi generando una pressione sui prezzi. Ora la continua tensione a tenere sotto controllo i salari con dinamiche di delocalizzazione ed outsorcing del mercato del lavoro, ha prodotto il risultato di contenere queste spinte inflattive che diversamente un eccesso di liquidità ed un aumento esponenziale delle materie prime avrebbero prodotto.
Il responsabile della sede della FED di Dallas, Fischer in un’intervista al Wall.Street.Journal ha detto che la globalizzazione ha cambiato il suo vento favorevole, in contrario attenuando l’effetto benefico sui prezzi alla produzione.
Ecco un’altra analisi a firma Caroline Baum apparsa su Bloomberg.com che prende in considerazione l’ipotesi della progressiva fine dell’influenza benefica sull’inflazione globale della manodopera dei paesi emergenti.
http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20601039&sid=a0q2QZfYxiOk&refer=home
Ora Vi rimando ad un interessante post apparso sul sito BigPicture.com, nel quale si prende in considerazione alcune analisi che valutano il possibile cambiamento in atto nell’evoluzione dei tassi futura.
http://bigpicture.typepad.com/comments/2007/02/uhoh_its_a_low_.html
In confidenza Vi devo dire che personalmente sono molto scettico su un’inversione definitiva della tendenza in atto, sempre che non si verifichi il fenomeno tristemente noto negli anni ’70 con il termine di deflazione. Tutto dipenderà dalla profondità della recessione prossima ventura, dalle dinamiche e dalle prospettive che un rallentamento economico globale, indotto dall’economia americana porterà con se.
Completamente d’accordo che forse in questo determinato periodo storico, non vi era altro sistema che la minaccia dell’inflazione per cercare di chiudere le numerose sorgenti di liquidità che hanno innondato i mercati e la speculazione in maniera particolare!
Ma nessuno deve augurarsi che l’inflazione sia il rimedio ad un eccessivo utilizzo del debito, in quanto nel breve termine ne risentirebbero i consumi e nel medio lungo termine anche i profitti, che mi creda non sono certo asfittici, visto che ci troviamo nel maggior boom storico di crescita degli utili.
L’inflazione incide anche sulla bilancia commerciale di un paese in quanto se salgono i prezzi in un paese i beni esteri saranno più economici, le esportazioni diminuiranno e aumenteranno le importazioni sempre che non vi sia in atto una svalutazione della moneta. Il deficit CINA.USA ne è la testimonianza. Dubito inoltre che in un contesto come quello che vede alcuni mercati immobiliari in fase recessiva o stagnante, un rialzo dei tassi e una conseguente stretta sulla concessione di credito, possa stimolare una ripresa, anzi il valore degli immobili tende a scendere e ovviamente le maggiori rate eroderanno il potere di acquisto.
La saluto Andrea
Beh del resto la posizione della BCE è chiara. Alza i tassi ma dice che rimane accomodante. Come dire che non finisce lì! Infatti le borse già se lo aspettavano; molti titoli stavano infatti già testando malamente i propri massimi
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Inflazione Benefica ?
In un momento in cui mercati, profitti e consumi sembrano aver toccato il limite ed il debito superato ogni immaginabile confine pronto per schiacciare tutto..mi viene un dubbio: ma l’inflazione e’ proprio un evento negativo ? Non potremmo farla lavorare a nostro favore ?
Ossia con un’impennata inflattiva listini, prezzi, profitti potrebbero tornare verso l’alto e dar una mano agli asfittici bilanci per rimacinare utili, i salari a sua volta avrebbero una scusa per ricominciare a salire e sentirsi (dico sentirsi non essere) maggiormente ricchi per permetterci qualche spesa in piu’ che alimenti i consumi. L’unico dubbio mi viene dai tassi di interesse sui mutui, i quali dovrebbero far aumentare le rate, ma con una galoppante inflazione pure il prezzo degli immobili potrebbe di nuovo sfidare le leggi della gravita’ ed allora perche’ non rinegoziare e farsi rifinanziare i mutui con il nuovo e piu’ alto valore dell’immobile la cui differenza servirebbe a coprire la differenza delle rate…ovvero prendo maggior denaro a prestito visto che l’immobile vale di piu’ e con lo stesso ci pago il nuovo valore delle nuove rate.
Mi pare che si possa tirare avanti un altro anno con tali alchimie…ma non siamo certo messi meglio….
Saluti
Massimo