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CHINA TRUMP FED : DIVERSAMENTE QE! UPDATE!
Fantastico, meraviglioso, entusiasmante accordo nel fine settimana tra i cinesi e gli americani, un accordo sulla parola come tutti gli altri, firmeremo tra qualche settimana, come quello del dicembre scorso, ve lo ricordate…
Ops scusate … era dicembre del 2018! Usa-Cina, tregua sui dazi. Ripartono i negoziati https://t.co/EjtmkGcEpb di @repubblica
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) October 14, 2019
Si era il 2 di dicembre dello scorso anno dopo due mesi da tragedia, i mercati che perdevano anche le mutande, all’improvviso…
– Sono partite le prove di un disgelo tra Stati Uniti e Cina. Donald Trump concede a Xi Jinping una tregua sui dazi. Non scatterà a gennaio il rincaro delle tasse doganali americane dal 10% al 25%, che doveva colpire 200 miliardi di dollari di merci importate dalla Cina. Per ora la misura protezionista è solo rinviata, mentre ripartono i negoziati tra le due superpotenze. Ma il clima è cambiato proprio nel corso della cena di lavoro tra le due delegazioni, avvenuta a Buenos Aires dopo la conclusione del G20. All’incontro partecipavano, oltre ai due leader, i principali ministri e consiglieri economici.
A riunione terminata, mentre Trump era già in volo sull’Air Force One alla volta di Washington, è arrivato l’annuncio dalla portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders: “L’aumento dei dazi è sospeso”. Seguito da una dichiarazione dello stesso Trump: “E’ stato un incontro fantastico e produttivo che apre possibilità illimitate sia per gli Stati Uniti che per la Cina. E’ un grande onore lavorare col presidente Xi”.
UPDATE: ore 11.30
La Cina vuole ulteriori colloqui, prima di firmare il deal! Io me la immagino la scena, Donald, mi araccomando stavolta non andare fuori dai giornalisti a dire che è già tutto fatto abbiamo bisogno di vederci ancora, di pensarci su mi raccomando!
***BREAKINGNEWS*** *CHINA WANTS MORE TALKS BEFORE SIGNING TRUMP’S ‘PHASE ONE’ DEAL
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) October 14, 2019
La Cina vuole ulteriori colloqui alla fine di ottobre per approfondire i dettagli dell’accordo commerciale della ” fase uno ” promosso da Donald Trump prima che Xi Jinping accetti di firmarlo, secondo le persone che hanno familiarità con la questione, riporta Bloomberg News.
Pechino potrebbe inviare una delegazione guidata dal vice premier Liu He, primo negoziatore della Cina, per finalizzare un accordo scritto che potrebbe essere firmato dai presidenti al vertice della cooperazione economica Asia-Pacifico del prossimo mese in Cile, ha detto uno dei cittadini. Un’altra persona ha affermato che la Cina vuole che Trump elimini l’aumento delle tariffe pianificato a dicembre, oltre all’aumento previsto per questa settimana, qualcosa che l’amministrazione non ha ancora approvato.
Il tutto secondo Bloomberg, il mio caro amico Xi, un grande amico, la Cina fantastico accordo, il più grande di tutti i tempi…ihihihiiiii
E’ stata un incontro fantastico aveva detto il nostro eroe, possibilità illimitate dovevano arrivare!
Il più grande accordo della storia, credo sia il decimo dal dicembre dello scorso anno, solo parole, promesse, nulla di scritto ma anche le firme valgono nulla oggi! Auguri America 😉 https://t.co/kX5p98CxIS
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) October 12, 2019
Il più grande accordo della storia, in America si alleveranno maialini ovunque, piamnnte di soia negli orti da New York a San Francisco, tutti si chiederanno come mai sia possibile produrre così tanto, perchè non lo abbiamo fatto prima.
Ma certo siamo alla fase uno, quella degli annunci, funziona sempre così, poi qualcuno suggerisce che è impossibile comprare tutta quella carne da maiale, quella soia, e allora inizia la fase due, Trump si agita, minaccia ancora più dazi, la Cina saluta e rilancia sui dazi, sino alla nuova fase 1.
