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La produzione industriale totale è scesa dell’11,2% ad aprile per il suo più grande calo mensile nella storia di 101 anni dell’indice, poiché la pandemia di COVID-19 (malattia di coronavirus 2019) ha portato molte fabbriche a rallentare o sospendere le operazioni durante il mese.
La produzione manifatturiera è calata del 13,7 per cento, il suo più grande declino storico, poiché tutti i principali settori hanno registrato una riduzione. La produzione di autoveicoli e ricambi è diminuita di oltre il 70 percento; la produzione altrove nella produzione è calata del 10,3 per cento.
Gli indici per le utility e ile attività estrattive sono diminuiti rispettivamente dello 0,9 per cento e del 6,1 per cento. Con il 92,6 percento della sua media del 2012, il livello della produzione industriale totale era inferiore del 15,0 percento in aprile rispetto a un anno prima.
L’utilizzo della capacità per il settore industriale è diminuito di 8,3 punti percentuali al 64,9% in aprile, un tasso che è di 14,9 punti percentuali al di sotto della sua media di lungo periodo (1972–2019) e 1,8 punti percentuali al di sotto della sua media di tutti i tempi (dal 1967) 2009.
PANICO A WASHINGTON… POWELL DEPRESSO! Fed Chair Says Economic Recovery May ‘Stretch’ Through End of 2021 https://t.co/CCoZSytxBf
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) May 17, 2020
Jerome H. Powell, presidente della Federal Reserve, ha affermato che mentre si aspettava che l’economia degli Stati Uniti si riprendesse dalla brusca e dolorosa crisi causata dal coronavirus, tale processo avrebbe richiesto tempo, potenzialmente fino alla fine del 2021.
“C’è un senso, un senso crescente, penso, che la ripresa arriverà più lentamente di quanto vorremmo”, ha dichiarato Powell durante il discorso al Peterson Institute for International Economics, in cui ha osservato che “la portata e la velocità di questa recessione sono senza precedenti moderni, significativamente peggiori di qualsiasi recessione dalla seconda guerra mondiale. “
Io invece penso che ne usciremo, grazie alla volontà di risollevarsi di tutti, prima di quello che in molti pensano, anche se come abbiamo più volte detto, il potenziale di crescita resterà basso per molti anni ancora.
Non c’è alcuna speranza di vedere ripartire l’inflazione nonostante lo tsunami di liquidità in circolazione!
A certa gente non sono bastati 10 anni di sonore sconfitte, eccone un altro che recita il REQUIEM del mercato toro più lungo della storia, quello obbligazionario americano.
Nel frattempo in Europa c’è grande fermento e grande paura, la calma prima della tempesta mentre oggi sul mercato escono i BTP ITALIA patriotici, noi invece suggeriamo prudenza.
Una gestione così stupida delle dinamiche finanziarie di un Paese non si era mai vista nella storia, neanche con Berlusconi, il che è tutto dire, una gestione quella del professore di lettere Gualtieri e dell’avvocatuccio Conte che ha fatto fuggire solo nel mese di marzo 492 miliardi di euro dal nostro Paese.
Ma veniamo a noi prima di passare oltre visto che anche tra i lettori di Icebergfinanza c’è la memoria corta.
Nel fine settimana molti di Voi mi hanno segnalato Fugnoli, ciao Andrea hai visto che anche Fugnoli parla dei tassi negativi!
Premetto che lo conosco da tempo per la sua spocchia nello scrivere simile al Semiserio di turno, ma vorrei ricordare che nell’ottobre 2007, scrisse che i mercati finanziari non erano sull’orlo di una crisi di nervi, ma che sarebbero stati in grado di passare indenni o quasi la tempesta subprime.
” I numeri degli istituti finanziari “verranno alla fine accolti bene come sono stati accolti bene quelli pubblicati in questi giorni, con l’idea, cioè, che i write down non saranno eterni e che a un certo punto lasceranno il posto a rivalutazioni”.
Ottobre 2007, ripeto ottobre 2007.
Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico! Nel maggio del 2008 ci dice nella sua rubrica…
” E se avessimo esagerato un po´ tutti, con la storia della crisi (la più grande degli ultimi decenni, si era detto) e della recessione? Se, alla fine, tutto fosse meno tragico di come l´avevamo immaginato ancora due mesi fa? Con le previsioni è facile sbagliarsi.
Infatti quattro mesi dopo fallisce Lehman Brothers e il mondo conosce la madre di tutte le crisi, ormai superata da quella attuale.
Ma andiamo a vedere cosa dice il profeta Fugnoli, visto che ora arrivano tutti dalle nostre parti folgorati sulla via di Damasco…
Se l’inflazione continuerà a scendere, come è possibile nei prossimi 6-12 mesi, e se i tassi ufficiali rimarranno stabili a zero in America e a -0.50 in eurozona, i tassi reali saliranno. Rivivremmo, in questo caso, l’esperienza della Grande Depressione degli anni Trenta, quando il mondo precipitò nella
deflazione e i tassi rimasero bloccati sopra zero. Questa volta,
verosimilmente, la deflazione sarà superficiale, ma il paradosso di tassi reali in crescita proprio quando in mondo avrà bisogno di tutt’altro sarà evidente e non potrà lasciare indifferenti banche centrali e mercati.
