in caricamento ...

E’ TUTTA COLPA DELLA LUNA!

Scritto il alle 06:25 da icebergfinanza

 

Il buon  William Shakespeare amava ricordare che talvolta é tutta colpa della luna, quando si avvicina troppo alla terra fa impazzire tutti.

E’ ben nota alla "saggezza popolare" l’influenza della luna. Nelle notti di luna nuova o di luna piena, sono possibili catastrofi naturali, in fondo anche l’alta marea subisce il suo fascino e perchè no l’uomo visto che nella sostanza è una massa liquida.

Luna crescente e luna calante; il contadino ben conosce la magia della luna sulla prosperità delle coltivazioni, nelle fasi di luna crescente e la conservazione dei suoi frutti nelle fasi di luna calante. Anche la mitologia greca, ma non solo la eleva a patrona della Vita della nascita. Influisce sul taglio del legno, sulla semina, sulla raccolta della frutta, sulla creatività, sulla caccia e sulla pesca, sul taglio dei capelli, sulla conservazione degli alimenti, sugli eventi sismici e metereologici si dice, ma sopratutto influisce sull’animo umano.

No, oggi non vi parlerò di Bradley o di Gann, "se conosci la verità, tutto conosci" ma più semplicemente di JP Morgan, che come ci ha ricordato il nostro caro Raffaele Mascetra, la quale avverte il mondo intero di ignorare tutte le prossime brutte notizie.

“The next month’s worth of economic data will be full of weather and lunar new year distortions. This will create a lot of confusion, but should also persuade investors not to overreact to data noise. (…) Ppragcap.com/jp-morgan-ignore-all-the-bad-news-coming

Nella sostanza, secondo gli analisti di JP Morgan, il "  prossimo mese sarà pieno di dati economici, il cui valore subirà le distorsioni meteo e quelle relative al nuovo anno lunare. Tutto ciò creerà un sacco di confusione, ma dovrebbe convincere gli investitori a non reagire in modo eccessivo ai dati relativi al rumore di sottofondo……in fondo, in fondo aggiungo io, si tratta solo di piccoli, fastidiosi ed insignificanti incidenti di percorso, suppongo.

Quando non è il tempo è la luna, quando non è la luna è qualche altra magia che non consente di affrontare la realtà! JP Morgan incoraggia gli investitori ad avere fede nelle sue previsioni, a non reagire in modo eccessivo al ribasso che verrà.

Sia ben chiaro, io all’influenza della luna ci credo, credo alla sua influenza sull’uomo e sulle sue attività, sulla natura, ci mancherebbe, ho immenso rispetto per la "seggezza popolare" e le sue tradizioni.

Ora tornando indietro nella storia, come non ricordare Edward Canchellor e il suo libro  " Un mondo di bolle " in GIOCO D’AZZARDO! 

Riferendosi alla grande crisi giapponese Chancellor scrive:

" Il giorno dopo il crollo di ottobre i rappresentanti delle più importanti società di brokeraggio del Giappone – Nomura, Daiwa, Yamaichi e Nikko, chiamate le "quattro grandi" – furono convocati al ministero delle Finanze. Ricevettero l’ordine di mantenere il mercato delle azioni NTT e di impedire all’indice Nikkei di scendere sotto quota 21.000. Ubbidendo a questa richiesta i broker offrirono ai loro clienti più importanti garanzie contro le perdite per incoraggiarli a rientrare nel mercato. Nel giro di pochi mesi l’indice Nikkei aveva recuperato le perdite e stava puntando verso nuovi picchi. In forma ufficiosa i funzionari del ministero delle Finanze si vantarono che la manipolazione del mercato azionario erà più facile del controllo del mercato valutario."

Credo che non vi sia bisogno di aggiungere nulla, ma proseguiamo:

" Nel complesso i "quattro grandi" pesavano per più di metà degli scambi del mercato azionario di Tokyo.(…) In un rapporto intitolato "Theme Chasing: The Engine of the Tokyo Stock Market" una banca d’investimento americana avvisava i suoi clienti: "L’istinto del gregge è un solido istinto di sopravvivenza in un ambiente di eccessiva liquidità". Grazie alle loro ampie partecipazioni azionarie nella stampa i "quattro grandi" broker riuscirono a manipolare l’informazione che raggiungeva i loro clienti.

Affascinante la storia, ma si dice che non nessuno ha il tempo di leggere un libro, un fondo siamo tutti esseri razionali, o sbaglio, e Icebergfinanza è uno che racconta leggende metropolitane o meglio si inventa favole.

" Nonostante l’inesorabile crescita del mercato il cliente medio privato non guadagnava molto. Rimase un estraneo foraggio per i broker e i loro clienti preferiti(…)"

Il 26 agosto di quest’anno usciva la seguente notizia, sul Corriere della Sera:

MILANO – Sugli incontri riservati degli analisti di Goldman Sachs con i trader e i grandi clienti della banca d’ affari si sono ormai accesi anche i riflettori delle autorità di sorveglianza dei mercati finanziari Usa, dalla Sec alla Finra (Financial Industry Regulatory Authority) cioè l’ organo di auto-controllo dell’ industria del settore. A rivelare la vicenda è stato il Wall Street Journal, secondo il quale durante questi meeting settimanali gli analisti offrivano consigli su quali titoli investire a breve che poi, in certi casi, non trovavano riscontro nei report della banca d’ affari sugli investimenti a lungo termine. Non solo: queste «scelte» rivolte a trader e clienti privilegiati non venivano rivelate al resto della clientela, neanche attraverso il sito web di Goldman Sachs. Niente di illegale, beninteso. Si tratta però di una evidente disparità di trattamento verso i propri clienti. Ma quello che vogliono scoprire le autorità è se i «consigli» d’ investimento venivano offerti anche riguardo a titoli di aziende di cui Goldman stava per cambiare il rating. In questo caso si può prefigurare il reato di insider trading per chi fa fatto uso di quelle informazioni.

Acqua bagnata certo, nessuna sorpresa, credo che l’insider trading, non sia un’eccezione nei mercati, ma la regola, distribuita dal banco. Ma proseguendo con il libro di Chancellor….

" Molti investitori privati affidarono il loro denaro a fondi comuni gestiti da affiliati dei maggiori broker. Questi fondi prevedevano commissioni esorbitanti e producevano una media annuale inferiore al 4 % alla fine degli anni Ottanta, in un periodo in cui il mercato cresceva più del  20 per cento all’anno. L’unico modo sicuro per fare soldi durante la bolla era essere all’interno del meccanismo. I clienti privilegiati – banchieri, burocrati, politici, singoli ricchi e anche yakuza ( malavitosi ) – erano informati in anticipo su quali titoli i broker intendevano puntare.(…)

Ma cosa accadrà mai di cosi misterioso in questo mese e nei prossimi per cercare di infondere fiducia agli investitori, per quale motivo recentemente anche Larry Summers, consigliere economico principale della Casa Bianca, ha ricordato a tutti che bisogna guardare oltre ai prossimi dati, oltre non so dove.

O quanto ti amo mitica "riva del fiume"! Sembra inoltre che sia imminente l’inserimento " nel registro degli indagati " come amo definirla ironicamente, la lista delle banche in seria difficoltà in America, di una  banca regionale di dimensioni rilevanti, intorno ai 20 miliardi di dollari tra depositi e attivi.

Ieri i sussidi di disoccupazione sono usciti migliori delle previsioni, ma la media a quattro settimane continua a risentire della realtà, tempeste di neve o fasi lunari che si voglia, ma se vogliamo osservare i particolari non possiamo dimenticarli del messaggio che ci invia il colossale crollo del costo del lavoro e l’aumento della produttività americana.

Sino a quando diminuiranno le ore di lavoro, la produttività continuerà ad aumentare, e se anche storicamente la produttività è la rondine che annuncia la primavera della ripresa, questa volta sarà diverso, in una ripresa anemica senza lavoro.

Oltre alla media delle ore di lavoro, oggi nel dato in uscita, è importante osservare in profondità, il numero di lavoratori a part-time, i numeri della "Household", le dinamiche della forza lavoro, senza dimenticare stagionalità e il leggendario modellino statistico stagionale CES NET B/D, in grado ormai da oltre due anni di modificare positivamente la favola, rimandando alle revisioni la realtà. Inutile avventurarsi in una previsione, troppa elasticità e flessibilità nei dati del BLS, ma le previsioni del solito "consensus" sembrano alquanto ottimistiche in attesa di osservare se il messaggio in codice di Larry Summers e JP Morgan, nasconde qualche verità-

L’indice "Pending Home" quello relativo alle compravendite sottoscritte, sinonimo di una chiara prospettiva economica per gli acquirenti di abitazioni, visto che mai nessuno si sognerebbe di apporre una firma se non è certo delle sue prospettive economiche future, conferma la nuova fase discendente nel prossimo mese del mercato immobiliare che sarà seguita molto probabilmente da un rimbalzo anch’esso effimero sostenuto dalla proroga degli incentivi fiscali sino a giugno. Finita la "droga" governativa sarà interessante osservare la riconferma di una dinamica per il secondo semestre dell’anno, che non potrà che evidenziare quanto è accaduto in questi primi mesi dell’anno, quando allo scadere dell’incentivo, le vendite di abitazioni nuove e vecchie sono collassate, mangiandosi in pochi mesi, tutta la ripresa dello scorso anno.

Resta da sottolineare comunque che le vendite ormai sono vicine ad un fondo, mentre i prezzi hanno a disposizione un probabile dowside di almeno altri 5/10 punti percentuali, calcolando la recente ripresa.

Approfitto dell’occasione per ringraziare tutti i Compagni di Viaggio sostenitori della nostra avventura, di Icebergfinanza, ricordando a tutti di inviarmi la loro mail per condividere con loro gli ultimi "manoscritti" " La quiete prima della tempesta" e " Archimede e la leggenda della leva finanziaria", manoscritti che scrutano l’orizzonte della madre di tutte le crisi economiche e finanziarie della Storia. Grazie ancora! Andrea

Per sostenere ICEBERGFINANZA clicca qui sotto 

 

Icebergfinanza come un cantastorie che si  esibisce nelle strade e nelle piazze delle città!   

La "filosofia" di  Icebergfinanza resta e resterà sempre gratuitamente a disposizione di tutti nella sua "forma artigianale", un momento di condivisione nella tempesta di questi tempi, lascio alla Vostra libertà, il compito di valutare se Icebergfinanza va sostenuto nella sua navigazione attraverso le onde di questo cambiamento epocale!   

Non solo e sempre economia e finanza, ma anche alternative reali da scoprire e ricercare insieme cliccando qui sotto in ……….

 

74 commenti Commenta
Scritto il 5 Marzo 2010 at 09:37


” In che punto dell’angusto scoglio si trova il luogo chiamato riva?
La riva è la lieve umidità della roccia a picco, o è lo spazio tra bagnato e asciutto, più angusto del più angusto, e quindi nessun luogo?
Oppure è nascosta nell’immobilità dell’immutabile?
Nella totalità delle cose, le parole sono parti. Se la natura delle parti sono le parole, allora la natura della totalità è il silenzio. Se con una sola parola infrangi l’immobilità silenziosa della totalità inespressa s’innesca il processo della separazione.
Dividi il mare dalla terra e poi separali con la riva. Ecco come i pensieri si tendono inganni di parole.

Con la conoscenza vigile e imparziale, apriti dolcemente e senza pensare. Ed eccolo là…senza parole incapaci di spiegare, senza pensieri incapaci di capire.
(Ray Grigg, Il Tao della Barca)

Buona Giornata Cari Compagni di Viaggio…
Navighiamo…Navighiamo…
Valentina
Capitanooooooooooooo

utente anonimo
Scritto il 5 Marzo 2010 at 11:52

LA STERLINA VERSO LA RESA DEI CONTI!

Oramai   le monete sono il vero termometro dellacrisi e della   "grande partita", la Grecia fino ad ora è stata solo la foglia di fico che è servita per coprire le vergogne della sterlina.
Qualcuno ha preso il pallottoliere è ha calcolato che se comprendiamo anche i soldi che la BoE ha dato alle banche il debito pubblico della Gran Bretagna sfiora il 170% del PIL , è vero che  dal punto di vista contabile i prestiti fatti alle banche sono crediti, ma in realtà sappiamo benissimo che essendo le banche quasi del tutto nazionalizzate, questi rappresentano un debito.
Non c'è nessuna speranza che l'Inglilterra riesca a far rientrare questo debito, quindi la BoE dovrà continuare la stessa politica di  questi ultimi due anni, il deficit di bilancio dell'inglilterra potrebbe anche quest'anno superare il 10%!! ( un disastro!)
E' estremamente probabile che nei prossimi due o tre mesi, il rapporto Euro Sterlina giunga "naturalmente" alla parità,.
Con il passare delle settimane il mercato capirà che la Grecia è solo un peso piuma e la Spagna  riuscirà in qualche modo a tirarsi fuori dalla crisi……poi tutti si concentreranno sugli Inglesi!
Di sicuro nessuno si muoverà per aiutare l'Inglilterra, i Tedeschi sono stati sprezzanti verso la Grecia, con cui in ogni modo avevano più di un interesse economico, oltre a un debito morale e politico, figuriamoci cosa potrebbero dire agli inglesi!
Non è escluso che molto pragmaticamente  la BoE  decida di portare il valore di 1 sterlina verso i 0,85-0,90 Euro, ( fermo restando che nessuno ha la sfera di cristallo si potrebbe arrivare a cambiare una sterlina contro 0,6-0,7 Euro) in questo modo almeno l'Inglilterra  avrebbe  un certo vantaggio competitivo.
L'alternativa del Governo Inglese è una manovra finanziaria di almeno 30/40 miliardi di Sterline, fra tagli e nuove entrate, ma questo significherebbe scordarsi ogni possibilità di ripresa economica, sia nel breve che nel medio termine, oltre a costituire il sicuro suicidio politico di chi proporrà il salasso.

-IL Compasso-
 

utente anonimo
Scritto il 5 Marzo 2010 at 14:55

Grande Compasso come sempre ma cosa accadra' all'euro quando la grecia verra' salvata dai cinesi o dal FMI ( o peggio lasciata a se stessa) visto l'atteggiamento demente di quel popolo che ricordiamo sempre che in 30 ha provocato 2 guerre con 72 milioni di morti complessivi,io credo si svalutera' parecchio creando inflazione (o comunque chiamatela come volete ma=perdita di potere di acquisto in euro) per via dei costi lievitati di importazione delle materie prime e comunque anche se qualcuno la salvasse nel breve termine i greci non reggeranno mai il piano di austerita'  e anche se lo facessero l'ecionomia si contrarebbe pesantemente riproponendo il problema,i mercati capiranno ulteriormente che genere di buffonata e' l'europa e l'euro collassera' . folletto non mi sei simpatico visto come ultima tua bravata la dedica in inglese al 70 % di italiani che non lo conosce ma comincio a pensare che tu abbia ragione.Andrea che ne pensi?
Saluti
Marco

utente anonimo
Scritto il 5 Marzo 2010 at 15:47

Caro Compasso…non sottovalutare gli inglesi,
spesso sono per le azioni preventive e la GRECIA a mio avviso era proprio una di queste.

Ddurante le guerre Napoleoniche, gli Inglesi si presero la briga di bombardare Copenhagen, pochi o nessuno lo sa, per non far cadere la flottiglia Danese in mani napoleoniche, con la quale avrebbe avuto il domino dei Baltico.

Nella seconda guerra mondiale, gli Inglesi distrussero la flotta navale FRANCESE di stanza in Algeria, per prevenire che cadesse in mani naziste, dopo la capitolazione della Francia…mi fermo.

Come ben vedi attaccare qualcun altro e' spesso un sistema per salvare se stessi.

Dove trovi oggi un articolo che spieghi il problema del 170% del debito UK ??? O un'agenzia di rating la quale afferma che il rating UK e'sotto revisione ?

Comunicazioni mediatiche ben orchestrate direi…comunque condivido il tuo pensiero.
Un saluto
Massimo

utente anonimo
Scritto il 5 Marzo 2010 at 16:53

Senza un evidente elemento catalizzatore di rottura non c'è verso di cambiare direzione: nuovi massimi in arrivo.
…canta e cammina…

utente anonimo
Scritto il 5 Marzo 2010 at 17:46

Massimo , grazie per le info storiche sull'Impero UK.

mi mancavano sulla flotta danese e,  francese in Algeria.

io la penso come Te…..la Classe Dirigente inglese ancora Governa il Mondo.

credo che la parità tra sterlina ed euro sia probabile .
ricordiamo infine a tutti che sono 8 anni di signoraggio sull'euro che Boe e Governo UK ha.

Giobbe

Scritto il 5 Marzo 2010 at 19:31

Ma questo 70% di Italiani che non capisce l'inglese, invece di lamentarsi, perchè non comincia a studiarlo.

Mio padre lo imparò ascoltando la radio in Inglese durante la II guerra mondiale: badate bene ascoltando, non vedendo parlare le persone.

Adesso con la Tv satellitare, ma oprattutto con Internet è tutto molto più semplice.

Voglia di imparare zero?

Pensate a tutti gli italiani fuggiti dalla povertà in America che senza studiare hanno imparato.

Svegliatevi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Scritto il 5 Marzo 2010 at 19:34

x MARCO AZZARDO MORALE E SUPPORTO ALLA GRECIA !

Marco, ti rispondo in merito al tuo commento precedente, credo che occorra sempre un atteggiamento di cautela, l' azzardo morale da parte della GRECIA c'e' stato forse in passato ma oggi forse e' stata punita per non averlo ripetuto con la Banda Bassotti di G&S ed e' stata punita come dire con noi o contro di noi.

Evitare l' azzardo morale, per intederci il tanto poi PANTALONE paga, credo sia fondamentale, per evitare il ripetersi di certe cose, se come detto in passato (su questo blog) uno entrasse al casino' sapendo che all' uscita le fiche perse verranno restituite sara' sicuramente facile che il giocatore le butti a caso ovunque sul panno verde !

