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POWELL: NESSUNA FRETTA!

Scritto il alle 09:57 da icebergfinanza

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Si, certo, the horable Jerome Powell!

Tutto come previsto, nulla di nuovo dall’audizione di Powell ieri al Congresso americano, una passerella, con domande prestabilite e risposte ridicole.

“No urgency to cut interest rates further”

Nessuna urgenza di tagliare ulteriormente i tassi!

Peccato che a settembre all’improvviso tagliarono i tassi di 50 punti base, dopo che le revisioni negative cancellarono oltre 800.000 posti di lavoro.

Ma evidentemente Powell ha deciso di sfidare la sorte, di sfidare Trump, di sfidare la storia, ripetendo lo stesso errore.

Nessuna fretta di tagliare i tassi ha detto ieri Powell, il genio americano titolare della banca centrale, nessuna fretta come in passato.

Nessuna fretta di aumentare i tassi dopo la pandemia aveva detto Powell, e abbiamo visto cosa è successo.

Nel 2004, nessuna fretta di aumentare i tassi aveva detto Greenspan, poi la più spettacolare crisi immobiliare della storia, qualche anno dopo, un disastro.

A proposito di bolle immobiliari…

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Vi risparmio Bernanke, non ne ha indovinata una!

A marzo dello scorso anno, alcuni governatori della Fed, dissero che … ” la banca centrale non è sottoposta a pressioni urgenti per tagliare i tassi di interesse, data la “prosperità” dell’economia e del mercato del lavoro.”

Qualche mese più tardi, giù di 50 punti base in un colpo solo e 100 complessivamente.

Un teatrino ieri, uno spettacolo!

Sen. Kennedy: “Il fatto è che, toccando ferro, abbiamo sperimentato un atterraggio morbido, non è vero?”

Powell: Non spetta a me dirlo, davvero.

Kennedy: Abbiamo avuto un atterraggio duro?

Powell: “No, di certo non lo abbiamo fatto.”

Kennedy: “Lo chiamo un atterraggio morbido… Mi sembra che lei e alcune delle signore e dei signori [che sono suoi colleghi] meritino un po’ di merito per questo.”

E certo, medici che hanno sbagliato diagnosi e cure, ora si prendono il merito.

Kennedy: “Non sto dicendo che le cose siano perfette, ma non avrei mai immaginato che il nostro atterraggio potesse essere così morbido. Anche se non perfetto.”

Infatti gli americani hanno votato in massa per Biden, perché sapevano che l’atterraggio era stato morbidissimo, 2 milioni di posti di lavoro inventati sono spariti per caso.

Sono bravi a mentire, sapete perché sono bravi, politici e banchieri centrali?

Perché ci sono milioni di fessi che stanno muti e rassegnati, mentre loro rubano o frodano.

Ma torniamo ai dazi di Trump, perché chiunque dimentica il suo passato è destinato a riviverlo.

Ho scritto per anni che le fesserie di Trump sulle guerre commerciali, lasciano il tempo che trovano.

Il presidente Trump ha dato all’economia un’altra scossa di incertezza lunedì quando ha firmato ordini esecutivi che impongono tariffe del 25% su tutte le importazioni di acciaio e alluminio. I suoi consiglieri affermano che queste tariffe sono economicamente “strategiche” piuttosto che una merce di scambio per qualche altro obiettivo. La strategia è quella di danneggiare i produttori e i lavoratori statunitensi?

Ecco cosa hanno fatto i suoi dazi del primo mandato, e vale la pena rivisitare il danno di quell’errore mentre minaccia di ripeterlo. A marzo 2018, il signor Trump ha annunciato dazi del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio con il pretesto di proteggere la sicurezza nazionale. Allora, come oggi, la maggior parte delle importazioni di metallo degli Stati Uniti proveniva da alleati tra cui Canada, Messico, Europa, Corea del Sud e Giappone.

Il vero obiettivo delle aziende statunitensi di acciaio e alluminio che volevano i dazi era quello di aumentare i loro profitti. Aumentare i prezzi delle importazioni dall’estero ha permesso loro di far pagare di più. Il prezzo è stato pagato dai produttori di metalli secondari statunitensi e dai produttori a valle.

Nonostante ciò, i dazi hanno creato incertezza per i produttori statunitensi e si sono ritorti contro le aziende di acciaio e alluminio. L’occupazione nella produzione di beni durevoli ha iniziato a calare all’inizio del 2019, il che ha ridotto la domanda di acciaio e alluminio. L’occupazione nella produzione di metalli lavorati che utilizzavano acciaio e alluminio è crollata ed è ancora di circa 35.000 unità inferiore rispetto a quando i dazi sono entrati in vigore.

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Quindi finiamola di dire fesserie, la guerra commerciale farà crollare l’inflazione, la depressione colpirà l’economia e la deflazione da debiti, darà il colpo di grazia.

Oggi i prezzi al consumo in America, l’ennesimo teatrino sull’inflazione!

Ieri il super falco tedesco Schnabel ha affermato che l’incertezza nel commercio è aumentata drasticamente.

Ma davvero?

Prepariamoci a grosse sorprese nei prossimi giorni, la festa sta per iniziare.

Ieri Powell ha detto..

“Il QE è uno strumento che usiamo solo quando i tassi sono già a zero”.

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