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DISOCCUPAZIONE PRECARIETA’ E GIOVANI GENERAZIONI…IL VOSTRO TEMPO E’ QUI ADESSO!
Quando guardo ai dati appena diffusi sulla disoccupazione giovanile nel mondo e soprattutto nel nostro Paese il mio diventa un urlo di dolore!
Abbiamo bisogno di tecnici che chiamano altri tecnici che infine chiedono un suggerimento a noi su come fare per tagliare tutti questi tecnicismi!
Un Paese che si ritiene civile non può frustrare il futuro delle giovani generazioni, non può uccidere la dignità dei giovani, non può minare le basi fondamentali di una FAMIGLIA rendendole schiave della precarietà!
Allarme disoccupazione, peggiora ancora per i giovani | Linkiesta.it
L’analisi dell’Istat
A marzo 2012 gli occupati sono 22.947 mila, in diminuzione dello 0,2% rispetto a febbraio (-35 mila unità) e dello 0,4% rispetto a marzo 2011 (-88 mila unità). Il risultato è determinato dal calo dell’occupazione maschile.
– Il tasso di occupazione è pari al 57%, in diminuzione nel confronto congiunturale di 0,1 punti percentuali e di 0,2 punti in termini tendenziali.
– Il numero dei disoccupati, pari a 2.506 mila, aumenta del 2,7% rispetto a febbraio (66 mila unità). Su base annua si registra una crescita del 23,4% (476 mila unità). L’allargamento dell’area della disoccupazione riguarda sia gli uomini sia le donne.
– Il tasso di disoccupazione si attesta al 9,8%, in aumento di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di 1,7 punti rispetto all’anno precedente. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, è pari al 35,9%, in aumento di 2 punti percentuali rispetto a febbraio.
– Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,3% (-40 mila unità) rispetto al mese precedente. Il tasso di inattività si posiziona così al 36,7%, con una flessione di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali di 1,1 punti su base annua.
Differenze di genere
A marzo il calo dell’occupazione è determinato dalla componente maschile, che diminuisce dello 0,3% in termini congiunturali e dello 0,7% su base annua. L’occupazione femminile registra, invece, un aumento dello 0,1%, sia rispetto al mese precedente sia in termini tendenziali.
Il tasso di occupazione maschile, pari al 67,1%, diminuisce di 0,2 punti percentuali rispetto a febbraio e di 0,5 punti su base annua. Quello femminile, pari al 46,9%, rimane invariato in termini congiunturali, mentre aumenta di 0,1 punti rispetto a dodici mesi prima.
La crescita della disoccupazione interessa sia gli uomini sia le donne. La disoccupazione maschile cresce del 3,9% rispetto al mese precedente e del 23,4% su base annua; il numero di donne disoccupate aumenta dell’1,3% rispetto a febbraio e del 23,4% in termini tendenziali.
Il tasso di disoccupazione maschile cresce di 0,3 punti percentuali nell’ultimo mese, portandosi al 9,0%; quello femminile segna una variazione positiva di 0,1 punti e si attesta all’11,0%. Rispetto all’anno precedente il tasso di disoccupazione maschile sale di 1,6 punti percentuali e quello femminile di 1,9 punti.
L’inattività diminuisce dello 0,3% in confronto al mese precedente, coinvolgendo sia la componente maschile (-0,4%) sia quella femminile (-0,2%). Rispetto a dodici mesi prima gli inattivi diminuiscono del 2,9%: in particolare, la componente maschile si riduce del 3,2% e quella femminile del 2,6%.
Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/disoccupazione-istat#ixzz1tmUKg9mu
Ho passato gran parte della mia vita insieme ai giovani, tra le future generazioni per non credere in loro, per non vedere in loro i semi di speranza del futuro, troppo tempo per non provare ancora oggi un brivido…quando vedo come si sta distruggendo il loro futuro!
E’ ovvio che nessuno regala nulla e che anche tra i giovani purtroppo la moda e l’illusione della bella vita ha fatto proseliti, sequestrando le menti con la tecnologia distruggendo spesso e volentieri il senso critico. La colpa è soprattutto ma non tutta delle generazioni che li hanno accompagnati in questo inferno con l’illusione della crescita infinita, del tutto e subito, di una ricchezza materiale dimenticando l’essere umano e le sue esigenze, le sue emozioni, la sua spiritualità.
