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BIG BOUNCE IL GRANDE RIMBALZO!
Big bounce, la teoria del grande rimbalzo, le banche d’affari americane, le banche centrali stanno comprando azioni, alla fine dell’anno, all’improvviso, la telefonata del segretario al Tesoro USA Mnuchin…
Trump’s Treasury secretary called top U.S. bankers amid an ongoing rout on Wall Street and made plans to convene a group of officials known as 'Plunge Protection Team' https://t.co/RT9mMJ33SW by @langejason pic.twitter.com/rjKsLZ8kiE
— Reuters (@Reuters) December 24, 2018
Trump's Treasury Secretary Mnuchin shocks Wall Street with declaration the top six US banks have enough credit to cover the nation https://t.co/GorVY2a8am
— Daily Mail US (@DailyMail) December 24, 2018
L’universo ha avuto inizio con un’esplosione o con un “grande rimbalzo” (big bounce)? O con qualcosa di completamente diverso? La questione delle nostre origini è una delle più spinose della fisica, con poche risposte e un sacco di speculazioni e sensazioni forti. La teoria di gran lunga più popolare è l’inflazione, cioè l’idea che il cosmo si sia espanso esponenzialmente nelle prime frazioni di secondo dopo l’esplosione che l’ha fatto nascere. (Le scienze edizione italiana di Scientific American )
Dal minimo di fine anno, dopo una spettacolare performance del 10 % in soli due mesi, ad oggi per i titoli di Stato americani trentennali, non è cambiato quasi nulla!
Dal 3,02 di rendimento del primo gennaio ora siamo al 2,99 %, il cross euro dollaro si è rafforzato a favore del dollaro, ovvero non un solo centesimo si è spostato dai bond a favore dell’azionario.
Perché i grandi capitali ora si spostano dalle azioni ai bond https://t.co/VtZYjDdkMG pic.twitter.com/TNPD4h6f44
— IlSole24ORE (@sole24ore) February 7, 2019
I motivi come Voi ben sapete non sono solo quelli evidenziati qui sopra in questo articolo, qualcuno dovrebbe raccontarVi la storia di 1,5 trilioni di dollari di treasuries comprati mentre Cina e Giappone scaricano il debito pubblico americano, ma lo faremo noi a tempo debito.
Il grande rimbalzo, si, affascinante, mentre dalla Germania e dalla Francia, arrivano una serie di pessimi dati macroeconomici…
More German gloom: Germany’s Industrial Output declines, feeding doubts over rebound. Production dropped 0.4% in December; median estimate 0.8% gain. https://t.co/ar5owq7Vd6 pic.twitter.com/8vlkYUNfqt
— Holger Zschaepitz (@Schuldensuehner) February 7, 2019
Slump in German Manufacturing Orders and Industrial Production set to fan recession fears. https://t.co/FmN2VIbp8t pic.twitter.com/lJwrUHiQwn
— Holger Zschaepitz (@Schuldensuehner) February 7, 2019
Si tratta solo di alcuni degli ultimi dati in arrivo dalla Germania, in Francia non va meglio…
Addirittura ieri c’è stata la più sensibile riduzione giornaliera del libor a tre mesi dai tempi della Grande Recessione…
Nel frattempo, davvero strane le trattative tra Cina e America sul commercio, sembrava tutto fatto e invece…
No talks between Trump and China's Xi before trade deadline https://t.co/8uR2yg3Sd8
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) February 8, 2019
Forse è presto per la seconda gamba del ribasso, ma ieri le cose non sono andate bene per il “big bounce”…
… l’unica cosa certa in mezzo a tante leggende metropolitane sono i nostri tesorucci e la deflazione da debiti, la teoria di gran lunga più popolare è l’inflazione, cioè l’idea che il cosmo si sia espanso esponenzialmente nelle prime frazioni di secondo dopo l’esplosione che l’ha fatto nascere nella finanza è davvero la più clamorosa bufala degli ultimi dieci anni. Buona consapevolezza, di inflazione nessuna traccia, ne riparliamo tra una decina di anni.
noldor@finanza,
In effetti sui prezzi ci sto guadagnando, ma perdendo sul cambio. A vendere non ci penso, se comperare ancora a questi prezzi sono incerto.
Volevo solo puntualizzare un aspetto ,comunque i livelli sui grafici GIORNALIERI dei mercati US Nasdaq, S&P, DJ ,sono tornati al disopra della media mobile a 200 periodi quindi se questa tendenza rimane nei prossimi giorni/settimane penso che ulteriori correzioni dei mercati verrebbero meno , grazie
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I rendimenti dei bond australiani sono vicini a nuovi minimi e sembra abbiano avuto in questi giorni un’accelerazione al ribasso, peccato per il cambio che si mantiene intorno ad 1,60.