Già dire che la deflazione sarà superficiale, significa non capire nulla, si superficiale come lo è stata la crisi subprime per Fugnoli!
I mercati, a dire il vero, hanno già provato a scontare tassi negativi in America entro la fine del 2020, stimolati anche da un recente contributo di Kenneth Rogoff che invoca Fed Funds sotto zero. Non in via ipotetica, ma da subito, non moderatamente negativi, ma profondamente negativi. Rogoff propone tassi negativi ufficiali del 3 per cento e argomenta con il fatto che questo porterebbe i tassi effettivamente praticati ai debitori
corporate dalle banche e dal mercato obbligazionario ad azzerarsi, rendendo possibile la sopravvivenza di imprese che, se dovessero continuare a pagare un tasso positivo, diverrebbero insolventi e uscirebbero di scena. Un secondo
obiettivo sarebbe quello di ostacolare la tendenza ad accumulare liquidità da parte di investitori privati e istituzionali. Inoltre, per evitare che, per aggirare i tassi negativi, si riempiano di banconote le cassette di sicurezza, Rogoff propone l’abolizione dei biglietti di grosso taglio.
Di Rogoff vi ho già parlato in “Terra Promessa” se accadrà quello che propone per noi sarà davvero come aver scoperto l’America e noi pensiamo che accadrà.
Per chi vuole saperne di più, basta una semplice libera donazione e avrete la mappa per i prossimi mesi…
Ma attenzione perchè la Taylor rule che tanto seguono gli amici della Federal Reserve va ben oltre l’inimmaginabile…
Partendo dall’inflazione effettiva e desiderata da una parte e dalla disoccupazione effettiva rispetto al massimo impiego potenziale non inflazionistico dall’altra, l’equazione produceva il tasso d’interesse ottimale. Molto seguita anche dalla Fed fino alla
Grande Recessione, la regola rivelò i suoi limiti in un mondo dove la curva di Phillips aveva cessato di funzionare e perse centralità. In ogni caso, per chi la ricorda e ne ha nostalgia, la regola indicherebbe per oggi, per chi l’ha ricalcolata, tassi tra -8 e -16.
Senza spingersi oltre …
Giunti a questo punto, tuttavia, con il prolungarsi delle misure di
confinamento, con l’allargarsi dell’epidemia al mondo intero e con il rischio imminente, nei paesi che riaprono, di una ripresa dei contagi, di un ritorno al lockdown e di un’ondata di fallimenti, i tassi negativi appaiono sotto una nuova luce. A questa riconsiderazione contribuiscono la fine del recupero azionario e il deteriorarsi del quadro macro oltre le previsioni. Il fatto che le banche centrali abbiano finora dichiarato di non pensare per il
momento a tassi sotto zero vuol dire solo che sperano che non occorrano.Chi investe, tuttavia, farà bene a considerarli come
assolutamente possibili.
E qui arriva il bello visto che inmolti si aspettano la patrimoniale…
I tassi negativi, a differenza del Qe, potrebbero essere presentati come penalizzanti per le banche, per i rentier e per i ricchi in generale, mentre permetterebbero a chi ha un mutuo di rinegoziarlo a condizioni vantaggiose. Sarebbero una patrimoniale per chi sta ancora bene e una benedizione per chi è
indebitato. Sarebbero politicamente spendibili.(…) Il caso di tassi profondamente negativi sarebbe però una scossa tale da indurre tutti a riconsiderare il loro portafoglio e provocherebbe migrazioni a catena dalla liquidità ai titoli obbligazionari di qualità e poi da questi agli alti
rendimenti e all’azionario.
Il resto ve lo lascio leggere tutto, ma nel passaggio successivo Fugnoli commette un errore madornale sul dollaro, noi non ve lo diciamo sta tutto scritto nell’ultimo manoscritto di Machiavelli, la ” Terra Promessa”
Un ultimo elemento positivo è che i tassi negativi profondi, che partirebbero come tutte le novità dall’America, ridimensionerebbero un dollaro che la crisi sta rendendo troppo forte, darebbero sollievo al preoccupante numero di paesi
emergenti in difficoltà e indurrebbero l’Europa a reflazionare a sua volta.
Scrivere che il dollaro si ridimensionerà con i tassi negativi significa non conoscere nulla o poco delle dinamiche commerciali e del perchè il dollaro resterà forte ancora per molto tempo!
Vedendo l euforia assurda nei listini la domanda è chi compra a questi multipli?
C’è un accordo degli usa con varii fondi come in Giappone quando fu chiesto di tenere su l azionario?