ITALIA FUORI DALL’EURO NEL 2020!
Sembra davvero di essere tornati indietro di una decina di anni, no, non ai tempi del fallimento di Lehman Brothers, ma al 2006/2007 quando uno sconosciuto qualunque e il suo blog, mettevano in guardia dall’arrivo di una tempesta perfetta.
Si ma dai, tutti ci prendono prima o poi, niente di particolare, in effetti anche allora tutti scherzavano, stessa litania, poi all’improvviso, mentre i mercati continuavano a salire nonostante le prime avvisaglie del fenomeno subprime, crash, venne giù tutto all’improvviso, prima a gennaio del 2008 e poi con il fallimento di Lehman. La recessione fu intravvista solo oltre un anno dopo e ufficializzata solo sei mesi dopo, nel giugno del 2008.
Ma prima partiamo da qui, i mercati americani non salgono per effetto dei consumi o della crescita, non perché qualche pirla di analista ogni giorno si inventa un nuovo indicatore per determinare la sostenibilità delle quotazioni, ma salgono semplicemente perché i riacquisti di azioni sono ai massimi storici, oltre 1000 miliardi di follia pura a sostegno degli azionisti e non degli investimenti, dei salari.
Ci sono due ragioni per questa ondata di liquidità riversata esclusivamente nei mercati azionari americani: la prima è la riforma fiscale che ha permesso alle aziende di rimpatriare la liquidità offshore a quantità impressionanti, che è stata poi utilizzata per riacquistare azioni societarie, la seconda è che le imprese hanno beneficiato di aliquote fiscali più basse.
Stiamo parlando di un aumento del 48 % rispetto allo scorso anno, un giochino già visto durante la Grande Depressione degli anni Trenta, io la conosco a memoria e sappiamo tutti come è finita, ma ovviamente questa volta è diverso e non succederà più nulla.
Lo scorso anno, quando in una intervista e nelle mie analisi scrissi che il rientro dei capitali avrebbe sostenuto il dollaro, c’era chi quotidianamente mi faceva osservare che molti analisti non vedevano questo sostegno, questa dinamica, che era già tutto scontato.
Si come il dollaro che ora torna a 1.20, 1.21 e chissà a 1.30 o 1,40 e chi più ne ha, più ne metta, tanto il mercato è bello perché è non vario, ma avariato.
"The Big Short's" Steve Eisman Reveals Where The Next Crisis Will Come From (And His Favorite Long Idea) https://t.co/da4oHsUGgA
— zerohedge (@zerohedge) September 17, 2018
Steve Eisman, il leggendario gestore di “The big short.” in una recente intervista è affascinato dalla rapidità con la quale, le persone hanno dimenticato cosa è successo.
D: Da dove verrà la prossima crisi?
A: Penso che arriverà nel settore aziendale perché penso che sia stato emesso un sacco di debito. Non arriverà dal settore dei consumi. Ma è necessario un vero rallentamento dell’economia affinché ciò accada.
D: Quando guardi indietro alla crisi del 2008, la pensi come “lezione appresa”?
A: Bene, lezione appresa nel senso che il sistema bancario è molto meno la lerva di quanto non fosse…
Fermiamoci qui, perché Eisman, non ha ancora dato un’occhiata al nostro modellino preferito, siamo d’accordo sulle banche americane, ma quelle europee, canadesi e australiane sono pura nitroglicerina, la loro leva è altamente instabile, esplosiva.
Quando sei immerso in un oceano di cedole, la tempistica è un dettaglio, in attesa dell’onda anomala.
Come scrive Lance, il paragone con il 1998, soprattutto grazie agli emergenti è quello che più si addice alla situazione attuale, durante quel periodo, c’è stata una correzione anticipata durante la campagna di aumento dei tassi della Fed a seguito della crisi del Long-Term Capital Management, un imponente hedge fund, che implose. E ‘stato un segnale di allarme precoce che è stato ignorato dalla Fed e dai mercati che i tassi più alti stavano iniziando a richiedere il loro pedaggio.
Abbiamo visto la stessa cosa con Bear Stearns nel 2008. Anche in questo caso, i dati economici sembravano forti al momento, i mercati si sono indeboliti e sono rapidamente risaliti a nuovi massimi, gli investitori hanno ipotizzato che la tendenza al rialzo sarebbe continuata. Diversi mesi dopo, quando i dati economici furono rivisti negativamente, Bear Stearns fu anche un segnale di avvertimento che l’economia era già in una profonda recessione.
Oggi le somiglianze tra il 1998 e il 2008 sono molto più sensibili:
- La Fed sta continuando ad aumentare i tassi.
- L’economia americana sta salendo a dispetto di quella globale.
- La curva dei rendimenti si sta appiattendo.
- I mercati emergenti sono in calo.
- I fondi speculativi e le strategie quantistiche sono la regola.
- Debito e leva finanziaria, le due aree più colpite da tassi più elevati, sono a livelli record.
Ma fermiamoci qui perché il dottor Doom, il dottor Buonasventura, è tornato!
