I prezzi all’importazione negli Stati Uniti sono calati in ottobre per il quarto mese consecutivo, segno che il dollaro forte, i bassi prezzi del petrolio e una crescita ancora debole all’estero generano pressioni al ribasso sull’inflazione. Stando a quanto reso noto dal dipartimento del Lavoro americano, i prezzi all’importazione sono scesi dello 0,5%. Gli analisti attendevano un ribasso dello 0,1%. Su base annuale, i prezzi sono in calo del 10,5% rispetto a ottobre 2014. Il dato annuale è in calo da 15 mesi di fila. America24
Non è solo un problema di prezzi del petrolio e delle materie prime, le dinamiche deflattive in atto sono tante e non facilmente controllabili. Aspettate che il dollaro raggiunga la parità e vedrete cosa accadrà all’inflazione.
L’America sta IMPORTANDO deflazione!
Per il resto non avevamo alcun dubbio…
T-Bond: domanda solida per l’asta di titoli a 10 anni. Agli acquirenti indiretti, associati alla domanda dall’estero, è andato il 60,5% dell’asta, sopra la media pari a 59% delle ultime quattro aste. A quelli indiretti, riflesso della domanda interna agli Usa, è andato il 14%, massimi di sei mesi. E’ il segno di come gli investitori vedono valore nel decennale dopo la recente corsa dei rendimenti.
C’è un refuso o sbaglio?
Quando dice:
“La deflazione è tenuta bassa dalla deflazione salariale” dovrebbe essere “l’inflazione è tenuta bassa”…o no?
Comunque, DOMANDA A ANDREA se vuole rispondere:
perché pur sapendo tutti che è come dici tu (e tutti gli economisti seri) si continua a cincischiare con piccole menzogne e QE che servono solo ai rentiers e non all’economia reale?
Forse perché temono che aumentando i salari e/o tornando a implementare il welfare genererebbero automaticamente un ritorno di quella coscienza politica dei lavoratori che tanto preoccupava lor signori negli anni ’60&’70?
Ossia i “dominanti” si troverebbero costrettti a rimettere in gioco tutte quelle conquiste di “potere” ottenute dagli anni ’80 in poi (in particolare dal 1975, se vogliamo essere precisi) per cui si trovano fra due fuochi: se vogliono il potere devono tenere sotto schiaffo il lavoro e i sindacati con politiche di austerità che però mandano a gambe all’aria l’economia; se vogliono che si riprenda l’economia devono perdere il loro grip sul potere perché sarebbero costretti a ridare uno spazio di soggettività politica al lavoro.
Non so se è proprio come dico io ma mi sembra l’unico modo per spiegare l’assurdità della situazione attuale.
La domanda non è rivolta solo ad Andrea ma a tutti i lettori.