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AMERICA: LA VERITA’ E’ FIGLIA DEL TEMPO!

Scritto il alle 10:34 da icebergfinanza

Io li adoro gli analisti ed economisti delle grandi banche d’affari americane, adoro chi scrive sulla carta straccia finanziaria, sono i migliori giocatori al mondo, nessuno sa muovere le tre carte meglio di loro sotto il naso dei loro concittadini, raccontando una balla dietro l’altra.

” Nel quarto trimestre il prodotto interno lordo americano è cresciuto del 2,2%, meno delle previsioni, ma invariato rispetto alla stima intermedia. E’ il segno che l’economia americana ha rallentato il passo negli ultimi mesi del 2014, ma lascia ampio spazio all’ottimismo sulla ripresa. Pil Usa invariato a +2,2%, sotto le stime ma resta ottimismo

E vai con l’ottimismo di maniera!

Ma le perle arrivano ora…

...le spese per consumi sono aumentate al passo più rapido dal 2006 (+4,4%, meglio del +4,2% della precedente stima) …

Ma certo è nonostante i consumi contino per circa il 70 % dell’intera economia americana la crescita è stata del due virgola!

Non solo siccome si ragiona con lo specchietto retrovisore…

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se il buon giorno si vede dal mattino il collasso delle vendite al dettaglio farà strage dell’ottimismo di maniera, sempre che qualcuno non si prodighi a cambiare le famose tre carte.

I dati sulla crescita americana del quarto trimestre “sono in linea con una serie di indicatori che mostrano un continuo rafforzamento del mercato del lavoro e il miglioramento dei conti di aziende e famiglie”, ha detto Jason Furman, presidente del Council of Economic Advisers della Casa Bianca, sottolineando che il Pil “conferma una solida crescita di base delle componenti più ampie e stabili dell’economia”.

Il fantasioso miglioramento dei conti delle aziende e delle famiglie è tutto nella sintesi dei profitti e dei salari. Dei salari sappiamo ormai tutto…desaparecidos, dei profitti invece…

Da segnalare che i profitti aziendali, al netto delle tasse ed escludendo la valutazione delle scorte e di altri aggiustamenti, sono calati del 3% rispetto al terzo trimestre, quando erano saliti del 2,8%. E’ stato il ribasso trimestrale più ampio dal primo trimestre 2011. Per l’intero anno i profitti aziendali sono cresciuti del 3,8%, contro il +4,7% del 2013.

Ma certo va tutto bene in America.

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Noi abbiamo fatto il possibile in questi mesi per raccontare la verità figlia del tempo, insieme all’amico Claudio abbiamo raggiunto più di 30 mila manager in tutta Italia…

Mazzalai (Icebergfinanza): Troppo ottimismo nei dati USA

…ora non ci resta che affidarci all’ottimismo di maniera, anche perchè…ormai non c’è più TRIPPA PER GATTI!

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Alla prossima giocata e mi raccomando, attenzione a come muovono le tre carte o meglio a come riusciranno a tenere in piedi un’uovo o a girare la cupola! 😉

Per chi vuole contribuire liberamente al nostro viaggio cliccando qui sopra è in arrivo l’analisi “Machiavelli 2015: esplosione deflattiva!” orizzonti e visioni per il 2015 ” Il Tuo sostegno è fondamentale per il nostro lavoro…

Contribuisci anche tu LIBERAMENTE a tenere in vita un’isola di condivisione quotidiana nell’oceano infinito di questa tempesta perfetta …

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17 commenti Commenta
kry
Scritto il 30 Marzo 2015 at 10:51

Bhe dai gli USA piu che un paese dove ormai non c’è più TRIPPA PER GATTI, mi sembra una nazione dove GATTA CI COVA … e chissà cosa cova sotto la cenere ???

aorlansky60
Scritto il 30 Marzo 2015 at 11:54

@KRY

grazie per l’assists, anche se non ne hai certo bisogno, credo che Tu lo sappia quanto me o altri, qui :

“sotto la cenere” cova quell’ impressionante volume di prestito a leva sul quale si sono appoggiati molti, praticamente TUTTI (grazie al denaro a costo zero elargito con generosità dalla FED in vari QE dal 2010) per acquistare titoli governativi , bonds societari, azionario USA…

Più che una bolla che arriva dall’alto, a me piace immaginarlo come un super-vulcano il cui magma ribolle al di sotto…

Una volta esaminate le stime (assai maggiori rispetto alla bolla dei “subprime” 2007) è chiaro che prima o poi questa è destinata a chiedere il conto, non solo agli americani ma ancora una volta al mondo intero.