Per quello che riguarda la GERMANIA non sarei poi cosi' caustico non erano gli unici ad essere entrati in guerra, ma se una colpa hanno avuto e' stata quella di aver seguito leader fanatici, come del resto in Italia.

Per quello che riguarda l' Europa il motivo per cui e' nata era proprio evitare il ripetersi di guerre come quelle che tu hai menzionato.

Un saluto
Massimo

Scritto il 5 Marzo 2010 at 22:56

http://www.youtube.com/watch?v=S7MiES9kNAc&feature=related

E' tutta colpa della FED?

Gli Usa hanno 8133,5 tonnellate di oro che secondo l’autore valevano – due mesi fa – circa 300 mld $.
Il petrolio detenuto dalla Riserva strategica Usa è di 725 mila barili che secondo l’autore valevano  – e valgono – 58 mld $.
Inoltre secondo il Fondo monetario internazionale (Fmi) gli Usa hanno 136 mld $ di riserve valutarie.
Il totale è circa 500 mld $ (455,5 mld $ secondo AsiaNews).
Se il debito pubblico è per il 44 % di proprietà straniera, su 2mila mld $ di debito in scadenza, circa 880 mld $ di debito è detenuto da stranieri.
I risparmi americani annualmente ammontano a circa 600 mld $.
Se il totale del debito da collocare (debito da rifinanziare più nuovo debito) nell’anno è di 3500 mld $ [3600 mld $ secondo noi] e pur ipotizzando che tutto il risparmio USA scelga i BOT (“Treasuries”), rimangono da collocare nell’anno circa 3 mila mld $.
Da dove proverrà tale ammontare ?

Ancora una volta, quindi, ci troviamo di fronte ad uno scenario apparentemente già scritto: gli Stati Uniti sono destinati al default, ed in brevissimo tempo.
Ma, di nuovo, potrebbe risultare azzardato fare simili pronostici, dal momento che è ormai chiaro che vi sono forze in gioco che sono in grado di riscrivere a loro piacimento le regole della gara, mutando inevitabilmente l’evolversi degli eventi.
Nonostante, quindi, la situazione sia già segnata, e la bancarotta sicuramente inevitabile, i tempi e i modi in cui tutto questo si verificherà rimangono non prevedibili.
E’ certo che il masso che rotola dal monte arriverà a valle travolgendo l’abitato, ma in uno scenario con tante incognite non è per adesso possibile calcolare il momento dell’impatto.

http://www.santaruina.splinder.it

Scritto il 6 Marzo 2010 at 09:49

"Noi Funamboli…alla luce della luna…"

Scorgendo l'ombra di isole lontane, me ne immaginavo una ancora abitata da una tribù di poeti, tenuti in serbo per quando, dopo il medioevo del materialismo, l'umanità dovrà ricominciare a mettere altri valori nella propria esistenza… [ Tiziano Terzani ' Un indovino mi disse ' ]

Valentina

Scritto il 6 Marzo 2010 at 15:21

"Il male dello statalismo è che, prima o poi, i soldi degli altri finiscono"
-Margaret Thatcher

Scritto il 6 Marzo 2010 at 18:50

Beware of Government Bonds

of Thorsten Polleit

However, growing concern about government-bond defaults may be overblown. Investors should remind themselves that printing new money to pay for government debt is, at least from the point of view of the government, economically more attractive than defaulting on public debt.

It shouldn't come as a surprise if it eventually turns out that the real danger is, like so often in the past, inflation rather than default. As Ludwig von Mises noted,
If a government is not in a position to negotiate loans and does not dare levy additional taxation for fear that the financial and general economic effects will be revealed too clearly too soon, so that it will lose support for its program, it always considers it necessary to undertake inflationary measures.[1]

[1] Mises, Ludwig von (2006 [1923]), "Stabilization of the Monetary Unit — From the Viewpoint of Theory," in: The Causes of Economic Crisis and Other Essays Before and After the Great Depression, ed. Greaves, Percy L. Jr., p. 39.

Thorsten Polleit è uno dei miei preferiti.

Scritto il 6 Marzo 2010 at 18:50

Beware of Government Bonds

of Thorsten Polleit

However, growing concern about government-bond defaults may be overblown. Investors should remind themselves that printing new money to pay for government debt is, at least from the point of view of the government, economically more attractive than defaulting on public debt.

It shouldn't come as a surprise if it eventually turns out that the real danger is, like so often in the past, inflation rather than default. As Ludwig von Mises noted,
If a government is not in a position to negotiate loans and does not dare levy additional taxation for fear that the financial and general economic effects will be revealed too clearly too soon, so that it will lose support for its program, it always considers it necessary to undertake inflationary measures.[1]

[1] Mises, Ludwig von (2006 [1923]), "Stabilization of the Monetary Unit — From the Viewpoint of Theory," in: The Causes of Economic Crisis and Other Essays Before and After the Great Depression, ed. Greaves, Percy L. Jr., p. 39.

Thorsten Polleit è uno dei miei preferiti.

Scritto il 6 Marzo 2010 at 18:50

Beware of Government Bonds

of Thorsten Polleit

However, growing concern about government-bond defaults may be overblown. Investors should remind themselves that printing new money to pay for government debt is, at least from the point of view of the government, economically more attractive than defaulting on public debt.

It shouldn't come as a surprise if it eventually turns out that the real danger is, like so often in the past, inflation rather than default. As Ludwig von Mises noted,
If a government is not in a position to negotiate loans and does not dare levy additional taxation for fear that the financial and general economic effects will be revealed too clearly too soon, so that it will lose support for its program, it always considers it necessary to undertake inflationary measures.[1]

[1] Mises, Ludwig von (2006 [1923]), "Stabilization of the Monetary Unit — From the Viewpoint of Theory," in: The Causes of Economic Crisis and Other Essays Before and After the Great Depression, ed. Greaves, Percy L. Jr., p. 39.

Thorsten Polleit è uno dei miei preferiti.

Scritto il 6 Marzo 2010 at 18:50

Beware of Government Bonds

of Thorsten Polleit

However, growing concern about government-bond defaults may be overblown. Investors should remind themselves that printing new money to pay for government debt is, at least from the point of view of the government, economically more attractive than defaulting on public debt.

It shouldn't come as a surprise if it eventually turns out that the real danger is, like so often in the past, inflation rather than default. As Ludwig von Mises noted,
If a government is not in a position to negotiate loans and does not dare levy additional taxation for fear that the financial and general economic effects will be revealed too clearly too soon, so that it will lose support for its program, it always considers it necessary to undertake inflationary measures.[1]

[1] Mises, Ludwig von (2006 [1923]), "Stabilization of the Monetary Unit — From the Viewpoint of Theory," in: The Causes of Economic Crisis and Other Essays Before and After the Great Depression, ed. Greaves, Percy L. Jr., p. 39.

Thorsten Polleit è uno dei miei preferiti.

Scritto il 6 Marzo 2010 at 19:20

Maggy…NO THANKS !
Ciao Folletto, bella e vera la massima della Thacther, ma dipende da che punto di vista la guardi…se da sopra (upper class) o da sotto (lower class) !
La Maggy ha praticamente sbriciolato lo stato sociale durante il suo governo.Non solo ma anche ridotto drasticamente il ruolo delle UNION (Sindacati) vi ricordate i famosi scioperi dei minatori ?
Quale e' stato il suo risultato ? 

1-I piu' poveri nel periodo dal 1979 al 1990 hanno guadagnato in media lo 0,4% in piu' all' anno…mentre i piu' ricchi il 3,8% in piu, che dire i ricchi sempre piu' ricchi ed i poveri al palo !

2-Che forse ha ridotto la poverta', non direi nello stesso periodo la disoccupazione e' triplicata !

3-Un altro effetto e' stata la crescita del Coefficiente di GINI, che misura le disuguaglianze sociali, passato da 0.25 a 0.34, per intenderci tanto maggiore tanto maggiori sono le disuguaglianze.

Qualche dato lo trovi al link in inglese 😉  allegato

http://www.ifs.org.uk/bns/bn33.pdf

Concludo, al termine del suo mandato il 28% dei bambini in UK viveva sotto la soglia di poverta' che sinceramente sembra un ritorno indietro negli anni quando sempre ai bambini si faceva bere alcool metilico per blocare loro lo sviluppo e poterli cosi' continuare ad usare come spazzacamini !

Se questo vuol dire il neo-liberismo, be' allora non si addice all' idea di sviluppo umano che ho in mente !

Saluti
Massimo

 

Scritto il 6 Marzo 2010 at 19:49

Europa aperta, mente chiusa

Scritto il 6 Marzo 2010 at 19:51

Europa aperta

Tienti Giulietto ed i suoi Eurobond e ritorna in Russia pre 1990

Tremonti è proprio fuori di testa: quota il link da IS

http://www.corriere.it/economia/10_marzo_06/tremonti-grecia-fondo-monetario_c2a71ffc-28f2-11df-a5a9-00144f02aabe.shtml

Il Folletto

Scritto il 6 Marzo 2010 at 21:21

Liberismo = Dawinismo sociale

in natura la selezione promuove i più forti o i più adatti ed eliia gli altri.
Questo funziona in quanto nella maggior parte degli ecosistemi gli individui si contendono le stesse risorse, normamente scarse.

In campo economico sociale c'è un problema, le classi alto borghesi proprietarie dei mezzi di produzione hanno bisogno della massa per due ragioni:

– Devono far funzionare la macchina
– Devono formare il mercato di sbocco.

Sarebbe ora che le masse  tornassero a rendersene conto e ad impalare qualche liberista.

Scritto il 6 Marzo 2010 at 22:59

A proposito di immobiliare in Italia e probabile ulteriore calo dei prezzi (delle abitazioni generiche….naturalmente):

http://www.youtube.com/watch?v=b2Xh68Ky4q0&fmt=8

http://it.wikipedia.org/wiki/Certificazione_energetica_degli_edifici

http://efficienzaenergetica.acs.enea.it/doc/dlgs_192-05.pdf

Ed oltre alla Certficazione Energetica deglle abitazioni (per Legge obbligatoria!!! se la rispetteranno) ci sono anche le nuove normative (forse anti-sismiche!!!! bohhh gli antichi Etruschi avevano già abitazioni anti-sismiche hehehehe) sui cementi armati e sui calcoli del ferro necessario!!!

Leggendo il post di Il Cuculo69 #16 ni è venuta voglia di postare i seguenti link….se a qualcuno interessano:

http://www.youtube.com/watch?v=xeM9FUYzNPM&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=pVzlZWTUW9w&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=_f9-qXHpELI&feature=player_embedded ( è un film interessante)

Buona Domenica a tutti

SD

Scritto il 6 Marzo 2010 at 22:59

A proposito di immobiliare in Italia e probabile ulteriore calo dei prezzi (delle abitazioni generiche….naturalmente):

http://www.youtube.com/watch?v=b2Xh68Ky4q0&fmt=8

http://it.wikipedia.org/wiki/Certificazione_energetica_degli_edifici

http://efficienzaenergetica.acs.enea.it/doc/dlgs_192-05.pdf

Ed oltre alla Certficazione Energetica deglle abitazioni (per Legge obbligatoria!!! se la rispetteranno) ci sono anche le nuove normative (forse anti-sismiche!!!! bohhh gli antichi Etruschi avevano già abitazioni anti-sismiche hehehehe) sui cementi armati e sui calcoli del ferro necessario!!!

Leggendo il post di Il Cuculo69 #16 ni è venuta voglia di postare i seguenti link….se a qualcuno interessano:

http://www.youtube.com/watch?v=xeM9FUYzNPM&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=pVzlZWTUW9w&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=_f9-qXHpELI&feature=player_embedded ( è un film interessante)

Buona Domenica a tutti

SD

Scritto il 6 Marzo 2010 at 22:59

A proposito di immobiliare in Italia e probabile ulteriore calo dei prezzi (delle abitazioni generiche….naturalmente):

http://www.youtube.com/watch?v=b2Xh68Ky4q0&fmt=8

http://it.wikipedia.org/wiki/Certificazione_energetica_degli_edifici

http://efficienzaenergetica.acs.enea.it/doc/dlgs_192-05.pdf

Ed oltre alla Certficazione Energetica deglle abitazioni (per Legge obbligatoria!!! se la rispetteranno) ci sono anche le nuove normative (forse anti-sismiche!!!! bohhh gli antichi Etruschi avevano già abitazioni anti-sismiche hehehehe) sui cementi armati e sui calcoli del ferro necessario!!!

Leggendo il post di Il Cuculo69 #16 ni è venuta voglia di postare i seguenti link….se a qualcuno interessano:

http://www.youtube.com/watch?v=xeM9FUYzNPM&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=pVzlZWTUW9w&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=_f9-qXHpELI&feature=player_embedded ( è un film interessante)

Buona Domenica a tutti

SD

Scritto il 6 Marzo 2010 at 22:59

A proposito di immobiliare in Italia e probabile ulteriore calo dei prezzi (delle abitazioni generiche….naturalmente):

http://www.youtube.com/watch?v=b2Xh68Ky4q0&fmt=8

http://it.wikipedia.org/wiki/Certificazione_energetica_degli_edifici

http://efficienzaenergetica.acs.enea.it/doc/dlgs_192-05.pdf

Ed oltre alla Certficazione Energetica deglle abitazioni (per Legge obbligatoria!!! se la rispetteranno) ci sono anche le nuove normative (forse anti-sismiche!!!! bohhh gli antichi Etruschi avevano già abitazioni anti-sismiche hehehehe) sui cementi armati e sui calcoli del ferro necessario!!!

Leggendo il post di Il Cuculo69 #16 ni è venuta voglia di postare i seguenti link….se a qualcuno interessano:

http://www.youtube.com/watch?v=xeM9FUYzNPM&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=pVzlZWTUW9w&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=_f9-qXHpELI&feature=player_embedded ( è un film interessante)

Buona Domenica a tutti

SD

Scritto il 7 Marzo 2010 at 00:24

 Caro Folletto,
ti rispondo ai post #14 e #15 ma parto da Tommaso D’Acquino: fa agli altri quanto vorresti fosse fatto a te stesso, per cui non mi arrabbio !

Vedi il neoliberismo e’ l’ altra faccia della medaglia del marxismo, in uno si voleva l’ utopia dei lavoratori, nel neoliberismo si vuole l’ utopia degli imprenditori con la mancanza assoluta di regole supportata dai fondamentali pilastri della deregulation, privatisation e tagli alla spesa sociale.

Il concetto martellatoci in testa per anni secondo il quale se tutti noi ci comportassimo in maniera egoista, dando sfogo al nostro becero interesse il benessere si massimizzerebbe per tutti e’ come dicono molti consulenti…CONTROINTUITIVO…ma ci ha permesso, aime’,  di passare da cittadini a consumatori…ora abbiamo la liberta’ di consumare ma il nostro benessre non credo sia migliorato !

Fammi pero’ fare un preambolo diciamo storico per far comprendere come ci siamo arrivati a tal punto.

Negli perido tra gli anni ‘50 al ‘70 abbiamo avuto un grande balzo in avanti per quello che riguarda le condizioni di vita delle persone da tutti i punti di vista, educazione, salute e pure diciamocelo economiche.

Poi dal ‘70 ci si impantana, la guerra del Vietnam pesa sul deficit US, Nixon abolisce la parita’ aurea del dollaro nel 1971 e crolla il Bretton Woods…bel casino !

Il pericolo della dittatura dei lavoratori, si estende pericolosamente anche oltre cortina, CUBA esiste, nel Sud-America tanti stati gli sono simpatizzanti.

Allora all'utopia dei lavoratori (il marxismo) ideologicamente gli viene contrapposto il neo-liberismo (utopia degli imprenditori), che tra l'altro, prevedendo l'indebolimento dello stato, o addirittura con lo stato inesistente (famoso lo Stato non Esiste di Maggy), rappresentava il miglior antidoto per evitare il proliferarsi dell’ influenza “russa” che non neghiamolo ha portato notevoli danni collaterali.

Ma l’ 11 Settembre del 1973, porta propio sfiga l’11 Settembre, in CILE Allende viene ucciso, in tre giorni Pinochet fa piu’ di 3000 morti e 80.000 prigionieri, si usavano gli stadi. Insomma cose degne come dici tu della USSR Staliniana.

Guarda caso pochi giorni dopo un bel team di economisti neo-liberisti propongono la formula magica al neo-dittatore…Deregolare-Privatizzare-Tagliare lo Stato Sociale…vi ricorda qualcosa ?

Il risultato e’ il crollo dell’ economia, aumento della disoccupazione ed un’ inflazione oltre il 300% alle sbigottie richieste di spiegazioni i neoliberisti rispondono che non e’ abbastanza…va fatto di piu’ il mercato deve essere liberato.

Ma senza fretta vi ricordo che nel frattempo gli alfieri del neoliberismo ricevono il Nobel per l’ economia, nel 1974 Heyek e nel 1976 a Friedman proprio facendo del CILE il loro laboratoro di successo esaltato da tutti i media (???).

Ma i dubbi cominciavano pure tra il regime e addirittura il Friedman arrivo’ nel 1975 in CILE per spiegare la bonta’ del neo-liberismo, consigliando di non cedere e di tagliare le spese dello stato.

Intanto i critici fuori dal CILE quali Latelier raccontano la verita:

“ … La concentrazione della ricchezza non è un caso, ma la regola; non è l’effetto collaterale di una situazione difficile ma la base di un progetto sociale; non è un inconveniente economico, ma un successo politico.”
Latelier, The Chicago boys in Cile

Peccato che salti per una bomba sotto il suo sedile a Washington Latelier sosteneva che uno serviva l’altro: il terrore per applicare le riforme. In un articolo sulla rivista The Nation attaccò l’opinione dominante per cui le torture, i rapimenti, la paura diffusa non hanno nulla a che fare con il radicalismo economico; accusando i sostenitori di questa posizione di ipocrisia: “questa nozione così comoda … permette a questi portavoce finanziari di sostenere la loro idea di libertà mentre si riempiono la bocca di diritti umani.” (The Nation, 28 agosto 1976).

