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RECORD A WALL STREET: IL RITORNO DELL’ARABA FENICE!
Non ho idea se questo sia il definitivo ultimo volo dell’Araba Fenice o se bisogna ancora attendere qualche istante, in fondo i mercati americani non hanno più nulla a che vedere con la realtà, manipolati e artificialmente sostenuti dal nulla fondamentale.
Avevano bisogno di celebrare i soliti record sui soliti capellini, drogati e psicopatici aiutati da qualche mani a forte che tien su la baracca e nella notte lo hanno fatto, 19.000 per il Dow e 2.200 per lo S&P500.
Quello che è certo è che l’Europa non sta seguendo, il mondo intero non sta seguendo, almeno non certo con la stessa intensità. Quello che è certo è che se sarà confermato nei prossimi mesi questo volo, il risveglio sarà altrettanto realistico e decisamente amaro nei prossimi anni.
In Europa e nel mondo nessuna traccia dell’Araba Fenice, nulla, zero assoluto.
Vediamo cosa succede nei prossimi giorni in America e soprattutto in Europa, ora che la carta straccia anglosassone e le trombe di diffusione del panico nostrano stanno diffondendo tutte lo stesso messaggio se vincono i NO arriverà l’ Apocalisse e uno tsunami cancellerà l’Italia dalla carta geografica per sempre.
Il successo del No al referendum continua a spaventare la stampa internazionale. Sia il Financial Times che il Wall Street Journal dedicano oggi un articolo alla consultazione e alle possibili conseguenze politiche ed economiche, segnalando entrambi possibili rischi per l’euro. Il Wsj, in prima pagina, sottolinea i rischi per gli investitori che “si preparano al tumulto”, mentre il Ft gli dedica un commento nelle pagine interne, firmato da Wolfgang Munchau che vede dopo il referendum il rischio di una nuova “crisi della zona euro”. Un fronte “allarmistico” che si affianca ai messaggi lanciati dal presidente dI Confindustria Vincenzo Boccia, che in un colloquio con Repubblica ha messo in guardia su un possibile rischio per la ripartenza degli investimenti in caso di successo del No. Referendum, Financial Times: ” A rischio l’appartenenza dell’Italia all …
Ma la Confindustria non era quella che faceva uscire le analisi con il crollo di questo e di quello con la Brexit e con Trump, i mitici fate presto se no, non riusciamo più a fare soldi a palate e nasconderli all’estero delocalizzando?
Verrebbe da scommettere che non accadrà nulla come in Inghilterra o in America, ma li la City e Wall Street hanno il controllo totale della politica, decidono loro come devono andare le cose, in Italia invece c’è molta carne al fuoco, ovvero i risparmi del Paese con la più alta percentuale di risparmio privato del mondo occidentale.
Nel frattempo in America è uscito il manuale dei primi 100 giorni di Donald Trump, nessuna traccia del piano infrastrutture da 1000 miliardi di dollari per il momento.
Donald Trump outlines policy plan for first 100 days
Al primo punto una dichiarazione di intenti in cui si afferma la volontà di ritirare gli Usa dalla Trans-Pacific Partnership (Tpp) – pezzo importante della eredità Obama – sostituendola con accordi commerciali bilaterali.
Sull’immigrazione Trump parla di “indagini su tutti gli abusi che riguardano programmi di rilascio dei visti che danneggiano i lavoratori americani”, ma nessuna menzione del muro col Messico.
“Ho chiesto al ‘transition team’ di lavorare per restaurare fin dal primo giorno ordine e giustizia e posti di lavoro”, afferma Trump nel video in cui traccia una sorta di agenda dei primi cento giorni alla Casa Bianca, in cui intende concentrarsi esclusivamente su quelle promesse fatte in campagna elettorale che non richiedono un approvazione da parte del Congresso.
