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GERMANIA: IL PIU’ GRANDE PROBLEMA DELL’EURO!
Se c’è una cosa che mi affascina in questa crisi è che la verità figlia del tempo è sempre più puntuale, inesorabile come una nemesi che non guarda in faccia nessuno.
Giorno dopo giorno, li vedi arrivare ad uno ad uno, mestamente, dopo anni e anni di fesserie scritte e comunicate, politici, editorialisti, giornalisti, economisti, banchieri centrali come vedremo tra poco, e salgono sul carro della realtà, della verità figlia del tempo, diventando loro profeti. Non importa se un blogger qualunque vi racconta queste cose da anni e anni, non importa che ci sia gente che salti sul carro all’ultimo momento, importante è che la massa critica si diffonda, che coinvolga, piano, piano lentamente, inesorabilmente.
Da sempre abbiamo sostenuto che una delle opzioni principali di questa crisi era che la Germania se ne andasse dall’euro con i suoi cani da guardia, ovviamente cosa improponibile perchè i tedeschi sanno bene che sarebbe la loro fine.
Dopo il più grande successo dell’euro per Monti, la Grecia ora abbiamo il più grande problema dell’euro, la Germania…
Roma, 11 mag. (askanews) – Con un lungo e argomentato articolo, che ribalta del tutto le critiche tedesche contro la Bce, l’editorialista del Financial Times Martin Wolf mette sul banco degli imputati proprio la prima economia dell’Unione monetaria. “La Germania – è il titolo – è il maggior problema dell’area euro”.
Non la Grecia, quindi, né tantomeno la linea morbida adottata dalla Bce, composta anche da quei tassi di interesse bassi o negativi, criticatissimi in Germania ma che – conviene Wolf con il presidente della Bce Mario Draghi – sono “un sintomo” dei problemi dell’economia, e non certo la loro causa.
Negli ultimi tre giorni all’improvviso per ben due volte, tradotto e riportato dal Sole24Ore…
È la Germania il più grande problema dell’Eurozona
Le idee e gli interessi della Germania hanno un’enorme importanza per la zona euro. Ma non devono decidere qualsiasi cosa. Se i tedeschi pensano che questo sottragga irrimediabilmente legittimità al progetto europeo, dovrebbero esercitare la loro opzione d’uscita. Farlo comporterebbe anche prepararsi a una grande instabilità nel breve termine. Ma fintanto che il Paese rimarrà nell’euro, dovrà accettare il fatto che la Bce ha un compito da svolgere. Se quest’ultima vi riuscirà, non sarà sufficiente a far funzionare bene l’euro, ma darà indubbiamente un contributo fondamentale in tal senso.
Qui Wolf crede che una banca centrale basti a salvare un’unione monetaria nata fallita ancora prima di essere realtà, ma proseguiamo…
Perché il problema principale di Draghi non è la Grecia ma la Germania
La più pertinente delle due interpretazioni è quella di Draghi. Insistendo sull’austerità durante la crisi dell’Eurozona, e non aumentando la spesa per investimenti in patria, Berlino ha contribuito in modo decisivo a deprimere la domanda aggregata, sia entro i confini nazionali sia nell’Eurozona in generale. La lunga depressione dell’Eurozona ha provocato il calo dell’inflazione al di sotto del tasso obbiettivo (che è appena sotto il 2 per cento). La risposta della Bce è stata tagliare i tassi a breve termine a livelli negativi e comprare attività finanziarie. Se la politica di bilancio della Germania fosse stata neutrale, in questo periodo, il compito della Bce sarebbe stato più semplice: avrebbe centrato il suo obbiettivo di inflazione e non avrebbe dovuto ridurre così tanto i tassi.
Berlino considera il suo attivo nel saldo con l’estero semplicemente come un riflesso della superiore competitività della Germania. È una visione da analfabeti economici, o più probabilmente un tentativo deliberato di distogliere l’attenzione dal vero problema. Se la Germania avesse una sua valuta e un tasso di cambio fluttuante, lo squilibrio delle partite correnti scomparirebbe quasi interamente. Anche in un’unione monetaria, uno squilibrio significativo non avrebbe rilevanza se l’unione fosse politicamente integrata e avesse una politica di bilancio comune. Ma gli squilibri hanno rilevanza nell’unione monetaria con cui ci ritroviamo, senza sistemi di ridistribuzione e riassicurazione. Non è un caso che la Germania non vuole questi meccanismi di ridistribuzione: è così che massimizza il suo attuale surplus; per lei rappresenta un obbiettivo implicito di politica economica.
Nel lungo periodo, non riesco a vedere come tutto questo possa andare a beneficio di Berlino. Wolfgang Schäuble, il ministro dell’Economia, ha ragione quando dice che i tassi bassi stanno spingendo gli elettori verso Alternativa per la Germania (AfD), un partito anti-euro e anti-immigrati. Solo che la colpa non è della Bce. L’AfD è votata principalmente da anziani benestanti, che vogliono uscire dall’euro perché avrebbero da guadagnarci con un tasso di cambio migliore e tassi di interesse più alti (almeno è quello che credono loro).