Nouriel Roubini: 10 segnali di nuova crisi nel 2020
What will trigger the next global financial crisis? | @Nouriel & @brunello_rosa https://t.co/ilpAj5LIQ8
— Project Syndicate (@ProSyn) September 16, 2018
Da quando Roubini legge Machiavelli? 😉 https://t.co/FZ6BuahqzU
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) September 15, 2018
In questi anni a forza di donnine e Jacuzzi, il buon Nouriel ha perso lucidità, ne ha sbagliate tante anche lui in questi anni, il “doom loop” che esiste tra le banche italiane e il debito pubblico esiste in tutto il mondo, soprattutto in America e in Inghilterra, Germania compresa, costretta per anni a racattare tutto quello che il mercato non sottoscriveva.
Politiche improntate al populismo in paesi come l’Italia potrebbero tradursi in dinamiche del debito insostenibili dentro l’Eurozona. Il ‘doom loop’ ancora irrisolto tra i debiti pubblici e le banche che detengono i relativi titoli di Stato accentuerà il problema esistenziale di una Unione monetaria incompleta, senza un’adeguata condivisione del rischio. In queste condizioni, un’altra crisi globale potrebbe portare l’Italia e altri paesi a uscire dall’euro.
Potrebbe è un condizionale che fa sorridere, la storia suggerisce che l’euro non ha alcuna possibilità di sopravvivere al suo fallimento, ma non c’è fretta, più c’è gente convinta che questo non accadrà mai e meglio è.
Secondo Roubini e Rosa, “una volta che la tempesta perfetta si manifesterà, mancheranno gli strumenti politici per risolverla”.
Lo spazio di uno stimolo fiscale è già ora limitato dal debito pubblico massiccio. La possibilità di politiche monetarie più anticonvenzionali sarà ridotta dai bilanci gonfiati e dall’assenza di spazi per tagliare i tassi. I bailout nel settore finanziario saranno intollerabili in quei paesi dominati dai sovranismi e da governi a un passo dall’insolvenza.
Di questo ne sono convinto, peccato che esista ancora l’opzione nucleare, tassi negativi ovunque per costringere il capitale a fare salti mortali, ma non c’è fretta, la verità è figlia del tempo.
Nel fine settimana splendida stoccata di Savoni al plutocrate Mario Draghi che si inventa alchimie finanziarie per salvare le banche, ma quando si tratta di uomini e Stati fa lo gnori, dice che non è previsto dalla statuto…
“Mario Draghi si è procurato dei poteri che non avevamo previsto – ha dichiarato il ministro degli Affari europei intervenendo al festival Proxima di Torino – Fa interventi sui cambi di cui sappiamo molto poco. La mia proposta è che questi poteri vengano messi nello Statuto (della Bce, ndr) in modo che poteri e responsabilità coincidano”.
Savona contro Draghi "Ha poteri che non avevamo previsto" [news aggiornata alle 20:45] https://t.co/ycwQ5bKiaK
— Repubblica (@repubblica) September 14, 2018
Parole quelle di Draghi che secondo Giancarlo Giorgetti si potevano evitare…
“Le dichiarazioni sono dichiarazioni, i fatti sono fatti. Io lavoro e ragiono sempre su fatti e non su dichiarazioni. Ma mi rendo conto che sui mercati finanziari, particolarmente quelli che vivono di speculazioni, vivono, lavorano e speculano sulle dichiarazioni” afferma il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. “Quindi – aggiunge – se ne devono fare meno possibile, magari meditate, ma giudicateci dai fatti, non da quello che si legge”.
Concludiamo ringraziando l’uomo di parola, Matteo Renzi, uno che la parola la mantiene sempre, per aver riportato in Italia il patrimonio di un una leggenda della storia italiana, si Davide Serra, uno che si è fatto i calli e le ossa, nella polvere quotidiana, uno che quotidianamente fa la morale al nostro Paese, attraverso la tassazione “light” a favore di chi per anni ha eluso il fisco italiano.
Grazie Matteo Renzi, di aver contribuito a riportare a casa questo signore, uno che ha fatto la storia della nostra grande nazione, fottendo i propri connazionali.
Senza pretendere di avere la verità in tasca direi che la situazione politica italiana può riassumersi in 2 opzioni. A) la finanziaria rispecchierà il volere di Salvini-Di Maio con conseguente sforamento dei conti e conseguente punizione da parte dei mercati; B) prevale la linea e allora ad essere puniti sonoramente saranno Lega e M5S alle prossime elezioni europee. Ai posteri l’ardua sentenza…
B) prevale la linea TRIA e allora ad essere puniti sonoramente saranno Lega e M5S alle prossime elezioni europee. Ai posteri l’ardua sentenza… era sfuggito Tria 😀
Prevale solo quello che sarà tra dieci giorni il DEF definitivo, il resto sono chiacchiere da TRIA! 😉
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Peccato che ci toccherà uscire già nel 2020……adesso che mi ci ero quasi affezionato all’Euro.
Spero che qualcuno ci avvisi in tempo, non vorrei prender un altra fregatura come la conversione Lira/Euro