Anni passati con i giovani mi hanno insegnato che nelle future generazioni è nascosta la Speranza, c’è un fiume sotterraneo di gioventù che vive con Responsabilità e attenzione per gli altri.
Ma ora è il momento di muoversi, di riprendersi in mano il presente e il futuro, proponendo alternative a questo sistema!
Per i giovani io andrei in capo al Mondo, spero che questo messaggio possa raggiungerli!
Qualcuno vuole proposte e soluzioni e non solo slogan! Primo cambiamo il nostro modo di pensare e guardare a questo sistema e poi le soluzioni e le proposte sono molteplici ma senza la disponibilità al singolo cambiamento, alla rinuncia di una parte dipropri privilegi non si va da nessuna parte.
Non è più tempo solo di resistere, ma di passare all’azione, un’azione comune, perché ormai si è infranta l’illusione della salvezza individuale. Per raccontare chi siamo e non essere raccontati, per vivere e non sopravvivere, per stare insieme e non da soli.
C’è tutto e molto di più in queste quattro righe, espresse dal comitato
ILNOSTROTEMPOE’ADESSO!, giovani che vogliono tornare ad essere protagonisti della loro vita. I giovani sono tra coloro che stanno pagando il prezzo più alto di questa immensa crisi, un futuro sequestrato da un gruppo di esaltati che quotidianamente giocano con l’economia reale, creando un’illusione di carta.
Che nessuno si azzardi a farne una questione politica!
C’è il rischio di perdere intere generazioni, uomini e donne senza dignità, senza serenità, c’è il rischio di disintegrare le fondamenta della società, la FAMIGLIA!
Ma ci sono anche mille opportunità da cogliere e che spesso non si vuole cogliere. Ci vuole maggiore rispetto e responsabilità nel dialogo tra le diverse generazioni, i giovani sono il presente ora ed adesso, altro che futuro!
Siamo ostaggi della finanza intesa come ricchezza prodotta dal nulla, una finanza demenziale, speculativa che scaccia la finanza responsabile. Siamo ostaggi del concetto di valore materiale rispetto all’identità.
Siamo la grande risorsa di questo paese. Eppure questo paese ci tiene ai margini. Senza di noi decine di migliaia di imprese ed enti pubblici, università e studi professionali non saprebbero più a chi chiedere braccia e cervello e su chi scaricare i costi della crisi. Così il nostro paese ci spreme e ci spreca allo stesso tempo.
Siamo una generazione precaria: senza lavoro, sottopagati o costretti al lavoro invisibile e gratuito, condannati a una lunghissima dipendenza dai genitori. La precarietà per noi si fa vita, assenza quotidiana di diritti: dal diritto allo studio al diritto alla casa, dal reddito alla salute, alla possibilità di realizzare la propria felicità affettiva. Soprattutto per le giovani donne, su cui pesa il ricatto di una contrapposizione tra lavoro e vita.
Non siamo più disposti a vivere in un paese così profondamente ingiusto. Lo spettacolo delle nostre vite inutilmente faticose, delle aspettative tradite, delle fughe all’estero per cercare opportunità e garanzie che in Italia non esistono, non è più tollerabile. Come non sono più tollerabili i privilegi e le disuguaglianze che rendono impossibile la liberazione delle tante potenzialità represse.
Non è più tempo solo di resistere, ma di passare all’azione, un’azione comune, perché ormai si è infranta l’illusione della salvezza individuale. Per raccontare chi siamo e non essere raccontati, per vivere e non sopravvivere, per stare insieme e non da soli.
Vogliamo tutto un altro paese. Non più schiavo di rendite, raccomandazioni e clientele. Pretendiamo un paese che permetta a tutti di studiare, di lavorare, di inventare. Che investa sulla ricerca, che valorizzi i nostri talenti e la nostra motivazione, che sostenga economicamente chi perde il lavoro, chi lo cerca e chi non lo trova, chi vuole scommettere su idee nuove e ambiziose, chi vuole formarsi in autonomia. Vogliamo un paese che entri davvero in Europa.