Ma se hanno ragione sia Draghi che Schäuble, le conseguenze sono inquietanti, perché ci dicono che la Germania, forse ancor più della Grecia, non è pronta per far parte di un’unione monetaria. Con il sistema di Bretton Woods e i suoi tassi di cambio semifissi, la strategia tedesca consisteva nel vincolarsi a un sistema di cambi fissi e poi perseguire una svalutazione in termini reali, attraverso salari relativi più bassi dei concorrenti. Quando il sistema implose, seguì una rivalutazione del marco. Lo stesso successe con il meccanismo di tassi di cambio precursore dell’euro, creato alla fine degli anni 70. Ma l’euro è stato creato per rimanere in eterno: non esiste più nessun meccanismo correttivo per gli squilibri tedeschi.
Poi la questione è ancora più complicata del problema più grande dell’euro, più gli anni passano, più questa crisi sarà irreversibile con come l’euro che finirà nella polvere, perchè il processo di svalutazione del lavoro, di deflazione salariale, di distruzione della domanda interna ad un’unione monetaria demenziale provocherà sempre più fallimenti privati e statali, famigliari, in una spirale senza fine che come ben sapete noi identifichiamo da tempo nella DEFLAZIONE DA DEBITI la cui ultima speranza è questa …LA PALLOTTOLA D’ARGENTO … anche se non è detto che funzioni.
Se è troppo complicato lasciate perdere al momento opportuno capirete tutto. Buona Consapevolezza!
tratto dall’art. di M.Wolf :
Berlino considera il suo attivo nel saldo con l’estero semplicemente come un riflesso della superiore competitività della Germania. È una visione da analfabeti economici, o più probabilmente un tentativo deliberato di distogliere l’attenzione dal vero problema. Se la Germania avesse una sua valuta e un tasso di cambio fluttuante, lo squilibrio delle partite correnti scomparirebbe quasi interamente. Anche in un’unione monetaria, uno squilibrio significativo non avrebbe rilevanza se l’unione fosse politicamente integrata e avesse una politica di bilancio comune. Ma gli squilibri hanno rilevanza nell’unione monetaria con cui ci ritroviamo, senza sistemi di ridistribuzione e riassicurazione. Non è un caso che la Germania non vuole questi meccanismi di ridistribuzione: è così che massimizza il suo attuale surplus; per lei rappresenta un obbiettivo implicito di politica economica.
… … … … … … … … … … … … … … … … … … … …
…inutile dire che sono in accordo al 100% con l’analisi sopra riportata.
Come è inutile ribadire per l’ennesima volta -quante volte l’avrò già scritto- che una unione simile che ha come collante solo la moneta condivisa non può e non potrà mai funzionare,
perchè prevalgono INTERESSI INDIVIDUALI rispetto ad interessi comuni.
M.Wolf afferma [giustamente] che i tedeschi -la parte più anziana ed economicamente più agiata di quel paese- auspica tassi [molto] elevati per rendere giustizia al loro elevato risparmio, così come (ne sono certo) se andiamo a chiedere loro di farsi carico dei debiti della Grecia (e dell’Italia…) i tedeschi [in quella fascia anziana in particolare] ti rispondono con una sonora pernacchia (per non dire di peggio), ed è ad 80 milioni di tedeschi (di cui 60 milioni di elettori) che il loro governo, alla fine, deve pur sempre rendere conto…
la perdita di sovranità dei singoli Stati membri in favore di un UNICO organismo politico centrale in UE in grado di garantire politiche economiche e fiscali UGUALI per tutti gli Stati membri è destinata a rimanere un UTOPIA,
dato che
1) permangono forti interessi individuali [da parte degli Stati membri; uno in particolare: la Germania]
e
2) i paesi all’interno della Zona €uro a 19 sono troppo DISSIMILI tra loro, tali da dover perseguire politiche economiche di sostegno dissimili tra loro;
in questo meccanismo, non può che emergere l’ormai famoso (ed annoso) surplus commerciale con l’estero della Germania, che va a scapito degli altri Stati membri UE, a maggior ragione potendo contare sul fattore decisivo della moneta unica condivisa.
Io che non sono un economista e nemmeno un esperto di finanza, trovo così facile arrivare a simili conclusioni…
Evidentemente coloro che hanno da difendere FORTI interessi in gioco a loro vantaggio, hanno anche tutti gli interessi affinchè l’€uro e il sistema attuale permangano nella condizioni [e nelle conseguenze] attuali.
Pil Germania 3870 miliardi$
Esportazioni 8,8%
Limite 6%
differenza 2,8%
per un totale di 110 miliari$
DA REDISTRIBUIRE visto che SI vantano anche di un surplus di bilancio con cui il loro debito paga 0% d’interesse da anni,
lo stesso vale per l’Olanda.
http://it.tradingeconomics.com/netherlands/current-account-to-gdp
Chissà cosa potranno raccontare a Draghi
http://it.tradingeconomics.com/germany/inflation-cpi
@ KRY
ottimo,
nell’aver tradotto in numeri (esatti) quello che ho scritto io a parole.
🙂
scusate, giuro non è per polemizzare, ma per cercare di capire, alcune domande:
1) Perchè trovate strano che i tedeschi vorrebbero un pò più di tassi d’interesse? Anche i risparmiatori italiani lo vorrebbero, o mi sbaglio?
2) E’ vero che loro pagano pochissimo di tassi negativi, ma è anche vero che anche noi paghiamo pochissimo rispetto a quanto dovremmo pagare se non fossimo nell’Euro, o qualcuno sostiene che i nostri tassi sui bot siano sensati?
3) Moltissime aziende Italiane lavorano con e per la Germania, e il nostro interscambio è altissimo, ma loro acquistano molto semilavorato, noi molto prodotto finito, chiaramente più redditizio. Come ho già detto altre volte, chi ha auto tedesche alzi la mano.
