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IL PETROLIO ALZA LA SPALLA!
La scorsa settimana in PETROLIO: TESTA E SPALLA! abbiamo visto insieme come nel breve termine comanda l’analisi tecnica, tutto il resto sono chiacchiere da petrolieri…
Verrebbe da dire che qualcuno ha esagerato nell’alzare la spalla, soprattutto verrebbe da dire che chi imputa il movimento di venerdi come conseguenza delle aspettative per il meeting di Doha o una risposta del mercato ai fondamentali ha bevuto un bichiere di troppo!
Infatti….
… si aggiungono rinnovate speranze per un accordo su un congelamento della produzione da parte di Paesi membri e non dell’Opec. L’appuntamento è previsto per il 17 aprile a Doha (Qatar).
Non dimentichiamoci però che nulla è cambiato in realtà anche se nonna Yellen va in giro a dire al mondo intero che in America va tutto bene…
Inoltre il numero delle trivelle petrolifere attive negli Stati Uniti è calato per la terza settimana di fila e la 15esima su 16. Stando al rapporto pubblicato dal gruppo di servizi petroliferi Baker Hughes, in arrivo ogni venerdì, nella settimana finita oggi i pozzi sono scesi di 8 unità a 354. Rispetto a un anno fa il calo è stato di 406 unità. C’è comunque chi resta cauto visto che i fondamentali che dal giugno 2014 hanno pesato sulle quotazioni non sono cambiati.(America24)
Come racconta il nostro Machiavelli non è finita non è affatto finita. Qualcuno si è forse dimenticato dell’Iran che sta tagliando aggressivamente i prezzi e che ha un disperato bisogno di recuperare decenni perduti di quote di mercato e che ha già scontato di 2,5 dollari al barile rispetto a quello prodotto dall’Arabia Saudita?
Oltre 4 milioni di barili al giorno in un anno è l’obiettivo dell’Iran, volume che non si vedeva dal lontano 2008, circa 800 mila barili in più…
In settimana sapremo se il barile ha dato alla testa ,-)
Ciao a tutte/i,
con oggi ho chiuso tutte le posizioni sul barile. Nessuno tranne noi crede che il barile vada a sfondare i minimi. Chi vuol essere lieto sia di domani non ve certezza ripete per una ventina di volte il magnifico.
Buona giornata
Ciao Andrea volevo una conferma su quanto sopra riportato:
“, in arrivo ogni venerdì, nella settimana finita oggi i pozzi sono scesi di 8 unità a 354. Rispetto a un anno fa il calo è stato di 406 unità.”
Se adesso i pozzi sono 354 ed in un anno ne hanno chiusi 406 significa che il numero di pozzi è sceso del 53%
Se fosse vero sai anche di quanto è diminuita la produzione?
Grazie e buona serata
Federico
Più o meno visto che è solo uno dei tanti rilevatori ovvero uffici che fanno indagini sulle dinamiche di estrazione…
ilribassista@finanza,
Ciao Andrea e grazie per la tua risposta.
Ma sono rimbambito io oppure erano uscite scorte di petrolio in aumento?
Se i pozzi chiusi sono il 50% … o erano tutti pozzi che producevano pochissimo rispetto agli altri oppure è la dimostrazione che “tirano” fuori dei numeri che potresti anche giocare al lotto … tanto sono inventati!!
O forse… mi sbaglio io …
Grazie ancora e buona giornata
Federico
ciao ribassista, sulla dinamica dei rig count nord america ti consiglio di leggerti paekoilbarrel che affronta in modo più che specifico il tema.
Più in generale il pozzi shale usa hanno una grossa produzione immediata e un veloce ma lungo declino, quindi il grosso calo dei pozzi di antica data, tolgono una percentuale molto bassa di produzione, mentr i pozzi nuovi, seppur pochi apportano una buon flusso.
Storicamente il calo di produzione arriva dopo un anno / uno e mezzo dal calo del rig count.
http://peakoilbarrel.com/
questo è tra i blog sul petrolio più aggiornati che esistano, in italiano c’è anche http://ugobardi.blogspot.it/ ma è più generale sul tema del riscaldamento climatico
Si si proprio una figura testa spalla ribassista per il momento della tanto aspicata tempesta con obbietivo petrolio in atea 20 dolari non vi e traccia…. continuiamo ad attendere la realta e questa il resto solo chiacchiericcio da bar
Sei agitato caro … rilassati e goditi lo spettacolo! Un consiglio curati l’ansia di breve termine!
capitan_harlok@finanzaonline,
@ Capitan Harlok
da più parti arrivano avvisaglie di trimestrali americane non propriamente positive (diciamo pure deludenti, fortemente deludenti, Alcoa è stata la prima)
se i mercati e gli operatori usciranno momentaneamente dalla loro fuga nella fantasia per tendere l’orecchio su ciò che accade davvero nella realtà americana, potrebbero esserci amare sorprese per chi si ostina a vedere positivo, nonostante tutto…
icebergfinanza:
Sei agitato caro … rilassati e goditi lo spettacolo! Un consiglio curati l’ansia di breve termine!
capitan_harlok@finanzaonline,
Caro Andrea probabilmente l’agitazione e l’ansia sono una brutta bestia di fatto tutto sembra scricchiolare se si guarda i dati non esaltanti dalle varie economie eppure i mercati salgono assurdo vero ? come si fa a non cercare di cavalcare quest’onda rialzista anche se ha delle basi di carta pesta ? I mercati americani sono imbrigliati in questa fase laterale che viaggia tra i minimi in area 1800 e i massimi a 2100 S&P stessa cosa si dice per il DJ da 15.300 e 18.000 no stiamo a guardare l’europa ma anche il DAX non scherza che da 8700 di minimo oggi è proiettato a 10.000 quindi le mie sono considerazioni su quello che osservo attualmente e sull’analisi tecnica , e la cosa mi fa INCAZZARE MOSTRUOSAMENTE perche la realtà mi porterebbe a pensare che i mercati dovrebbero quotare dei livelli del 25/35 % in meno ma così non è , e anzi stanno cercando di riportarsi sui massimi ……. quindi vorrei chiederti CARO ANDREA, MA COME CAVOLO E’ POSSIBILE TUTTO CIO’ ????
grazie mille per questo messaggio e per il successivo.
ti auguro buona serata
federico
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il rame nel frattempo (benchmark dell’attività economica cinese) ha già detto che se ne parla più avanti