Siamo stanchi di questa vita insostenibile, ma scegliamo di restare. Questo grido è un appello a tutti a scendere in piazza: a chi ha lavori precari o sottopagati, a chi non riesce a pagare l’affitto, a chi è stanco di chiedere soldi ai genitori, a chi chiede un mutuo e non glielo danno, a chi il lavoro non lo trova e a chi passa da uno stage all’altro, alle studentesse e agli studenti che hanno scosso l’Italia, a chi studia e a chi non lo può fare, a tutti coloro che la precarietà non la vivono in prima persona e a quelli che la “pagano” ai loro figli. Lo chiediamo a tutti quelli che hanno intenzione di riprendersi questo tempo, di scommettere sul presente ancor prima che sul futuro, e che hanno intenzione di farlo adesso.
Si il Vostro tempo è adesso, il tempo della consapevolezza, la vita non aspetta! Innondate le piazze e le città della Vostra gioia di vivere, siate propositivi, abbiate il coraggio di cambiare la Vostra mentalità contaggiando gli altri, senza violenza, proponete il confronto mettendo il bene comune e l’uomo al centro del Vostro Universo!
>>Un Paese che si ritiene civile non può frustrare il futuro delle giovani generazioni, non può uccidere la dignità dei giovani, non può minare le basi fondamentali di una FAMIGLIA rendendole schiave della precarietà!
Sostituiamo alla parola Paese la parola Continente o meglio ancora Civiltà occidentale e poi sono concorde con te.
Però che sia chiaro: la ns. civiltà pur con tutti i difetti che possiede NON è nata grazie a.. come amava dire quel guitto vestito di bianco ormai e per fortuna passato amiglior vita, ma nonostante il….
Andrea, la “DISGREGAZIONE DELLA FAMIGLIA” è voluta, come la “DISGREGAZIONE DELLA SOCIETA'” perchè un popolo diviso senza più ideali, se non quello di fare soldi e solo soldi nel più breve tempo possibile, è un popolo facilmente controllabile.
I modelli che vengono proposti e che trovano spazio nei media e … quindi nell’immaginario, sono modelli malsani, .. stai tranquillo che non viene preso ad esempio il ragazzo che si laurea in ingegneria o medicina nei tempi previsti con voti ottimi, … lo spazio lo trovano le varie … beh non serve fare nomi ….
E se provate a leggere i protocolli dei savi anziani di Sion, .. troverete scritto quello che sta accadendo ….. Certo diranno che è un falso storico, ma al di là del falso o meno, non entro nel merito … gli originali sono depositati presso il British Museeum di Londra dal 1907 …. qualche annetto fa ……
E comunque “se” riuscite a dare una scorsa , …. perchè … tanti concetti sono nauseabondi , ed è molto difficile leggere quell’ottantina di pagine tutte d’un fiato, … ci vuole un bello stomaco!
Ho passato gran parte della mia vita insieme ai giovani, tra le future generazioni per non credere in loro, per non vedere in loro i semi di speranza del futuro, troppo tempo per non provare ancora oggi un brivido…quando vedo come si sta distruggendo il loro futuro!
Andrea,
sei un po’ troppo giovane per scrivere così…
buongiorno a tutti,
sul sito del Governo nella sezione Spending Review c’è la possibilità di esprimere un’opinione:
“Tutti i cittadini, attraverso il modulo “Esprimi la tua opinione”, hanno la possibilità di dare suggerimenti, segnalare uno spreco, aiutando i tecnici a completare il lavoro di analisi e ricerca delle spese futili.”
http://www.governo.it/GovernoInforma/spending_review/index.html
Invito tutti quelli che hanno qualche idea, un suggerimento, di utilizzare lo strumento che ci è stato dato, proviamoci, tentar non nuoce !
ciao
L’intervento: «Ecco dove
sorpassiamo la Germania»
A parità di tasso di occupazione, il nostro tenore di vita sarebbe superiore. Parla Paolo Ciocca del Servizio Studi Bnl-Bnp Parisbas
INDUSTRIA E CRESCITA
L’intervento: «Ecco dove
sorpassiamo la Germania»
A parità di tasso di occupazione, il nostro tenore di vita sarebbe superiore. Parla Paolo Ciocca del Servizio Studi Bnl-Bnp Parisbas
Gli ultimi dati pubblicati dall’Istat mostrano come, in questo primo scorcio del 2012, la disoccupazione in Italia ha proseguito a crescere. Il riemergere della crisi, con l’economia nuovamente in recessione, colpisce il mercato del lavoro, e con esso il tenore di vita degli italiani.