3) Se la Germania uscisse dall’euro, con lei uscirebbero paesi del nord e quelli dell’est, sicuri che un’europa possa esistere senza la Germania, la Francia o l’Italia? E senza l’Europa credete davvero che potremmo vincere puntando solo su agroalimentare e moda?
4)”non può che emergere l’ormai famoso (ed annoso) surplus commerciale con l’estero della Germania, che va a scapito degli altri Stati membri UE, a maggior ragione potendo contare sul fattore decisivo della moneta unica condivisa.” Perchè dite che va a scapito degli altri? Volete dire che se non vendessimo noi , add esempio, il grana o il barbera, i clienti extra UE lo comprerebbero in Francia? Cioè, dite che se uno straniero non comprasse Audi, Mercedes o BMW comprerebbe Alfa Romeo , Fiat o Peugeot? Sicuri?
Non so, avete ragione quando dite ” prevalgono INTERESSI INDIVIDUALI rispetto ad interessi comuni”, ma vale per tutti i paesi, non solo per la Germania.
Forse il problema lo spiego semplicemente io nel mio post “Il socialismo spiegato in poche righe” http://www.laforzamotrice.it/?p=3741
scusa ma perchè non ti leggi bagnai ed avrai tutte le risposte ai tuoi interrogativi
1) Perchè trovate strano che i tedeschi vorrebbero un pò più di tassi d’interesse? Anche i risparmiatori italiani lo vorrebbero, o mi sbaglio?
…
tutti quanti vorrebbero/vorremmo tassi di interesse più ragionevoli e magari in positivo,
anche perchè vorrebbe dire che l’economia funzionerebbe [davvero], con un livello di inflazione ragionevole (quel 2,0% nei sogni di draghi)
il fatto però è che la cura introdotta (QE) per stimolare crescita e consumi (in teoria)
in pratica si traduce con un azzeramento dei rendimenti, dei tassi e del costo del denaro (e dell’inflazione…),
la ben nota ZIRP policy, anzi no, NIRP [negative interest rate policy] visto che ormai girano per il mondo 10.000 miliardi di $ di bonds governativi a tasso negativo (da dato recente, fonte stima Ag Fitch)
e quindi abbiamo ciò che ci ritroviamo : tassi zero o addirittura negativi;
i tedeschi (parlo dei vertici governativi, non del popolo) che tanto strepitano per questa conseguenza verso draghi e BCE, zitti zitti però sanno bene che a tassi zero
quali sono ridotte le loro emissioni governative di ultima emissione (grazie al QE di draghi)
possono così finanziare il loro debito pubbl (uno dei più elevati per val assoluto in EU, oltre 2000 mld di € insieme a quelli di FR e IT) a costo praticamente ZERO. Un vero affare.
Come sempre, la medaglia presenta due facce;
evidentemente, però, per qualcuno [non a caso, la Germania] questo stato di cose stà assai meglio che per altri, ad iniziare dall’Italia.
2) E’ vero che loro pagano pochissimo di tassi negativi, ma è anche vero che anche noi paghiamo pochissimo
…
guarda il livello di spread in data odierna :
significa che a parità di debito pubbl in valore assoluto
(2153 mld per i tedeschi, 2171 mld per noi italiani – dati consolidati 2015 Eurostat)
loro si finanziano a costo ZERO
a noi costa di più (anche se occorre riconoscere che draghi stà dando una mano considerevole nel tenere calmierato lo spread e con questo la sostenibilità del deb pubbl italiano; quest’oggi qualcuno della UE ha affermato che il QE potrebbe essere protratto ben oltre la data di scad programmata per il 31MAR2017, SE LE NECESSITA’ LO IMPORRANNO… più chiari di così…)
…e intanto, molto discretamente e in modo [quasi] indolore :
record del debito pubbl italiano rilevato nel mese di MAR 2016 = € 2.228,75 miliardi di €uro;
si tratta veramente del record assoluto mai raggiunto dalle statistiche (dato di cui poco da vantarsi) pubblicate periodicamente da BankItalia; il precedente dato peggiore assoluto risaliva a MAG 2015…
…
lo so che agli italiani [e magari a molti analisti] questo dato non “fregherà niente”
però gente attenzione,
nel sistema (l’€urozona) nel quale siamo partecipi e vincolati, malgrado noi,
è il numero col quale i tedeschi (e la UE) tengono in pugno l’italia per ricattarci,
specie se abbinato ad una crescita pressochè nulla o quasi (rapp deb/pil = 132,7%) rilevata ormai da tempo nel ns paese.
Possiamo comunque stare tranquilli e riporre fiducia in padoan,
che qualche tempo fà (ad inizio 2016) dichiarò :
“debito pubbl italiano diminuirà nel 2016, anche senza crescita.”
ps : solo qualche giorno fà, contraddicendo se stesso, ha affermato che “la diminuzione del deb pubbl non può che passare dall’aumento della crescita”
😆
con gente simile, possiamo dormire tranquilli, no??…
La Germania non è il più grande problema dell’eurozona, è il più grande indicatore che l’eurozona non può funzionare.
Se la Germania uscisse dall’UEM si toglierebbe solo la manifestazione più evidente dell’impossibilità dell’esistenza dell’UEM. Un bel giorno potrebbe essere la Spagna a fare la sua bella svalutazione interna e concentrazione di ricchezza, tanto non c’è il cambio che lo renderebbe inutile, e allora via, fuori anche la Spagna. Oppure vogliamo fare a chi svaluta (=reprime) di più?
