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EURO: LA PAGLIUZZA ITALICA E LA TRAVE DELLA GERMANIA!
E’ sempre affascinante leggere queste interviste ai soloni dell’economia tedesca non importa se si tratta di Hans Werner Sinn o di Clemens Fuest questi quando parlano della pagliuzze altrui fanno una fatica terribile a notare la trave che hanno dentro il proprio Paese.
Una cosa però bisogna dirla, sono bravissimi ad attrarre l’attenzione sui problemi altrui, nascondendo i propri, non come quelli di casa nostra che fanno gli autolesionisti, estorofili sino al midollo, quelli che parlano dei gravi problemi economici del nostro Paese come se loro non avessero alcuna responsabilità.
Sul Corriere oggi è apparsa la seguente intervista dalla quale traggo solo alcuni spunti… Fuest: «Se l’Italia non cresce, valuti l’uscita dall’euro Berlino è preoccupata
Clemens Fuest, presidente dell’Istituto Ifo di Monaco, non è niente di ciò che si immagina dei tedeschi quando criticano l’Italia. Non è antieuropeo: fa parte con i commissari Ue Frans Timmermans e Pierre Moscovici del «gruppo di alto livello» guidato da Mario Monti, incaricato di ridisegnare parte del bilancio dell’Unione. Né fa parte della generazione nostalgica del marco, perché ha 48 anni. A maggior ragione l’uomo che guida il più influente centro di studi economici in Germania riflette idee ramificate in profondità, e in silenzio, nei palazzi di Berlino.
Il risultato del referendum costituzionale ha cambiato la percezione sull’Italia nell’establishment tedesco?
«Matteo Renzi era considerato una speranza per le riforme. La bocciatura del suo progetto e di lui stesso viene letta come un segnale di resistenza alla riforme e alla modernizzazione. Anche se il contenuto di quella proposta costituzionale non era molto ben compreso in Germania».
Modernizzazione di cosa, attraverso qualcosa che non era ben compreso da nessuno?
Perché lei parla di «fuga di capitali dall’Italia» in riferimento al deficit crescente del Paese in Target 2, il sistema dei pagamenti interbancario dell’area euro?
«A luglio il saldo negativo dell’Italia in Target 2 era di meno di 292 miliardi di euro, ma in ottobre era salito a 355».
È un deficit del 22% del Pil, mentre in Spagna supera il 30% e, correttamente, non ci si preoccupa.
«In Spagna l’aumento è stato da 293 a 313 miliardi».
Eppure sulla Spagna non si parla di «fuga di capitali». Sono effetti degli interventi Bce. In più in Italia i depositi bancari salgono del 3,5%. Come fa a dire cose del genere?
«È un fatto che la liquidità sta lasciando l’Italia, l’aumento dei saldi di Target 2 ne è la prova. I venditori esteri di titoli di Stato italiani alla Banca d’Italia potrebbero comprare altro nel vostro Paese ma non lo fanno. Questa la chiamo una fuga di capitali. Lo stesso accade in Spagna ma a velocità molto minore. Non c’è modo di provare che i timori legati al referendum abbiano determinato queste scelte, ma quali altre spiegazioni esistono?»
Lei dice anche che se l’Italia lasciasse l’euro ci sarebbe un’altra crisi, ma sarebbe sempre meglio di una stagnazione permanente e di «una continua dipendenza dai trasferimenti da altri Paesi». Pensa che l’Italia debba valutare l’uscita dall’euro, se non riesce a crescere?
«Sì. C’è un forte interesse dell’Europa nel suo complesso nel tenere l’Italia nell’euro, ma questo è accettabile per la popolazione italiana solo se il Paese riesce a tornare a livelli soddisfacenti di crescita. L’Italia deve riuscirci attraverso miglioramenti della competitività e riforme. Se poi risulta che l’euro è un ostacolo alla crescita in Italia, sembra preferibile che il Paese lasci l’euro. Certo, è una decisione che deve prendere il governo italiano».
Quanto sono presenti idee del genere negli ambienti di politica economica in Germania oggi?
«Le preoccupazioni per la stabilità dell’euro sono molto presenti e c’è un’opinione diffusa che l’alto livello di debito pubblico e la bassa crescita sollevino interrogativi sul fatto che l’Italia voglia restare nell’area euro. C’è anche la preoccupazione che, se l’Italia avesse bisogno di finanziamenti dall’esterno, altri Paesi dovrebbero sopportare il costo del debito italiano. Come per la Grecia».
E qui casca come sempre l’asino che vola! Noi abbiamo sopportato i costi della ristrutturazione dele sistema bancario tedesco e non la Germania è chiaro il concetto o serve una tabellina al presidente dello ZEW? Non sto qui a ripetervi che noi siamo i maggiori contributori netti dei vari fondi di salvataggio che hanno inviato liquidità alle banche greche e spagnole per poi ritornare in Germania e salvare il decotto sistema finanziario tedesco.