Inevitabile. Non è una questione di “se” ma di “quando”.

Ce ne sarebbe già a sufficienza, ma oltre a questa, c’è poi tutta una faccenda non certo secondaria di problemi geopolitici sparsi qua e là in giro per il pianeta (nucleare Iraniano; bubbone Ukraino irrisolto; Yemen e conseguente faida sunniti/sciiti assurta ad un livello più elevato, con i Sauditi che sembrano aver preso più a cuore il problema; guerra non dichiarata ma di fatto ufficiale sul petrolio…) in grado di speziare ulteriormente a livello di gusto, un piatto che si preannuncia niente male come sviluppi per il futuro…

stanziale
Scritto il 30 Marzo 2015 at 12:02

aorlansky60,

Il fatto poi di commerciare meno con la Russia, non potra’ che accelerare il processo disgregativo di questo sistema: e’ ovvio, dato che diminuiscono i pil ed i guadagni dell’occidente super indebitato. Cercavano di far fallire economicamente la russia per rovesciare Putin ed impossessarsi delle materie prime, ma non pare aver avuto un buon esito, la cosa http://vocidallestero.it/2015/03/28/sapir-la-russia-sta-uscendo-dalla-crisi/

aorlansky60
Scritto il 30 Marzo 2015 at 12:16

Stanziale

Grazie per il link;

Non avevo e non potevo aver dubbi sul fatto che la Russia potesse cavarsela dalle pastoie cui l’hanno indotta il club “Obama&Merkel&Lagarde”;

qui si tratta di una paese dalle potenzialità naturali sconfinate, fortemente centralizzato per volere delle poche oligarchie di potere che vigilano su di essa, mica di una Cuba qualsiasi…

oltre che, come non ha fatto a meno di ribadire Putin nell’estate scorsa a tutti i rappresentanti dei paesi OCSE occidentali riuniti in occasione di un vertice : “non dovete dimenticarvi che la Russia è una potenza nucleare…:mrgreen:

è anche buffo ricordare che nel paradosso attuale dei veti EU imposti verso la Russia, noi europei ci siamo dimenticati che per le forniture di gas dipendiamo fortemente dai giacimenti e dagli impianti di Vladimir…

va beh che ormai la primavera è alle porte… ne riparliamo tra qualche mese…

kry
Scritto il 30 Marzo 2015 at 12:20

aorlansky60,

” grazie per l’assists, anche se non ne hai certo …. ” Prego. Anzi mi fa molto piacere … poi non son altro che elaborazioni contorte sulle ironie del nostro capitano. Ciao.

stanziale
Scritto il 30 Marzo 2015 at 12:32

Come tutti, leggo attentamente le anticipazioni del capitano sull’economia Usa, in quanto tutto il sistema fa capo a loro. In relazione a cio’, ho letto questi 2 punti di vista, Lops e Coco:
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-03-30/perche-castello-mercati-si-regge-tutto-tasso-disoccupazione-usa-103621.shtml?uuid=ABaqBZHD

stanziale
Scritto il 30 Marzo 2015 at 12:34

E questo e’ Coco http://www.rischiocalcolato.it/blogosfera/dollaro-forte-se-nel-2008-ce-stata-una-crisi-ora-potrebbe-esserci-la-crisi-107896.html l’articolista pone le sue riflessioni sul dollaro forte.