Il primo giorno – spiega il tycoon nel suo messaggio di due minuti e mezzo – l’intenzione non è solo solo quella di ‘rottamare’ l’accordo commerciale con undici Paesi asiatici e del Pacifico, ma anche quella di cancellare le norme ‘verdi’ di Obama per tornare a incrementare la produzione di carbone e di gas naturale. Via subito anche al divieto per chi lavora nell’amministrazione di fare attività di lobby per cinque anni. Come per il muro al confine col Messico, Trump tace anche su un altro cavallo di battaglia della sua campagna: l’abolizione della Obamacare e il piano da mille miliardi di dollari per le infrastrutture. Usa, Trump svela il piano dei 100 giorni
Se così sarà per i primi 100 giorni, il primo trimestre 2017, tanti saluti alla bomba inflazionistica che milioni di ingenui attendono dallo stimolo fiscale di Trump, come abbiamo visto e vedremo nuovamente nel prossimo manoscritto outlook 2017.
Nel frattempo rush finale per i Macchianera Awards 2016, su coraggio Ragazzi un ultimo sforzo , non c’è due senza tre dice il famoso proverbio della cultura popolare italiana.
Dopo la Brexit e le elezioni americane, abbiamo bisogno del Vostro prezioso aiuto per sovvertire tutti i pronostici e sondaggi che danno vincitore nella categoria ECONOMIA il Sole 24 Ore.
Chissà che il 29 novembre grazie all’onda d’urto del popolo di Icebergfinanza non ci sia anche in Italia un … ICEBERGFINANZA MOMENT!
Forza coraggio bastano cinque minuti di tempo CLICCANDO SUI BANNER AZZURRI che trovate in questo articolo e dieci voti a scelta tra cui uno alla sezione 27 ECONOMIA. Semplicemente Grazie Andrea
Non so se l’araba fenice volerà o sarà impallinata, comunque i traders che hanno puntato sulle banche hanno fatto, fino ad ora, un mucchio di soldi e non so se ci sia qualcuno che voglia chiudere la bisca.
capitan_harlok@finanzaonline,
Piano con l’ironia capitan_harlok che Andrea su certe cose lo devi prendere alla lettera su altre al contrario che se ti pare poco.
Grazie Capitano continua così.
non so se ci sia qualcuno che voglia chiudere la bisca.
…
la mia impressione è che Nessuno [tra quelli che contano e che stanno guadagnando cifre enormi con le regole del gioco attuali] ha intenzione di chiudere la bisca,
perchè stanno facendo TROPPI SOLDI – come nel pre 2007 per mezzo della “deregulation”, salvo che allora gli andò storto un particolare (i subprimes) che non avevano considerato –
mentre ora -da alcuni anni a dir la verità- per mezzo dei QE (gentilmente loro concessi dalle banche centrali)
stanno facendo baldoria a ripetizione,
tanto che – ci scommetterei e questo l’ha già detto più volte il Capitano – non escluderei pressioni da parte loro verso il board della FED (in maniera molto discreta fuori dal chiasso del mainstream, ma non per questo MENO CONVINCENTE, visto chi sono gli attori in gioco) per una riedizione del QE nel 2017 (sarebbe il quarto della serie) piuttosto che un rialzo dei tassi,
THE SHOW MUST GO ON ancora per molto tempo – nelle loro intenzioni almeno,
anche perchè diciamo la verità, la BOLLA è ormai talmente GRANDE che occorre alimentarla continuamente, il rischio di un crollo repentino e selvaggio CON LE RELATIVE CONSEGUENZE che apporterebbe non è mai stato COSI’ ELEVATO come ora.
Questo lo sanno anche LORO.
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Si si si alla faccia della correzione dei mercati americani e della nuova crisi che da li doveva partire come uno zunami e abbattere tutte le economie del mondo, per il momento calma piatta assoluta e le borse oltre oceano continuano a brindare allegramente, del resto la droga (un mare di soldi e carta straccia)non manca spazio per rialsi e nuovi record sui listini non mancheranno, buona serata a tutti