GERMANIA: MILLE ETRURIA DISSEMINATE OVUNQUE
Siamo stanchi di raccontare sempre e solo le stesse cose, ormai ci penserà la verità figlia del tempo a fare giustizia, non manca poi molto.
Perché gli investimenti in Germania sono scesi addirittura del 5% del Pil dal 2008, benché il Paese accumuli risparmi in eccesso per 300 miliardi l’anno?
«Perché si considera più redditizio l’investimento all’estero. Non sorprende, in un Paese che invecchia rapidamente».
L’ultima risposta poi è la ciliegina sulla torta, una colossale presa in giro, ma in fondo i tedeschi sono fatti così, loro hanno perso già due volte le loro guerre e stanno per perdere la terza.
Andrea, se la Germania ha dei problemi è un discorso se ce li ha l’Italia è tutto un altro paio di maniche ma purtroppo è ovvio che sia cosi. Loro sono il Paese creditore, tutti gli altri sono i debitori, in caso di shock economici loro hanno margini di manovra che noi non abbiamo. Piuttosto trovo molto positivo che l’intervistato non sia contrario a priori a un’uscita dell’Italia dall’euro.
😉 Non è detto Trump non ama la Germania e soprattutto la Merkel…
Non ne sarei così certo io ho in mente un altro scenario …
trovo molto positivo che l’intervistato non sia contrario a priori a un’uscita dell’Italia dall’euro.
…
personalmente,
trovo molto inquietante che l’intervistato non sia contrario a priori a un’uscita dell’Italia dall’euro.
Perchè l’intervistato rappresenta un importante PARTE in causa [la germania] direttamente coinvolta negli affari italiani (per mezzo della UE), visto che vi detta legge in tema economico e non perde occasione per ricordarcelo;
Ci siamo fatti infinocchiare ad entrarvi, credendo alle chimere che qualche sciocco raccontò a suo tempo (è notizia di ieri che perfino “il salumiere di reggio.e” -al secolo noto come romano prodi, uno degli artefici italiani dell’ingresso dell’Italia nell’€uro- ha criticato l’operato dell’UE) costringendo gli italiani a donare ognuno il proprio contributo per la riuscita dell’impresa -ancora mi ricordo la trattenuta nella mia busta paga della seconda metà anni 90 con causale apposita, soldi ovviamente MAI RESTITUITI, nonostante la promessa del salumiere citato prima,
sarà dura uscirne (l’UE e i tedeschi ce la faranno pagare MOLTO cara -noi non siamo l’UK e non disponiamo della forza di quel Paese, a cominciare dalla sovranità della PROPRIA divisa e della PROPRIA Banca Centrale- se e quando un nostro governo -ovviamente non l’esecutivo attuale, fedelmente genuflesso a bruxelles- dovesse mai prendere decisione a tal proposito, questo deve essere chiaro.)
E’ cosi difficile capire che non usciremo da soli…
Io punto sulla Le Pen….spero che i francesi lasceranno da parte i loro pregiudizi e che l’alleanza socialisti-destra liberista che l’ha frenata alle regionali non funzioni per le presidenziali.
L’Italia sta collassando, praticamente senza Governo, col sindaco di Milano dimessosi, con quello di Roma che farebbe bene a fare altrettanto (anzi era meglio che non si candidava affatto), disoccupazione giovanile alle stelle, debito pubblico alle stelle …..ma il FTSEMIB sale sempre, misteri dei mercati. L’Araba rincoglionita?
Parole parole, poi nei fatti la prossima nazione che uscira’ dall’euro, innescando la dissoluzione dell’unione europea, sara’ proprio la Germania.
Questa sarebbe la soluzione migliore. Però sarebbe il segno che hanno spolpato tutto quello che c’era da spolpare!!
phitio@finanza,
phitio@finanza,
Stai pensando: elezione germania 2017, vince quel tedesco (non ricordo il nome) a meta’ tra il governo di ora e afd. Questo tizio pare vorrebbe tornare al marco con austria ed alcuni paesi satelliti dell’est. E’ dato in forte ascesa. E’ per contrastarlo, che il kapo’ Schultz si candida alle elezioni, insomma vogliono fare il partitone con la Merkel, similarmente come in Francia vogliono fare contro la Le pen.
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E’ interessante la chiusura del tuo articolo, perchè pensi che stiano perdendo anche la 3? Impressione che stiano stritolando gli altri, poi quando scoppierà il bubbone banche in casa loro l’effetto sarà cmq mondiale e quel poco che rimarrà sarà cmq annientato un po’ ovunque, a mio modesto parere