Io me la immagino già la disperazione di Donald, adesso che la guerra commerciale è finita, la Fed non può più abbassare i tassi, ripartiranno i tweet sull’intelligenza di Powell.
Quello che è certo è che i DAZI CHE HANNO MANDATO IN RECESSIONE IL SISTEMA MANIFATTURIERO MONDIALE RESTANO, e continuano a lavorare in maniera recessiva, poi arriveranno anche quelli sull’Europa e via dicendo.
Venerdì sera la nuova boutade, qualche seme di soia e un maialino per continuare a sognare…
Da qui a 4 o 5 settimane di questo accordo non resterà più nulla! 😉 Dazi, l’annuncio di Trump: «Raggiunto sostanziale accordo con la Cina» https://t.co/QafzTjAPEC
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) October 12, 2019
«Siamo vicini alla fine della guerra commerciale» dice Trump. La firma dell’accordo avverrà tra 4-5 settimane in Cile quando il presidente americano incontrerà il suo omologo cinese Xi Jinping, a margine del vertice annuale dei paesi Asia Pacifico.
I dettagli dell’accordo non si conoscono ancora. Per ora si sanno i titoli. Il primo punto è la fine dell’escalation dei dazi: gli Stati Uniti martedì prossimo non aumenteranno, come previsto, i dazi dal 25 al 30% su 250 miliardi di export cinese. Non dovrebbero farlo neanche il 15 dicembre sull’ultima tranche di export cinese ancora non tassata, quei 160 miliardi di $ di telefonini, pc, tablet e videogiochi che colpirebbero indirettamente anche Apple e i produttori di computer americani: i collaboratori di Trump temono le ripercussioni sull’economia nel periodo degli acquisti natalizi. Mnuchin ha precisato che su questo punto l’ultima parola resta al presidente Trump.
La Cina in cambio ha concesso aperture sull’industria finanziaria, ha incrementato le importazioni di prodotti agricoli Usa con l’impegno ad acquistare più soia, grano e carne di maiale. E ha siglato un patto sulle valute contro la manipolazione dei cambi. Il Dipartimento all’agricoltura ha già fatto sapere che gli acquisti cinesi di carne di maiale nella settimana del 3 ottobre sono arrivati al livello record di 142.172 tonnellate. Pechino inoltre acquisterà soia americana per un valore aggiuntivo di 10 miliardi di dollari. Trump ha parlato di 40-50 miliardi in più in conferenza stampa, facendo probabilmente confusione con le tonnellate.
E si, si fa presto a fare confuzione con le tonnellate, come la Banca centrale americana, 60 miliardi di dollari di acquisti in più ogni mese sino alla fine di giugno 2020, ma non è il riavvio del QE, mi raccomando, Jerome Powell ci tiene a farvelo sapere, non fate confuzione, quelo è un diversamente QE, analogamente, parimenti, similmente QE, ma non è il QE.
Ora una persona normale qualche domanda se la farebbe, soprattutto quando ci sono di mezzo i propri risparmi, specialmente dopo che il capo di Unicredit ha prima dichiarato che la sua banca applicherà tassi negativi sopra i 100.000 euro, per poi fare una clamorosa inversione ad U e sottolineare che è stato frainteso, mancava uno zero, intendeva sopra il milione e solo ai cienti top o alle aziende.
Ma che bisogno c’era di far partire il diversamente QE se ora la guerra commerciale è finita?
La FED sostiene che l'economia sta crescendo che la disoccupazione è ai minimi storici ma taglia i tassi ed espande il bilancio. Qualcosa non torna serve mantenere a galla un mercato eccessivamente indebitato e impedire lo scoppio delle bolle nei mercati finanziari. #sapevatelo https://t.co/ohVPQyfb06
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) October 11, 2019
Tornando a noi, nessuna persona di buon senso, può credere a queste fandonie, se come dicono loro, l’occupazione è ai minimi storici, l’economia vola, l’inflazione è morta e sepolta, che motivo c’è di dare il via SUBITO, senza attendere la riunione di fine mese, al QUANTITATIVE EASING NUMBER FOUR?