Si continua cosi’ fino al completo collasso economico nel 1988, vi ricordo che dal 1974 al 1988 il debito estero e’ salito del 300%.

Guarda gli anni per favore, nel 1988 il modello di neoliberismo cileno e’ saltato come quel modello di marxismo russo nel 1989 cominciato con la POLONIA, entrambe le dittature hanno trascinando nel baratro la maggior parte della popolazione. 

I metodi degli oligarchi russi e quelli dei generali sud-americani sono molto, troppo simili, per passare inosservati.

 Su questo pero’ il MAINSTREAN non si e’ mai soffermato.

Vedi allora perche’ per fortuna non voglio spegnere il cervello e seguire alcuna becerita’ come quella che tu mi indichi mandandomi nella USSR pre-1990 che risultava ripeto essere l’ altra faccia del CILE pre-1988.

In conclusione ripeto il NEOLIBERISMO PRONOSTICANDO L’UTOPIA DELL’ IMPRENDITORE E’ FALLITO COME E’ FALLITO IL MARXISMO CHE PRONOSTICAVA L’ UTOPIA DEL LAVORATORE…ma nessuno vuole dirlo.

Saluti

Massimo

Scritto il 7 Marzo 2010 at 01:54

Sono d'accordo che il liberismo è il darwinismo sociale.

E' per quello che sono libertario e non liberista.

I neoliberisti alla Friedman hanno rovinato il mondo, perchè credevano ad una convivenza con lo Stato, e alle proprie politiche sociali.

Hayek, caro mio, è stato allontanato da Friedman, che gli tolse la cattedra di economia e lo mise ad insegnare etica, così questi si ritiro a Friburgo, enclave libertaria.

Il liberista o neoliberista crede nell'utilità sociale dello stato, il libertario considera lo stato come il nemico peggiore dell'uomo.

Ma come al solito volete parlare di cose che non sapete assolutamente.

Scritto il 7 Marzo 2010 at 02:01

Il bello è che vi hanno così cucinato il cervello che in parte parliamo la stessa lingua, ma non ci capiamo.

Il liberismo è una devianza del libertarismo, che ha portato il libertario estremista di sinistra contro i governi reazionari di destra (grandi monarchie) di metà ottocento, schiacciato al centro dello schieramento politico dalla nascente ideologia nazional-social-comunista.

Come tutte le devianze è una brutta malattia, che fa compiere enormi errori, pari pari a quelli che si vuole combattere (nazional-social-comunismo).

Accettare che il cambiamento possa essere fatto un passo alla volta (darwinismo sociale) è stato l'appiattimento del pensiero di libertario su posizioni che hanno portato al compromesso con il welfare state che è diventato lo Stato sociale (cioè socialista) in cui viviamo adesso.

Cercate di approfondire l'enorme differerenza fra liberismo e libertarismo, così come le furiose lotte fra Hayek e Friedman, di cui non condivideva proprio nulla.

E' chiaro che rispetto al fallimento dell'umanità che è stato il comunismo, non si sparavano, ma questo non vuol dire che Hayek non criticava pesantemente tutte le torie di Friedman.

Il problema è che vi piace sparare nomi (Hayek e Friedman) senza conoscere realmente la storia.

Scritto il 7 Marzo 2010 at 02:03

E così fate figure da chiodi

Scritto il 7 Marzo 2010 at 02:40

Folletto,
non ti preoccupare, non ho paura di fare figure da chiodi ! Tengo pure un martello !

Veloce su Hayek…diciamo che l'etichettiamo come liberista, sei d'accordo ?

Anche se non condivido nessuno dei pensieri di sotto…pero' non darmi del comunista adesso che sono per la democrazia !

Hayek visited Chile several times in the 1970s and 1980s during the reign of dictator Pinochet. Asked about liberal, non-democratic rule by a Chilean interviewer, Hayek is translated from German to Spanish to English as having said: "Personally I prefer a liberal dictator to democratic government lacking liberalism. My personal impression — and this is valid for South America – is that in Chile, for example, we will witness a transition from a dictatorial government to a liberal government." Hayek, of course, had lived his early life under the mostly liberal, but mostly non-democratic rule of the Austro-Hungarian Emperor, and Hayek had seen democracy descend into illiberal tyranny in a host of Central and Eastern European countries. 

Hayek's words and actions concerning Chile under the Pinochet regime have drawn criticism from historian Greg Grandin, who claims that "Hayek glimpsed in Pinochet an avatar of true freedom, who would rule as a dictator only for a 'transitional period'", while also noting that "in a letter to the London Times he defended the junta, reporting that he had 'not been able to find a single person in much-maligned Chile who did not agree that personal freedom was much greater under Pinochet than it had been under Allende.' "of course," writes Grandin, "the thousands executed and tens of thousands tortured by Pinochet's regime weren't talking." Hayek recommended economic reforms similar to Chile's under Pinochet for the Keynesian economy in the United Kingdom to Prime Minister Margaret Thatcher.

Ciao
Massimo

Che bello il web ragazzi !!!

Scritto il 7 Marzo 2010 at 02:50

 Folleto sul LIBERTARISMO mi cogli impreparato, lo ammetto…devo studiare…pero' siamo d' accordo che il termine parte dal francese, libertaire, originariamente creato da uno scrittore anarco-comunista nel 1958 ?

Poi pero' tale termine viene ripreso a meta' del 1900 dagli anglosassoni che tramite la fondazione del Libertarian Party negli US si basa sull' antistatalismo, possiamo dire ti taglio liberale liberista ?

Poi spiegami come cacchio si fa a non fare casino, si parte dagli anarco-comunisti e si arriva agli anarco-capitalisti che usano la stessa terminologia ma hanno scopi fondamentalmente diversi (lettori state attenti all' uso delle parole…le parole hanno un senso).

Dimmi che devo andarmi a leggere…ma la domanda base e' se non esiste lo STATO oppressore delle "liberta' individuali" come ci regoliamo tra di noi…mica con la colt in mano ? Io ho una pessima mira !

Seriamente pero' dammi qualche link.

Saluti e buonanotte !

Massimo

Scritto il 7 Marzo 2010 at 02:50

Chiedo venia…creato dall'anarco-comunista nel 1858 !!!

Scritto il 7 Marzo 2010 at 10:00

Il Liberismo è un'ideologia socio-economica devastante ed estremamente drammaticamente reale.

Il Libertarismo è un concetto astratto che  a guardar bene si rivela un ossimoro:

Il diritto di ciascuno di “vivre sa vie” si regge solo sulla libertà politica ovvero sulla “democrazia liberale”. Non si vede, però, come senza uno stato forte e rispettabile ma costituzionalmente limitato, si possa far valere quel diritto per tutti i cittadini, ma in particlare per i più deboi, contro la prepotenza e la protervia dei potenti.

Scritto il 7 Marzo 2010 at 11:14

La questione del Cile è stata molto diversa: è vero che in un certo senso Hayek anticipa Hoppe (democrazia il Dio che ha fallito) in cui da libertario per assurdo dimostra che si sta meglio sotto la monarchia che sotto la democrazia.
Badate bene: la monarchia "illuminata" e non la dittatura: cioè una monarchia che lascia il popolo libero e con poche tasse. In effetti nelle monarchie occidentali la tassazione fino a metà '800 non ha mai superato il 7-10%.

Ben lieto di lasciarvi la democrazia, che ci toglie oltre 80% del reddito in tasse (sia che siate dipendenti che per conto vostro),se fossi il vostro politico che vi mangia tutto ed oltre a questo 80% si spende i soldi futuri delle vostre tasse finanziando il deficit dello stato con il debito.

E' chiaro che sono spiegazioni accademiche per i neofiti.

In realtà bisogna tornare alle autonomie perchè la democrazia porta al marxismo, ed il capitalismo è definitivamente stato ammazzato dagli stati con i bailout di stato,

Solo che adesso gli stati non ce la fanno più e crollerà l'apparato sociale che ha costi proibitivi da solo, figurarsi con tutti i debiti che gli stati hanno contratto negli ultimi due anni per dare il colpo finale al capitalismo.

Stiamo assistendo al crollo del sistema finanziario occidentale basato sulla banca centrale e sulla riserva frazionaria ed ancora perdiamo tempo con disquisizioni inutili quali quelle del Cu-culo.

Il sistema democratico occidentale ha pervaso l'intero mondo ed il suo collasso dovuto alla completa mancanza del calcolo economico del profitto (agli stati cosa importa del profitto qunado ti impone le imposte, tasse, sanzioni e quindi al leviatano interessa solamente espropriarti tutto lentamente, ma inesorabilmente con il miraggio dei servizi sociali, porterà tutti alla miseria.

Le strade sono due (evitando la dittatura): la monarchia o piccole comunità autonome (le chiamo comunità perchè mi fa il voltastomaco la parola Stato), dove gli indirizzi vengano date da persone direttamente conosciute e che sono costrette a prendere provvedimenti corretti e saggi sennò si va  a prenderle a casa. Questo si chiama aristocrazia dell'Ethos ( e non in senso Aristotelico) ed ha governato l'umanità per 5000 anni e non solo nei tempi primitivi: si pensi alle prima comunità cristiane, o alla frontiera americana, periodo nel quale grazie all'autonomia (lo sceriffo lo sceglieva il nuovo paese creato dai coloni) gli Stati Uniti sono divenuti la più florida nazione mondiale, con un benessere che spingeva milioni di persone in tutto il mondo a recarvisi per trovare la ricchezza, o l'Australia.

La spiegazione è molto terra terra per evitare le solite critiche della "Torre d'Avorio".

I potenti esistono solo perchè esistono gli Stati con cui "lavorano" in regime di monopolio (forniture, tassazione in paradisi fiscali, ecc)

Scritto il 7 Marzo 2010 at 11:36

Il Folletto #26 sottoscrivo il post……..sottoscrivo ed aggiungo.

Per quanto riguarda l'economia e l'attualità:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2010/03/07/visualizza_new.html_1731052337.html

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6824

http://www.youtube.com/watch?v=GsXXsK5xOws

http://www.movisol.org/10news046.htm

http://www.movisol.org/10news047.htm

http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=7807

http://www.movisol.org/10news044.htm

Infine vorrei fare un commento sull'attuale crisi antropologica, chissà cosa ci riserva il futuro economico e non???

http://www.educational.rai.it/magazine.asp?ID=355

http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=202

http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=206

Spero di non avervi "seccato" con il mio lunghissimo post; in fondo….internet mi dà questa possibilità hehehe. E spero che lo "leggiate" tutto!!!!!!!!!

SD

Scritto il 7 Marzo 2010 at 11:36

Il Folletto #26 sottoscrivo il post……..sottoscrivo ed aggiungo.

Per quanto riguarda l'economia e l'attualità:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2010/03/07/visualizza_new.html_1731052337.html

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6824

http://www.youtube.com/watch?v=GsXXsK5xOws

http://www.movisol.org/10news046.htm

http://www.movisol.org/10news047.htm

http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=7807

http://www.movisol.org/10news044.htm

Infine vorrei fare un commento sull'attuale crisi antropologica, chissà cosa ci riserva il futuro economico e non???

http://www.educational.rai.it/magazine.asp?ID=355

http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=202

http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=206

Spero di non avervi "seccato" con il mio lunghissimo post; in fondo….internet mi dà questa possibilità hehehe. E spero che lo "leggiate" tutto!!!!!!!!!

SD

Scritto il 7 Marzo 2010 at 11:36

Il Folletto #26 sottoscrivo il post……..sottoscrivo ed aggiungo.

Per quanto riguarda l'economia e l'attualità:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2010/03/07/visualizza_new.html_1731052337.html

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6824

http://www.youtube.com/watch?v=GsXXsK5xOws

http://www.movisol.org/10news046.htm

http://www.movisol.org/10news047.htm

http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=7807

http://www.movisol.org/10news044.htm

Infine vorrei fare un commento sull'attuale crisi antropologica, chissà cosa ci riserva il futuro economico e non???

http://www.educational.rai.it/magazine.asp?ID=355

http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=202

http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=206

Spero di non avervi "seccato" con il mio lunghissimo post; in fondo….internet mi dà questa possibilità hehehe. E spero che lo "leggiate" tutto!!!!!!!!!

SD

Scritto il 7 Marzo 2010 at 11:36

Il Folletto #26 sottoscrivo il post……..sottoscrivo ed aggiungo.

Per quanto riguarda l'economia e l'attualità:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2010/03/07/visualizza_new.html_1731052337.html

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6824

http://www.youtube.com/watch?v=GsXXsK5xOws

http://www.movisol.org/10news046.htm

http://www.movisol.org/10news047.htm

http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=7807

http://www.movisol.org/10news044.htm

Infine vorrei fare un commento sull'attuale crisi antropologica, chissà cosa ci riserva il futuro economico e non???

http://www.educational.rai.it/magazine.asp?ID=355

http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=202

http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=206

Spero di non avervi "seccato" con il mio lunghissimo post; in fondo….internet mi dà questa possibilità hehehe. E spero che lo "leggiate" tutto!!!!!!!!!

SD

utente anonimo
Scritto il 7 Marzo 2010 at 12:16

L'illuminata formula: il mercato dove possibile, il governo dove necessario (G.Tremonti)
Ma i soldi chi ce li mette? Trichet preparati a comprare un'altra rotativa.

Scritto il 7 Marzo 2010 at 12:33

SD,

tutto va bene, l'importante è non uscire dall'Euro per tornare alle valute locali che rimangano sembre non redeemable, cioè bisogna evitare di tornare alla fiat money e tornare alla sound money, al valore intrinseco della moneta (non quello dei simil Auriti), che può essere anche una valuta di carta ma pagabile al portatore.

Per cui il portatore è proprio il proprietario di qualcosa di reale e non di un pezzo di carta, che in banca centrale ti cambiano con due pezzi di carta di metà valore nominale.

A quel punto chiunque può stampare banconote, basta avere il sottostante, non c'è più bisogno della banca centrale e si instaura un regime di free banking e le banche non prestano più in leva, e se prestano i soldi nostri devono chiederci il permesso e pagarci l'interesse: uello che sta accadendo invece ora è la violazione della proprietà privata, prestano denaro nostro 50-500 volte senza il nostro consenso e poi fanno una bella Argentina.

Ma in questo è implicito che lo Stato deve essere ridotto al lumicino, perchè senza la garanzia della banca centrale (con le sue riserve) nessuno compra più il debito pubblico dello stato.

Lo stato rimanga come stato di diritto nelle piccole autonomie e per funzionare vedrai che basta il 7% di tasse, che con riferimento alla ricchezza prodotta, sono comunque tantissimi soldi.

Scritto il 7 Marzo 2010 at 12:47

E se non vuoi il Gold Standard (anche a me non mi va che ci sia un rapporto di cambio fisso tra valute ed oro), va bene l'argento, la soia , il petrolio: diventa solo un problema di stoccaggio.

Ma più che Gold Standard bisogna tornare indietro, cioè che la valuta (la banconota) rappresenti unicamente un peso di qualcosa, sennò ci sarà sempre qualche ente illuminato che decide di modificare il cambio, come fece ad esempio Roosevelt quando svaluto il dollaro da 25$/oz a 45$/oz, difatto depredando i cittadini americani del 40% delle loro ricchezze.

Siamo passati da 25$ a 1135$, ma non è la speculazione, è esclusivamente la perdita di valore della valuta cartacea.
Se fosse a 800 anche a 300 sarebbe comunque un'enorme svalutazione.

Pensare!!!!

Vediamo se facendo ragionamenti molto  semplici qualcosa di più entra….

utente anonimo
Scritto il 7 Marzo 2010 at 14:18

caro folletto1, le persone semplici sono grate per la tua magnanima pazienza.

Scritto il 7 Marzo 2010 at 14:41

Europa.aperta,

l'Europa deve tornare ad essere un'entità geografica.

Se ti senti impreparato sul libertarismo è ora di studiarlo a partire dal paleolibertarismo di Bastiàt.

Lo Stato

(1848)

 

Nota
Questo articolo è stato pubblicato nel "Journal des Débats" il 25 settembre 1848.

 

 

Io vorrei che si istituisse un premio, non di cinquecento franchi, ma di un milione di franchi, con attribuzione di corone d'alloro, croci al merito e nastrini, per premiare colui che offrirà una definizione buona, semplice e intelligente di questo termine: lo Stato.

Quale immenso servizio non verrebbe reso alla società!
Lo Stato!
Che cos'è?  dov'è?  cosa fa?  cosa dovrebbe fare?

Tutto quello che noi sappiamo, è che è un personaggio misterioso, e certamente il più sollecitato, il più tormentato, il più indaffarato, il più consigliato, il più accusato, il più invocato e il più incitato che ci sia al mondo.

Signore, io non ho l'onore di conoscervi, ma sono pronto a scommettere dieci a uno che da alcuni mesi voi sognate progetti grandiosi; e se questo è vero, scommetto ancora dieci a uno che voi assegnate allo Stato il compito di realizzarli.

E voi, Signora, io sono sicuro che nel profondo del vostro animo desiderate che vengano sanati tutti i mali di questa povera umanità, e che non sareste nient'affatto scontenta se solo lo Stato si accingesse a questo compito.