madmax
Scritto il 30 Marzo 2015 at 14:07

Il Martello di Thor sul PIL Finlandese !
Avete mai sentito qualcuno dire che la Finlandia e’ in crisi? Mai nel nostro immaginario vediamo perfezione ed efficenza. Ma con la fine della Nokia con il crollo delle esportazioni verso la Russia la verita’ e’ che sono in piena Crisi basta guardare i numeri:
http://www.stat.fi/til/vtp/2014/vtp_2014_2015-03-02_tie_001_en.html
Inoltre la crisi e’ strutturale e quello che non vogliono dire e’ che sono impossibilitati a mantenere lo stato sociale attuale…ovvero ora che viene la crisi taglieranno pure gli ammortizzatori sociali.
Ma la trovata per far crescere il PIL e’ perfetta aumentiamo le spese in armamenti cosi’ il PIL cresce semplice no?
Buona giornata a tutti!

icebergfinanza
Scritto il 30 Marzo 2015 at 14:39

stanziale@finanza,

Ah per quello dare un’occhiata al dato dell’occupazione senza tener conto dei sottoindici, part-time, lavoro a tempo determinato, forza lavoro, durata media disoccupazione e via dicendo, è proprio una cosa da persone estremamente intelligenti, soprattutto se è un INDICATORE RITARDATO DEL CICLI ECONOMICO… Chapeau!

aorlansky60
Scritto il 30 Marzo 2015 at 14:47

@Stanziale -art linkato ore 12:34

Sono in accordo con il relatore dell’articolo, concetti che ho peraltro letto già da altre parti recentemente, vedo che l’idea di base si rafforza sempre più nei punti fondamentali via via che trascorre il tempo :

– i QE statunitensi hanno innescato una gigantesca corsa al carry-trade (quelli attuati in altre zone, BCE compresa, non sfuggiranno alla regola…)

– la conseguenza di questo è stata la nascita di una bolla di enorme entità

– visti i volumi in gioco venutisi a creare in pochi anni nei meccanismi descritti, il timore ora è che un repentino rialzo dei tassi in USA possa fare crollare tutto quanto, repentinamente, con conseguenze disastrose;

infatti il punto interessante dell’articolo verte sulla domanda :

Come si esce dal carry trade? 😆

Per niente facile.

Avevo già scritto nei giorni scorsi che mica puoi ordinare un uscita ordinata mettendo in fila tutti i traders e istituti coinvolti nel gioco (infatti dicevo che l’uscita sarà alquanto caotica… forse anche peggio di così, si potrebbe verificare il panico vero e proprio in uno spazio di tempo ristretto…)

d’altronde se l’euro si indebolisce ulteriomente nei confronti del dollaro nel corso dell’anno, la FED non può ritardare il rialzo dei propri tassi… non può.

Paradossalmente, potrebbe venire in aiuto della Yallen il primo trim USA le cui prospettive si annunciano parecchio deludenti nei numeri, cosa che potrebbe fornire la scusa alla FED per ritardare ulteriormente il rialzo dei tassi americani…
alimentando però ulteriormente il MOSTRO aumentandone il volume (e il potenziale…)

l’ho già scritto : aveva ragione quell’economista che ha previsto che una volta raggiunte certe dimensioni, il MOSTRO non è più gestibile, ne controllabile…

Per non fare innescare “LA CRISI”(o la madre di tutti i CRAK) come l’art ammonisce, l’economia occidentale, per mezzo delle sue banche centrali, potrebbe essere costretta a lanciare una sorta di QE FOREVER in stile “from QE to eternity” chissà per quanto tempo ancora…

situazione davvero complicata. A questo punto forse meglio fare come la maggiorparte degli esseri umani sparsi sul pianeta, nascondendo la testa nella sabbia come gli struzzi e dedicarsi momentaneamente ad altro, perchè la prospettiva che potrebbe insorgere fa davvero paura al solo pensiero… 🙁 …altro che ripresa.

stanziale
Scritto il 30 Marzo 2015 at 17:08

@Icebergfinanza–Dici che Lops crede realmente al calo della disoccupazione Usa? Quando lui scrive
“Il castello dei mercati finanziari si poggia oggi sostanzialmente su questo schema: se il tasso di disoccupazione negli Usa continua a scendere e a direzionarsi verso la soglia di piena occupazione fisiologica (3-4%) vuol dire che contestualmente aumenteranno i consumi (in virtù dell’aumento del reddito da parte delle fasce di popolazione meno agiata) e a ruota l’inflazione (che si muove soprattutto quando la coda lunga della popolazione, la fascia più debole, aumenta i consumi). A quel punto la Fed sarà costretta a rialzare i tassi di interesse.”
L’avevo inteso come uno schema da riflessi condizionati dei mercati…
avevo linkato i 2 post, perche’ ambedue parlavano dell’eventuale rialzo dei tassi americani, dando un punto di vista un po’ differente, quindi (pensavo) utile alla discussione, in particolare Coco immette parecchi dati nuovi almeno per me.