Ci hanno rassicurato che quello che era accaduto in settembre era solo un problema tecnico, dovuto alle scadenze fiscali, temporaneao, tutto sotto controllo al punto tale da renderlo permanente, non 45 miliardi come prima ma addirittura 60 miliardi, il panico è di casa a Whasington.
Chiamiamolo diversamente QE, riserve bancarie calate della metà da 2800 miliardi a soli 1400 in pochissime settimane, tassi alle stelle, vicini al dieci per cento, e allora via ad acquisti per 60 miliardi al mese una cifra stratosferica visto che secondo loro è circoscritta ai soli Tbills a un anno, null’altro ci raccontano del perchè è successo tutto questo nelle ultime settimana.
Quello che è interessante è che qualcuno sta pensando di allentare la presa sulle filiale delle banche estere, in primis Deutsche Bank…
I regolatori bancari statunitensi hanno abbandonato l’idea di assoggettare le filiali locali delle banche straniere a nuove e rigide regole di liquidità, con una mossa che potrebbe avvantaggiare la già turbata Deutsche Bank più di ogni altra. La Federal Reserve annuncerà giovedì che ha deciso di non forzare le filiali statunitensi di banche straniere a detenere un livello minimo di attività liquide per proteggerle da una crisi di liquidità, secondo le persone che hanno familiarità con la decisione.
Non solo Deutsche Bank! Torno a consigliare agli amici di Machiavelli di rispolverare il nostro modellino sulla solidità delle banche europee, che utilizzeremo nuovamente nel prossimo manoscritto, verso la fine del mese.
Penso non ci sia bisogno di aggiungere altro, nella finanza privata, le regole si applicano e si tolgono a seconda della convenienza, in quella pubblica, guai a cambiare le regole, forse un giorno anche i politici lo capiranno, ma dubito di vedere l’alba sull’argomento.
Per il resto, nulla cambia, nel frattempo la sterlina vola, mettendo a segno in un giorno e mezzo, il più spettacolare volo degli ultimi anni…
#Brexit, ottimismo sull'accordo e anche la City ci crede. Sale la sterlina #ANSAhttps://t.co/NEQc5arAUJ
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) October 11, 2019
Tutto previsto nell'ultimo Machiavelli 😉 pic.twitter.com/DQBPn3tAEd
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) October 11, 2019
Anche in queste caso, si preannunciano sorprese in grado di stravolgere le aspettative sulla Brexit, ma di questo ne parleremo nel prossimo manoscritto.
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Chiedo venia se mi è sfuggito qualcosa negli articoli precedenti: può avere anche un minimo fondamento la ipotesi di delisting dal nyse di titoli cinesi circolata ad inizio otttobre ? Grazie
Avverti quando dalle nostre parti e “in un più ampio contesto europeo” cominceranno a correrre, io tifo per gli inseguitori.
Dovrebbe essere una corsa fondata sullo scatto e la resistenza, non mi pare che la componente mediatica si alleni in modo corretto sfiatandosi.
Anche se è un problema loro mi pare sportivo dirglielo.
Essendo occupato su di una “monumentale opera” di storia italiana “in un più ampio contesto europeo” dall’IQ basso all’IQ negativo, ho solo una mia amica curiosa e incurante del rischio che mi aggiorna.
Chiedo scusa ad Andrea se approfitto del suo spazio
per parlare di un argomento non in tema con quello del thread
e segnalare un dettaglio che a me appare inspiegabile.