Ma, ahimè!  il meschino, come Figaro, non sa né a chi prestare ascolto, né da quale parte indirizzarsi. Le centomila bocche della stampa e delle tribune gli gridano tutte assieme:

  « Organizzate il lavoro e i lavoratori.
     Estirpate l'egoismo.
     Reprimete l'insolenza e la tirannia del capitale.
     Promuovete degli esperimenti sulla concimazione e sulla produzione delle uova.
     Riempite il paese di strade ferrate.
     Irrigate le pianure.
     Rimboscate le montagne.
     Fondate delle fattorie modello.
     Fondate dei laboratori in cui si lavori tutti in armonia.
     Colonizzate l'Algeria.
     Date il latte ai fanciulli.
     Istruite la gioventù.
     Assistete la vecchiaia.
     Inviate nelle campagne gli abitanti delle città.
     Uniformate i profitti di tutte le industrie.
     Date in prestito il denaro, senza interesse, a coloro che lo desiderano.
     Liberate dal giogo straniero l'Italia, la Polonia e  l'Ungheria.
     Allevate e migliorate la razza dei cavalli da sella.
     Incoraggiate l'arte, dateci dei musicisti e delle ballerine.
     Vietate il commercio e, al tempo stesso, create una marina mercantile.
     Scoprite per noi la verità e fate entrare nelle nostre teste un pizzico di ragione.
     Lo Stato ha per missione il compito di rischiarare, sviluppare, ingrandire,
     fortificare, spiritualizzare e santificare l'animo dei popoli. »

« Eh ! Signori, un po' di pazienza  » risponde lo Stato, con aria dimessa.

« Cercherò di dare soddisfazione alle vostre richieste, ma per fare ciò mi occorrono delle risorse. Ho approntato delle risoluzioni concernenti cinque o sei imposte del tutto nuove e le più benigne al mondo. Vedrete che sarà un piacere pagarle. »

A quel punto un grande grido si eleva al cielo:
« Che!  Cosa!  che merito ci sarebbe nel fare alcunché ricevendo delle risorse!  Per agire così non vale proprio la pena di chiamarsi lo Stato.  Lungi dal colpirci con nuove tasse, noi vi intimiamo di sopprimere quelle in vigore.

Cancellate:

     L'imposta sul sale;
     L'imposta sulle bevande;
     L'imposta sulla corrispondenza;
     L'imposta di consumo;
     Le patenti;
     Le prestazioni obbligatorie. »

Nel bel mezzo di questo tumulto, e dopo che il paese ha cambiato due o tre volte il governo dello Stato per non aver soddisfatto a tutte queste richieste, io mi sono permesso di far osservare che esse erano contraddittorie.
Di cosa mi sono impicciato, per l'amor del cielo!  non potevo tenere per me questa malaugurata considerazione?

Eccomi allora discreditato per sempre; e adesso è assodato che sono un essere senza cuore e senza fegato, un filosofo arido, un individualista, un borghese, e, per riassumere il tutto, un economista della scuola inglese o americana.

Oh!  chiedo perdono a voi, sublimi uomini di lettere, che non vi arrestate di fronte a nulla, nemmeno davanti alle contraddizioni.  Ho torto, senza alcun dubbio, e mi ritiro umilmente. Io non chiedo di meglio, siatene certi, se davvero voi avete scoperto, al di fuori di noi, un benefattore dalle risorse inesauribili che si chiama lo Stato, che ha del pane per tutte le bocche, del lavoro per tutte le braccia, dei capitali per tutte le imprese economiche, del credito per tutti i progetti, dell'unguento per tutte le piaghe, del balsamo per tutte le sofferenze, dei consigli per tutte le indecisioni, delle soluzioni per tutti i dubbi, delle verità per tutti gli esseri pensanti, delle distrazioni per tutte le tribolazioni, del latte per l'infanzia, del vino per la vecchiaia, un benefattore che provvede a tutti i nostri bisogni, previene tutti i nostri desideri, soddisfa tutte le nostre curiosità, corregge tutti i nostri errori, tutte le nostre manchevolezze, e ci dispensa oramai tutti dall'essere previdenti, prudenti, giudiziosi, saggi, esperti, ordinati, economi, temperati, attivi.

E perché non dovrei io desiderarlo?  Dio mi perdoni, più ci rifletto, più trovo la cosa conveniente, e non vedo l'ora di avere anch'io, al mio servizio, questa fonte inesauribile di ricchezze e di illuminazioni, questo elisir universale, questo tesoro senza fondo, questo consigliere infallibile che voi chiamate Stato.

Per cui io chiedo che me lo si mostri, che lo si definisca, ed è per questo che propongo di istituire un premio per il primo che svelerà questa fenice. Perché, in fin dei conti, sarete ben d'accordo con me che questa scoperta preziosa non è stata ancora fatta, dal momento che, fino ad ora, tutto ciò che si presenta sotto il nome di Stato, la gente lo rifiuta immediatamente, proprio perché non soddisfa le condizioni peraltro un po' contraddittorie del programma.

Occorre proprio dirlo?  Io temo che tutti noi siamo, a questo riguardo, sotto l'influsso ingannevole di una delle più bizzarre illusioni che si siano mai impadronite dello spirito umano.

L'essere umano rifugge la Pena e la Sofferenza. E nonostante ciò è condannato per natura alla Sofferenza delle Privazioni se non prende su di sé la Pena del Lavoro. Non gli resta dunque che la scelta tra questi due mali.

Come fare per evitarli tutti e due?  Finora egli non ha trovato e non troverà mai che un solo mezzo, che è quello di godere del lavoro altrui; si tratta di fare in modo che la Pena e il Godimento non incombano su ciascuno secondo un rapporto naturale, ma che tutta la pena ricada sugli uni e tutti i godimenti giungano agli altri. Da ciò deriva la schiavitù, lo sfruttamento, quale che sia la forma presa da questi fenomeni: guerre, inganni, violenze, restrizioni, frodi, ecc., abusi mostruosi ma in linea con l'idea che ha dato loro origine.  Si deve odiare e combattere gli oppressori, ma non si può dire che essi siano assurdi.

La schiavitù scompare, grazie al cielo, e, d'altro lato, questa disposizione d'animo per cui noi ci impegnamo a difendere i nostri beni, fa sì che la ruberia pura e semplice non è più così agevole. Nonostante ciò un qualcosa rimane. È questa infelice inclinazione a dividere in due parti il complesso delle esperienze di vita, rigettando sugli altri la Pena e conservando per sé stessi il Godimento. Occorre vedere sotto quale nuova forma si manifesti questa sciagurata tendenza.

L'oppressore non agisce più direttamente sull'oppresso contando sulle sue proprie forze. No, la nostra coscienza è diventata troppo accorta per agire in questo modo. Sussistono ancora il tiranno e la vittima, ma tra di loro si pone un intermediario che è lo Stato, vale a dire la legge stessa. Che cosa di più asettico per mettere a tacere i nostri scrupoli e, ciò che è forse estremamente apprezzabile, a vincere le resistenze?  Dunque, tutti, sotto un qualsiasi titolo, sotto un pretesto o l'altro, noi ci rivolgiamo allo Stato. Noi gli …

Scritto il 7 Marzo 2010 at 14:44

Butler Shaffer

Sull'assoluta irrilevanza dello Stato
(2002)

Nota

Questo è uno dei migliori testi brevi sullo Stato. Questa qualità gli deriva dal fatto che esso affronta direttamente il cuore del problema, fin dall'inizio. L'aspetto centrale che l'autore vorrebbe fosse chiaro a tutti è che lo Stato è una illusione priva di senso e pericolosa, del tutto irrilevante per la soluzione dei problemi personali e di gruppo. Per cui, chiunque sia alla ricerca di una autorità politica o di progetti politici per superare le crisi attuali e future è un caso individuale disperato oltre che un essere umano irresponsabile (un eterno minorenne).
Da molto tempo avremmo dovuto capire che lo Stato continua a esistere solo attraverso la produzione della irresponsabilità di massa, e attraverso l'accettazione passiva da parte nostra della nostra irresponsabilità e incapacità a risolvere i nostri problemi. Ecco perché il messaggio di Butler Shaffer sulla irrilevanza dello Stato è così pertinente e potente. Ed è solo rendendocene conto che noi possiamo cancellare lo Stato dalla nostra visuale. Ma perché ciò avvenga, la condizione essenziale è di diventare esseri umani adulti e maturi invece di continuare a vivere da infantili e impotenti servi dello stato.

 

Continuo a ricevere messaggi da lettori che fanno fatica a capire il motivo per cui io non ho una risposta al “che fare” riguardo ai problemi che affliggono non solo l’America ma il mondo intero. C’è un aspetto triste, una componente quasi infantile in questi messaggi in cui si da per scontata l’esistenza di un figura autorevole – un uomo politico o uno scrittore – in grado di offrire una soluzione magica a qualsiasi difficoltà. Quando prospetto il fatto che non c’è nulla che una persona “rivestita di autorità” possa fare per cambiare qualcosa, e che l’unica trasformazione che può avviare una correzione della situazione presente  va ricercata nel modo di pensare di ciascuno, la loro fiducia che io possa offrire un altro “nuovo audace programma” va in frantumi e ciò che emerge è rabbia e frustrazione. Il fatto è che da troppo tempo abbiamo abdicato alle nostre responsabilità individuali riguardo alla direzione da dare alla nostra vita , e questo ha fatto sì che qualsiasi accenno al fatto che è ora che ci riappropriamo della nostra esistenza è rigettato con grida di disprezzo.

Per coloro che non hanno ancora afferrato il fatto che la nostra condizione attuale è al di là della capacità di correzione delle istituzioni, e che la nostra civiltà non ha più soluzioni da offrire ai problemi che essa ha generato e si trova ora in uno Stato di collasso, può essere utile prendere in esame gli avvertimenti di un alto ufficiale della CIA. In un intervento alla Duke University, un paio di settimane fa, James Pavitt,  direttore incaricato per le operazioni della CIA, ha dichiarato: “Adesso occorre accettare una dura verità.  Nonostante i migliori sforzi di così tante persone al mondo, non riuscremo ad evitare il prossimo attacco terroristico che non è questione di se ma di quando.” Sebbene al giorno d’oggi la CIA abbia “un numero di spie intente a scovare più segreti di quante ve ne siano mai state in qualsiasi momento della sua storia," Pavitt ha fatto notare che “con così tanti obiettivi e un nemico disposto a immolarsi, la difesa perfetta non è possibile.” A suo credito va detto che egli ha fatto presente che ulteriori misure di anti-terrorismo richiederebbero il sacrificio di un numero così elevato di libertà tale da trasformare l’America in un sistema sociale “che non varrebbe più la pena di difendere.” 

Le parole di Pavitt confermano una delle tesi centrali della teoria del caos: i sistemi complessi sono troppo imprevedibili perché possano essere posti sotto controllo in vista del raggiungimento di un dato obiettivo. Questo è il motivo per cui l’Unione Sovietica e altri sistemi caratterizzati da una totale pianificazione statale o sono andati a picco o sono in uno Stato disastrato. Quando questa persona ha dichiarato che “noi all’interno del governo degli Stati Uniti non eravamo in grado (paroli testuali) né di prevenire né di prevedere esattamente la tragedia devastante degli attacchi dell’11 Settembre," egli stava confermando, in maniera consapevole o no, l’irrilevanza dello Stato in un mondo complesso.

In altre parole, ecco il messaggio di una persona al vertice del comando politico: a meno di non ridurre l’America in un obbrobrioso Stato di polizia sul modello del KGB o delle SS del passato, non c’è nulla che il più potente Stato-nazione nella storia del mondo possa fare per prevenire attacchi come quello dell’11 Settembre. Per rispetto al candore di questa persona vi prego di non invadere la sua casella di posta con messaggi che condannano la sua posizione. Prendete le sue parole come un altro richiamo pressante al nostro senso di responsabilità. Voi ed io siamo le sole persone che possono avviare trasformazioni fondamentali nei riguardi di questa criminale pazzia che affligge attualmente il mondo. E i nostri soli mezzi per attuare ciò esigono che voi ed io ci caliamo profondamente all’interno della nostra mente per identificare – e cancellare –  tutti quei preconcetti conflittuali, distruttivi e forieri di divisioni che, sulla base di voci ancestrali, noi continuiamo a diffondere.

Ognuno di noi deve imparare a infondere energia alla propria mente, smetterla di riciclare in maniera passiva le menzogne che ci sono state somministrate dalle istituzioni – menzogne a copertura delle verità che ci sono state nascoste. Noi dobbiamo abbandonare la pratica di lasciare che altri formulino quelle che dovrebbero essere le nostre domande, mettendo in pratica l’avvertimento di André Malraux: “[Una] civiltà può essere definita in maniera concisa sulla base delle domande basilari che si pone e di quelle che non si pone.” Noi dobbiamo anche abbandonare la nostra inclinazione a darci delle riposte facili e immediate – che qualsiasi persona un po’ furba è capace di confezionare – ricordandoci le parole di Milton Mayer: “Le domande a cui si può dare risposta non vale davvero la pena di porle.” In breve, ognuno di noi deve proporsi di mirare a quello che ci incute più timore al mondo: sviluppare il nostro senso di responsabilità.

L’apparato dello Stato non ha né la capacità né l’inclinazione a proteggere uno qualsiasi dei vostri interessi. Al contrario, si aspetta che tutti voi forniate i mezzi – incluse le vostre vite – al fine di proteggere lo Stato. Questo è il motivo per cui le guerre hanno sempre accresciuto i poteri dei sistemi politici nel momento stesso in cui riducono le libertà individuali. Lo Stato dipende dalle guerre come il dentista dipende dall’esistenza di carie, o gli avvocati  dal verificarsi di liti.

Mentre il nemico dichiarato è sempre rappresentato  in maniera impersonale con l’appellativo “gli altri,” in realtà ogni guerra è condotta dallo Stato contro i suoi propri cittadini. Se hai dubbi al proposito, poniti queste domande: le libertà di chi sono state notevolmente limitate a seguito dell’11 Settembre, quelle di Osama bin Laden o le tue? Quali oggetti sono ispezionati agli aeroporti e in altri edifici pubblici; quali telefoni, computers, carte di credito, dati bancari e ospedalieri sono tenuti sotto controllo: quelli dei membri di Al Qaida o i tuoi? Quali tasse saranno innalzate e quali giovani saranno chiamati a morire in questa guerra infinita: i figli dei capi della Jihad islamica o i tuoi?

Se ancora non ti è chiara la natura essenziale dello Stato, è arrivato il momento di schiarirsi le idee. Ogni sistema politico è un racket, gestito da e a vantaggio degli elementi meno raccomandabili di qualsiasi società, utilizzando quei metodi che, a qualsiasi persona onesta, appaiono esprimere le più infime qualità del comportamento degli esseri umani. Mentire, minacciare, usare la forza, uccidere, corrompere, ingannare, queste sono caratteristiche talmente ricorrenti nella vita politica che oramai non ci si fa più caso. E nonostante ciò. Se tuo figlio crescendo mostrasse tali caratteristiche tu avresti tutte le ragioni nel considerati un genitore fallito!

Le scuole statali ci hanno condizionati all’idea, formulata molto tempo fa da Thomas Hobbes, che senza la direzione e la supervisione dello Stato, le nostre esistenze sarebbero “orrende, brutali e brevi.” Ci è stato detto che, pur essendo incapaci di gestire le nostre vite, noi siamo capaci di eleggere dei capi saggi che lo fanno per noi! Noi abbiamo appreso a recitare le formule del nostro catechismo socio-politico senza fare una piega. Noi ridiamo delle nozioni di “correttezza politica”senza renderci …

Scritto il 7 Marzo 2010 at 14:45

conto che ci stiamo prendendo in giro da soli: il nostro cervello è diventato niente di più che il contenitore di un insieme di credenze contraddittorie e di banalità assolute sulla necessità di accettare il dominio politico sulle nostre vite. Quanti tra di noi, pur irridendo a qualche assurdità burocratica, sono preparati ad ammettere che l’insieme della politica è un qualcosa di assurdo? I vestiti nuovi dell’Imperatore è un racconto che tutti i genitori dovrebbero non solo leggere ai propri figli ma anche discuterne con loro il significato e la rilevanza.

La “Guerra contro il Terrorismo” è l’espressione più evidente del fallimento dello Stato di promuovere una società che viva in maniera armoniosa e ordinata. Facendo sempre meno presa sulle menti e sui cuori di un numero crescente di Americani, lo Stato ha deciso di fare ricorso alla paura diffusa e alla violenza per sostenere la propria autorità. In tal modo ha rivelato le proprie inclinazioni terroristiche, il “lato oscuro” del proprio essere che preferisce proiettare su altri.

Ci sono parecchie persone per molti versi intelligenti che affermano che gli attacchi dell’11 Settembre non sono stati provocati dalle politiche e dalle pratiche del governo degli Stati Uniti ma da un qualche insieme di malvagità, irascibilità e invidia culturale! Secondo queste persone, una dozzina e più di “terroristi” hanno complottato in tutti i dettagli e messo in atto la distruzione del World Trade Center – ben sapendo che nel corso di tale azione essi sarebbero tutti morti – avendo come motivazione il puro e semplice risentimento del fatto che noi Americani abbiamo MTV e i jeans Calvin Klein e che le donne possono apparire in pubblico abbastanza discinte. In sostanza, il loro ragionamento logico è come un castello di carta che si basa su nient'altro che la convinzione: “noi” siamo “buoni,” invece “loro” sono “cattivi.”

Questi stessi imbonitori sono pronti a condannare qualsiasi persona che avanzi dubbi sulla validità della linea di partito. Accennare al fatto che tali attacchi sono sorti come reazione alle politiche del Governo Federale Americano rappresenta, secondo loro, una giustificazione degli attacchi; una proposizione che è indice non solo di bancarotta intellettuale ma anche della loro ignoranza della “terza legge del moto” di Newton.  Le donne e gli uomini che sono morti nella distruzione del WTC non “meritavano” di morire come non lo meritavano coloro che sono morti a seguito di un terremoto o di un tornado. Se una persona parla in maniera intelligente di questi avvenimenti, tale persona dovrebbe mostrare il rispetto dovuto alla distinzione tra cause e giustificazioni.

