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TRUMP E TASSI: L’INIZIO DELLA FINE!

Scritto il alle 08:00 da icebergfinanza

Cartoon of the Day: Ready For Liftoff?

Davvero interessante l’ultimo Machiavelli, le sue interpretazioni “machiavelliche” di quello che potrebbe accadere in Francia nelle prossime settimane, o forse giorni, hanno scritto alcuni di Voi.

Ebbene ieri, una prima conferma delle mie visioni.

A sinistra litigano che è un piacere, forse i socialisti hanno una pulce nell’orecchio di nome Macron.

l coordinatore de La France Insoumise, Manuel Bompard, ha accusato questa mattina il Partito socialista di “opporre un rifiuto costante, continuo a tutte le proposte sul tavolo” per riuscire ad identificare un candidato primo ministro che raccolga l’adesione di tutte le componenti del Nuovo Fronte Popolare.

Elementare Watson, la prima mossa è quella di eliminare Melenchon, per poi trattare con Macron.

La candidatura di Laurence Tubiana per Matignon presentata ai “ribelli” di Melenchon, il Nuovo Fronte Popolare sull’orlo del fallimento

Laurence Tubiana, European climate foundation. I negoziati della Cop 25 ...

Socialisti, ecologisti e comunisti si sono accordati sul nome dell’economista, ambasciatore ai negoziati per l’accordo sul clima di Parigi del 2015.

I negoziati a sinistra sono sospesi.

La France insoumise “esige” che il Nuovo Fronte Popolare “si accordi immediatamente su una candidatura unica” alla presidenza dell’Assemblea nazionale, prerequisito per qualsiasi ripresa dei negoziati per nominare il candidato di sinistra per Matignon.

Non è magnifico, la cosa più ovvia, «non sarebbe bello un mondo in cui tutto è più semplice?» direbbe Del Piero!

Melenchon, sospetta  che il partito socialista stia guadagnando tempo per lasciare che il Nuovo Fronte Popolare si dissolva.

E ha ragione!

Non per nulla come abbiamo anticipato domenica, oggi è probabile che Macron, in mattinata, accetti le dimissioni del primo ministro e del governo, per permettere ai suoi ministri di sedere in parlamento e votare.

Nel frattempo in America Donald Trump si scegli un vice  che lo ha definito un “candidato terribile” e l’ “l’Hitler americano”.

Un governatore filorusso dicono alcuni articoli, ora capisco perchè Zelensky per la prima volta suggerisce che anche la Russia deve partecipare alla conferenza sulla pace.

Inoltre ha offerto su un piatto d’argento a Biden, la possibilità di incentrare l’intera campagna elettorale contro il suo vice e le sue idee radicali.

Tanto per non cambiare, un’altro che viene dalla finanza.

Quello che a noi importa è che Trump, le cui probabilità di vittoria al netto di brogli elettorali sono matematiche, dicevo quello che a noi importa è che è l’uomo dei tassi zero!

E’ il non lontano 2018 quando Trump dichiara …

“Purtroppo hanno appena alzato i tassi di interesse”, si è lamentato. “Non ne sono contento”. Trump ha ammesso che la Fed ha agito in risposta alla forte economia e che i risparmiatori avrebbero beneficiato della mossa, “ma fondamentalmente sono una persona da bassi tassi di interesse”.

Parlando della Yellen, la precedente governatrice della Fed…

“She’s a low-interest-rate person, she’s always been a low-interest-rate person,” he said. “And I must be honest, I am a low-interest-rate person. (…) While there are certain benefits, it sounds better to have a strong dollar than it actually is,” he said…

Due piccioni con una fava, tassi bassi e dollaro forte, vuole il buon Donald!

Non sembra possibile, ma in realtà come direbbe Machiavelli lo è già stato e tornerà ad esserlo.

Ma passiamo a Powell, il governatore della banca centrale americana.

Ma davvero, non aspetterà che l’inflazione arrivi al 2 % prima di tagliare i tassi?

E tu, hai colto al volo, l’ulteriore occasione generazionale offerta nelle scorse settimane o sei ancora li ad ascoltare i consulenti che ti dicono di stare lontano dai titoli di Stato?

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I dati sulle pressioni sui prezzi tra aprile e giugno “aumentano in qualche modo la fiducia” che l’inflazione tornerà all’obiettivo della Fed dopo che le letture dell’inflazione non sono riuscite a fornire tale fiducia all’inizio di quest’anno, ha affermato durante una sessione di domande e risposte a Washington.

Quante frottole, lo sapevano tutti che l’inflazione in realtà è da tempo sotto il 2 % e non al 3 come riporta l’istituto luce Biden.

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Non solo Powell ha aumentato le probabilità di una serie di tagli di tasso, ma anche il presidente della Fed di Chicago Austan Goolsbee suggerisce che i tagli dei tassi sono giustificati.

“Abbiamo fissato questo tasso quando l’inflazione era superiore al 4%, e l’inflazione ora è, chiamiamola così, al 2,5%.

Bene uno che dice chiaramente che l’inflazione ufficiale è un tarocco colossale.

“Ciò implica che abbiamo inasprito molto da quando manteniamo a questo ritmo.”

La presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ritiene che i tagli dei tassi “sono giustificati”, ma si astiene dal sostenere una mossa a luglio.

Jan Hatzius di Goldman è uscito ieri mattina con un pezzo intitolato “Perché aspettare?”

Scrive: “Anche se settembre rimane il nostro punto di riferimento, vediamo una solida motivazione per tagliare già a luglio”.

“Se la necessità di un taglio è chiara, perché aspettare altre sette settimane prima di effettuarlo?”

Beh dai c’è anche Jackson Hole in agosto, non vorrai che si perdano la possibilità di continuare a tenere un alone di mistero e di mangiare caviale e bere champagne, mentre gli americani annegano nei debiti?

Ieri tutti preoccupati per la Cina, quale Cina, quella che continuerà ad esportare deflazione nei prossimi mesi?

Oggi usciranno di dati sullo ZEW tedesco, il cui indice ieri mentre Wall Street inelava nuovi massimi storici ha subito una bella batosta.

Ma non è finita, perchè nuovi massimi storici sono in arrivo anche per il DAX.

Prestiti bancari nella UE, prezzi delle importazioni USA, poi vendite al dettaglio americane, inflazione giapponese, Regno Unito e Canada, ma soprattutto, l’annuncio della politica monetaria della BCE.

Finalmente Powell ha dovuto ammettere che gli ultimi tre mesi di dati sull’inflazione hanno aumentato la fiducia della Fed che l’inflazione tornerà all’obiettivo.

Ha inoltre osservato che se ci fosse un indebolimento inaspettato del mercato del lavoro, la Fed reagirebbe immediatamente.

Continua la lenta agonia dell’indice manifatturiero di New York,  -6,6 % con l’occupazione che ha continuato a contrarsi.

L’euro  è rimasto invariato rispetto al dollaro dopo il tentativo di assassinio di Trump e il presidente della Fed Powell.

La corsa è finita, l’economia europea agonizzante, la Lagarde giovedì non avrà il coraggio di abbassare ulteriormente i tassi, i banchieri centrali sono sempre lenti e in ritardo.

Crollerà tutto in un istante, certo puoi continuare a manipolare, dati, trimestrali, cervelli, ma prima o poi la verità figlia del tempo presenta il conto.

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