L’euro va eliminato, prima che si autodistrugga da solo e che distrugga anche l’UE.
L’unica alternativa, volendo tenere l’euro, è che gli stati come lo sono ora vanno abbandonati e il potere va spostato a livello locale, togliendolo sia agli organi dell’UE sia ai governi statali (esattamente il contrario della riforma costituzionale). In questo modo non ci sarà nessuno strapotere e gli squilibri avrebbero minore impatto. Meglio se verranno adottati meccanismi surrogati del cambio flessibile.
I casi sono 4:
– l’UE diventa un unico stato, con leggi uguali e moneta uguale e libertà assoluta di circolazione di denaro e persone -> ci saranno comunque differenze enormi tra le varie sub-aree, con grandi trasferimenti di denaro alla “perchè io ricco/efficiente/lavoratore devo pagare per …”
– libertà di circolazione di capitali e persone ma ogni stato ha la sua moneta -> i cambi flessibili compensano le differenze tra stati e i flussi di capitale (e anche persone: non è auspicabile che territori meno efficienti e meno produttivi si spopolino in favore di altri; il cambio dovrebbe frenare anche le migrazioni)
– moneta unica ma limiti alla circolazione di capitali e persone -> ogni stato a sè, si usa la stessa moneta ma si mettono dazi o altro per impedire gli eccessi di esportazioni e investimenti esteri e anche di migrazioni (inclusa la rinuncia a Schengen).
– moneta unica con frammentazione degli stati (e forte autonomia) -> la non uniformità legislativa complica gli spostamenti di capitali e di persone, compensando almeno in parte già di suo gli svantaggi della moneta unica; la forte autonomia può consentire di adottare ulteriori provvedimenti a difesa dell’economia locale
laforzamotrice@finanza:
2) E’ vero che loro pagano pochissimo di tassi negativi, ma è anche vero che anche noi paghiamo pochissimo rispetto a quanto dovremmo pagare se non fossimo nell’Euro, o qualcuno sostiene che i nostri tassi sui bot siano sensati?
I tassi reali (=nominali – inflazione)?
http://www.francomostacci.it/?p=237
3) Moltissime aziende Italiane lavorano con e per la Germania, e il nostro interscambio è altissimo, ma loro acquistano molto semilavorato, noi molto prodotto finito, chiaramente più redditizio. Come ho già detto altre volte, chi ha auto tedesche alzi la mano.
L’interscambio con la Germania c’è sempre stato, con la lira e con l’euro; solo che con la lira un’eventuale loro svalutazione interna con conseguente aumento delle esportazioni avrebbe reso ancora più conveniente per loro comprare prodotti esteri, aumentando l’interscambio a nostro favore (avrebbero acquistato anche più prodotti finiti esteri).
3) Se la Germania uscisse dall’euro, con lei uscirebbero paesi del nord e quelli dell’est, sicuri che un’europa possa esistere senza la Germania, la Francia o l’Italia? E senza l’Europa credete davvero che potremmo vincere puntando solo su agroalimentare e moda?
No, non può esistere. E l’Italia è la seconda industria d’Europa, che con l’aumento del marco risorgerebbe riprendendosi le quote di mercato perse a favore della Germania negli ultimi anni. Perchè dici “puntando solo su agroalimentare e moda”; come se l’industria italiana non esistesse? E’ vero che ha subito dei forti colpi dalla svalutazione tedesca e dalla crisi, ma non è mica morta.
Cioè, dite che se uno straniero non comprasse Audi, Mercedes o BMW comprerebbe Alfa Romeo , Fiat o Peugeot? Sicuri?
Sì.
Se una Giulietta costa 20000 euro e una Golf ne costa, dopo la rivalutazione del marco, 25000, non credi che molti preferirebbero l’Alfa? E si libererebbero quote di mercato anche nell’alto di gamma, attualmente stradominato dai Tedeschi (Thema e 164 non sfiguravano per niente).
Non so, avete ragione quando dite ” prevalgono INTERESSI INDIVIDUALI rispetto ad interessi comuni”, ma vale per tutti i paesi, non solo per la Germania.
Forse il problema lo spiego semplicemente io nel mio post “Il socialismo spiegato in poche righe” http://www.laforzamotrice.it/?p=3741
Un problema non esclude l’altro.
“A socialist will trample over a 100 poor people just to be able to throw a rock at 1 rich person.”
Boh, avrete ragione voi, però io so che se io guardo la media del rapporto lira marco dal 1950 ad oggi
http://fxtop.com/it/tassi-cambio-storici.php?C1=DEM&C2=ITL&A=1&DD1=01&MM1=01&YYYY1=1953&DD2=31&MM2=12&YYYY2=2000&MA=1&YA=0&LANG=it&CJ=0
vedo che la media dei cambi rispetto all’entrata nell’euro è GIA favorevole all’Italia; infatti se escludiamo un’anomalo aumento dopo l'”acquisto” della germania dell’est, anomalo perchè in teoria, con il cambio marco ovest con marco est 1/1 il marco tedesco avrebbe dovuto indebolirsi, invece aumentò in modo esagerato cosi da permettere ai tedeschi di risparmiare un pò sull’investimento, la media del periodo è sensibilmente inferiore al cambio 1 DM 1000 lire con cui entrammo nell’Euro, per cui checchè tutti chiaccherino, i fatti sono li da vedere.