Ma la trasparenza intellettuale non è ciò di cui si preoccupano questi apologisti dello statismo. Io ho il sospetto che essi siano consapevoli delle implicazioni più profonde che questi attacchi hanno per quanto concerne il futuro dello Stato. L’ordine e la libertà che la maggior parte delle persone sono state condizionate ad attendersi da sistemi politici strutturati gerarchicamente sono stati messi in serio dubbio da un gruppo di persone armate solo di apriscatole.  Molti di coloro che sono stati indottrinati a credere che uno Stato potentissimo sarebbe stato capace di proteggerli da qualsiasi minaccia, stanno adesso iniziando a porsi quel tipo di domande che hanno accantonato al tempo in cui frequentavano i campi-gioco della scuola statale.

Dopo un secolo che è stato testimone della morte di circa 200 milioni di persone in guerre e pratiche di sterminio prodotte dallo Stato; dopo essersi resi conto di come i politici hanno manipolato i conflitti e le crisi per promuovere il potere dello Stato, molti di noi hanno iniziato a guardare altrove alla ricerca della pace, della libertà e dell’ordine che non si trova nei sistemi politici. Ma, per gli statisti queste ricerche vanno scoraggiate. E allora assistiamo ad una serie di attacchi al pensiero “libertario” più recente – alcuni attacchi provenienti addirittura da coloro che sostengono di nutrire inclinazioni libertarie. Quelli di noi che capiscono che la guerra è sempre stata la minaccia più grave alla libertà, sono stati accusati di essere “persone che odiano l’America,” "illusi,” “anti-Americani,” “ingenui,” e “contro il libero mercato,” da uomini e donne con un senso più ristretto di cosa significhi vivere in libertà.

Noi possiamo solo fare congetture sulla visione dell’umanità che hanno coloro che possono, contemporaneamente,  essere a favore del mercato come regolatore dei nostri bisogni economici mentre sostengono un sistema di guerra che nega valore agli esseri umani. Ritengono essi che l’esercizio collettivo di una forza assassina rappresenti l’essenza dei valori umani? I missili, gli eserciti invasori, e i bombardieri F-16 sono forse ciò che essi concepiscono come forze del mercato? Dovrebbe questo diventare il mantra di un matrimonio incestuoso tra il sistema politico e quello economico – stampato sulle magliette di un presunto centro studi libertario – "General Electric: amala o vattene"? (“General Electric: Love It or Leave It”)

Forse l’attacco più stupido al pensiero libertario è arrivato dal conservatore Francis Fukuyama, un uomo che dopo aver pronosticato erroneamente la “fine della storia” non si è lasciato intimorire dall’offrire questa totalmente contraddittoria banalità:  dopo aver notato “l’ostilità dei libertari a governi mastodontici,” egli ha dichiarato:

“I fatti dell’11 Settembre hanno posto fine a questa tesi. Essi hanno richiamato gli Americani al perché esiste il governo, e perché esso deve tassare i cittadini e spendere i soldi per promuovere l’interesse collettivo. Noi possiamo contare solo sul governo, e non sul mercato o sugli individui, per mandare pompieri all’interno di un edificio in fiamme, o combattere terroristi, o controllare i passeggeri negli aeroporti. I terroristi non hanno attaccato gli Americani in quanto individui, ma i simboli del potere Americano come il World Trade Center e il Pentagono.” [enfasi aggiunta]

Uno deve proprio armarsi di santa pazienza e avanzare tutte le scuse possibili a difesa del Signor Fukuyama per spiegare questo assurdo paragrafo. Forse vi erano buchi nella sua conoscenza sia della storia che della biologia evolutiva quando egli ha dichiarato, precedentemente, che il processo storico era terminato; o forse, come molti altri, le sue conoscenza degli elementi di base della fisica, della chimica o dell’ingegneria ostacolavano le sue capacità di comprendere il meccanismo della causalità. In aggiunta a ciò forse i suoi genitori quando era piccolo non gli hanno mai letto “I nuovi vestiti dell’imperatore.” Il fatto che egli non capisca che le sue stesse parole confermano la critica dei libertari allo Stato è quanto mai degno di nota. L’11 Settembre “i terroristi hanno attaccato … i simboli del potere Americano” e questo sarebbe il motivo per il quale la critica libertaria dello Stato sarebbe errata? Forse il signor Fukuyama dovrebbe leggere le affermazioni del signor Pavitt non solo sull’11 Settembre ma quelle sulla capacità dello Stato di prevenire futuri attacchi!

C’è disperazione nelle voci di quelle persone favorevoli allo Stato che sperano che, semplicemente dichiarando morto il pensiero libertario, essi sgombereranno il campo per quella che è la premessa di base della loro visione sociale: l’assoggettamento degli esseri umani al dominio dello Stato. Essi possono avere idee differenti sulla quanta libertà concedere ad ognuno di noi – di modo che noi possiamo godere della illusione della libertà – ma tutti loro condividono quella caratteristica mentale così bene individuata da Hayek: “una paura nei confronti di forze sociali non soggette a controlli.”

Questa mole di scritti riguardo alla fine del pensiero libertario, ci fa pensare non solo al richiamo di Shakespeare nei confronti di coloro che “protestano troppo” ma anche alle parole di Mark Twain che riferendosi alle voci di stampa che annunciavano il suo avvenuto decesso affermava che la notizia era “notevolmente esagerata.” Ci sono pii desideri e non credibili realtà in queste valutazioni, non diversamente dalle illusioni dei fans di Elvis che ci vorrebbero far credere che in realtà egli è ancora vivo.

Qualunque sia lo standard di misura con il quale giudichi l’efficacia di qualsiasi sistema, lo Stato è una entità irrilevante. Né la tua salute, o il tuo benessere economico, o l’educazione dei tuoi figli, o la protezione della tua vita e dei tuoi beni, sono in qualche modo agevolati dallo Stato: al contrario, tali interessi sono minacciati dalle istituzioni politiche. Riguardo ad una delle ultime funzioni a cui …

Scritto il 7 Marzo 2010 at 14:45

conto che ci stiamo prendendo in giro da soli: il nostro cervello è diventato niente di più che il contenitore di un insieme di credenze contraddittorie e di banalità assolute sulla necessità di accettare il dominio politico sulle nostre vite. Quanti tra di noi, pur irridendo a qualche assurdità burocratica, sono preparati ad ammettere che l’insieme della politica è un qualcosa di assurdo? I vestiti nuovi dell’Imperatore è un racconto che tutti i genitori dovrebbero non solo leggere ai propri figli ma anche discuterne con loro il significato e la rilevanza.

La “Guerra contro il Terrorismo” è l’espressione più evidente del fallimento dello Stato di promuovere una società che viva in maniera armoniosa e ordinata. Facendo sempre meno presa sulle menti e sui cuori di un numero crescente di Americani, lo Stato ha deciso di fare ricorso alla paura diffusa e alla violenza per sostenere la propria autorità. In tal modo ha rivelato le proprie inclinazioni terroristiche, il “lato oscuro” del proprio essere che preferisce proiettare su altri.

Ci sono parecchie persone per molti versi intelligenti che affermano che gli attacchi dell’11 Settembre non sono stati provocati dalle politiche e dalle pratiche del governo degli Stati Uniti ma da un qualche insieme di malvagità, irascibilità e invidia culturale! Secondo queste persone, una dozzina e più di “terroristi” hanno complottato in tutti i dettagli e messo in atto la distruzione del World Trade Center – ben sapendo che nel corso di tale azione essi sarebbero tutti morti – avendo come motivazione il puro e semplice risentimento del fatto che noi Americani abbiamo MTV e i jeans Calvin Klein e che le donne possono apparire in pubblico abbastanza discinte. In sostanza, il loro ragionamento logico è come un castello di carta che si basa su nient'altro che la convinzione: “noi” siamo “buoni,” invece “loro” sono “cattivi.”

Questi stessi imbonitori sono pronti a condannare qualsiasi persona che avanzi dubbi sulla validità della linea di partito. Accennare al fatto che tali attacchi sono sorti come reazione alle politiche del Governo Federale Americano rappresenta, secondo loro, una giustificazione degli attacchi; una proposizione che è indice non solo di bancarotta intellettuale ma anche della loro ignoranza della “terza legge del moto” di Newton.  Le donne e gli uomini che sono morti nella distruzione del WTC non “meritavano” di morire come non lo meritavano coloro che sono morti a seguito di un terremoto o di un tornado. Se una persona parla in maniera intelligente di questi avvenimenti, tale persona dovrebbe mostrare il rispetto dovuto alla distinzione tra cause e giustificazioni.

Ma la trasparenza intellettuale non è ciò di cui si preoccupano questi apologisti dello statismo. Io ho il sospetto che essi siano consapevoli delle implicazioni più profonde che questi attacchi hanno per quanto concerne il futuro dello Stato. L’ordine e la libertà che la maggior parte delle persone sono state condizionate ad attendersi da sistemi politici strutturati gerarchicamente sono stati messi in serio dubbio da un gruppo di persone armate solo di apriscatole.  Molti di coloro che sono stati indottrinati a credere che uno Stato potentissimo sarebbe stato capace di proteggerli da qualsiasi minaccia, stanno adesso iniziando a porsi quel tipo di domande che hanno accantonato al tempo in cui frequentavano i campi-gioco della scuola statale.

Dopo un secolo che è stato testimone della morte di circa 200 milioni di persone in guerre e pratiche di sterminio prodotte dallo Stato; dopo essersi resi conto di come i politici hanno manipolato i conflitti e le crisi per promuovere il potere dello Stato, molti di noi hanno iniziato a guardare altrove alla ricerca della pace, della libertà e dell’ordine che non si trova nei sistemi politici. Ma, per gli statisti queste ricerche vanno scoraggiate. E allora assistiamo ad una serie di attacchi al pensiero “libertario” più recente – alcuni attacchi provenienti addirittura da coloro che sostengono di nutrire inclinazioni libertarie. Quelli di noi che capiscono che la guerra è sempre stata la minaccia più grave alla libertà, sono stati accusati di essere “persone che odiano l’America,” "illusi,” “anti-Americani,” “ingenui,” e “contro il libero mercato,” da uomini e donne con un senso più ristretto di cosa significhi vivere in libertà.

Noi possiamo solo fare congetture sulla visione dell’umanità che hanno coloro che possono, contemporaneamente,  essere a favore del mercato come regolatore dei nostri bisogni economici mentre sostengono un sistema di guerra che nega valore agli esseri umani. Ritengono essi che l’esercizio collettivo di una forza assassina rappresenti l’essenza dei valori umani? I missili, gli eserciti invasori, e i bombardieri F-16 sono forse ciò che essi concepiscono come forze del mercato? Dovrebbe questo diventare il mantra di un matrimonio incestuoso tra il sistema politico e quello economico – stampato sulle magliette di un presunto centro studi libertario – "General Electric: amala o vattene"? (“General Electric: Love It or Leave It”)

Forse l’attacco più stupido al pensiero libertario è arrivato dal conservatore Francis Fukuyama, un uomo che dopo aver pronosticato erroneamente la “fine della storia” non si è lasciato intimorire dall’offrire questa totalmente contraddittoria banalità:  dopo aver notato “l’ostilità dei libertari a governi mastodontici,” egli ha dichiarato:

“I fatti dell’11 Settembre hanno posto fine a questa tesi. Essi hanno richiamato gli Americani al perché esiste il governo, e perché esso deve tassare i cittadini e spendere i soldi per promuovere l’interesse collettivo. Noi possiamo contare solo sul governo, e non sul mercato o sugli individui, per mandare pompieri all’interno di un edificio in fiamme, o combattere terroristi, o controllare i passeggeri negli aeroporti. I terroristi non hanno attaccato gli Americani in quanto individui, ma i simboli del potere Americano come il World Trade Center e il Pentagono.” [enfasi aggiunta]

Uno deve proprio armarsi di santa pazienza e avanzare tutte le scuse possibili a difesa del Signor Fukuyama per spiegare questo assurdo paragrafo. Forse vi erano buchi nella sua conoscenza sia della storia che della biologia evolutiva quando egli ha dichiarato, precedentemente, che il processo storico era terminato; o forse, come molti altri, le sue conoscenza degli elementi di base della fisica, della chimica o dell’ingegneria ostacolavano le sue capacità di comprendere il meccanismo della causalità. In aggiunta a ciò forse i suoi genitori quando era piccolo non gli hanno mai letto “I nuovi vestiti dell’imperatore.” Il fatto che egli non capisca che le sue stesse parole confermano la critica dei libertari allo Stato è quanto mai degno di nota. L’11 Settembre “i terroristi hanno attaccato … i simboli del potere Americano” e questo sarebbe il motivo per il quale la critica libertaria dello Stato sarebbe errata? Forse il signor Fukuyama dovrebbe leggere le affermazioni del signor Pavitt non solo sull’11 Settembre ma quelle sulla capacità dello Stato di prevenire futuri attacchi!

C’è disperazione nelle voci di quelle persone favorevoli allo Stato che sperano che, semplicemente dichiarando morto il pensiero libertario, essi sgombereranno il campo per quella che è la premessa di base della loro visione sociale: l’assoggettamento degli esseri umani al dominio dello Stato. Essi possono avere idee differenti sulla quanta libertà concedere ad ognuno di noi – di modo che noi possiamo godere della illusione della libertà – ma tutti loro condividono quella caratteristica mentale così bene individuata da Hayek: “una paura nei confronti di forze sociali non soggette a controlli.”

Questa mole di scritti riguardo alla fine del pensiero libertario, ci fa pensare non solo al richiamo di Shakespeare nei confronti di coloro che “protestano troppo” ma anche alle parole di Mark Twain che riferendosi alle voci di stampa che annunciavano il suo avvenuto decesso affermava che la notizia era “notevolmente esagerata.” Ci sono pii desideri e non credibili realtà in queste valutazioni, non diversamente dalle illusioni dei fans di Elvis che ci vorrebbero far credere che in realtà egli è ancora vivo.

Qualunque sia lo standard di misura con il quale giudichi l’efficacia di qualsiasi sistema, lo Stato è una entità irrilevante. Né la tua salute, o il tuo benessere economico, o l’educazione dei tuoi figli, o la protezione della tua vita e dei tuoi beni, sono in qualche modo agevolati dallo Stato: al contrario, tali interessi sono minacciati dalle istituzioni politiche. Riguardo ad una delle ultime funzioni a cui …

Scritto il 7 Marzo 2010 at 14:45

conto che ci stiamo prendendo in giro da soli: il nostro cervello è diventato niente di più che il contenitore di un insieme di credenze contraddittorie e di banalità assolute sulla necessità di accettare il dominio politico sulle nostre vite. Quanti tra di noi, pur irridendo a qualche assurdità burocratica, sono preparati ad ammettere che l’insieme della politica è un qualcosa di assurdo? I vestiti nuovi dell’Imperatore è un racconto che tutti i genitori dovrebbero non solo leggere ai propri figli ma anche discuterne con loro il significato e la rilevanza.

La “Guerra contro il Terrorismo” è l’espressione più evidente del fallimento dello Stato di promuovere una società che viva in maniera armoniosa e ordinata. Facendo sempre meno presa sulle menti e sui cuori di un numero crescente di Americani, lo Stato ha deciso di fare ricorso alla paura diffusa e alla violenza per sostenere la propria autorità. In tal modo ha rivelato le proprie inclinazioni terroristiche, il “lato oscuro” del proprio essere che preferisce proiettare su altri.

Ci sono parecchie persone per molti versi intelligenti che affermano che gli attacchi dell’11 Settembre non sono stati provocati dalle politiche e dalle pratiche del governo degli Stati Uniti ma da un qualche insieme di malvagità, irascibilità e invidia culturale! Secondo queste persone, una dozzina e più di “terroristi” hanno complottato in tutti i dettagli e messo in atto la distruzione del World Trade Center – ben sapendo che nel corso di tale azione essi sarebbero tutti morti – avendo come motivazione il puro e semplice risentimento del fatto che noi Americani abbiamo MTV e i jeans Calvin Klein e che le donne possono apparire in pubblico abbastanza discinte. In sostanza, il loro ragionamento logico è come un castello di carta che si basa su nient'altro che la convinzione: “noi” siamo “buoni,” invece “loro” sono “cattivi.”

Questi stessi imbonitori sono pronti a condannare qualsiasi persona che avanzi dubbi sulla validità della linea di partito. Accennare al fatto che tali attacchi sono sorti come reazione alle politiche del Governo Federale Americano rappresenta, secondo loro, una giustificazione degli attacchi; una proposizione che è indice non solo di bancarotta intellettuale ma anche della loro ignoranza della “terza legge del moto” di Newton.  Le donne e gli uomini che sono morti nella distruzione del WTC non “meritavano” di morire come non lo meritavano coloro che sono morti a seguito di un terremoto o di un tornado. Se una persona parla in maniera intelligente di questi avvenimenti, tale persona dovrebbe mostrare il rispetto dovuto alla distinzione tra cause e giustificazioni.

Ma la trasparenza intellettuale non è ciò di cui si preoccupano questi apologisti dello statismo. Io ho il sospetto che essi siano consapevoli delle implicazioni più profonde che questi attacchi hanno per quanto concerne il futuro dello Stato. L’ordine e la libertà che la maggior parte delle persone sono state condizionate ad attendersi da sistemi politici strutturati gerarchicamente sono stati messi in serio dubbio da un gruppo di persone armate solo di apriscatole.  Molti di coloro che sono stati indottrinati a credere che uno Stato potentissimo sarebbe stato capace di proteggerli da qualsiasi minaccia, stanno adesso iniziando a porsi quel tipo di domande che hanno accantonato al tempo in cui frequentavano i campi-gioco della scuola statale.

Dopo un secolo che è stato testimone della morte di circa 200 milioni di persone in guerre e pratiche di sterminio prodotte dallo Stato; dopo essersi resi conto di come i politici hanno manipolato i conflitti e le crisi per promuovere il potere dello Stato, molti di noi hanno iniziato a guardare altrove alla ricerca della pace, della libertà e dell’ordine che non si trova nei sistemi politici. Ma, per gli statisti queste ricerche vanno scoraggiate. E allora assistiamo ad una serie di attacchi al pensiero “libertario” più recente – alcuni attacchi provenienti addirittura da coloro che sostengono di nutrire inclinazioni libertarie. Quelli di noi che capiscono che la guerra è sempre stata la minaccia più grave alla libertà, sono stati accusati di essere “persone che odiano l’America,” "illusi,” “anti-Americani,” “ingenui,” e “contro il libero mercato,” da uomini e donne con un senso più ristretto di cosa significhi vivere in libertà.