(a proposito, Andrea, i commenti nell’ultimo thread che hai pubblicato in data odierna sono “chiusi”)
Da una nota di ag. odierna,
viene segnalato che il valore di DEBITO PUBBLICO ITA (dato di AGO 2019)
è calato di 3,3 miliardi rispetto alla rilevazione del mese precedente (dato di LUG 2019);
una buona notizia, se non fosse palese che BankItalia [nella persona o nel team preposto a trattare e pubblicare i dati ufficiali] sembra avere stravolto i numeri nell’ultimo bollettino emesso in ordine di tempo (15 OTT 2019, quello messo a disposizione in data odierna) rispetto a tutti quelli precedentemente pubblicati, di almeno 50 miliardi in più riparametrando al contempo i dati a ritroso fino al mese di SET 2017 (forse per non rendere troppo evidente il GRANDE e apparentemente inspiegabile DIVARIO che sarebbe emerso se non l’avessero fatto, ma questa è una mia supposizione;
di fatto la riparametrazione si ferma al mese di
SET 2017 con un nuovo valore di 2359,0 miliardi,
mentre il bollettino precedente segnava
per lo stesso mese il valore di 2297,7 miliardi,
con una differenza di 62 miliardi in più [di DEBITO].
Per dare un idea più precisa a chi legge,
secondo il penultimo bollettino di BankItalia,
il dato di LUGLIO 2019 -quale più recente rilevato un mese fà- era pari a
2409,9 miliardi
mentre quello dell’ultimo bollettino PER LO STESSO MESE trattato cita un valore di
2465,9 miliardi , con una differenza di 56 miliardi IN PIU’ [di DEBITO].
Leggendo i dati dell’ultimo bollettino e mettendoli a confronto con gli stessi del penultimo bollettino e tutti quelli precedenti del 2019, appare evidente come TUTTI I VARI MESI A PARTIRE DA LUG 2019 andando a ritroso FINO A SET 2017 sono interessati alla stessa correzione, IN PIU’, con valori che oscillano tra i 50 e 55 miliardi di mese in mese.
Essendo dal 2004 che ho preso l’abitudine di scaricare il bollettino mensile emesso da Bankitalia sul dato aggiornato di DEBITO PUBBLICO (grazie al quale ho anche costruito un documento statistico ad uso personale), sono abituato –nel senso che non provo sorpresa– a vedere rimodulati periodicamente i dati (cosa che i tecnici di Bankitalia effettuano soprattutto verso la fine e inizio di ogni anno, con motivazione facilmente intuibile, perchè il dato finale di DICEMBRE è più importante di altri mesi, visto che attesta la chiusura ufficiale dell’anno per UN DATO SENSIBILE come quello del DEBITO STATALE) dicevo che sono abituato a vedere correzioni nell’ordine di qualche centinaia di milioni, ma mai come in questo caso per oltre 50 miliardi “tutti in un botto” passando da un bollettino a quello immediatamente successivo.
Mi chiedo se c’è qualcosa che mi è sfuggito [dato che il dettaglio È TROPPO GRANDE per apparire verosimile] e se qualcun altro oltre al sottoscritto l’ha notato. Se qualcun altro -come me- segue l’andamento del DEBITO PUBBLICO con attenzione, sarei lieto di avere un suo parere.
Tutto quello che cito -con relative differenze notate- è chiaramente leggibile nei bollettini ufficiali pubblicati mensilmente da BankItalia, con particolare riferimento per l’ultimo emesso in ordine di tempo, rispetto ai precedenti.