Il tenore di vita di una popolazione viene misurato approssimandolo al Pil pro-capite reale, grandezza che considera la quantità di beni e servizi che un determinato sistema economico è in grado di produrre, e mettere a disposizione della propria collettività. Una definizione di tenore di vita che guarda la quantità di cui il singolo individuo dispone, non il valore.
Nel corso degli ultimi anni, la ricchezza prodotta dall’economia è cresciuta nel complesso più di quanto non sia aumentato il tenore di vita degli italiani. Il maggior reddito a disposizione ha compensato solo in parte l’incremento della popolazione. Diversa l’esperienza della Germania. Superate le difficoltà della prima parte degli anni Novanta, frutto della complessità dell’unificazione, il sistema economico tedesco è stato in grado di garantire un costante miglioramento del tenore di vita della popolazione. All’inizio degli anni Novanta, l’Italia presentava un ritardo rispetto alla Germania in termini di Pil pro-capite reale di 11 punti percentuali. Nella prima parte dello scorso decennio, la distanza si era ridotta a meno di 8 punti. Dopo quattro anni di crisi, il divario si è nuovamente ampliato.
Il ritardo dell’Italia viene spesso attribuito alla deludente dinamica della produttività del lavoro. I dati degli ultimi anni mostrano, però, come il nostro paese soffra prevalentemente una bassa partecipazione al mercato del lavoro, con un tasso di occupazione su livelli inferiori a quelli delle altre economie avanzate. Sul fronte della produttività, l’Italia presenta, infatti, più un problema di debole crescita, che un problema di livello. Il successo della Germania è, invece frutto di un elevato tasso di occupazione. Nel 2001, in Germania lavoravano quasi 66 persone ogni 100 con età compresa tra i 15 e i 64 anni. In Italia, questo rapporto si attestava al 54,5%. Nel 2011, il tasso di occupazione ha raggiunto il 72,5% in Germania, mentre in Italia si è fermato al 57%.
Leggendo questi dati, una domanda semplice emerge con naturalezza: cosa accadrebbe al tenore di vita degli italiani se il tasso di occupazione nel nostro paese fosse lo stesso di quello tedesco? Se il tasso di occupazione in Italia aumentasse di oltre 15 punti percentuali, il numero degli occupati crescerebbe di circa 6 milioni di unità. Il Pil reale aumenterebbe di quasi 400 miliardi di euro. Questo incremento verrebbe conseguito anche mantenendo invariata la produttività del lavoro in Italia. Come risultato di una maggiore ricchezza nazionale, il Pil pro-capite reale salirebbe di quasi il 30% rispetto a ora. Con un tasso di occupazione uguale a quello della Germania, mantenendo invariate tutte le caratteristiche del nostro sistema economico e produttivo, il tenore di vita degli italiani risulterebbe più elevato di quello dei tedeschi. Il benessere di una nazione non può mai considerarsi acquisito per sempre. L’uscita dalla crisi pone un obiettivo complesso, ma necessario: organizzare un sistema del lavoro maggiormente inclusivo che favorisca un processo di convergenza verso un tenore di vita sempre più elevato, consentendo una più ampia partecipazione della popolazione alla creazione della ricchezza.
Servizio Studi Bnl-Bnp Paribas
…L’uscita dalla crisi pone un obiettivo complesso, ma necessario: organizzare un sistema del lavoro maggiormente inclusivo che favorisca un processo di convergenza verso un tenore di vita sempre più elevato, consentendo una più ampia partecipazione della popolazione alla creazione della ricchezza.”
Non diciamo stronzate perchè non appena un’azienda non riesce a creare un livello di ricchezza che soddisfa chi di questa ricchezza gode indipendentemente dal ciclo economico, si provvede a tagliare il tenore di vita di milioni di persone riducendo la loro partecipazione alla creazione di ricchezza…
Queste analisi servono solo far uscire aria dal cervello… chiedete ai tedeschi quale è il prezzo per poter partecipare alla creazione di ricchezza attraverso formule di lavoro che assomigliano ad elemosina pura!