kry
Scritto il 30 Marzo 2015 at 17:53

Nel fine settimana mi ero espresso sinteticamente così:La mia impressione è che un rialzo dei tassi anche solo di 2×0,25 porti ad un errore come quello commesso dalla BCE anni fa. L’economia usa cresce grazie al debito di studenti universitari , ai finanziamenti per acquisti delle automobili e nello shale gas/oil. Il prezzo del legname per la costruzione delle case è basso e i depositi di petrolio colmi. La maggior parte degli americani lavora a part-time con stipendi bassi. Una continuazione del rialzo del pil al 2,2% la vedo molto dura. Grazie al rafforzamento del $ diminuiranno le esportazioni aumenteranno le importazioni e la deflazione. DIMINUIRANNO gli utili delle multinazionali che essendo ormai GLOBALI fatturano in monete emergenti mentre i loro bilanci sono in $ . Più che un aumento dei tassi è probabile un QE4. Concordo che vedremo cosa deciderà il mercato.

stanziale
Scritto il 30 Marzo 2015 at 18:53

kry@finanza,

Una delle domande che mi pongo, prima mi sono dimenticato di rilevarlo, e’ anche se la rivalutazione del dollaro(aumento dei tassi o meno) sia inevitabile o no, alla luce appunto che il dollaro e’ valuta di riserva. Certo con il qe lo potrebbero posticipare, ma cio’ porrebbe comunque altri problemi sempre sistemici. Sicuramente economisti diciamo “austriaci” tra questi Coco o comunque legati al ruolo dell’oro, mi par di capire lo ritengono (il rialzo del dollaro) inevitabile, in quanto vedono una piramide rovesciata in cui in fondo, nella parte piu’ stretta, ci sia l’oro, subito sopra il dollaro, sopra ancora le altre valute in ordine di importanza; questo, man mano che la crisi peggiora. Interessante; naturalmente non sono in grado di dire se questa visione e’ esatta.

kry
Scritto il 30 Marzo 2015 at 19:30

stanziale@finanza,

La piramide rovesciata è quella di Exter che ne aveva parlato JL e che avevo postato il link a suo tempo. ORO, $ liquido e bond usa. Il dollaro deve rompere sotto 1,04, cosa lo può portare? Gli investimenti in uscita dai paesi emergenti o meglio il rientro dei capitali nella madre patria multinazionalistica come avvenuto già altre volte.

icebergfinanza
Scritto il 30 Marzo 2015 at 19:38

stanziale@finanza,

Non mi riferivo agli autori, sono tesi che condivido e che Machiavelli ha già riportato quattro mesi fa. Era un’osservazione ironica sulll’attesa spasmodica che circonda sempre l’arrivo dei dati sull’occupaizone che sono in uscita venerdì prossimo e sul fatto che nei prossimi mesi l’occupazione non protà fare altro che scendere … ma su questo non c’è fretta ogni cosa a suo tempo!

signor pomata
Scritto il 30 Marzo 2015 at 23:20

Il dollaro australiano come deve essere considerato?
Moneta emergente?
Perche mi è difficile considerare l” australia emergente.
Dopo la non rottura di 1,38 ho il sospetto che il dollaro australiano possa ritornare verso 1,50, voi che ne pensate??
Riguardo alla situazione americana, se invece di aumentare il tasso di interesse fanno un altro qe passeranno per dei rincoglioniti dopo che sono mesi che preparano il mercato, se vogliono fare un altro qe devono avere o meglio creare un appiglio e non credo che possa essere il continuo salire del mercato azionario.
Devono far credere che la situazione può precipitare, il che è vero .

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