Poi si sostiene che se la golf (che è già più cara della FIAT, visto che l’Alfa Romeo sarebbe, in teoria, in concorrenza con AUDI e BMW molto più care) fosse ancora più cara comprerebbero alfa e fiat, sarà, ma secondo me compreremmo Toyota, hunday, Nissan, Renault ecc.ecc. .
Io compro un’auto perchè mi piace, se ho problemi di soldi compro una Dacia, e come dimostra la 500 se un’auto è valida la comprano, indifferentemente da che marca sia, solo nelle vetture premium il discorso cambia, ma non è certo per una questione di soldi, come dimostra il caso fiat 130 nel passato o la Phaeton recentemente.Che poi una thema o una 164 fossero paragonabili ad un Audi 6, basta vedere le vendite per avere una risposta. La realtà è che l’Italia si è indebitata fortemente per motivi elettorali, ha mantenuto e mantiene schiere di parassiti parziali e totali, e finchè si è cosi indebitati si è ricattabili, ci siamo arricchiti a spese dello stato e la nostra situazione patrimoniale lo testimonia, ma come degli stupidi abbiamo curato le nostre cabine a spese dello scafo della nave, e adesso rischiamo di affondare.
Che poi, se l’italia è la seconda industria d’Europa, di cosa vi lamentate? Abbiamo il sole, il mare, la tecnologia, la cultura, l’inventiva, la tecnologia, il cibo… ma la colpa è dei tedeschi se non siamo capaci di amministrarci? Se abbiamo milioni di parassiti è colpa dei tedeschi? Se i processi durano anni è colpa dei tedeschi? Se le leggi le facciamo fare agli avvocati la colpa è dei tedeschi? Perchè se ordino un prodotto ai tedeschi lo pago subito se non in anticipo, mentre in Italia lo pago (SE lo pago) a minimo 60 gg? Se abbiamo un assenteismo e una produttività vergognosa in molti settori e nessuno ne risponde, è colpa dei tedeschi? Se svendiamo le aziende sane per mantenere in piedi carrozzoni di stato e di clientelismo è colpa dei tedeschi? Se abbiamo intere regioni in mano alla delinquenza e al degrado è colpa dei tedeschi? Se in sicilia migliaia di ex dipendenti della regione hanno pensioni superiori all’ultimo stipendio è colpa dei tedeschi? Beh, se il paese si liberasse da buona parte di tutto questo, credete che la Germania ci farebbe paura?
Ancora sul marco, se noi prendiamo il cambio lira marco nel 1985/90, cioè prima che cominciasse il fattore “caduta del muro” e in un momento in cui entrambe le economie erano in buona salute, eravamo intorno ai 700 lire/1 DM.
laforzamotrice@finanza:
Ancora sul marco, se noi prendiamo il cambio lira marco nel 1985/90, cioè prima che cominciasse il fattore “caduta del muro” e in un momento in cui entrambe le economie erano in buona salute, eravamo intorno ai 700 lire/1 DM.
— ” buona salute ” — ???
https://it.wikipedia.org/wiki/Mani_pulite
Prima di tutto, io non ragiono in modalità binaria, cioè è colpa dei tedeschi OPPURE è colpa degli italiani; se si capisce che ognuno ha le sue “colpe”, che le economie sono diverse, che i fattori che influenzano un’economia sono innumerevoli, che i fattori che determinano la competitività sono inquantificabili, che la stessa competitività non è nemmeno misurabile, che la competitività non è data se non in piccola parte dal bilancio pubblico, che la competitività varia tantissimo da regione a regione e anche da provincia a provincia (in tutta Europa, non solo in Italia), allora possiamo andare avanti a ragionare; se invece si vuole guardare solo ai problemi dell’Italia e a quanto bravi sono i tedeschi o ai problemi dell’euro, allora trasferiamoci in uno stadio, che tanto è uguale.
Cambio:
Il fatto che il marco si è apprezzato prima dell’euro dipende da tanti fattori, sicuramente il fatto che la Germania è sempre stata più competitiva per diversi motivi, tra cui quelli da te citati in negativo per l’Italia, ma anche la forte disponibilità di materie prime, è un fattore importante. Se guardi il grafico del marco rispetto al dollaro, al franco o al fiorino vedrai che si è apprezzato anche rispetto a loro.
Dovrebbe essere intuitivo guardando l’andamento del cambio che adottare la stessa valuta di un paese che ha sempre avuto un apprezzamento della propria valuta vuol dire togliere quel freno naturale alle sue esportazioni dato proprio dalla flessibilità del cambio, cioè vuol dire indebolire la propria economia a vantaggio di quella tedesca.
Ma c’è un’altra questione: il trattato di Maastricht prevede non solo i vincoli di bilancio, ma anche un vincolo di surplus e anche che i paesi membri dell’UE devono tenere in considerazione l’impatto che le riforme nazionali hanno sugli altri paesi: non erano completamente sprovveduti i geni che hanno concepito l’UEM, sapevano benissimo quali erano i rischi e avevano previsto qualche timido rimedio. La Germania nei primi anni 2000 (era il “malato d’Europa”) ha fatto riforme interne volte alla svalutazione interna, aggirando il divieto di dare aiuti di stato alle imprese (li ha mascherati da sussidi ai lavoratori) e guadagnando ulteriore competitività. E’ questo guadagno di competitività relativo (-18% gli stipendi reali tra il 2000 e il 2009, contro il +0% della Francia, il +3% dell’Italia, il +20% della Grecia – vado a memoria) che ha esasperato gli squilibri e ampliato i saldi Target 2.
