DOLLAR IS BACK!
La verità è figlia del tempo qui da noi, mentre il mondo intero pronosticava dollari a 1,30 o 1,40 noi suggerivamo quanto effimero potesse essere questo miserabile rimbalzo dell’euro.
La festa per l’euro è finita, la speculazione si è arresa, il prossimo anno arrivano le elezioni francesi ci sarà da divertirsi…
La festa è finita … DOLLAR IS BACK! 😉 pic.twitter.com/ffF8ePCUoZ
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) September 30, 2021
Lo abbiamo preannunciato nell’ultimo manoscritto nel fine settimana e la rottura è arrivata.
Il segnale è inequivocabile a livello tecnico!
Più di tutti il segnale del dollar index è inequivocabile, ora i prossimi obiettivi sono ambiziosi, ma senza fretta, la fretta è una cattiva consigliera, quello che cota è che le scommesse sul crollo del dollaro sono chiuse.
L’indice è riuscito a superare il livello di resistenza chiave a 93,70 precedente livello massimo registrato quest’anno. Aveva faticato a superare quel livello diverse volte in settembre nel 2020, agosto e luglio. L’indice del dollaro USA si è spostato al di sopra delle medie mobili a 25 e 50 giorni.
Nel frattempo la Fed di New York ha registrato un utilizzo record di 1,604 trilioni di dollari nella finestra REVERSE REPO, il numero più alto mai registrato distribuito tra 92 controparti.
Si tratta essenzialmente di contratti in base ai quali, la Fed offre titoli del Tesoro in cambio di contanti. Il giorno lavorativo successivo, l’accordo si risolve, la Fed recupera i suoi titoli e la controparte ottiene i suoi contanti.
Per sostenere il mercato monetario, o meglio i fondi monetari, allontanandoli dalla palude ZERO o tassi negativi, la Fed ha iniziato a pagare lo 0,05% sul denaro preso in prestito dalle controparti, risollevando i rendimenti.
La dinamica di fine mese è stata amplificata per circa 200 miliardi dalle banche, che, per motivi normativi a fine trimestre, devono avere meno contanti e più titoli del Tesoro nei loro libri contabili. A fine anno, ci sarà il picco come abbiamo previsto.
Nel frattempo dopo aver trascorso la settimana intera a spiegare che non c’era lacun pericolo di shutdown, all’improvviso…
La commedia americana sta per giungere al termine! https://t.co/v56VOczBHd
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) September 30, 2021
Il presidente Biden ha firmato un disegno di legge giovedì sera che estende i finanziamenti governativi fino al 3 dicembre, evitando un arresto parziale prima che il finanziamento attuale scada a mezzanotte.
Il disegno di legge è passato sia alla Camera che al Senato con il sostegno bipartisan all’inizio della giornata. La legislazione, che include anche 28,6 miliardi di dollari in aiuti di emergenza in caso di calamità e 6,3 miliardi di dollari per aiutare a ricollocare gli sfollati afgani, è passata con 65-35 al Senato e 254 a 175 poche ore dopo alla Camera.
Ridicoli!
Biden signs bill to avert government shutdown, approves bill to fund government through Dec. 3 https://t.co/w7rSgW8OYF via @usatoday
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) October 1, 2021
Lo spettacolo è solo rimandato, gli americani non rinunceranno a riprendere la commedia a dicembre!
I manoscritti da inizio anno sono più che sufficienti per comprendere come coglierla, l’ultima grande occasione, la più colossale della storia, perché oggi sono tutti sul lato sbagliato di una barca che sta di nuovo per affondare.
Ricordo a tutti coloro che avessero bisogno, che ICEBERGFINANZA è anche consulenza a 360 gradi, in mezzo a questa tempesta perfetta.
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SEMPLICEMENTE GRAZIE!
“Nel frattempo la Fed di New York ha registrato un utilizzo record di 1,604 trilioni di dollari nella finestra REVERSE REPO, il numero più alto mai registrato distribuito tra 92 controparti.”
Ho letto il dato anche da altra fonte, la quale ha anche aggiunto che questo “mega-parcheggio” di liquidità presso la Fed potrebbe essere interpretabile come timore del sistema bancario USA che si starebbe preparando a fronteggiare “qualcosa di grosso in arrivo”… effettivamente da quello che si legge in giro con epicentro Cina, qualcosa di “grosso” (e non certo piacevole) potrebbe innescarsi e partire da lì (non solo settore immobiliare, ma anche pesanti problemi della “supply-chain”, costi di trasporto delle mega-porta container verso USA e EU volati alle stelle a livelli mai visti, forte carenza di chips e semiconduttori, ormai “l’occidente” sembra vedersi presentare “il conto” della scelta decisa 30anni fà di voler produrre tutto in oriente…)
Uno dei fatti più preoccupanti che si sta verificando credo che sia l’aumento del prezzo del gas naturale e il conseguente aumento delle tariffe energetiche. Questo farà aumentare l’inflazione e i tassi? Mi pare che nello stesso senso agiscano l’aumento dei costi di trasporto e anche la carenza di chips ricordata da Aorlansky nel suo post. Spero di sbagliarmi.
Dopo 15 anni di condivisione ancora non avete capito cosa è la vera inflazione. La classe media con salari fermo e prezzi al rialzo non sosterrà questa illusione. Lo so èdifficile da capire, a scuola si insegna solo inflazione e nessuno parla di deflazione da debiti, giornali e televisioni amplificano solo tendenze e non sanno di quello che parlano. Inutile, la verità sarà sempre più figlia del tempo anche questa volta.
@ IcebergFinanza
La deflazione da debiti -come fattore determinante che caratterizzerà i prossimi decenni non è in discussione anche perchè oltre alla Tua, sono diverse altre le fonti altrettanto autorevoli che la sostengono (il prof. Giulio Sapelli la definisce addirittura “deflazione secolare”), peraltro la possibilità che “il sistema bancario USA tema l’arrivo di ‘qualcosa di grosso’ e per questo tenda ad ammassare liquidità presso la Fed” è opinione dell’analista dal quale avevo letto [e qui riportato] la notizia, non mia; resta il dato di fatto che innegabilmente “qualcosa stia avvenendo in oriente” (nella fattispecie Cina) per tutta una serie di motivi che avevo specificato nel precedente intervento.
La Cina è in questo momento storico il principale Paese -a livello globale- estrattore di materie prime indispensabili a molte componenti di devices irrinunciabili della civiltà moderna, se vengono a mancare queste materie prime “si ferma tutto”(e non esagero), non è quindi solo una questione critica nella supply-chain mondiale che parte dalla Cina come Paese produttore di “tutto” (ormai da alcuni decenni) ma anche di altro, in questo momento la Cina può contare sul ruolo che ho descritto prima e “guidare” (potrei dire anche “ricattare”) il resto del mondo a suo vantaggio su alcuni temi di basilare importanza a livello geopolitico internazionale, non è certo un mistero che l’obiettivo primario della Cina è quello di scalzare gli USA dalla cima della piramide di comando a livello mondiale…
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Capitano ,sono felice anche io ma essendo scaramantico lo direi più sottovoce,si scherza ehhh?