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TRADE WAR: BALTIC DRY INDEX
In un mondo normale un analista o ricercatore che da mesi mette in guardia sulle reali condizioni dell’economia globale, verrebbe segnalato e intervistato e giudicato in base alle sue previsioni , alla sua capacità di andare oltre l’ottimismo di maniera di un mondo ormai dipendente dalle droghe delle banche centrali o dalle fantasie di analisti ed economisti a libro paga dell’oste che ogni giorno in televisione o sui giornali specializzati, pontifica sul nulla o meglio lucida il suo conflitto di interesse.
Non ci voleva poi molto a comprendere che le dinamiche del commercio globale si manifestano dai 6 ai 9 mesi dopo l’inizio di una guierra commerciale.
Allarme dal Baltic Index, il vero indicatore di crisi economica: L’ultimo allarme mondiale arriva dal Baltic Dry Index: segnali di crisi economica dal commercio internazionale https://t.co/a9RUXGrGjK pic.twitter.com/M7HxLJXlIJ
— Money.it (@moneypuntoit) February 12, 2019
La serie impressionanate di dati negativi che da mesi si stanno palesando in ogni angolo globale, dovrebbe far riflettere sulle conseguenze di una guerra commerciale, dovrebbe fare riflettere sul fatto che da tempo siamo alla fine di un ciclo economico blando, tenuto in piedi esclusivamente dalla più imponente dose di stimoli fiscali e monetari della storia.
Ieri la giornata è iniziata in Giappone, passando dall’Europa è finita in bellezza in America…
A slump in manufacturing indexes around the world is feeding anxiety over global growth. Japan's Manufacturing PMI dropped in contractionary territory for first time since 2016, Germany Manufacturing PMI dropped to a 74mth low of 47.6. https://t.co/rtLI3vsrLo pic.twitter.com/e1tiNm854m
— Holger Zschaepitz (@Schuldensuehner) February 21, 2019
Ricordo a tutti l’imponente dose di stimoli monetari e fiscali immessa nell’economia giapponese negli ultimi anni, nessuna possibilità di scappare alla deflazione da debiti al triplo decennio perduto iniziato negli anni 90.
Ma proseguiamo con la Germania…
So much for the recovery signs! #Germany's Manufacturing #PMI plunges to 47.6. pic.twitter.com/wF1xKSTl3h
— jeroen blokland (@jsblokland) February 21, 2019
Weakness in Euro zone manufacturing isn't new. Germany's PMI began falling Jan. 2018 and is still falling now. Glass half full: weakness predates trade tensions, i.e. is mostly just the usual global manufacturing cycle. Glass half empty: not easy for Europe to push back on the US pic.twitter.com/oDoaQdruiq
— Robin Brooks (@robin_j_brooks) February 19, 2019
Nel pomeriggio poi collassa nuovamente l’indice di Philadelphia, Philly per gli amici, il secondo distrettio manifatturiero d’America…
Philly Fed manufacturing index slumps into negative territory in February https://t.co/g0xDkoXPGi
— MarketWatch (@MarketWatch) February 21, 2019
Ma la ciliegina sulla torta arriva del mercato immobiliare dove le vendite di case esistenti sono crollate per l’ennesima volta. In mattinata con un amico avevo scommesso che l’indice sarebbe stato negativo per sotto alle aspettative di un aumento dello 0,80% centrando in pieno in calo a meno 1,2 %, le mie fonti in America sono formidabili.
La più grande delusione dell’economia del 2018 è stata il settore abitativo della nazione e la prima indicazione definitiva del 2019 non è favorevole. Le vendite di case esistenti sono crollate dell’1,2 percento a gennaio con un tasso annualizzato di 4.940 milioni che è vicino alla fascia bassa del range di consenso di Econoday.
The National Association of Home Builders are at their annual conference in Vegas and right on cue their market index blew away consensus and the hard data (existing home sales) coming in at 62 vs prior 58. The power of group think and free booze wins again! pic.twitter.com/9Je5dkp6Uq
— Julian Brigden (@JulianMI2) February 21, 2019
Come più volte suggerito dal nostro Machiavelli nel frattempo l’illusione immobiliare è finita anche in Australia, mentre il prezzo della casa mediano di Sydney è ancora superiore a 900.000 dollari, e la città rimane il terzo mercato al mondo meno accessibile dove solo il 45% dei residenti di età compresa tra 25 e 34 anni possiede la propria casa (meno 16% rispetto al 1980), i prezzi sono già diminuito del 12% dal picco di metà 2017.
Bursting Of Australia's Housing Bubble Could Topple The Government https://t.co/sEXrp3KpR3
— zerohedge (@zerohedge) February 22, 2019
https://twitter.com/_Oliver_Yates/status/1098702948102619136
Ancora qualche giorno di lateralità e poi la verità diventerà figlia del tempo!
Tutto vero solo che Wall street incurante è praticamente tornata sui massimi. Per caso sono ricominciati gli acquisti di azioni proprie? Se questi non scendono come si deve non rivedremo la normalità.
Caro Andrea, faccio il broker di compravendita navi, il BDI che citi lo vedo quotidianamente appena esce. Vorrei sottolineare che nelle ultime 2 decadi ha un po perso la sua fuzione di termometro degli scambi e dell’economia a causa dei suoi stessi fondamentali, per esempio un eccesso di navi costruite dalla meta’ degli anni 2000 fino ancora un paio d’anni fa, comunque, seppur non completamente affidabile, il mercato marittimo puo’ effettivamente aiutare a prevedere e leggere il trend economico. Nel dry la preoccupazione della trade war era forte prima ancora che si presentassero gli effetti di rallentamento dell’autunno, ma sopratutto il rallentamento della Cina e’ la peggior minaccia alla salute di questo indice da te citato, il BDI. Dopo avertelo visto citare, se avro’ qualche notizia di rilievo su questo mercato o altri, te lo faro’ sapere commentando il tuo articolo di giornata. Grazie come sempre per il tuo contributo
Ma pochi giorni fa il duca-Conte italico disse (citazione) “il 2019 sarà un anno bellissimo”.
Dobbiamo ricrederci?
Domanda OVVIAMENTE ironica.
Occhio a tutti gli utenti, l opzione denaro dagli elicotteri sta prendendo piede, vedi kuroda BOJ, occhio ai bond, che dici capitano? Oppure oltre ad essere ignorante sul $ lo sono anche sui bond? Ahahahah si scherza
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Infatti, il BDI è un indice che sta coi piedi per terra anche se sta in acqua, è difficile da taroccare.
Sono anni che lo guardo su questo sito che mi piace in quanto sono della corrente IT minimalista.
http://investmenttools.com/futures/bdi_baltic_dry_index.htm
Sulla “guerra commerciale” ho un punto di vista diverso e come conseguenza inevitabile di una crisi più profonda ma in effetti è solo un punto di vista.