Giusto per dare l’ultima spinta al suoi amici, al mercato americano, l’ultimo dell’anno il presidente Trump ha annunciato la fine della farsa di fase uno, la cerimonia della firma di una delle più grandi farse della storia dei rapporti commerciali…
I will be signing our very large and comprehensive Phase One Trade Deal with China on January 15. The ceremony will take place at the White House. High level representatives of China will be present. At a later date I will be going to Beijing where talks will begin on Phase Two!
Il 15 gennaio sempre che i cinesi siano d’accordo e la traduzione del testo non riservi qualche bella sorpresa, a Washington è prevista la cerimonia per la firma della prima fase dell’accordo commerciale.
Ci saranno rappresentati di alto livello cinesi ma non ci sarà il presidente cinese, quell’incontro che per tutti l’anno Trump ha sbandierato come storico incontro, poi lui si recherà a Pechino per avviare la fase due.
Dalla Cina però nessuna notizia, nessuna versione ufficiale, nessuna pubblicazione dell’accordo, non si sa nulla, qualcuno si illude ancora che sia possibile raddoppiare le importazioni dagli Stati Uniti, ma la matematica in finanza è solo un’opinione.
Supponendo un mix di esportazioni simile a quello del 2017, ciò si tradurrebbe in un aumento volumetrico senza precedenti del 235% nel 2020 delle esportazioni agricole statunitensi in Cina nel 2019, secondo Goldman Sachs. Il problema è che mentre le esportazioni statunitensi verso la Cina sono diminuite drasticamente nel 2018, altre nazioni sono intervenute, in molti casi con contratti bilaterali a lungo termine in atto per garantire la consegna a lungo termine di prodotti agricoli da mercati sostitutivi principalmente latinoamericani. Ciò, come sottolinea Goldman, significa che un tale aumento degli acquisti cinesi dagli Stati Uniti ” sarebbe probabilmente estremamente disastroso per i mercati agricoli globali, principalmente affollando le forniture argentine e brasiliane che hanno ottenuto quote di mercato considerevoli dal 2017 a causa della guerra commerciale e valute molto più deboli ” .
Per avere un’idea di quanto sia improbabile un simile aumento delle importazioni cinesi dagli Stati Uniti, ecco una rappresentazione visiva di come sarebbe questo “aumento dirompente” delle esportazioni agricole statunitensi in Cina …
Poiché è una certezza assoluta che la Cina non rispetterà l’accordo commerciale, la vera domanda è quando Trump annuncerà che la Cina non ha rispettato l’accordo. Considerando che Trump avrà bisogno di una spinta del mercato verso novembre, ciò significherebbe che una nuova minaccia tariffaria dovrà probabilmente essere svelata con almeno qualche mese di anticipo, giusto in tempo per permettere a Trump come spiega Zero Hedge di far finta di trovare un accordo dell’ultima ora per scatenare un’altra ondata di “ottimismo commerciale ”
Ieri, la solita orgia finanziaria di inizio anno, volavano anche gli asini sui mercati, volava tutto, le azioni cinesi sull’onda di nuovi stimoli, i mercati europei, meno quelli americani che comunque segnavano nuovi record, tanto per cambiare, Apple insieme a Microsoft che oggi valgono insieme più dell’intera borsa tedesca il DAX.
E’ salito anche il VIX, indice della paura, per solidarietà e la notizia del giorno oltre al recupero del dollaro è stato l’impressionante inversione dei rendimenti che hanno portato dai minimi di ieri mattina ad oggi ben oltre 2,5 figure di apprezzamento ai prezzi dei trentennali.
Attenzione perchè il movimento dei Tbond non è partito questa notte sulle notizie dell’attacco all’IRAN, ma ben prima nella mattinata di ieri, o qualcuno sapeva qualcosa o il movimento tecnico è decisamente interessante e prevede sviluppi importanti.
Difficile pensare che Trump avesse qualche problemino a livello di consensi viste le ultime vicende, ma come spesso amo ricordare anche se la storia non si ripete, ama fare la rima…
Non è che tutto sto casino è stato montato per rinviare un accordo il 15 di gennaio che non era possibile sottoscrivere?
Iraq, raid Usa contro l’aeroporto di Bagdad: ucciso Suleimani, il potente generale iraniano capo delle milizie al-Quds dei Guardiani della Rivoluzione incaricati di compiere le operazioni all’estero (cambiano equiibri Iran e Usa a un passo dalla guerra) https://t.co/ZPlfcbqlQN
Tu pensa, persino i cinesi, si quelli che il 15 firmeranno un accordo che forse non ci sarà mai, stanno suggerendo a Trump di stare tranquillo, di non esagerare!
Decisamemte interessante il movimento dell’oro nelle ultime due settimane ormai vicino ai massimi dell’anno scorso, un movimento che non ha trovato impreparati gli amici di Machiavelli e che potrebbe essere il preludio ad un movimento di ampia portata, insieme a quello dei beni rifugio nelle prossime settimane.
In questo momento il DAX ha completamente annullato quasi tutto l’incremento del 2 % di ieri ed è vicino ad un punto di svolta negativo!