Ma i mercati li vedete anche voi? Io non riesco ad essere così contento come tanti di voi…accordo finto i mercati salgono…accordo saltato, ritracciano e poi verso i massimi…se questi sono i risultati del caos della deflazione/recessione dietro l’angolo da anni pensa se non ci fosse questa incertezza…la verità è figlia del tempo, come la morte…forse prima la mia che quella della finanza spregiudicata
@ embi
ma è proprio quello che hai citato, il “trucco” per mandare ad elastico “su e giù” i mercati,
ovvero : “accordo finto i mercati salgono…accordo saltato, ritracciano e poi verso i massimi…”
solo che, a forza di usare il “trucco” (è da due anni che Trump ha intrapreso la faccenda sui dazi) qualcuno dai mercati potrebbe farsi qualche domanda, ma forse nemmeno tanto visto ormai che le stazioni di trading sono quasi esclusivamente asservite da SW ed algoritmi programmati,,,
Molto interessante, Aorl…se e’ cosi’, perche’? Guarda caso con il cambio di governo…a pensar male, si potrebbe supporre che hanno caricato 50 miliardi in piu’ di debito, che magari non c’e’ o comunque e’ aleatorio, per permettere a questo governo, ben inviso, di durare…un regalo di 50 miliardi a questo governo che potra’ “spenderlo” pian piano…..OVVIAMENTE (e’ un mio difetto) penso male per natura, gli europoidi non potrebbero mai architettare colpi cosi’ bassi (non lo fanno mai, no no…)
Ed ecco qua…nell’ultimo mese il debito pubblico e’ calato di 3 e passa miliardi…merito del nuovo governo che sta’ facendo benissimo, ovvio … http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2019/10/15/bankitaliacala-debito-a-2462-mld_4c1af6c5-f91d-4c4d-80dc-68bc4c40eeed.html
@ Stanziale
si, quella dell’ANSA è una delle tante note di agenzie sul tema, come quelle riportate nelle principali testate italiane ma… nessuna di esse spiega del perchè il livello di DEBITO PUBBL ITA passa dai 2409 miliardi del mese di SET 2019 [quando era stato ufficialmente comunicato], a 2462 miliardi nel mese di OTT 2019 con ben 52 miliardi in più, così tutti di un botto (uno scarto MAI VERIFICATOSI IN PASSATO TRA UN MESE E IL SUCCESSIVO, almeno dal 2000 da quando monitoro ogni mese il dato relativo);
tra i tanti siti che ho sondato, l’unico che tenta di dare una spiegazione esaustiva è il seguente :
https://www.soldionline.it/notizie/macroeconomia/debito-pubblico-italiano-2019
15 10 2019 – “La Banca d’Italia ha fornito l’aggiornamento sul debito pubblico italiano a fine agosto. L’istituto ha precisato che rispetto a quelli pubblicati lo scorso mese di settembre i dati sono stati rivisti principalmente per tenere conto delle modifiche metodologiche nelle modalità di calcolo del debito pubblico concordate a livello europeo e confluite nel nuovo Manual on Government Deficit and Debt pubblicato dall’Eurostat lo scorso 2 agosto. In particolare, è stato rivisto il criterio di valutazione di alcune categorie di depositi (non negotiable notes), prevedendo l’inclusione nel debito pubblico degli interessi maturati (ma non ancora pagati) non appena siano capitalizzati (ossia inizino a produrre essi stessi interessi), anziché al momento del pagamento…”
mah!!…
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“Ma che bisogno c’era di far partire il diversamente QE se ora la guerra commerciale è finita?”
C’e n’era bisogno per quello che i media non dicono -forse tutti quanti ammaestrati nella direzione comune di raccontare “un film diverso” all’opinione pubblica, rispetto ai veri pericoli potenziali nascosti prudentemente “sotto il tappeto” che in pochi conoscono -ma che i più attenti possono immaginare anche dall’esterno della cabina di regia della Fed,
ovvero che negli USA in particolare -principale piazza finanziaria mondiale- sembra si sia raggiunta ultimamente una situazione di PRESTITI A LEVA a dir poco PAZZESCA nei volumi impegnati nel gioco di COMPRA e VENDI ad elastico, roba da far sembrare una rozza bisca clandestina il volume per affari simili che c’era nel 2008 ai tempi del crollo Lehman Bros e crisi del credito, e una roba che se venisse lasciata SALTARE (non alimentandola come ESSA RICHIEDE, a simboleggiare che più che le Banche Centrali, il pallino del comando ce l’hanno i mercati finanziari nel dettare alle prime la politica monetaria) avrebbe conseguenze GRAVISSIME col rischio di avvitare e collassare l’intera economia mondiale nel giro di 24/48h.
La Fed non poteva permetterlo : Se salta, il GIGANTESCO castello di carta salta con effetto domino in pochissimo tempo. C’è in gioco ben altro che dazi a ping pong tra Usa e China veri o falsi che siano.