Noi possiamo solo fare congetture sulla visione dell’umanità che hanno coloro che possono, contemporaneamente,  essere a favore del mercato come regolatore dei nostri bisogni economici mentre sostengono un sistema di guerra che nega valore agli esseri umani. Ritengono essi che l’esercizio collettivo di una forza assassina rappresenti l’essenza dei valori umani? I missili, gli eserciti invasori, e i bombardieri F-16 sono forse ciò che essi concepiscono come forze del mercato? Dovrebbe questo diventare il mantra di un matrimonio incestuoso tra il sistema politico e quello economico – stampato sulle magliette di un presunto centro studi libertario – "General Electric: amala o vattene"? (“General Electric: Love It or Leave It”)

Forse l’attacco più stupido al pensiero libertario è arrivato dal conservatore Francis Fukuyama, un uomo che dopo aver pronosticato erroneamente la “fine della storia” non si è lasciato intimorire dall’offrire questa totalmente contraddittoria banalità:  dopo aver notato “l’ostilità dei libertari a governi mastodontici,” egli ha dichiarato:

“I fatti dell’11 Settembre hanno posto fine a questa tesi. Essi hanno richiamato gli Americani al perché esiste il governo, e perché esso deve tassare i cittadini e spendere i soldi per promuovere l’interesse collettivo. Noi possiamo contare solo sul governo, e non sul mercato o sugli individui, per mandare pompieri all’interno di un edificio in fiamme, o combattere terroristi, o controllare i passeggeri negli aeroporti. I terroristi non hanno attaccato gli Americani in quanto individui, ma i simboli del potere Americano come il World Trade Center e il Pentagono.” [enfasi aggiunta]

Uno deve proprio armarsi di santa pazienza e avanzare tutte le scuse possibili a difesa del Signor Fukuyama per spiegare questo assurdo paragrafo. Forse vi erano buchi nella sua conoscenza sia della storia che della biologia evolutiva quando egli ha dichiarato, precedentemente, che il processo storico era terminato; o forse, come molti altri, le sue conoscenza degli elementi di base della fisica, della chimica o dell’ingegneria ostacolavano le sue capacità di comprendere il meccanismo della causalità. In aggiunta a ciò forse i suoi genitori quando era piccolo non gli hanno mai letto “I nuovi vestiti dell’imperatore.” Il fatto che egli non capisca che le sue stesse parole confermano la critica dei libertari allo Stato è quanto mai degno di nota. L’11 Settembre “i terroristi hanno attaccato … i simboli del potere Americano” e questo sarebbe il motivo per il quale la critica libertaria dello Stato sarebbe errata? Forse il signor Fukuyama dovrebbe leggere le affermazioni del signor Pavitt non solo sull’11 Settembre ma quelle sulla capacità dello Stato di prevenire futuri attacchi!

C’è disperazione nelle voci di quelle persone favorevoli allo Stato che sperano che, semplicemente dichiarando morto il pensiero libertario, essi sgombereranno il campo per quella che è la premessa di base della loro visione sociale: l’assoggettamento degli esseri umani al dominio dello Stato. Essi possono avere idee differenti sulla quanta libertà concedere ad ognuno di noi – di modo che noi possiamo godere della illusione della libertà – ma tutti loro condividono quella caratteristica mentale così bene individuata da Hayek: “una paura nei confronti di forze sociali non soggette a controlli.”

Questa mole di scritti riguardo alla fine del pensiero libertario, ci fa pensare non solo al richiamo di Shakespeare nei confronti di coloro che “protestano troppo” ma anche alle parole di Mark Twain che riferendosi alle voci di stampa che annunciavano il suo avvenuto decesso affermava che la notizia era “notevolmente esagerata.” Ci sono pii desideri e non credibili realtà in queste valutazioni, non diversamente dalle illusioni dei fans di Elvis che ci vorrebbero far credere che in realtà egli è ancora vivo.

Qualunque sia lo standard di misura con il quale giudichi l’efficacia di qualsiasi sistema, lo Stato è una entità irrilevante. Né la tua salute, o il tuo benessere economico, o l’educazione dei tuoi figli, o la protezione della tua vita e dei tuoi beni, sono in qualche modo agevolati dallo Stato: al contrario, tali interessi sono minacciati dalle istituzioni politiche. Riguardo ad una delle ultime funzioni a cui …

Scritto il 7 Marzo 2010 at 14:45

conto che ci stiamo prendendo in giro da soli: il nostro cervello è diventato niente di più che il contenitore di un insieme di credenze contraddittorie e di banalità assolute sulla necessità di accettare il dominio politico sulle nostre vite. Quanti tra di noi, pur irridendo a qualche assurdità burocratica, sono preparati ad ammettere che l’insieme della politica è un qualcosa di assurdo? I vestiti nuovi dell’Imperatore è un racconto che tutti i genitori dovrebbero non solo leggere ai propri figli ma anche discuterne con loro il significato e la rilevanza.

La “Guerra contro il Terrorismo” è l’espressione più evidente del fallimento dello Stato di promuovere una società che viva in maniera armoniosa e ordinata. Facendo sempre meno presa sulle menti e sui cuori di un numero crescente di Americani, lo Stato ha deciso di fare ricorso alla paura diffusa e alla violenza per sostenere la propria autorità. In tal modo ha rivelato le proprie inclinazioni terroristiche, il “lato oscuro” del proprio essere che preferisce proiettare su altri.

Ci sono parecchie persone per molti versi intelligenti che affermano che gli attacchi dell’11 Settembre non sono stati provocati dalle politiche e dalle pratiche del governo degli Stati Uniti ma da un qualche insieme di malvagità, irascibilità e invidia culturale! Secondo queste persone, una dozzina e più di “terroristi” hanno complottato in tutti i dettagli e messo in atto la distruzione del World Trade Center – ben sapendo che nel corso di tale azione essi sarebbero tutti morti – avendo come motivazione il puro e semplice risentimento del fatto che noi Americani abbiamo MTV e i jeans Calvin Klein e che le donne possono apparire in pubblico abbastanza discinte. In sostanza, il loro ragionamento logico è come un castello di carta che si basa su nient'altro che la convinzione: “noi” siamo “buoni,” invece “loro” sono “cattivi.”

Questi stessi imbonitori sono pronti a condannare qualsiasi persona che avanzi dubbi sulla validità della linea di partito. Accennare al fatto che tali attacchi sono sorti come reazione alle politiche del Governo Federale Americano rappresenta, secondo loro, una giustificazione degli attacchi; una proposizione che è indice non solo di bancarotta intellettuale ma anche della loro ignoranza della “terza legge del moto” di Newton.  Le donne e gli uomini che sono morti nella distruzione del WTC non “meritavano” di morire come non lo meritavano coloro che sono morti a seguito di un terremoto o di un tornado. Se una persona parla in maniera intelligente di questi avvenimenti, tale persona dovrebbe mostrare il rispetto dovuto alla distinzione tra cause e giustificazioni.

Ma la trasparenza intellettuale non è ciò di cui si preoccupano questi apologisti dello statismo. Io ho il sospetto che essi siano consapevoli delle implicazioni più profonde che questi attacchi hanno per quanto concerne il futuro dello Stato. L’ordine e la libertà che la maggior parte delle persone sono state condizionate ad attendersi da sistemi politici strutturati gerarchicamente sono stati messi in serio dubbio da un gruppo di persone armate solo di apriscatole.  Molti di coloro che sono stati indottrinati a credere che uno Stato potentissimo sarebbe stato capace di proteggerli da qualsiasi minaccia, stanno adesso iniziando a porsi quel tipo di domande che hanno accantonato al tempo in cui frequentavano i campi-gioco della scuola statale.

Dopo un secolo che è stato testimone della morte di circa 200 milioni di persone in guerre e pratiche di sterminio prodotte dallo Stato; dopo essersi resi conto di come i politici hanno manipolato i conflitti e le crisi per promuovere il potere dello Stato, molti di noi hanno iniziato a guardare altrove alla ricerca della pace, della libertà e dell’ordine che non si trova nei sistemi politici. Ma, per gli statisti queste ricerche vanno scoraggiate. E allora assistiamo ad una serie di attacchi al pensiero “libertario” più recente – alcuni attacchi provenienti addirittura da coloro che sostengono di nutrire inclinazioni libertarie. Quelli di noi che capiscono che la guerra è sempre stata la minaccia più grave alla libertà, sono stati accusati di essere “persone che odiano l’America,” "illusi,” “anti-Americani,” “ingenui,” e “contro il libero mercato,” da uomini e donne con un senso più ristretto di cosa significhi vivere in libertà.

Noi possiamo solo fare congetture sulla visione dell’umanità che hanno coloro che possono, contemporaneamente,  essere a favore del mercato come regolatore dei nostri bisogni economici mentre sostengono un sistema di guerra che nega valore agli esseri umani. Ritengono essi che l’esercizio collettivo di una forza assassina rappresenti l’essenza dei valori umani? I missili, gli eserciti invasori, e i bombardieri F-16 sono forse ciò che essi concepiscono come forze del mercato? Dovrebbe questo diventare il mantra di un matrimonio incestuoso tra il sistema politico e quello economico – stampato sulle magliette di un presunto centro studi libertario – "General Electric: amala o vattene"? (“General Electric: Love It or Leave It”)

Forse l’attacco più stupido al pensiero libertario è arrivato dal conservatore Francis Fukuyama, un uomo che dopo aver pronosticato erroneamente la “fine della storia” non si è lasciato intimorire dall’offrire questa totalmente contraddittoria banalità:  dopo aver notato “l’ostilità dei libertari a governi mastodontici,” egli ha dichiarato:

“I fatti dell’11 Settembre hanno posto fine a questa tesi. Essi hanno richiamato gli Americani al perché esiste il governo, e perché esso deve tassare i cittadini e spendere i soldi per promuovere l’interesse collettivo. Noi possiamo contare solo sul governo, e non sul mercato o sugli individui, per mandare pompieri all’interno di un edificio in fiamme, o combattere terroristi, o controllare i passeggeri negli aeroporti. I terroristi non hanno attaccato gli Americani in quanto individui, ma i simboli del potere Americano come il World Trade Center e il Pentagono.” [enfasi aggiunta]

Uno deve proprio armarsi di santa pazienza e avanzare tutte le scuse possibili a difesa del Signor Fukuyama per spiegare questo assurdo paragrafo. Forse vi erano buchi nella sua conoscenza sia della storia che della biologia evolutiva quando egli ha dichiarato, precedentemente, che il processo storico era terminato; o forse, come molti altri, le sue conoscenza degli elementi di base della fisica, della chimica o dell’ingegneria ostacolavano le sue capacità di comprendere il meccanismo della causalità. In aggiunta a ciò forse i suoi genitori quando era piccolo non gli hanno mai letto “I nuovi vestiti dell’imperatore.” Il fatto che egli non capisca che le sue stesse parole confermano la critica dei libertari allo Stato è quanto mai degno di nota. L’11 Settembre “i terroristi hanno attaccato … i simboli del potere Americano” e questo sarebbe il motivo per il quale la critica libertaria dello Stato sarebbe errata? Forse il signor Fukuyama dovrebbe leggere le affermazioni del signor Pavitt non solo sull’11 Settembre ma quelle sulla capacità dello Stato di prevenire futuri attacchi!

C’è disperazione nelle voci di quelle persone favorevoli allo Stato che sperano che, semplicemente dichiarando morto il pensiero libertario, essi sgombereranno il campo per quella che è la premessa di base della loro visione sociale: l’assoggettamento degli esseri umani al dominio dello Stato. Essi possono avere idee differenti sulla quanta libertà concedere ad ognuno di noi – di modo che noi possiamo godere della illusione della libertà – ma tutti loro condividono quella caratteristica mentale così bene individuata da Hayek: “una paura nei confronti di forze sociali non soggette a controlli.”

Questa mole di scritti riguardo alla fine del pensiero libertario, ci fa pensare non solo al richiamo di Shakespeare nei confronti di coloro che “protestano troppo” ma anche alle parole di Mark Twain che riferendosi alle voci di stampa che annunciavano il suo avvenuto decesso affermava che la notizia era “notevolmente esagerata.” Ci sono pii desideri e non credibili realtà in queste valutazioni, non diversamente dalle illusioni dei fans di Elvis che ci vorrebbero far credere che in realtà egli è ancora vivo.

Qualunque sia lo standard di misura con il quale giudichi l’efficacia di qualsiasi sistema, lo Stato è una entità irrilevante. Né la tua salute, o il tuo benessere economico, o l’educazione dei tuoi figli, o la protezione della tua vita e dei tuoi beni, sono in qualche modo agevolati dallo Stato: al contrario, tali interessi sono minacciati dalle istituzioni politiche. Riguardo ad una delle ultime funzioni a cui …

Scritto il 7 Marzo 2010 at 14:46

Butler Shaffer

Sull'assoluta assurdità dello Stato
(2003)

 

Nota

L’idea che troppo spesso siamo governati da persone disoneste, affariste o persino fuori di testa, le quali usano una “meravigliosa” organizzazione (lo stato) per i loro loschi fini è abbastanza diffusa. Quello che questo saggio si propone è di mostrare che tale idea è completamente fasulla, una illusione a cui fa seguito una ricorrente delusione. Infatti, la presunta “meravigliosa” organizzazione non è altro che un meccanismo assurdo che, non solo attrae individui patologicamente affamati di potere ma anche permette, a chiunque abbia raggiunto una posizione di potere all’interno dello stato, di esprimere le sue tendenze distruttrici protetto da un’aura e una convinzione di legittimità Ecco perché, fino a quando non affronteremo il vero problema (l’assurdità dello stato) e non lo elimineremo (abolendo qualsiasi monopolio nell’uso della forza), la nostra posizione contro i disonesti e i pazzi al potere sarà del tutto futile, con il prossimo losco figuro che semplicemente rimpiazza il precedente losco figuro.

Scritto il 7 Marzo 2010 at 14:47

Nel corso della mia vita, Hitler, Stalin, Mussolini, Pol Pot, Mao e Fidel Castro sono stati definiti “pazzi” da numerosi commentatori. Più di recente, Milosevic, Gheddafi, Khomeini e Mugabe hanno ricevuto lo stesso appellativo. E adesso scopriamo che Osama bin Laden, Saddam Hussein e George Bush sono definiti “pazzi” da opposte fazioni, in relazione alla posizione ideologica dell’individuo.

Poiché tali qualifiche sono di solito attribuite a coloro che si sono resi responsabili di morti, torture, o altri atti riprovevoli nei confronti di decine di migliaia di individui, l’appellativo non è affatto immeritato. Coloro che guidano i governi in tempo di pace non sono quasi mai visti come pazzi, per quanto essi possano essere fissati per altri motivi. Ma quando uomini come George Bush intraprendono una strada il cui scopo principale è quello di fomentare la guerra, vi sono ragioni valide per mettere in dubbio la salute mentale di tali persone.

Al tempo stesso, confinare la nostra attenzione sulla condizione mentale squilibrata di tiranni e guerrafondai ha come risultato quello di trascurare la considerazione più importante: la pazzia dello stato stesso. La maggior parte di noi ha a tal punto identificato il proprio essere con l’esistenza dello stato-nazione che noi vediamo qualsiasi grave colpa dello stato come un nostro personale difetto. Questo è il motivo per cui risulta particolarmente doloroso alla maggior parte delle persone quando gli si dice che il loro sistema politico può essere cattivo e assassino alla pari di altri sistemi. Dopo aver indicato ai miei studenti come Franklin Delano Roosevelt manipolò i Giapponesi a tal punto da indurli all’attacco di Pearl Harbor in modo da spingere gli Americani ad essere favorevoli a un coinvolgimento diretto nella Seconda Guerra Mondiale, spesso mi sento dire che “il nostro governo non farebbe mai una cosa simile!” Ciò che è implicito in tale reazione è: altri governi commettono ogni sorta di azioni malvagie, ma non il nostro.

Noi siamo stati condizionati a credere nella desiderabilità e nella necessità dei sistemi politici. La maggior parte di noi se ne viene fuori con l’insulso ritornello che il governo è “un male necessario,” rifugiandosi poi nella convinzione che il sistema adottato nel nostro paese ha praticamente reso impossibile che possa installarsi la tirannia. Gli Americani continuano ad esaltare la Costituzione come una delle “meraviglie” di una società civilizzata, ingannandosi bellamente con il credere che la separazione del governo in tre “rami” [esecutivo, legislativo, giudiziario] abbia, attraverso un’inspiegabile alchimia, trasformato un potere statale intrinsecamente pericoloso e capriccioso in processi estremamente benefici e pacifici.

La realtà è che tutti i sistemi politici sono, di fatto, basati sul monopolio dell’esercizio della forza e non vi è carta costituzionale, formula magica o autorità esterna che possa evitare che un qualsiasi sistema statale espanda la sfera del suo potere, una volta che esso e i suoi sostenitori lo vogliano. Le Costituzioni possono addirittura crescere e moltiplicarsi, abituati come siamo a celebrare i riti, ma il costituzionalismo come sistema formale in grado di limitare il potere dello stato non ha credibilità.

Le carneficine e le angherie che sono stati i tratti distintivi degli stati costituzionali del ventesimo secolo smentiscono del tutto l’efficacia di questo presunto metodo capace di tenere sotto controllo l’esercizio del potere di coercizione. La maggior parte delle persone non sono inclini ad abbandonare le loro illusioni, anche se questa dottrina – unitamente al credere in un “contratto sociale” da cui essa deriva – ha un livello di plausibilità pari a quella che afferma che i re sono tali “per diritto divino.”

