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OPEC! BENZINA SUL FUOCO!

Scritto il alle 08:47 da icebergfinanza

Non avevamo alcun dubbio, la riduzione enorme della produzione di 2 milioni di barili al giorno non poteva far altro che incendiare di nuovo i prezzi del petrolio, un mossa che gli americani non hanno digerito…

Ma davvero qualcuno pensa che non siamo in una guerra globale, sia geopolitica che economico/finanziaria?

Ci si chiede se questa mossa, fa il gioco della Russia! Allucinante, ma alcuni analisti dove pensano di essere?

Da sempre Arabia Saudita e Russia sono alleati, gli americani alleati di comodo.

Nel prossimo manoscritto, scopriremo se il petrolio potrà ambire ad una risalita o se il suo destino è già segnato.

Germania, Olanda e Austria continuano a minare l’Europa è giunta l’ora che se ne vadano per conto loro, ma non lo faranno, prima faranno i loro interessi sino all’ultimo e poi distruggeranno l’euro, minandolo come hanno sempre fatto!

Questa è sempre stata la nostra opzione principale.

I dati in arrivo dalla Germania sono TERRIFICANTI, non c’è più nulla che funziona, stanno crollando esportazioni, produzione, consumi, investimenti e soprattutto il surplus si è azzerato!

Surreale, commissiari che scrivono sulla carta del formaggio le loro idee e un secondo dopo il malgaro di turno, le sconfessa come innocenti monellate!

Allucinante e surreale questa Europa!

Nel frattempo in America in tempo di elezioni, continuano ad uscire dati contrastanti l’altro ieri è stata la volta del settore dei servizi ISM prontamente smentito prima dal report di S&Poors…

ISM table courtesy of ISM, by Permission 

Fonte ISM

Fonte PMI SPGLOBAL

La cosa ridicola è che mentre l’indice ISM continua a segnalare espansione nel settore dei servizi, le indagini della S&P Global ci dicono che il settore è in calo per il terzo mese consecutivo con calo della produzione sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi. Il miglioramento intravvisto è dovuto solo al raffreddamento delle pressioni inflazionistiche nelle catene di approvvigionamento.

  • ” La preoccupazione è che l’inasprimento delle condizioni finanziarie, e in particolare l’aumento dei costi finanziari, stiano esercitando una maggiore pressione sui costi su famiglie e imprese, oltre a colpire la crescita del vasto settore dei servizi finanziari, che ha visto le flessioni più marcate sia della domanda che dell’attività imprenditoriale in negli ultimi mesi e ha visto l’ennesimo marcato peggioramento delle condizioni degli affari nel mese di settembre .
  • ” Inoltre, nonostante l’allentamento, le pressioni inflazionistiche in termini di costi delle imprese e prezzi medi di vendita di beni e servizi rimangono elevate . Con le aziende che segnalano anche problemi di personale e salari in aumento a causa delle condizioni molto rigide del mercato del lavoro, l’inflazione persistente rimane allo stesso tempo una preoccupazione momento in cui l’economia sembra lottare per riprendere slancio”.

Ordinativi piatti!

Se si leggono i commenti e le risposte alle domande anche nel rapporto dell’ISM siamo di fronte ad un rallentamento generale dei consumi, il settore turistico ha registrato un calo dell’attività, quello delle costruzioni non se ne parla.

Ma certo, all’orizzonte ci sono le elezioni di medio termine, guai a disturbare Biden!

Ieri sono usciti dati relativi alle offerte di lavoro registrate dal BLS Job Openings and Labour Turnover (JOLTS)  oltre un milione di posti di lavoro spariti in un istante.

 

Direi che è quello che la Fed vuole, dopo aver fatto collassare i mercati azionari, quelli obbligazionari e soprattutto i consumi, ora potrà gioire per aver fatto crollare anche l’occupazione con tanti saluti all’atterraggio morbido di mia nonna.

Il segnale più forte che, a fronte di molteplici aumenti dei tassi di interesse e di un rallentamento dell’economia, le aziende stanno ridimensionando i piani di assunzione.

Alla ChallengerGray, azienda privata di rilevamento dellìoccupazione da quattro mesi consecutivi si assiste a propositi di licenziamento, addirittura, +67,6% la differenza anno su anno a settembre rispetto al +30,3% del mese precedente.

Molti nel settore del commercio al dettaglio aumentato di quasi otto volte rispetto al mese precedente a quasi 7.500 unità, non un bel segnale visto che sta per iniziare la stagione principe per i consumi in America. Licenziamenti nel settore retail, magazzini pieni per i rivenditori, sarà un lungo inverno ….thriller! 

Immagine

Inoltre ieri sono aumentate sensibilmente le richieste di sussidi di disoccupazione.

Oggi usciranno i dati relativi alla disoccupazione in America, i soliti dati ballerini del BLS!

Ci sono le elezioni di medio termine dietro l’angolo, non ci mettiamo a fare previsioni in un mondo nel quale basta spostare qualche virgola e i dati cambiano dalla mattina alla sera.

Il rimbalzo del gatto morto è stato spettacolare ma brevissimo solo 2 giorni.

I mercati hanno bisogno di un dato pessimo, Biden no, bad news is good news!

Per osservare un cambiamento nella Fed serve un dato davvero disastroso che non ci sarà.

I dati delle nuove aperture di lavoro mensili sono crollati, quelli del settore manifatturiero pure, ma sono risaliti quelli dei servizi se si possono presumere giusti.

225.000 nuovi posti è la previsione media del mercato, la ADP ne ha comunicati 200.000 mercoledi, ma ripeto è un gioco, tirando una monetina si fa meglio.

Molto però dipenderà anche dal dato sui salari che uscirà, ogni numero sotto il 5% a/a verrà preso dal mercato come un scusa per far partire un altro rally insieme a quello obbligazionario che farebbe decollare i prezzi.

Comunque il dato principale resta quello di cui vi abbiamo parlato molto seguito dalla FED i dati JOLT

Con un crollo superiore a 1,1 milioni di nuove aperture la Fed potrebbe segnalare la fine della stretta ovvero la riduzione dell’entità dei rialzi.

Ripeto è un terno al lotto prevedere cosa uscirà, ma settembre solitamente se la mia memoria non mi inganna è il mese delle sorprese, spesso negative.

Stiamo a vedere!

 

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