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GRECIA: L’OMBRA DEGLI HEDGE FUND!
Come ho scritto recentemente rispondendo alla domanda di un nostro caro lettore il destino della Grecia probabilmente dipenderà da quello che decideranno molti hedge fund i quali in questi mesi oltre a raziare titoli di debito pubblico ellenico a prezzi stracciati hanno terrorizzato e acquistato per mesi e mesi credit default swap spesso e volentieri senza detenere neanche l’ombra di un qualsiasi titolo di stato greco.
Non mi meraviglierei se tra questi vi siano anche i vulture fund ovvero i cosidetti fondi avvoltoi che come ho scritto anche nel mio libro hanno spesso raziato non solo imprese ma anche interi paesi. Solitamente questi fondi, “investono” in società o in Stati che stanno attraversando gravi situazioni di crisi minacciando di non rimborsare i propri debiti o che sono già tecnicamente falliti. Raziano titoli a prezzi stracciati e poi avviano cause legali per recuperare l’intero debito.
Scrive Leonardo Becchetti sulla Repubblica…
Sul Sole 24 Ore di oggi una notizia tragicomica che vale la pena riprendere. Le trattative tra Grecia e creditori privati sono in stallo perché un gruppo di fondi speculativi non vuole accettare l’accordo che prevede una riduzione volontaria del 50 percento del valore nominale del debito, accordo che eviterebbe il fallimento del paese e tutte le sue conseguenze. Posizione legittima ovviamente in sede di negoziato dove le controparti cercano di spuntare qualcosa in più a proprio favore. Ma il risvolto tragicomico è che i fondi lo fanno perché hanno comprato polizze assicurative sul debito greco (credit default swaps) quasi sempre senza aver anche acquistato i titoli del paese e guadagneranno se la Grecia fallisce.
E per rinforzare la loro posizione minacciano di ricorrere alla corte europea dei diritti dell’uomo se gli sarà imposto questo accordo. L’autore non senza ironia precisa che questo non vuol dire che la speculazione sia un diritto dell’uomo ma che i fondi intendono ricorrere contro la violazione del diritto di proprietà.
Abbiamo già detto più volte che le dinamiche della finanza e dell’economia reale sono diverse. Nell’economia reale mi compro una polizza contro il furto della mia auto per ottenere un risarcimento in caso il furto accada. In finanza molte persone che non conosco comprano invece la polizza sulla mia auto sperando che me la rubino o che le probabilità che questo accada aumentino in modo da poter intascare il premio o poter rivendere la propria polizza a prezzi maggiori.
E spesso in si limitano solo a “gufare” ma si adoperano attivamente affinchè il furto avvenga. E’ un po’ quello che accade con i cds dove l’evento negativo da assicurare è in questo caso il fallimento della Grecia.
Se vedo che sto per investire una persona freno bruscamente per evitare l’incidente. Se sono davanti uno schermo e con un clic posso rovinare la vita di milioni di persone che non vedo e di cui non percepisco tangibilmente i problemi la mia sensibilità si riduce e potrei non avere il benchè minimo scrupolo.
Gli studi di economia sperimentale ci dicono che l’aumento di distanza sociale riduce l’eticità dei comportamenti. E che basta pochissimo per aumentarla (si dimostra che se una controparte in un’esperimento può inviare uno smile di approvazione i comportamenti diventano molto più solidali). Possiamo provare ad inondare di hemoticon i gestori di hedge fund da tutto il mondo ma non credo basterà. Repubblica
Direi che si tratta di una metafora illuminante al di la di sciacalli e avvoltoi, i lavavetri del libero mercato e della rete sostengono che gli hedge e i vulture fund in fondo hanno il diritto di difendere il proprio capitale investito, si investito cosi lo chiamano, investito tirando sotto le strisce pedonali intere aziende e nazioni aggiungo io!
Circolano CDS per una cifra al nozionale di circa 3,5/4 miliardi di euro e la International Swaps and Derivatives Association per gli amici Isda ha sussurrato che il rapporto “consensuale e volontario” non determina il pagamento dell’assicurazione sottoscritta anche se fatto per gioco.
