In attesa che in America smetta di nevicare e che i mercati e la Federal Reserve si preparino al leggendario aumento dei tassi estivo, noi torniamo a dare un’occhiata alle recenti dinamiche dell’economia americana, in attesa di osservare da vicino con Machiavelli il contributo che i prossimi dati daranno alla crescita del secondo trimestre.
Come potete vedere qui sopra non una sola componente fondamentale ha funzionato nel primo trimestre, con consumi dimezza ed esportazioni crollate, senza il contributo delle scorte, il Pil americano sarebbe finito sotto zero, come la temperatura che ogni anno immancabilmente accompagna il territorio americano.
Quello che è chiaro è che la colossale balla metropolitana secondo la quale un calo del prezzo del petrolio e quindi della benzina avrebbe sostenuto i consumi è stata spazzata via come neve al sole.
Nel primo trimestre i consumi in America si sono più che dimezzati.
Provate a riflettere…
Due esponenti della Federal Reserve, Stanley Fischer (vice presidente della Fed) e William Dudley (presidente Fed di New York) ritengono che il calo del petrolio alimenterà i consumi statunitensi.
Lagarde: ‘La caduta del prezzo del petrolio è una buona notizia per l’economia mondiale’
Draghi: “I prezzi bassi del petrolio e l’euro più debole stanno aiutando l’economia”
O sono “ignoranti” e semplicemente attori politici che fanno quattro chiacchiere al bar.
Ciò che affascina è che in piena stagnazione globale qualche pollo continua a far salire il prezzo del petrolio con il quale verrà arrostito, ma soprattutto qualche analista o governatore sogna chissà quale rimbalzo con prezzi che sono ormai saliti da 44 dollari a 60.
Noi siamo sempre disponibili a cambiare idea, non resta che attendere, infatti peggio di così non può andare e visto che in molti stanno ribassando le aspettative ogni sorpresa positiva sarà l’ennesimo miracolo per la fragile economia americana.
Ma cambiamo argomento e occupiamoci degli ultimi dati sui salari americani.
A prima vista, ma solo a prima vista, un motivo in più per scommettere su un probabile rialzo dei tassi per il mese di giugno.
Un rapporto quello di marzo che segnala, una crescita del 0,3 % in termini reali, la migliore variazione dal mese di novembre, peccato che l’inflazione sono cinque mesi che non riesce a raggiungere l’obiettivo del 2 % tanto caro alla Fed, una salita del dato core che raggiunge a mala pena 1,3 % per tutto il 2014.
Venerdi uscirà il nuovo dato sul lavoro penultima tappa prima della riunione di giugno e deve essere molto buono per far cambiare idea alle colombe, che hanno messo in gabbia i falchi. Consiglio a tutti di rilassarsi, a Giugno non accadrà nulla anche perchè in realtà il QE4 è già partito senza che nessuno se ne sia accorto…
Il come, dove e quando lo trovate qui sopra, il resto sono chiacchiere per polli di Trilussa!
Ha dimenticavo, se qualcuno non riesce ancora a comprendere per quale motivo i salari non si alzano e i redditi della classe media americana continuano a scendere insieme agli investimenti, date un’occhiata qui sotto, uno dei sintomi della Grande Depressione del 1929… “BuyBack a gogo…”
In sintesi con gli utili le aziende invece di aumentare salari o investimenti, preferiscono riacquistare azioni proprie per farne salire il prezzo ad esclusivo beneficio dei soliti noti.
Ah dimenticavo, tutti con il naso all’insù aspettandol’eclisse dei tassi, loro non rinunceranno entro il 2015 un colpetto non mancheranno di darlo.
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@IcebergFinanza
…dimenticavo, se qualcuno non riesce ancora a comprendere per quale motivo i salari non si alzano e i redditi della classe media americana continuano a scendere insieme agli investimenti, date un’occhiata qui sotto, uno dei sintomi della Grande Depressione del 1929… “BuyBack a gogo…”
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giusto, Andrea; stò leggendo il testo di J.Galbraith che mi hai consigliato, il quale evidenzia quanto accaduto prima del 1929 in esatta (quasi incredibile) corelazione con ciò che stà accadendo attualmente : salari che non crescevano con la stessa ampiezza con cui crescevano gli utili aziendali, utili poi utilizzati dalle società stesse per le speculazioni in borsa che poi dettero vita al ben noto “crash”… similitudini assai singolari. I segnali e gli avvisi ci sono tutti.