Auto:
Beh, la Giulietta è in concorrenza con la Golf, la Giulia con Serie 3 e Classe C. Poi è innegabile che il settore premium è sempre stato dominato dai tedeschi, che la Fiat ha sbagliato tante cose e si è autorovinata la reputazione, che alcuni marchi hanno saputo creare uno status symbol. Se guardiamo la 159 e la serie 3, in Italia le vendite non erano molto diverse, quindi se oggi la Germania avesse il marco e il marco fosse più caro probabilmente una parte della quota di mercato bmw finirebbe all’Alfa perchè OGGI la qualità c’è.
Sprechi & co.:
Prima di tutto, prima di considerare i parassiti, la corruzione, il clientelismo, ecc. come prerogative italiane bisogna approfondire come è altrove, e se indaghi scopri che anche nell’immacolata Germania ci sono, poi non essendoci cifre da confrontare (proprio perchè sono illecite) è difficile rendersi conto di quanto è l’impatto reale e quello percepito.
Però diamo per assodato che l’Italia ha il primato in tutte queste cose (il che è probabile). La questione è: se l’Italia avesse ridotto gli sprechi, i costi della politica, se avesse fatto le “riforme”, se avesse aumentato l’efficienza, ridotto la corruzione, contrastato le mafie, ridotto i tempi della giustizia e aumentato la facilità del fare impresa, avrebbe contribuito a assorbire i risparmi tedeschi o aumentare i loro investimenti, che sono le questioni chiave sollevate nell’articolo di Martin Wolf? No, semplicemente perchè sarebbero stati gli Italiani stessi a investire; l’economia starebbe sicuramente meglio, ma il gap di competitività guadagnato dalla Germania nei primi anni 2000 e la tendenza deflattiva che caratterizza l’economia tedesca del nuovo millennio (per es. lo stato tedesco non investe da 20 anni) avrebbero comunque impattato negativamente sulle economie di tutti gli altri paesi europei. E infatti non è solo l’Italia a aver “subito” l’euro: la debolezza è solo una questione di QUANDO, non di SE: prima hanno subito i più deboli (Grecia, Portogallo, Irlanda), poi il paese strutturalmente debole ma industrialmente forte (Italia), poi la Francia e ora anche Finlandia e Olanda. Cos’è, sono tutti spreconi e fannulloni?
Partiamo da un altro punto di vista: Lombardia, Emilia, Romagna, Veneto, Piemonte, hanno sempre occupato i primi posti, insieme con alcuni länder, nelle classifiche economiche regionali. Se fossero state indipendenti, da sole o insieme non importa, ma staccate dall’Italia, con il residuo fiscale che hanno, la maggiore competitività, la maggiore qualità di gestione e di servizi pubblici, avrebbero potuto continuare a competere con Baveria, Baden-Wurttemberg, ecc., oppure avrebbero subito anche loro l’accelerazione nella competitività della Germania? Non ho una risposta certa, ma penso che di fronte alla svalutazione salariale reale (possibile per l’acquisizione della Germania Est), al maggior peso degli interessi tedeschi nelle decisioni UE e al raggiramento delle regole europee da parte della Germania, avrebbero sicuramente tenuto di più ma avrebbero comunque subito non poco.
Siccome però purtroppo queste regioni sono ancora occupate dall’Italia, siccome l’industria ha già subito fin troppo, siccome pensare di risolvere problemi irrisolti da decenni in poco tempo è impensabile e comunque ci porterebbe nel migliore dei casi alla stessa competitività che la Germania aveva 15 anni fa e non oggi, l’unica possibilità che c’è per riprendersi almeno una parte dell’economia andata persa e evitare che la situazione continui a peggiorare è smantellare l’UEM, lasciare che il marco si rivaluti e abbatta le esportazioni tedesche verso l’Italia, come è successo quando la lira è uscita dallo SME.
Premessa: io non sono un tifoso, ne di calcio ne della germania, io stò cercando di capire, non stò polemizzando, parola di boys scaut 🙂
. Ora, le tue osservazioni sono valide, ma continuo a pensare che certe cose non mi quadrano. Quando diciamo che la Germania dell’ovest ha acquistato quella dell’est, ci rendiamo conto dello sforzo fatto? Io sono andato nell’ex DDR, nei primi anni 90, ed era tutto un cantiere, qui sembra che la cosa sia stata indolore, ma ai tedeschi dell’ovest, la cosa non era cosi facile da digerire, infatti incolpano la deflazione salariale anche a quello, e basta vedere gli enormi investimenti fatti dalle grandi aziende dell’ovest nell est germania, e anche nei paesi dell’est, per capirlo.
Il cambio. Ma davvero è cosi importante? vedo che tra euro è dollaro ci sono stati sbalzi del 90% min 0.838 / max1.599 e nessuna delle due realtà è fallita o è volata, quindi permettetemi di avere qualche dubbio sulle presunte capacità taumaturgiche, ne l’esempio del giappone sia illuminante, a parte exploit iniziali. Le varie corse in avanti degli USA sono state tecnologiche, internet e simili, e lo stesso discorso vale per l’europa. I prodotti buoni si acquistano, e il prezzo è questione di qualità percepita e di marketing, a meno che non si parli dei prezzi cinesi, con i quali non c’è partita.
Sprechi e co.
se sprecassimo di meno, molto di meno, di quel che fanno i tedeschi non ce ne fregherebbe nulla, noi staremmo molto meglio, e che loro lo siano più o meno di noi, non m’interesserebbe assolutamente.
