POWELL: UN NATALE DA FALCO!
Non c’era alcun dubbio, la stagione regina dei consumi poteva restare in piedi solo con gli sconti, l’intera baracca aveva bisogno di prezzi molto più bassi, con tanti saluti all’inflazione.
Il bello è che in mezzo ad un mondo sussidiato, dove nulla gira senza incentivi statali e sussidi, dove se non sconti la merce i consumi non crescono e i fatturati senza inflazione scendono, c’è chi ancora agita fantasmi a lungo termine per l’inflazione.
Secondo Adobe Analytics, dato come sempre da prendere per le pinze, come i bilanci della Juventus, tanto per restare in tema, le vendite nel fine settimana americano sono salite rispetto al 2021 del…
Ripeto, prendiamo questi dati con il beneficio di inventario, come in sondaggi politici e i dati di chi deve infondere fiducia in una popolazione sostanzialmente depressa, in mezzo ad un’economia in ampia recessione.
Stiamo parlando di un aumento complessivo superiore del 4% di un anno, il 2021, che registrava vendite già basse dovute alla mancanza di merce per colpa dei colli di bottiglia nelle catene di produzione e nel trasporto.
Sconti record ovunque, altro che inflazione, si parla addirittura di una media del 25% contro meno del 10 % dello scorso anno, magazzini strapieni da svuotare con tanti saluti ai fatturati.
Secondo Adobe Analytics, i prezzi sono rimasti invariati negli ultimi mesi, secondo l’analista capo di Adobe…
“Con l’eccesso di offerta e un ambiente di spesa dei consumatori indebolito, i rivenditori hanno fatto la scelta giusta in questa stagione per guidare la domanda attraverso forti sconti “
Bene, con simili sconti, l’eroico consumatore americano non si sarà fatto sfuggire l’opportunità di preparare tutti i regali di Natale, quindi la stagione si chiude qui.
Ne abbiamo già parlato nelle scorse settimane, il numero di navi container in attesa di attraccare e scaricare merci lungo la costa occidentale americana si è più che dimezzato con oriini in calo del 24%.
Le aziende si ritrovano tutte con i magazzini strapieni, come riporta ZeroHedge, il rapporto tra inventario e vendite ha raggiunto il massimo di molti decenni, facendo crollare le importazioni e i prezzi del trasporto navale.
Morgan Stanley in settimana esce con un report che parla del 2023 come l’anno in cui il palloncino dell’inflazione si sgonfierà…
Year 2023 will be year of disinflation in Asia: Morgan Stanley report https://t.co/pj2calvzlr
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) November 30, 2022
Ma questo interessa poco ai falchi della Fed, che nel giorno del ringraziamento si sono fatti arrostire le colombe al posto del tacchino.
Oggi parlerà Powell, non può permettersi passi falsi, quindi dovrà sostenere la linea di tutto il board che voterà il prossimo rialzo dei tassi e quelli che verranno.
Il super falco Bullard ha messo in guardia i mercati, i rialzi continueranno almeno sino al 6 o 7 %, ma è un mattacchione, in passato amava raccontare barzellette…
St. Louis Fed President James Bullard repeated his call for additional interest-rate hikes to a level that will restrict economic growth https://t.co/iUoNaZ3F6Z via @business
— Sam 🇦🇺🇺🇦 (@samstrades) November 30, 2022
La vice di Powell, Brainard nel suo ultimo lavoro ha menzionato all’infinito la pandemia e la guerra come cause principali dell’inflazione, ovviamente dimenticando le proprie responsabilità, suggerendo che anche i Paesi che per primi hanno aumentato i tassi non hanno evitato l’inflazione…
Fed Vice Chair Lael Brainard says US central bankers must lean against the risk of inflation expectations rising above the 2% target https://t.co/EUeqo2xANR
— Bloomberg (@business) November 28, 2022
Ovviamente per loro c’è ancora la pandemia, loro dormono in una biblioteca.
E infine Williams, della fed di New York, che suggerisce che c’è ancora molto lavoro da fare ma che nel 2024 la Fed potrebbe abbassare i tassi.
Noi scommettiamo che ciò accadrà molto prima nel secondo trimestre del 2023!
Fed could lower interest rates in 2024, Williams says https://t.co/hkpy8GZrUD pic.twitter.com/bPmzRthJQI
— Reuters (@Reuters) November 28, 2022
Dopo lo strepitoso recupero dei rendimenti una pausa era salutare, il dollaro è stato respinto dalla prima barriera, petrolio vicino a rompere la soglia dei 70 dollari, qualche mese dopo che qualche burlone lo vedeva a 200 dollari.
In Giappone la produzione industriale è scesa in ottobre del 2,6% in Corea del Sud del 3,5%ben oltre le peggiori aspettative, sui minimi da maggio del 2020.
In Cina l’attività economica era in decisa frenata ben prima delle recenti proteste e chiusure, l’indice PMI manifatturiero è sceso a 48 da 49,2 ancora peggio il settore dei servizi sceso a 46,7 da 48,7.
Sentiamo cosa ha da raccontarci di bello Powell oggi…
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Io sto pregando chi comanda dai Cielim di farmi cambiare Portafoglio e fare 100% azionario SP. Ma purtroppo non ci riesce
Quei fessi di ‘geni’, che noi cittadini Europei abbiamo [purtroppo] a governarci da Bruxelles, non si sono ancora accorti che il MONDO ha deciso e intrapreso una virata storica; il globalismo (che tanto bene aveva fatto per la Germania soprattutto) non esiste più, tutti i maggiori players mondiali (USA China India) stanno iniziando ad alzare muri protezionistici autarchici, già tutti pronti a giocare a ping-pong con l’UE… fosse solo per il destino di quei dannati burocrati e tecnocrati (a cominciare dalla ‘ursula’ vdl) non me ne importerebbe poi tanto, ma il fatto è che QUELLA PALLINA da PING PONG siamo tutti noi cittadini europei…
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In un mondo in cui la correlazione tra costi di produzione e prezzi si è persa da tempo, inflazione fa spesso rima con speculazione.