Ebbene ieri Charles Dalla rappresentante dei creditori della Grecia ha affermato che…
Bruxelles, 21 feb – L’accordo sulla riduzione del debito greco consentira’ al Paese “un enorme margine di respiro”, ma dovra’ essere ratificato dagli investitori istituzionali. Cosi’ Charles Dallara, presidente dell’Institute of international finance (Iif), l’organismo a cui fanno capo le banche e i creditori della Grecia. “E’ una riduzione del debito volontaria senza precedenti”, ha detto Dallara, commentando l’accordo sul debito greco che prevede una riduzione del 53,5% del valore nominale della quota detenuta dai creditori privati di Atene. “Malgrado una forte perdita di valore per gli investitori, ci sono molti aspetti positivi”, ha aggiunto Dallara, per il quale aver evitato un fallimento della Grecia “e’ un elemento molto positivo a livello sistemico”.Corriere della Sera
Peccato che in serata come riporta ZEROHEDGE lo stesso Dallara non abbia escluso in una intervista alla BBC che il destino della Grecia sia nelle mani degli hedge fund, senza dimenticare aggiungo io quei 18,5 miliardi di titoli greci emessi secondo la legge inglese…
Perchè un hedge fund o altri dovrebbero rinunciare a perseguire l’innesco dei credit default swap vista l’impressionante mole di scommesse messe in piedi a proposito della Grecia…
Jeremy Paxman: What is to stop someone like a hedge fund or someone who has bought Greek debt trying to trigger the insurance involved in a credit default swap?
Charles Dallara: Well there is nothing I am aware of, Jeremy, that will definitively stop someone who wants to take such action and there is no iron clad guarantee…that individual investors may not contemplate counter-productive activity here. They have the
rights they have the legal rights they have the market judgements to make.
Jeremy Paxman: If the insurance system worked they could recover perhaps 100% of the money they’ve lent the Greeks instead of something like 30%
Charles Dallara: Its not inconceivable. If too many go in that direction though, the system
breaks down, we will not have the successful conclusion of this deal and then
where will they be?
Jeremy Paxman: The whole deal could still be held for ransom?
Charles Dallara: I don’t eliminate that possbility.
Oh yes, purtroppo nessuno può eliminare questa possibilità in quanto con gli sciacalli e gli avvoltoi non si scherza, soprattutto se un manipolo di esaltati iperliberisti sostiene che questi animaletti sono fondamentali per la sopravvivenza del libero mercato!
Nel fine settimana è stata spedita la nuova analisi dal titolo “STRONG BUY ITALIA” un viaggio nell’Italia che verrà, osservando le dinamiche che ci attendono nelle prossime settimane per gettare le basi per i prossimi anni.
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Domani piazzo un paio di bombe che squoteranno il web…buona notte! Andrea
Pur con cuatela dato che le società di Rating non sono sempre attendibili, la Grecia è già finita e si avvicina alal D= Default
http://italyworkinprogress.blogspot.com/2012/02/euro-break-up-capitolo-8-tabella-dei.html
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La tassazione iniqua e la dottrina sociale
della Chiesa sulle imposte
(oltre il 20 %)
-ci dice che, non prendendola come una giustificazione per gli evasori, quelli veri, il vero evasore o meglio ladro è lo Stato stesso- n.d.a.
1 – La privata proprietà non venga oppressa da imposte
eccessive. Siccome il diritto della proprietà privata deriva non
da una legge umana ma da quella naturale, lo Stato non può
annientarlo, ma solamente temperarne l’uso e armonizzarlo col
bene comune. È ingiustizia ed inumanità esigere dai privati più
del dovere sotto pretesto di imposte. (Papa Leone XIII, Enciclica
Rerum novarum, 15 maggio 1891, n. 35)
2 – [Dichiariamo] non essere lecito allo Stato di aggravare tanto
con imposte e tasse esorbitanti la proprietà privata, da renderla
quasi stremata. (Papa Pio XI, Enciclica Quadragesimo anno, 15 maggio
1931, n. 49)
3 – Astenetevi da queste misure [fscali] che, a dispetto della loro
elaboratezza tecnica, urtano e feriscono nel popolo il senso del
giusto e dell’ingiusto, o che rilegano la sua forza vitale, la sua
legittima ambizione di raccogliere il frutto del suo lavoro, la sua
cura della sicurezza familiare: tutte considerazioni, queste, che
meritano di occupare nell’animo del legislatore, il primo posto
anziché l’ultimo. (Papa Pio XII, Discorso del 2 otobre 1948.
4 – L’imposta non può mai diventare, per opera dei poteri
pubblici, un comodo metodo per colmare i deficit provocati da
un’amministrazione imprevidente. (Papa Pio XII, Alocuzione al
Congresso del’Associazione fscale intrnazionale sula natura e i limit dele tasse,
2 otobre 1956)