L’Alfa Romeo era un marchio premium, che negli anni 70 80 si confrontava con BMW, non con la golf, e, come giustamente fai osservare tu, quando è uscita la 159 le vendite andavano mica male, tanto è vero che l’audi si è cuccata de silva, questo a prova che SE C’E LA MACCHINA, LA SI VENDE. O forse mi vorresti paragonare la Golf alla Bravo o alla Marea? Ripeto, basta vedere quante 500 si sono vendute per capire che il cambio incide solo fino ad un certo punto.
Certo che se poi, abbiamo una Ducati e quando comincia ad andare bene la vendiamo … .
Permettermi di segnalarti uno dei miei primi post, che secondo me spiega un’altro dei motivi della nostra decadenza. http://www.laforzamotrice.it/?p=7
laforzamotrice@finanza:
Premessa: io non sono un tifoso, ne di calcio ne della germania, io stò cercando di capire, non stò polemizzando, parola di boys scaut
Siamo in due
🙂
Germania Est:
Certamente è stato uno sforzo, e concordo sul fatto che la deflazione salariale deriva dall’unificazione, nel senso che in parte è una conseguenza naturale della maggiore offerta di lavoratori emigrati dall’Est all’Ovest e in parte è stato possibile introdurre i minijobs proprio per l’afflusso di lavoratori dall’Est.
Di contro però:
1) la Germania è federale e il residuo fiscale della Baviera se non erro è di soli 3 miliardi, contro gli oltre 50 della Lombardia, questo per mettere sul piatto della bilancia gli sforzi delle regioni più produttive nei confronti di quelle più arretrate
2) l’unificazione ha pesato su una parte dei cittadini ma ha arricchito un’altra parte, infatti la concentrazione di ricchezza è aumentata (http://s32.postimg.org/v8htpky0l/distribuzionericchezza.png)
3) la deflazione salariale ha consentito quell’aumento di competitività che ha portato al minore aumento dei prezzi all’estero rispetto a quelli dei competitor esteri, aumentando le esportazioni, che non sono state frenate dall’aumento del cambio, essendo fisso; e quindi alcuni sostengono che di fatto l’unificazione è stata pagata da tutti gli Europei tramite la cessione alla Germania di parte della propria economia
Però alla fine, guardando i dati regionali europei disponibili sul sito dell’ESPON, l’unificazione non è stata un successo, perchè l’Est è in fase di spopolamento (http://s32.postimg.org/oll0emr79/germania_abandoned_regions.jpg) e nonostante l’utilizzo dei fondi europei è ancora molto lontano non solo dall’Ovest ma anche dalle altre regioni europee tipo quelle del Nord Italia.
Cambio:
Secondo me può essere molto importante a seconda dalle situazioni.
Sono diversi i fattori che influenzano esportazioni e importazioni, e il cambio è uno di questi. I dazi un altro, ma in UE non ci sono, anzi merci e persone possono circolare liberamente senza alcun limite. E’ in questo caso che è fondamentale, perchè non c’è nessun’altro strumento che possa proteggere la propria economia. Sul dollaro sarà (spero di no) interessante vedere cosa succederà se verrà approvato il TTIP.
Tutti i paesi che hanno agganciato la propria valuta a quella di un altro stato prima o poi hanno dovuto tornare indietro. Anche la stessa Europa ai tempi del marengo e del ducato aveva già fatto un’unione valutaria, che poi è saltata. Questo dovrebbe far pensare.
Qualità:
“I prodotti buoni si acquistano, e il prezzo è questione di qualità percepita e di marketing, a meno che non si parli dei prezzi cinesi, con i quali non c’è partita.”
Concordo. I Tedeschi poi sanno vendersi molto bene. Ma sulla qualità l’Italia non scherza: http://s32.postimg.org/towns42et/qualitaprodotti.jpg
Il problema è che la fama inossidabile (ma meritata) dei prodotti tedeschi come prodotti di qualità è nata dalle auto, dove l’Italia nei decenni scorsi si è fatta al contrario una fama di inaffidabilità e prodotti “cheap”. Ma questo non vale per tutti i settori dell’industria, altrimenti non si spiegherebbe perchè i Tedeschi comprano componenti dagli Italiani (e tra l’altro, riprendendo i discorsi unificazione e cambio, con la lira spendevano meno e venivano da noi, con l’unificazione, l’afflusso dei Tedeschi orientali e l’euro hanno iniziato a farne sempre più a meno).
Concordo anche sulle auto, se un’auto è buona la si vende. Se non è buona non si vende neanche se costa meno. Ma se due auto sono entrambe buone e una costa troppo si vende di più l’altra.
Sprechi e co.
“se sprecassimo di meno, molto di meno, di quel che fanno i tedeschi non ce ne fregherebbe nulla, noi staremmo molto meglio, e che loro lo siano più o meno di noi, non m’interesserebbe assolutamente.”
Io non credo, per questo motivo: http://s32.postimg.org/n2qb2ps1h/wage_changes.png
Questo non ha nulla a che fare con sprechi e debito pubblico.
In tutti questi anni Andrea ha mostrato che questa crisi viene dal debito privato, non da quello pubblico.
E gli squilibri vengono in buona parte dalla variazione di competitività nel tempo. La voce di costo più importante per un’azienda è il costo del lavoro, di cui buona parte è data dallo stipendio. Le tasse vengono dopo.
