in caricamento ...
MESSICO: TRUMP … #FUCKINGWALL!
Ripetendo le parole della leggendaria ” Another brick in the wall” dei Pink Floyd in un’immaginario Trump Pink che dopo essere stato rimproverato e preso in giro dai sui avversari e da mezza elites mondiale, immagina un’immensa fila di governatori e presidenti delle nazioni, professoroni privi di volto, che marciano al ritmo della canzone lungo un sentiero che li porta verso un enorme tritacarne, mentre tutto intorno gli studenti in marcia si ribellano e distruggono l’edificio scolastico usando dei martelli e, infine, lo incendiano.
Non abbiamo bisogno di educazione
Non abbiamo bisogno di essere sorvegliati
né di oscuro sarcasmo in aula
Professore, lascia in pace i ragazzi
Hey, professore, lascia in pace i ragazzi!
Tutto sommato, è solo un altro mattone nel muro
Tutto sommato, siete solo un altro mattone nel muro.
Il muro con il Messico poteva essere un’altra occasione per comprendere se il Trump preelettorale era simile a quello presidenziale e non si può certo dire che non abbia tenuto fede alle sue promesse.
“Pretendiamo rispetto, e comunque non saremo noi a pagare”: è il volto duro del presidente messicano Enrique Peña Nieto, offerto in favore di telecamera poche ore dopo il via libera del suo omologo statunitense al muro con il Messico. O meglio, ai muri con il Messico: non c’è solo la barriera fisica che Trump vuole estendere al confine con l’America latina. C’è anche il muro politico ed economico che tra i due Paesi sembra diventare sempre più consistente, con la svolta protezionista degli Usa, con la guerra dichiarata dall’inquilino della Casa Bianca all’accordo di libero scambio Nafta, il “North American Free Trade Agreement” e con la possibilità di una tassa del 20% sulle importazioni dal Messico che servirebbero a coprire i costi della costruzione del muro. Secondo il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, l’imposta permetterebbe di raccogliere 10 miliardi di dollari l’anno.
“Condanno e mi rammarico per la decisione del governo statunitense di continuare con la costruzione di un confine che per anni ci ha diviso più di quanto ci abbia unito”, ha continuato il presidente, aggiungendo: “Il mio Paese, il Messico, dà e chiede il rispetto dovuto come nazione sovrana”. Nonostante le pressioni interne, all’inizio il presidente messicano non ha disdetto disdire il faccia a faccia previsto per martedì prossimo a Washington. Poi Trump gli ha inviato una seconda bordata: “Se non vuole pagare il muro, allora tanto vale che Peña Nieto annulli il nostro incontro”, ha fatto sapere il presidente Usa. E il presidente messicano l’ha esaudito. “Questa mattina abbiamo informato la Casa Bianca che non parteciperemo alla riunione programmata il prossimo martedì con Potus (Il presidente degli Usa)”, ha scritto lo stesso Peña Nieto su Twitter. Trump, scontro con il Messico: per finanziare il muro pronta una tassa del 20% sui loro prodotti
Non credo che ci voglia chissà quale scienza per comprendere che la tassa del 20 % è una tassa che pagherà la classe media americana, si quella classe media che Trump dice di avere a cuore. 10 miliardi di dollari che verranno sborsati dagli americani a meno che qualche ingenuo non creda che le aziende non gireranno l’onere ai consumatori.
Trump ha messo in risalto nei suoi twitt il disavanzo di 60 miliardi nella bilancia commerciale con il Messico.
Vi invito a riflettere a quello che accadrà alla Germania non appena Trump deciderà di occuparsi della Merkel e del suo ministro delle finanze, ma questa è un’altra delle storie che il nostro Machiavelli ci racconterà nel fine settimana.
Le ombre del protezionismo laggiù in lontananza stanno per avvolgere l’economia mondiale.
ragazzi, si prospettano tempi divertenti. Godetevi gli ultimi tempi, il futuro sarò orribile.
laforzamotrice@finanza,
Commento profondo ForzaMotrice,
Io mi sto gia’ attrezzando, imparando il cinese 🙂
Di sicuro una ciottola di riso da quelle parti non manca mentre da noi, quanto abbiamo non e’ dato per scontato! E magari diremo: si stava meglio quando si stava peggio!!!
Devi essere connesso per inviare un commento.
fossero solo le ombre del protezionismo… parlando con un po’ di “vicini” mi viene la pelle d’oca in quanto affermano a gran voce che “Trump fa bene e se poi domani applica dazi alla Germania ed anche all’Italia fa altrettanto bene”… beh, oggi giornata della memoria, mostra proprio come non c’è più nessuna memoria ed un popolo che non ricorda è condannato a ripetere errori ed esperienze passate…. che non si sono concluse mai positivamente…