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FRODE A MAIN STREET!
Prima di iniziare con le notizie del giorno, con la quotidiane frodi e manipolazioni dei mercati, diamo un’occhiata allo stato avanzamento lavori della telenovelas tra Stati Uniti e Cina, telefonate ovunque, nuova ripresa dei colloqui, dopo settembre, ottobre e poi chissà novembre e perchè no a Natale, con una pausa ad Halloween…
#China and the #US are both clearly willing to reach an agreement. But China insists that negotiations must be based on mutual respect and equal process: Editor-in-Chief Hu Xijin #HuSays #TradeWar pic.twitter.com/1cdxYWAlgg
— Global Times (@globaltimesnews) September 5, 2019
“La Cina e gli Stati Uniti sono chiaramente disposti a raggiungere un accordo. Ma la Cina insiste sul fatto che i negoziati devono basarsi sul rispetto reciproco e sul processo di uguaglianza”.
Quante volte l’abbiamo sentita questa?
Poi ovviamente prevale come sempre l’orgoglio, per forza i colloqui devono riprendere gli Stati Uniti sono allo stremo…
China and the US announced new round of trade talks and will work to make substantial progress. Personally I think the US, worn out by the trade war, may no longer hope for crushing China's will. There's more possibility of a breakthrough between the two sides.
— Hu Xijin 胡锡进 (@HuXijin_GT) September 5, 2019
Personalmente, credo che gli Stati Uniti, stremati dalla guerra commerciale, non possano più voler schiacciare la volontà della Cina.
Certo che se gli psicopatici che gestiscono i mercati si fidano di simili aperture o di fantasmagoriche telefonate per tenere in piedi la baracca, tanti auguri Ragazzi.
Peccato che la frenesia di salire giochi brutti scherzi, che costringa a manipolare dati, ma in alcuni passaggi Trump è stato chiaro, nessuna intenzione di trattare con la Cina…
(Reuters) Trump: U.S. does not want to discuss Huawei with China https://t.co/3Wgybhwsjn pic.twitter.com/uG7qjhpHrD
— InfoseekChina (@InfoseekChina) September 5, 2019
“È un problema di sicurezza nazionale”, ha detto Trump. “Huawei è una grande preoccupazione dei nostri militari, delle nostre agenzie di intelligence e non stiamo facendo affari con Huawei. E vedremo cosa succede nei confronti della Cina, ma Huawei non è un giocatore di cui vogliamo parlare in questo momento. “
L’ho spiegato nella mia ultima intervista, Huawei, la proprietà intellettuale sono la vera posta in gioco, il resto è fuffa, sono 18 mesi ghe va avanti questa commedia, 18 mesi che hanno mandato in recessione l’intero sistema manifatturiero mondiale, e c’è ancora qualche ingenuo che scommette sulla ripresa.
95,8 % di probabilità di un altro taglio del 25 punti base al 18 settembre da parte della Fed, la settimana prossima il 12 parlano dal bunker della BCE, spareranno ovunque con pistole ad acqua.
Nel frattempo dopo il collasso dell’indice manifatturiero in America …
US manufacturing recession extends into August as export slide deepens https://t.co/hmIJIkBTaO
— wonkmonk (@wonkmonk_) September 3, 2019
… il miracolo di un indice terziario che vola oltre ogni aspettativa, un indice ovviemente istituzionale, la chiara dimostrazione di come in America, i dati sono un’opinione.
Prendiamo ad esempio l’indice Markit, che 15 minuti prima dell’uscita del ISM segnala una contrazione, avvicinandosi a 50, ma soprattutto con queste parole…
Le aziende statunitensi hanno registrato uno dei mesi più difficili dalla crisi finanziaria globale di agosto, con una crescita della produzione, ordini e assunzioni che hanno rallentato in seguito a forti cali della fiducia delle esportazioni e delle imprese.
“ Solo in due occasioni dalla crisi finanziaria globale i sondaggi sulle PMI statunitensi hanno registrato un’espansione mensile più debole, e questi sono stati mesi in cui gli affari sono stati colpiti dalla chiusura del governo e dalle intemperie rispettivamente nel 2013 e 2016. Questa volta, le guerre commerciali e le esportazioni in calo sembrano essere i principali motori della debolezza, esacerbando i timori di un più ampio rallentamento economico sia in patria che a livello globale.
“ Un fattore importante alla base del deterioramento è stato la diffusione della recessione manifatturiera nel settore dei servizi, attraverso la fiducia delle famiglie e delle imprese indebolita. La crescita dell’occupazione è inoltre sempre più influenzata dalle preoccupazioni relative alle prospettive. La crescita complessiva dei posti di lavoro in agosto è stata la più debole dall’inizio del 2012, commisurata all’aumento dei salari non agricoli a un tasso mensile inferiore a 100.000. ”
Per carità, tutto è possibile ma se un indice Markit, rilevato da una società privata indipendente si spera, dice che siamo vicini a 50, se proprio vuoi riportare un po di entusiasmo sui mercati limitati a farlo salire a 54 o dintorni, ma non volere strafare e inventarsi 56,4 con addirittura oltre 60 con i nuovi ordini e l’attività di base.
Quello che sarà interessante è osservare cosa uscirà oggi pomeriggio dal cilindro dell’occupazione americana, visto che le premesse non sono delle migliori.
Il sottoindice dell’occupazione del settore terziario, dei servizi è sceso a 53 da 56, quello manifatturiero è addirittura collassato da 52 a 47, la media dei sussidi delle ultime 4 settimane è negativa.
Attenzione che questo dato verrà influenzato da circa 40.000 assunzioni temporanee per il censimento nazionale, ma tutto fa presupporre che il dato finale deluderà le aspettative dei mercati, ma stiamo a vedere visto che ieri sono riusciti a stupire tutti, con le loro fantasie.
Torno infine sulla questione relativa agli investimenti passivi, da dove arriverà la prossima crisi,i fondi passivi rendono meno reali i prezzi delle singole azioni rispetto ai fondamentali e soprattutto creano potenzialmente problemi di liquidità in caso di uscita.
Spero che sia servito di lezione a tutti il 2018, diversamente vi faccio tanti auguri!
Michael Burry, the hero of "The Big Short," explains why index funds are like subprime CDOs https://t.co/eSbq7lASHF
— Bloomberg (@business) September 4, 2019
Qui un’altra cosuccia…
#BlackRock’s failure to adequately address fossil fuel sector under-performance has lost investors over US$90 billion in estimated value destruction and opportunity cost from a select few holdings over the past decade. https://t.co/08yNsGrC2X pic.twitter.com/Wonvs9RKxL
— IEEFA.org (@ieefa_institute) August 1, 2019
Ha detto che i massicci afflussi di fondi indicizzati stanno distorcendo i prezzi delle azioni e dei titoli obbligazionari, proprio nella stessa maniera nella quale i famigerati CDO, le salsiccie che acquistavano mutui subprime, contribuivano ad annacquare la vera dimensione di un portafoglio.
Noi vi abbiamo avvertiti, Voi fate quello che ritenete giusto, ci vediamo alla prossima crisi!