ITALIA: NEVE E GELO DELL’ AVIDITA’ POLITICA!
Immagino già i titoli dei telegiornali e dei giornali, Alemanno e Gabrielli, colpa tua, colpa sua, colpa del tempo, perché come si dice in dialetto trentino el temp, el cul e i siori i fa quel che i vol lori o ancora al temp e ale done non se ghe comanda siori…
La più impressionante manifestazione di avidità e incompetenza del genere politico e amministrativo italiano si è verificata in questi giorni, un velo pietoso squarciato da qualche tenero fiocco di neve e un’ondata di gelo che credo sia il non evento più annunciato della storia d’Italia.
Scusate l’ironia, ma credo che quello che sta accadendo in questi giorni nel nostro Paese ha dell’inverosimile, una sorta di sottovalutazione della forza della Natura impressionante che mette in evidenza purtroppo anche l’inevitabile capitolazione degli ultimi, degli indifesi, di coloro che sono le principali vittime di questa ondata di gelo che proviene dalla Siberia.
Si perché il prezzo più alto di questa tragedia glaciale lo stanno pagando coloro che vivono sulla strada senza fissa dimora e gli anziani, nei parchi, sotto i ponti, nei ruderi della nostra indifferenza, sono bastati trenta centimetri di neve per cancellare la monotonia di un posto fisso.
Chissà visto che in Italia non c’è rimasto nemmeno un badile per spalare neve, forse è meglio che i nostri giovani vadano all’estero per fare stage o corsi che insegnano come gestire un fiocco di neve, per apprendere che in fondo nessun paese è in grado di gestire l’avidità dei propri politici o amministratori fuoriclasse nello sperperare denaro pubblico, rubando e frodando, meno capaci quando di tratta di trovare due lire …ops scusate due euro per gettare un po di sale o amministrare un’emergenza.
La polemica di Roma tra un politico qualunque e il capo della Protezione civile ha dell’incredibile soprattutto se si pensa che probabilmente il sindaco di Roma era alle Maldive con testa sott’acqua mentre da giorni si avvisava di un’ondata di maltempo senza precedenti e non poteva sentire.
Ora ai piedi dell’Everest italiano, il Gianicolo 82 metri sul livello del mare, ben 25 centimetri ricoprono le inefficienze di una politica che non ha soldi per un mezzo spalaneve o per gestire un’ondata di delinquenza qualunque.
E loro i media vi racconteranno che è tutta una questione di previsioni e tecnica, di organizzazione e inefficienza, mentre laggiù in un angolo della mia mente la piccola fiammiferai sussura la natura antropologica di questa crisi, avidità, avidità e ancora avidità, mentre l’ultimo fiammifero si spegne tra l’indifferenza quotidiana del nostro egoismo.
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Sul sole 24 ore di oggi , viene fuori che il rapporto debito/pil e’ diminuito nel terzo trim. 2011 del 1,6% , solo Malta come noi, gli altri sono aumentati tutti. Proprio nei mesi dell’attacco speculativo all’Italia. Praticamente, mentre ci dicevano che eravamo falliti, il ns debito non era aumentato di un cavolo rispetto al terzo trim. 2010. Gli altri si. Mah…
Sempre sul sole , un interessante articolo su un progetto in fase avanzata, che permettera’ di risparmiare il 30/40% delle spese di riscaldamento e delle emissioni. Ricerche con tecnologia avanzatissima, che solo poche aziernde al mondo sono in grado di portare avanti. Pool di aziende europee, ma capofila una azienda di Bergamo (Lombardia-Italia) cioe’ sempre il paese fallito.
In fondo cosa è il contratto sociale se non un pezzo di carta che l’avidità straccia in qualunque momento. Si continua a concentrarsi sui radar e sul timone della Costa Concordia e si dimentica chi l’ha portata a baciare gli scogli…Andrea
L’inerzia di chi cerca in ogni modo di mantenere lo status quo con tutte le sue inneficienze può portarci nel burrone.
Le inefficienze di un sistema sono in molti casi la rendita di posizione di alcuni.
Quanta efficienza si può fare?
Il mondo industriale dice che se ne può fare moltissima, in una azienda privata non ci sono conflitti di interesse, c’è un unico e ben chiaro interesse e tutti gli sforzi sono indirizzati all’aumento dell’efficienza, se sono richiesti investimenti si valuta il tempo di ritorno e si decide.
Nella “società civile” non è così ed anche sapendo dove sono le inefficienze non si procede aggressivamente ad eliminarle.
Nell’inefficienza ci sono molte categorie che stanno come i topi nel formaggio.
L’unico problema è che il coraggioso legislatore che decidesse di aggredire le inefficienze dovrebbe includere nei costi anche quelli di protezione di coloro che, incolpevolmente, si troverebbero danneggiati. E questo è fondamentale perchè in questo modo toglierebbero di mano agli epigoni dell’immobilismo l’arma del dissenso sociale.
Il contratto sociale non è un pezzo di carta ma un insieme di valori che democraticamente una maggioranza di cittadini condivide e fa diventare norma e legge e sa difendere anche con la forza.
La verità è che oggi siamo lontanissimi da una democrazia e siamo schiavi di una ristretta oligarchia di boiardi supportata minoranza di leccapiedi. E la maggioranza marcia e tace.
Pezzo di carta è una metafora per tradurre tutto in carta straccia se non c’è Responsabilità!
E’ vero: l’avidità è con noi ed in noi, ma se il sistema te ne fa vergognare, ti guardi bene dal tirarla fuori. Se invece l’avidità viene considerata un mezzo per raggiungere un fine, ma un mezzo lecito, anzi valido, addirittura premiato, ne verrà fuori una società come quella che stiamo vivendo e soprattutto stanno vivendo i piani alti del potere. Dei sette vizi capitali probabilmente è il peggiore perché intorno all’avido si crea un vuoto di miseria e disperazione. E’ come un buco nero che attira tutte le risorse dalle mani del prossimo a quelle dell’avido.
Se poi l’avidità (prima di denaro e poi di potere) assurge a livello di comando, come sta avvenendo e come tante volte è avvenuto nella Storia, sarà dalla disperazione dei più che nascerà l’eroe, il martirio, la rivalsa, la vendetta.
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Andrea,
scagliarsi contro l’avidità è come prendersela con il Maltempo.
L’avidità è con noi ed è in noi, è una caratteristica umana e come tale va gestita, sorvegliata incanalata e quando serve repressa.
Quello che si è guastato è il contratto sociale, che non funziona più, soprattutto da quando le risorse da distribuire non si possono prendere a prestito lasciando un pagherò alle future generazioni, e non perchè le future generazioni, che non votano, si siano rifiutate ma perchè chi tutela gli interessi delle future generazioni di creditori (chi erediterà il credito) non si fida della capacità di restituzione delle future generazioni di debitori.
Nessuno vuole lasciare in eredità un credito inesigibile.
Oggi è giocoforza riscrivere un patto sociale in pareggio di bilancio e francamente non so se ne siamo capaci. Ma qualcuno dovrebbe cominciare a calcolare cosa ci possaimo veramente permettre in pareggio di bilancio altrimenti da un lato discutiamo di nulla e dall’altro diamo il via libera all’avidità che nell’incertezza arraffa il più possibile.