La fede nel costituzionalismo proviene da una mancata comprensione della natura di base delle parole: esse sono soggette ad interpretazione. Le parole sono astrazioni e, per questo, non possono mai essere quello che intendono rappresentare. Poiché la maggior parte di noi equipara la parola con la cosa in sé, noi ci accontentiamo nel credere che scrivere parole su un pezzo di carta – o su un papiro, per dargli ancora più valore simbolico – possa in qualche modo assicurare un rispetto permanente per il significato da noi attribuito alle parole quando le scriviamo. Ma, sia che analizziamo gli articoli di una costituzione o cerchiamo la spiegazione di un verso poetico, le parole debbono sempre essere interpretate per essere capite. Il problema che abbiamo con i sistemi politici sorge dal fatto che il “significato” effettivo delle parole in una costituzione statale è determinato dallo stesso stato!

I tribunali, un ramo dello stato, hanno permesso una espansione abbastanza costante dei cosiddetti poteri “limitati” assegnati allo stato, e una definizione restrittiva dei “diritti” che questo modello organizzativo si proponeva per l’appunto di “proteggere.” Lo stato non si sente neppure obbligato ad esercitare i suoi poteri sulla base di quanto stabilito. L’Articolo I, Sezione 8 della Costituzione degli Stati Uniti assegna al Congresso il “potere di dichiarare la guerra,” ma, a partire dall’8 Dicembre 1941, il governo non si è mai preoccupato di rispettare questa formalità nel condurre le numerose guerre e altre attività militari che esso ha intrapreso.

Scritto il 7 Marzo 2010 at 14:47

Se lo Stato gode del monopolio nell’uso della forza, e non vi è né strumento né principio che possa limitare la sfera di tale autorità, che cosa ci aspettiamo che facciano gli esponenti del governo con un tale potere? Suppergiù quello che ci aspetteremo da un gruppo di ragazzini se un contenitore pieno di dolci fosse piazzato davanti a loro: prenderne a più non posso! Il loro appetito è ulteriormente accresciuto da quanti vorrebbero godere di tali poteri coercitivi a vantaggio dei loro interessi. Una frenetica corsa all’abbuffata è il risultato immediato, con i vari gruppi che si affollano e si spintonano tra di loro per assicurarsi una più favorevole posizione alla mangiatoia governativa.

Dovrebbe essere evidente a qualsiasi persona che riflette che la politica mette in moto le inclinazioni più subdole e socialmente distruttive che l’umanità conosca. Bugie e inganni, costrizioni e intimidazioni, espropriare con la forza la proprietà altrui, uccidere, mettere persone e gruppi l’uno contro l’altro, imprigionare e maltrattare individui, manipolare e controllare il comportamento delle persone e, soprattutto, l’arrogante pretesa che tale potere è “legittimamente” esercitato da coloro che lo detengono e la condanna morale di coloro che vi resistono.

Di tutti i comportamenti dello stato quello più brutale e disumano è, certamente, la pratica della guerra. Ma la maggior parte di noi è a tal punto incantata dal potere dello stato che, ironia della sorte, questa è l’espressione della sua natura che riceve il massimo dell’ammirazione. Conservatori su cui, solo un paio d’anni fa, si sarebbe potuto fare affidamento per una opposizione forte contro l’innalzamento delle tasse, la discriminazione positiva o l’introduzione di provvedimenti “politicamente corretti,” di colpo sono diventati paladini forsennati della guerra, di qualsiasi guerra, contro qualsiasi soggetto il loro attuale governo identifichi come loro nemico! Da ciò emerge l’espressione più sciovinista dello stato di belligeranza: la bandiera, e tutti coloro che si rifiutano di gridare “urrà!” sono stati bollati come traditori, fiancheggiatori del terrorismo, e persino comunisti!

Recentemente, si stima che circa trenta milioni di persone abbiano marciato in tutto il mondo contro la guerra che l’amministrazione Bush sta pianificando contro l’Iraq. Molti di questi oppositori erano Europei la cui cultura è stata la culla della civiltà occidentale. Eppure, agli occhi dei sostenitori sfegatati della guerra tale opposizione è imperdonabile. Mentre la scimmietta inglese, Tony Blair, è incrollabile nel suo atteggiamento da leccapiedi, molti, forse la maggioranza, dei suoi concittadini sono a favore della pace. Così, sembra, lo sono anche la maggior parte degli Scandinavi, dei Francesi e dei Tedeschi. I commenti al vetriolo scagliati contro i Francesi e i Tedeschi dagli appartenenti al Partito della Guerra sono, forse, il tratto più evidente del carattere osceno di questa amministrazione. Forse, il fatto che queste nazioni abbiano fornito lo scenario di due sanguinosi conflitti mondiali nel corso del ventesimo secolo, ciò rende i loro sentimenti di opposizione alla guerra più credibili che non la stridente chiamata alle armi che esce dalle bocche di coloro che, a Washington, non hanno mai sentito uno sparo vero in vita loro. E io faccio fatica a riconciliarmi con l’immagine corrente di Ebrei che rimproverano aspramente l’attuale governo tedesco di non essere sufficientemente bellicoso!

Nella misura in cui noi ci identifichiamo con lo stato, siamo profondamente disturbati alla vista della natura e del comportamento distruttivo e perverso di tutti i governi – incluso quello sotto il quale viviamo. Lo stato rappresenta il “lato oscuro” del carattere umano e per questo siamo resti ad osservarlo in maniera diretta, per paura di vedere qualcosa di noi stessi riflessa nello stato. Nello sforzo di esorcizzare tali attributi dal nostro sistema politico, noi attribuiamo qualsiasi qualità negativa ad altri contro cui assumiamo una posizione di indignazione morale e pretendiamo che essi siano puniti per le nostre mancanze di carattere. Se gli Stati Uniti hanno prodotto strumenti chimici, batteriologici e nucleari di distruzione di massa, noi siamo pronti ad andare in guerra contro l’Iraq sulla base della presunzione che esso cerchi di procurarsi gli stessi strumenti. L’America condanna la Corea del Nord perché ha missili a testata nucleare, sebbene gli Stati Uniti sia il solo paese della storia che li abbia usati contro popolazioni civili!

Per quanto forte o meritata sia la critica di un qualche regime straniero, coloro che sono a favore dello stato non possono mai permettere che la loro condanna giunga sino al punto da costituire un attacco all’idea stessa dello stato. Se lo stato è da vedersi come un fatto imperativo, allora le continue guerre, i genocidi, la tortura e altre pratiche tiranniche non possono mai essere viste come dati intrinseci allo statismo. Permettere che un simile pensiero possa anche solo attraversare una cellula del cervello equivale a mettere in questione tutta la politica. Se noi nutriamo una venerazione per l’idea dello stato, tutti i massacri e le brutalità commesse persino da despoti stranieri devono essere spiegati in maniera da non compromettere lo schema mentale su cui si regge il potere all’interno. Per raggiungere tali fini, i fautori dello stato fanno ricorso allo strumento psicologico dello “spostamento” che si attua attraverso il trasferimento di una emozione, ad esempio la rabbia, dalla causa originaria ad un sostituto. Si ricorre di solito allo spostamento nel caso in cui sia troppo pericoloso criticare direttamente la fonte che provoca la rabbia. Condannare la politica in maniera sistematica per gli orrori perpetratati dai vari stati-nazione potrebbe mettere in pericolo l’approvazione popolare sulla cui base tutti i governi in definitiva dipendono. Ed è per questo che gli Hitler, gli Stalin, i Mao, i Pol Pot e gli altri tiranni devono essere messi in una categoria diversa e considerati come aberrazioni di un sistema che, altrimenti, è meraviglioso. Quale modo migliore per mettere in atto questo salvataggio dello stato del dichiararli “pazzi,” “persone uscite di senno” che sono riuscite ad arrivare al potere con mezzi diabolici?
Ma non sono i pazzi che trasformano gli stati nei sistemi brutali che essi sono: è lo stato stesso che mette in moto le energie del nostro “lato oscuro” indirizzandole verso pratiche distruttive, un obiettivo che è possibile attuare solo attraverso la nostra decisione di perdere la nostra individualità e di annegarla nel pensiero di massa che è essenziale a tutti i sistemi politici. Nel linguaggio della teoria del caos, lo stato diventa un “attrattore” per tutti i tipi di persone che sono disposte ad usare la violenza e l’intimidazione contro gli altri; persone che sono pronte a sfruttare la natura socialmente patologica di tutti i sistemi politici. Noi non dobbiamo cercare il pazzo per spiegare i genocidi, le guerre, gli attacchi “terroristici” e altre atrocità collettive; dobbiamo invece guardare al fatto che noi perpetuiamo sistemi del tutto assurdi che concentrano quelle forze oscure che, a nostro rischio, noi non riconosciamo o non vogliamo ammettere.

Scritto il 7 Marzo 2010 at 15:09

As we know the fed created huge sums of money in order to shore up the balance sheets of financial institutions. The assumption by many then as now is that this would lead to a burst of inflation. So, why aren't prices skyrocketing? Off the top of my head and standing on one foot I will try to answer that question.

 For the purpose of this discussion I will define inflation as too much money chasing too few goods resulting in an across the board increase in prices. Credit is a derivative of money and must also be considered since it is also a claim on goods. Deflation would be the exact opposite: Too little money and credit chasing too many goods leading to falling prices. The definition was originated by Milton Friedman, more as a way of simplifying an understanding of inflation for the laymen than as a serious theory of the value of money. That he did elsewhere. 

The Quantity Theory Of Money, or Monetarism,  is the accepted monetary theory of our day. Most investors, economists, and political pundits, and probably you yourself, hold that a major increase in money and credit is inflationary and will inevitably lead to higher prices. Irving Fisher formalized the theory in the 20's and Milton Friedman expounded on the theory in the 70's.  His clear and simple way of explaining the nature of inflation was grasped easily by professionals and laymen alike. Milton Friedman almost single handedly waged and won the war against inflation during the 70's, a period when we needed him most. This is why I list Milton Friedman as one of those that had a profound influence on me not only in economics, but as a writer. But I am not a Monetarist. Monetarism is not wrong, it is simply incomplete.

There is another theory of money that challenges the Monetarists theory of money that I believe makes a lot more sense — one that explains why we are not experiencing a lot higher prices given the huge increase in the money supply.  It is the Subjective Theory of the value of money as formalized by Ludwig Von Misses and the Austrian School of Economics. This theory holds, in its simplest form, that money derives its value not from the quantity in circulation, but the value individuals place on money in exchange for other goods.

What always leads to price rises or price declines is the hoarding or dishoarding of money by the population at large. Increases in the money supply can influence the value people place on money but it is only one factor in calculating the future value of money. The Monetarist School sees an increase in money as a cause of higher prices, where the Austrian School does not. In the end it is the actions individuals take themselves based on their value of money that lead to higher prices, according to the Austrian School. 

If Ben Bernanke dropped dollars from helicopters tomorrow,  Friedman would say that inflation would result. Von Mises would say it would depend on what individuals did with the money and to what degree. If they put it under their mattress no inflation would occur.  If they spent it, Monetarists would compute the amount of the increase in new money and predict an inflation rate based on the percentage of increase in the quantity of money. Von Mises would  suggest that it is just as likely that all money previously created would loose value as individuals loose confidence in all paper claims that serve as a medium of exchange. He, I believe, would conclude that hyperinflation was more possible than progressive inflation; that a breakdown of the monetary system would be more likely than a discounting of the value of money leading to progressively higher prices. Zimbabwe is good example of that.

At any time individuals decide to suddenly save rather than spend, prices tend to fall irregardless of the quantity of money in circulation. Whenever individuals decide to increase their spending sharply and suddenly, prices tend to rise. The Monetarist theory of money only partially explains the phenomenon of inflation and deflation.  It was very correct in the 70's within that particular context.  It is not doing so well in present day America as the context has completely changed.

In the 70's the Federal Reserve printed vast amounts of money that went directly into consumption. Today the fed has printed vast amounts of money that has gone directly into savings by financial institutions. The fed dramatically increased the money supply beginning in September 2008. According to Friedman, prices should respond within 9 to 12 months. So we should have seen a marked increase in prices by the fourth quarter of 2009.  We did not. In January we saw a 2.6 year over year increase in the CPI and the core rate actually declined for the first time since the early eighties.

Many economists suggest that we do not have an inflation problem now but we will a year or two from now.  I know of no theory that can project prices several years in advance. Those that are suggesting higher prices are inevitable sometime in the future are simply guessing. There is no causal link.  The fact is, the money supply was increased from 1 trillion three hundred and seventy five billion dollars to one trillion seven hundred and 6 billion from 9/15/08 to 12/29/08. If I'm not mistaken that is the largest increase in money supply by the US Federal Reserve, ever. Yet, inflation has remained low.

What those arguing that prices will rise sharply in the future are actually saying is that when the money that the fed printed begins to be used for consumption, we will have an inflationary problem. This would be true if and when it happens. But this is the Austrian School's view of the world, not the Monetarists.

If all of a sudden, for whatever reason, people begin to dishoard money, its value will fall and prices will rise. It is human action that dictates prices not the quantity of money. Most point to gold and other hard commodities vrs. fiat money all over the world over the last many years as signs of inflation. The value of most currencies have fallen in relation to gold as individuals dishoard paper money and hoard gold and most other commodities. But, this is not inflation. Consumer prices have remained stable. That is because the new money created is not chasing goods. Fiat money has been targeted towards gold and other  assets. This suggests that an increase in the money supply is "not always and everywhere" inflationary. It does not always lead to a general across the board increase in prices. It may show up elsewhere such as stocks, real estate, or commodities — or it may not show up at all.

The Subjective Theory Of Value does not dispute the fact that if a government prints up progressively more and more money and throws it into circulation the monetary unit  will probably fall in value.  It usually does — but not always. The cause and effect is not one of increased money equals increased prices. It is that a change in human action that values money less leads to increased prices.

The distinction is an important one. It goes to the heart of today's monetary argument. Is inflation based on the single act of increasing the money supply? Or is it based on how individuals perceive its increase and how they act on it? I come down on the side of Von Mises on the subject. If a majority of people today believed their money was going to depreciate by 50% next year in terms of goods, in my book, (or should I say Von Mises's book — which happens to be called Human Action) they would begin discounting the monetary unit today. My conclusion is that they do not believe that. Prices have risen in the last year, but there is no panic out of currencies in relation to goods. And interest rates, the price of money, have remained stable rather than soaring to discount future depreciation.

Monetarists will argue that it is just a matter of time. That the newly printed money will eventually start chasing goods and bid up prices.  Yet, that is not the expectation of the markets. Markets know there is not "too much money or credit chasing too few goods". The bond market confirms this and long term inflationary expectations have remained in check. This could all change in a matter of minutes, but it would not have to do with the quantity of money. If prices did begin to increase dramatically a vast increase in the quantity of money could not be the trigger — that trigger has already been pulled.  It would be due to a sudden change in individual perceptions of the value of money going forward — and this is never predictable. The big difference between Monetarism and the Subjective Theory Of Value is the first believes it can predict inflation or deflation. The latter knows it can not

 Even during the gold standard there was inflation and …

Scritto il 7 Marzo 2010 at 15:10

was inflation and deflation.  It was usually due to unexpected gold strikes or unexpected economic contractions. The gold standard served the nations of the world well for centuries. Money remained fairly stable. There were many sharp depressions but they were over quickly and they were within the context of continuous and dynamic growth. The years of the gold standard were the years of the Industrial Revolution.

Sir Issac Newton, one of the smartest men who ever lived, helped establish and preserve the gold standard during the mid 1600's. Some of the greatest minds in England's 17th century such as Adam Smith and John Locke continued to champion the gold standard which ushered in their Industrial Revolution.  The Founding Fathers, no slouches in their own right, established the gold standard as the monetary system of the United States Of America and wrote it into the US Constitution.  It was the monetary system that led to the American Industrial Revolution.  But Woodrow Wilson decided he knew better than most of the greatest minds that ever lived, and discarded the gold standard and replaced it with the edicts of the Federal Reserve Board.

You don't have a monetary system that lasts centuries because it is ineffective. True, we had a lot of economic normal ups and downs, but the worst of those downturns lasted only a short time, not a decade as did the Great Depression or the malaise of the 70's. More importantly, the value of money always stayed fairly constant during those years which is all that the gold standard guarantees.  It never guaranteed economic Utopia.  Under the fiat standard we have lost 98% of our money's value since the government replaced the gold standard with the Federal Reserve System and to this day we still have panics and severe recessions.

For sure, we know that in all things monetary and economic, context changes and today is no exception. Today, I am less concerned about progressive inflation and more concerned that the fiat standard we have established is failing. Many are calling for fundamental monetary reform.  But, from this point it would be easier to improve the fiat system than to replace it.  (See my article "Are The Fiat And Gold Standards Converging" by clicking "more articles" at the top of this page.)  Fiat currencies all over the world are loosing confidence. Gold is reflecting this.

A medium of exchange must be a medium of trust to be a lasting medium. Money must be dependable. The artificial increase in the money supply by governments undercuts that trust. This is the case today. But it is not the fed that is the real threat, it is irresponsible politicians in general.

Inflation has been held in check by the knowledge that money can be pulled out of the system as fast as need be under a fiat standard. The real threat is the viability of the entire world fiat system. If trust is to be regained it needs to start with fiscal responsibility. Monetary policy is far "easier" to control by an independent authority than is government spending by a world of spendthrift politicians. The debt that has been created by most nations today is a far greater threat to the economy than the threat of inflation.  Monetary reform is required, I agree, but not today.  It is fiscal reform that is required.

No monetary system, not the fiat standard nor the gold standard can survive reckless tax and spending policies by government. Our first task is not fighting inflation.  Our first task is reigning in deficit spending and addressing unfunded liabilities. Without addressing those problems a mere increase in prices -or decrease – is dwarfed by the potential of a prolonged recession such as has occurred in Japan over the last two decades and the toll that would take on this country. Or worse a chain reaction of debt defaults that could bring the entire international monetary system tumbling down.