“Certo che se poi, abbiamo una Ducati e quando comincia ad andare bene la vendiamo … .
Permettermi di segnalarti uno dei miei primi post, che secondo me spiega un’altro dei motivi della nostra decadenza. http://www.laforzamotrice.it/?p=7”
Quello che dici è un altro fattore importante: la sfiducia nel futuro e nella capacità di uno stato di riprendersi. Verissima la considerazione sui sindacati e sugli antievasori.
Secondo me questa crisi ha amplificato la sfiducia (e questa crisi ha coinvolto tutti, quindi non può essere dovuta a mali italiani), ma è anche per questo che io cerco nel mio piccolo di contrastare quella mentalità che vuole addossare tutte le colpe agli Italiani: primo perchè non credo che sia vero, e secondo perchè alimenta questa sfiducia e riduce ulteriormente l’autostima e la considerazione delle capacità degli imprenditori e dei lavoratori italiani.
Sulla qualità l’Italia non scherza, lo so bene, ho visto prodotti italiani andare i Germania a costo x, che poi ritrovavi sul mercato marchiati made in germany che costavano il doppio.
Io non do tutte le colpe agli Italiani, ma vorrei che facessimo un’esame di coscienza. Guarda una qualsiasi trasmissione tv o leggi i giornali, prova a contare quantle volte senti parlare di diritti e quante di doveri, e secondo me capisci subito il nocciolo della questione. Quando sento, ovunque, da dx a sx che “la casa è un diritto”, io rabbrividisco. Perchè dev’essere un diritto “di nascita”? L’unico diritto di nascita che io sono disposto a riconoscere è la possibilità di avere un lavoro dignitoso, dignitosamente pagato cosi che io possa PAGARMI l’affitto o il mutuo di un’abitazione dignitosa e mantenermi, tutto il resto non è un diritto, ma dev’essere solo la possibilità di poter fare rendere, anche economicamente, le mie capacità. Tutto il resto è mentalità da parassita, sia che sia l’aiuto (o il posto garantito) di stato, che la speranza di vincere al lotto. Questa mentalità non solo non stà scomparendo, ma continua a diffondersi, e è questo che ci stà portando alla catastrofe. I tedeschi guardano e, come quando in guerra muore un tuo vicino di trincea, se non è un tuo camerata, se ha gli stivali migliori dei tuoi, glieli levi. Nessuna cattiveria, solo opportunismo.
Capisco. A parte qualche telegiornale (e la F1) evito tv e giornali, da quando ho capito che oltre a non raccontare la verità sono strumenti di manipolazione delle coscienze. Non saprei quanto sia diffusa questa mentalità nella gente, ti invito solo a pensare due cose:
1. per ogni parassita o aspirante parassita quanta gente c’è che lavora e vive in silenzio facendosi i fatti suoi? questi non fanno cronaca, non fanno audience, non fanno dichiarazioni
2. questa mentalità la vedi in Italia; come fai a escludere che ci sia anche all’estero? Tanto per fare un esempio, io seguo una mailing list di finanza frequentata da gente di tutto il mondo ma con una prevalenza USA, e a volte in qualche “off topic” saltano fuori delle cose tipo gente che una volta capito il sistema dei food stamps li sfrutta più che può coinvolgendo anche familiari e amici e trova il modo di viverci senza dover lavorare; oppure la corruzione che c’è nelle alte sfere della politica; la manipolazione delle elezioni; l’inefficienza del settore pubblico; l’aumento stratosferico delle spese sanitarie. Più o meno le stesse cose che succedono qui, e che noi non vediamo almeno nella stessa misura perchè siamo stranieri.
E allora io ho scelto di guardare solo le statistiche, in modo da non essere in alcun modo condizionato da quella che potrebbe essere una visione troppo “italiocentrica”. Certamente in questo modo mi sfugge l’aspetto più sociologico…
I tedeschi guardano e, come quando in guerra muore un tuo vicino di trincea, se non è un tuo camerata, se ha gli stivali migliori dei tuoi, glieli levi. Nessuna cattiveria, solo opportunismo.
I Tedeschi hanno violato e continuano a violare lo stesso trattato che hanno firmato tutti gli altri. Questo non è solo opportunismo. D’altro canto essere opportunisti per noi significa fare in modo che l’euro finisca in modo che possiamo fare come in passato, cioè usare la svalutazione della moneta come strumento di contrasto agli shock economici per spingere le esportazioni senza distruggere la domanda interna. E fin tanto che siamo nell’UE essere opportunisti significa anche dare addosso agli altri quando ci conviene. Perchè gli altri dovrebbero essere opportunisti e noi no?
Non so che dirti, forse hai ragione tu, ma io continuo a pensare che due cose sbagliate non ne fanno una giusta. Come dicevi sui food stamp mi sembra che i parassitismo sia una malattia altamente infettiva, e ricordo a tutti, che quando lo stato spende, qualcuno deve poi ripianare i conti, o il buco cresce. Il socialismo ha fallito proprio perchè parte dal presupposto, sbagliatissimo, che l’essere umano sia “buono” in fondo, mentre per me è vero il contrario, prima di ogni altra cosa, siamo egoisti, e soprattutto lo siamo in modo stupido, e è qui il vero problema. http://www.laforzamotrice.it/?page_id=1003
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Capitano ho capito, da troppi anni ti seguo, e le mie orecchie piano piano si sono aperte.
Meno male che c’è qualcuno che ci racconta il perchè le cose stanno per succedere e non perchè sono successe.