Il tutto senza alzare troppo la voce perchè in rete c’è un povero ragazzo che quotidianamente vi racconta la leggenda della bolla immobiliare che non c’è non vorrei che li venisse un coccolone!
Grazie Capitano per le info sempre utilissime e coraggiose !! il mio urlo si sta lentamente trasformando in un ruggito perché il mio tempo, il nostro tempo è ora ora !! e con il vostro sostegno, l’incessante lavoro di informazione che mi sveglia, spesso con secchiate d’acqua salmastra gelida, con la saggezza e il coraggio che emanate, soprattutto tu Andrea, la voglia di conquistare ciò che di diritto mi appartiene bussa prepotentemente in ogni cellula ! la forza della speranza e la motivazione presto sfoceranno nelle piazze italiane ed avranno il volto dei giovani e di chi semina in loro, con determinazione, la voglia di cambiare, capire, crescere e osservare il mondo fuori e dentro.”ALCUNE cose saranno sempre più FORTI del tempo e della distanza più PROFONDE del linguaggio e della abitudini: seguire i propri SOGNI e imparare ad essere SE STESSI , condividendo con gli altri la magia di questa scoperta…” S. Bambaren GRAZIE e BUON VENTO MARINAI !!
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ciao Andrea
ti invio il seguente link e ti segnalo alcune chicche che spero ti facciano venire l’acquolina in bocca perchè le trovo veramente succulente
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-02/monti-paese-rimane-grandemente-193523.shtml?uuid=Abvx6jWF
Stiglitz a Monti: non tagli, ma puntare sull’aumento dei redditi
Il Nobel per l’economia Joseph Stiglitz suggerisce a Monti «in primo luogo di concentrare la sua azione piuttosto che sul taglio della spesa pubblica, sull’aumento dei redditi» in modo da poterla mantenere, perché la prima opzione costa più della seconda. L’aumento dei redditi oltretutto, ha proseguito l’economista parlando a margine del convegno, «può essere fatto in modo ‘progressista’, con risultati di redistribuzione per correggere le diseguaglianze, che sono una delle cause della crisi». Insomma per Stiglitz, bisogna «stimolare l’economia quanto più è possibile. L’economista ritiene che si debba «lavorare a una corretta definizione (di ‘deficit strutturale’ ndr) che tenga fuori gli investimenti pubblici, e bisogna puntare all’avanzo primario», ha aggiunto, sottolineando poi che «è la disoccupazione che crea il deficit, e non il deficit a creare disoccupazione». Il professore americano ha ricordato di aver conosciuto Monti quando era commissario europeo alla Concorrenza, e ha osservato che «è un buon economista».
[…….]
Ha fatto più liberalizzazioni la sinistra della destra
Nel corso di un confronto pubblico con il premio Nobel Joseph Stiglitz Monti ha detto che nonostante avesse avuto Luigi Einaudi, «in Italia una cultura liberale non c’é stata. Nel ’94 nacque un nuovo movimento politico (Forza Italia, n.d.r.), visto come portatore di molte istanze e fremiti, anche da parte mia. Ma non fu portatore di un’ordinata cultura da schiaciasassi verso la programmazione delle liberalizzazioni e la rimozione dei vincoli corporativi». Tant’é vero, ha aggiunto Monti, che in Italia si é assistito «al paradosso che ha fatto più liberalizzazioni la sinistra della destra».
Senza vincoli voluti dalla Germania l’Italia vagherebbe nel vuoto
«Oggi dobbiamo incalzare la Germania ma anche essere grati alla Germania». Mario Monti ha spiegato perchè le decisioni di Berlino negli ultimi anni hanno avuto un’influenza positiva su Roma. «Dall’adesione della Germania alla moneta unica è venuta una batteria di vincoli che oggi ci appaiono arcaici e perversi senza i quali però non solo la Germania non sarebbe entrata nella moneta unica ma l’Italia sarebbe un Paese vagante nel vuoto, ed è sempre possibile che torniamo a quello stato», ha spiegato il premier.