It is important to keep an eye on inflation, and deflation, and the fed, and the dollar. But I suggest that we as a nation, indeed, we as a world, need to sharpen our focus and deal immediately with government spending, government debt, government entitlements, and tax policy. Long before any action need be taken on monetary reform to reign in inflation we need to address our fiscal problems. No monetary reform will be meaningful or lasting without fiscal sanity. I suggest we stop wagging our fingers at the Federal Reserve and redirect them toward those that want to spend more on government programs with no way of paying for them.

utente anonimo
Scritto il 7 Marzo 2010 at 15:31

@ folletto

          "piccole comunità autonome (le chiamo comunità perchè mi fa il voltastomaco la parola Stato), dove gli indirizzi vengano date da persone direttamente conosciute e che sono costrette a prendere provvedimenti corretti e saggi sennò si va  a prenderle a casa. Questo si chiama aristocrazia dell'Ethos ( e non in senso Aristotelico) ed ha governato l'umanità per 5000 anni e non solo nei tempi primitivi: si pensi alle prima comunità cristiane, o alla frontiera americana, periodo nel quale grazie all'autonomia (lo sceriffo lo sceglieva il nuovo paese creato dai coloni) gli Stati Uniti sono divenuti la più florida nazione mondiale, con un benessere che spingeva milioni di persone in tutto il mondo a recarvisi per trovare la ricchezza, o l'Australia"

Le piccole comunità autonome funzionano perchè la partecipazione al governo della cosa pubblica è diretta e tutti stanno attenti ai propri vicini.

In democrazia l'eccessiva cessione di potere ai politici ha portato i cittadini a disinteressarsi della gestione della cosa pubblica al punto da considerare lo stato un nemico.

Basta tornare in possesso del potere delegato in eccesso, limitando il numero di mandati (è vero che Formigoni ripresentandosi supera il numero di mandati previsto dalla legge?)e le deleghe operative date ai politici.

Basta imporre allo stato di occuparsi solo di istruzione, salute, sicurezza interna ed esterna.
 
Basta abolire il sostituto d'imposta.

Troppo banale?

VALUEatRISK

Scritto il 7 Marzo 2010 at 16:19

"When a government is dependent upon bankers for money, they and not the leaders of the government control the situation, since the hand that gives is above the hand that takes… Money has no motherland; financiers are without patriotism and without decency; their sole object is gain."
–Napoleon Bonaparte, 1815

utente anonimo
Scritto il 7 Marzo 2010 at 16:45

Buona domenica Folletto.

sei instancabile sei uno tosto.

per Andrea e gli altri utenti di Icebergfinanza, segnalo che Stefano Bassi
riporta:http://lagrandecrisi2009.blogspot.com/

In definitiva qualche decina di migliaia di posti di lavoro in più od in meno fanno ben poca differenza di fronte all'esercito di 8,4 milioni di nuovi disoccupati creati dalla Grande Crisi.
Come scrivevo in Autopsia dell'Occupazione Americana, il vero problema è se sarà possibile RIASSORBIRLI prima o poi…o se la SUDAMERICANIZZAZIONE prenderà piede:

……Scherzi a parte, abbozziamo una simulazione: per ritornare ai livelli occupazionali del 2007 ci vorrebbero 9 anni con una crescita mensile di +250mila posti, 18 anni con una crescita mensile di +200mila posti…mentre con +150mila posti al mese non si ritornerebbe MAI al livello pre-crisi.

COME ANDREA MAZZALAI HA SOTTOLINEATO NEI MESI SCORSI… PROBABILMENTE NON SI RITORNERA' AL LIVELLO OCCUPAZIONELE PRE-CRISI 2007, SENZA QUALCHE SCOPERTA SCIENTIFICA PARAGONABILE ALLA NEW ECONOMY ( altra bolla-balla gigantesca).

GIOBBE

utente anonimo
Scritto il 7 Marzo 2010 at 16:45

Buona domenica Folletto.

sei instancabile sei uno tosto.

per Andrea e gli altri utenti di Icebergfinanza, segnalo che Stefano Bassi
riporta:http://lagrandecrisi2009.blogspot.com/

In definitiva qualche decina di migliaia di posti di lavoro in più od in meno fanno ben poca differenza di fronte all'esercito di 8,4 milioni di nuovi disoccupati creati dalla Grande Crisi.
Come scrivevo in Autopsia dell'Occupazione Americana, il vero problema è se sarà possibile RIASSORBIRLI prima o poi…o se la SUDAMERICANIZZAZIONE prenderà piede:

……Scherzi a parte, abbozziamo una simulazione: per ritornare ai livelli occupazionali del 2007 ci vorrebbero 9 anni con una crescita mensile di +250mila posti, 18 anni con una crescita mensile di +200mila posti…mentre con +150mila posti al mese non si ritornerebbe MAI al livello pre-crisi.

COME ANDREA MAZZALAI HA SOTTOLINEATO NEI MESI SCORSI… PROBABILMENTE NON SI RITORNERA' AL LIVELLO OCCUPAZIONELE PRE-CRISI 2007, SENZA QUALCHE SCOPERTA SCIENTIFICA PARAGONABILE ALLA NEW ECONOMY ( altra bolla-balla gigantesca).

GIOBBE

utente anonimo
Scritto il 7 Marzo 2010 at 16:45

Buona domenica Folletto.

sei instancabile sei uno tosto.

per Andrea e gli altri utenti di Icebergfinanza, segnalo che Stefano Bassi
riporta:http://lagrandecrisi2009.blogspot.com/

In definitiva qualche decina di migliaia di posti di lavoro in più od in meno fanno ben poca differenza di fronte all'esercito di 8,4 milioni di nuovi disoccupati creati dalla Grande Crisi.
Come scrivevo in Autopsia dell'Occupazione Americana, il vero problema è se sarà possibile RIASSORBIRLI prima o poi…o se la SUDAMERICANIZZAZIONE prenderà piede:

……Scherzi a parte, abbozziamo una simulazione: per ritornare ai livelli occupazionali del 2007 ci vorrebbero 9 anni con una crescita mensile di +250mila posti, 18 anni con una crescita mensile di +200mila posti…mentre con +150mila posti al mese non si ritornerebbe MAI al livello pre-crisi.

COME ANDREA MAZZALAI HA SOTTOLINEATO NEI MESI SCORSI… PROBABILMENTE NON SI RITORNERA' AL LIVELLO OCCUPAZIONELE PRE-CRISI 2007, SENZA QUALCHE SCOPERTA SCIENTIFICA PARAGONABILE ALLA NEW ECONOMY ( altra bolla-balla gigantesca).

GIOBBE

utente anonimo
Scritto il 7 Marzo 2010 at 16:45

Buona domenica Folletto.

sei instancabile sei uno tosto.

per Andrea e gli altri utenti di Icebergfinanza, segnalo che Stefano Bassi
riporta:http://lagrandecrisi2009.blogspot.com/

In definitiva qualche decina di migliaia di posti di lavoro in più od in meno fanno ben poca differenza di fronte all'esercito di 8,4 milioni di nuovi disoccupati creati dalla Grande Crisi.
Come scrivevo in Autopsia dell'Occupazione Americana, il vero problema è se sarà possibile RIASSORBIRLI prima o poi…o se la SUDAMERICANIZZAZIONE prenderà piede:

……Scherzi a parte, abbozziamo una simulazione: per ritornare ai livelli occupazionali del 2007 ci vorrebbero 9 anni con una crescita mensile di +250mila posti, 18 anni con una crescita mensile di +200mila posti…mentre con +150mila posti al mese non si ritornerebbe MAI al livello pre-crisi.

COME ANDREA MAZZALAI HA SOTTOLINEATO NEI MESI SCORSI… PROBABILMENTE NON SI RITORNERA' AL LIVELLO OCCUPAZIONELE PRE-CRISI 2007, SENZA QUALCHE SCOPERTA SCIENTIFICA PARAGONABILE ALLA NEW ECONOMY ( altra bolla-balla gigantesca).

GIOBBE

utente anonimo
Scritto il 7 Marzo 2010 at 17:00

bello l'articolo in inglese, che è l'autore?
Bonaparte?

Scritto il 7 Marzo 2010 at 18:32

"In democrazia l'eccessiva cessione di potere ai politici ha portato i cittadini a disinteressarsi della gestione della cosa pubblica al punto da considerare lo stato un nemico.

Basta tornare in possesso del potere delegato in eccesso, limitando il numero di mandati (è vero che Formigoni ripresentandosi supera il numero di mandati previsto dalla legge?)e le deleghe operative date ai politici.

Basta imporre allo stato di occuparsi solo di istruzione, salute, sicurezza interna ed esterna."

SbagliatISSIMO: chi vuoi che imponga allo stato…….come vuoi che qualcuno  limiti le deleghe.

Lo stato è assurdo e troppo lontano da te: bisogna ridurre le estensioni geografiche, è l'unico modo
per tenere sotto controllo spese e tutto il resto.

Sei un povero  illuso.

Scritto il 7 Marzo 2010 at 18:33

Paul Nathan

utente anonimo
Scritto il 7 Marzo 2010 at 20:29

@ folletto

Nel 2009 i poveri di mente (come li definirebbe Paoloprometeo), cioè noi, non sono andati a votare ad un referendum che si proponeva di riformare l'attuale legge elettorale (definita dal suo stesso estensore una boiata).

Tu sei andato a votare, o sei andato al  mare?

Gli strumenti in democrazia ci sono basta volerli usare.

E' inutile che ti scagli contro un regime (la democrazia) che, pur se perfettibile, funziona.

I tuoi interventi di grande interesse, per chi ha voglia e tempo di leggerli (oppure conosce l'inglese), rimangono dei meri esercizi di stile, perchè non usi le tue energie per convincere noi, "poveri di mente" a riprendere in mano la nostra vita.

VALUEatRISK

Scritto il 7 Marzo 2010 at 20:43

Sei un povero  illuso…. Vediamo se facendo ragionamenti molto  semplici qualcosa di più entra…. ancora perdiamo tempo con disquisizioni inutili quali quelle del Cu-culo…..
Il bello è che vi hanno così cucinato il cervello che in parte parliamo la stessa lingua, ma non ci capiamo…….Europa aperta, mente chiusa……Svegliatevi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Egregio dottor Folletto, è solo una piccola collezione di alcune sue frasi, di una persona che ama il dialogo, senza voler imporre le sue idee agli altri, condividendole e lasciando alla maggioranza poco pensante, incapace di fare ragionamenti superiori e soprattutto analfabeta linguisticamente parlando. Sono stato assente per un paio di giorni, alle volte il fisico non regge il ritmo della navigazione, ma purtroppo vedo che oltre la foga lei, dimentica le mie richieste, dimenticando inoltre che lei è un ospite. Al di la dell'inesistente rispetto per coloro che non condividono le sue visioni, le avevo chiesto di smetterla di postare per intero gli argomenti e le frasi che le stanno più a cuore. frasi che se qualcuno sarà interessato potrà visionare via link in altre sedi più opportune di questa per affrontare gli argomenti a lei tanto cari. Detto questo d'ora innanzi, qualunque poema verrà cancellato. Le suggerisco di aprire per l'ennesima volta di aprire un blog o sito, dove potrà liberamente esprimersi e trattare gli altri come comuni mortali.

D'ora in poi non ho ne tempo ne voglia di dover rincorrere sollecitazioni private o pubbliche, per una certa dose di arroganza,  per argomenti che potrebbero tranquillamente essere affrontati in una diversa dimensione. Evidentemente questa dimensione non è tra quelle da lei contemplata. 

Con l'augurio di essere stato chiaro la saluto. Andrea
 

utente anonimo
Scritto il 7 Marzo 2010 at 21:27

Bravo Andrea, decisione saggia! Da quando Folletto impesta il blog con le sue pappardelle non leggevo più neanche gli altri commenti. Dai un limite ai post che so, 100 righe e non più di tre post sullo stesso argomento. Se uno ha bisogno di scrivere di più deve capire che deve aprie un suo blog.

Gianni

Scritto il 7 Marzo 2010 at 21:36

Ri-posto un paio di link……se a qualcuno sono sfuggiti hehehe.

http://www.educational.rai.it/magazine.asp?ID=355

http://www.asiamodena.it/articoli/lama_geshe.pdf

Spero che a qualcuno interessino!!!!!

Un saluto

SD

Scritto il 7 Marzo 2010 at 21:36

Ri-posto un paio di link……se a qualcuno sono sfuggiti hehehe.

http://www.educational.rai.it/magazine.asp?ID=355

http://www.asiamodena.it/articoli/lama_geshe.pdf

Spero che a qualcuno interessino!!!!!

Un saluto

SD

Scritto il 7 Marzo 2010 at 21:36

Ri-posto un paio di link……se a qualcuno sono sfuggiti hehehe.

http://www.educational.rai.it/magazine.asp?ID=355

http://www.asiamodena.it/articoli/lama_geshe.pdf

Spero che a qualcuno interessino!!!!!

Un saluto

SD

Scritto il 7 Marzo 2010 at 21:36

Ri-posto un paio di link……se a qualcuno sono sfuggiti hehehe.

http://www.educational.rai.it/magazine.asp?ID=355

http://www.asiamodena.it/articoli/lama_geshe.pdf

Spero che a qualcuno interessino!!!!!

Un saluto

SD

Scritto il 7 Marzo 2010 at 22:35

Decisione democratica…..ma ormai il seme è stato piantato.

Scritto il 7 Marzo 2010 at 22:58

E se non Ti Basta ecco:

Every Breath Bernanke takes

http://www.youtube.com/watch?v=ipJTqCbETog

(però bisogna conoscere l'inglese!)

Scritto il 7 Marzo 2010 at 23:02

Miliardi di semi vengono piantati, pochi sono quelli che fruttificano…..dipende dal seminatore.

Andrea

Scritto il 7 Marzo 2010 at 23:47

E io che pensavo dipendesse dalla terra e dall'acqua…?

utente anonimo
Scritto il 8 Marzo 2010 at 03:06

ciao a tutti.  hei SD, le tue cose le leggo quasi tutte.  interessanti.  non come folletto che è veramente palloso.  egoista ai massimi livelli.  lui e il suo oro di merda.   sarò breve.  mando u video del prof. da crema.  ha insegnato pure alla bocconi di milano.  e sà bene  la truffa del signoraggio.  qui parla comunque della "balla" del PIL. una boiata ultragalatica che aveva denuniciato come "falsa" già da Bob Kenndey.   vedere qui.  http://www.youtube.com/watch?v=gOXZekIqE1M 

il penultimo libro che ha scritto è:   la morte del denaro.  qui. http://www.ibs.it/code/9788882730512/dacrema-pierangelo/morte-del-denaro

tutto quello che stà succedendo di catastofico, morti, suicidi, perdita in massa di posti di lavoro, angosce, drammi, e mi fermo quii, lo aveva ahimè già pronosticato ben 10 anni fà dal grande prof. GIACINTO AURITI.    Lui ce lo aveva detto e aveva denunciato il grande dramma del denaro truccato.  furto 1, signoraggio primario fatto dalle banche centrali.   e furto 2, signoraggio secondario, ancora più subdolo fatto dalle nostre tanto care amate banche nazionali.  cioè la banca che hai sotto casa.  w le banche, w gli usurai.  finchì votate i politici, e finchè portate i soldi in banca, sarete fottuti a vita.  voi e i vostri figli.  alcuni consigli li avevo dati mesi fà e tante volte, ma non volete ascoltare.  peggio x voi.  

andate a vedervi questo sito. http://www.simec.org/      orv troverete la soluzione che cercate.  e nache 3 libri di auriti gratis.  in italiano.  brevi, di 40 pag. ciascuno.  Io ve l'ho detto e stradetto.  poi fate voi.  volete cinciare all'inifinito, beh liberi di farlo.  ma cosi' facendo condannate i vostri figli a morte.  morte x usura da parte dei politico/banchieri.   buona notte.    saluti.      DORF 

utente anonimo
Scritto il 8 Marzo 2010 at 09:34

per SD #50

belli i tuoi link, grazie.
dovrebbero leggerli o ascoltarli tutti, anche quei folli folletti che sono contro l'arroganza con arroganza.

Scritto il 8 Marzo 2010 at 16:35

Cari compagni di viaggio,ho un po' di tempo ed allora mi diletto un attimo

ieri 7 marzo folletto1 hai postato:
ore 12,33
ore 12,47
ore 14,41
ore 14,44
ore 14,45
ore 14,46
ore 14,47
ore 15,09
ore 15,10
ore 15,31
ore 16,19
ore 18,32
ore 22,35
ore 22,58
ore 23,47

su 15 post hai avuto due risposte mirate ed altre interlocutorie,direi che il tuo seme è caduto sulla "roccia", può essere che abbia attecchito ma, con poca terra non germoglierà e non darà frutto. 

Folletto Il tuo sapere è gradito ma devi imparare a sintetizzare ed a tradurre per i vecchi (io per esempio) che non sanno l'inglese, per seminare occorre "chinare" la schiena e sudare.
La moderazione poi è una buona virtù per essere ascoltato.
Tutti noi abbiamo qualcosa da imparare, dopotutto,basta avere tanta umiltà ed un minimo di rispetto per gli altri nell' esporre la "lezione"
Comunque c'è sempre tempo per trasformarsi,basta  volerlo.
Buona giornata a tutti.
Grazie Andrea 

CONSULENZA FINANZIARIA GENERICA
SOSTIENI ICEBERGFINANZA
SOSTIENI IL NOSTRO VIAGGIO
IL NOSTRO LIBRO clicca qui
Segui IcebergFinanza su
http://www.facebookloginhut.com/facebook-login/ http://www.facebookloginhut.com/facebook-login/ http://www.facebookloginhut.com/facebook-login/
CONTATORE