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ARGENTINA…L’OMBRA DEGLI AVVOLTOI.
Come spesso accade in tempo di crisi, dove qua e la si intravvedono le carcasse di questo sistema, fallimenti e squilibri che il turbocapitalismo ha prodotto, avvoltoi e sciacalli si moltiplicano sorvolando o annusando occasioni indimenticabili spesso insanguinate.
Fiumi di denaro sporco o insaguinato che vengono decontaminati immettendolo attraverso operazioni finanziarie nei canali dell’economia, attraverso l’acquisizione di attività legittime. Non si tratta di milioni ma di miliardi di euro, cifre di fronte alle quali le finanziarie dei governi italiani impallidiscono. Truffe, frodi e manipolazioni sono l’essenza in tempo di crisi, dove gli sciacalli agiscono indisturbati, socializzando le perdite.
Non ho intenzione di perdere troppo tempo dietro alla questione Argentina di cui trovate una sintesi sul Sole 24 Ore Il miliardario che può mettere in ginocchio l’Argentina dibattere sulle responsabilità del governo argentino o sulla scelta della Corte suprema americana, spesso discutibile nelle sue scelte e sentenze, quello che mi interessa è affrontare la questione dei cosidetti fondi avvoltoi.
Nel frattempo ieri i sicari dell’economia del FMI come gli chiama John Perkins, hanno suggerito all’Italia «lo sforzo relativo alle privatizzazioni dovrebbe essere completato rapidamente».
Ovviamente Padoan si è affrettato a stendere uno zerbino rosso alle conclusioni di un ente le cui raccomandazioni da sempre rappresentano un esempio di ciò che NON si deve fare, ultima l’austerità per non parlare del saccheggio sistematico dei Paesi in via di sviluppo … «Condividiamo con il Fondo monetario internazionale la raccomandazione di continuare nel consolidamento fiscale e di favorire, per quanto possibile, la discesa del debito rispetto al Pil, cosa di cui siamo ben coscienti» ha sottolineato il ministro. Il Governo, ha poi assicurato, sulle privatizzazioni «va avanti come descritto nel Def: è e resta un piano importante e ambizioso».
Tornando alla finanza, non è difficile ricordare quante volte, le autorità, economisti o esperti del settore hanno giustificato la presenza di hedge fund, private equity e speculatori in generale come fornitori indispensabili di liquidità, equilibrio nei mercati, stabilizzatori unici, stimolatori di efficienza, indispensabili operatori che determinano le fluttuazioni dei prezzi. Eppure nelle pieghe della finanza speculativa, qua e la si nascondo sciacalli ed avvoltoi.
Africa dove osano gli avvoltoi.
Il recente successo del newyorkese FG Hemisphere, specializzato negli investimenti “alternativi”, è un campanello d’allarme per le nazioni più povere del Pianeta. I fondi avvoltoio hanno ancora fame. E continuano ad attaccare.
ULTIMO IN ORDINE DI TEMPO SI CHIAMA FG HEMISPHERE. È un fondo con base a New York, che da tempo si è specializzato nel segmento degli investimenti “alternativi”. Non ama farsi pubblicità, ma nelle ultime settimane è balzato, suo malgrado, agli onori delle cronache per aver compiuto un’impresa che ha dell’incredibile. Grazie alla sentenza favorevole di un tribunale di Hong Kong, FG ha ottenuto il pignoramento delle concessioni che la Cina dovrà pagare alla Repubblica Democratica del Congo nell’ambito di un maxi progetto di estrazione mineraria. Un passo in avanti decisivo verso l’incasso di un credito di oltre 100 milioni di dollari vantato nei confronti del Paese a ricano. Ma anche l’ultimo capitolo di una storia che non conosce vergogna. FINANZA PREDATORIA: IL TEMPO DEGLI AVVOLTOI …
USA E GRAN BRETAGNA: LA LEGGE PUO’ ATTENDERE.
Impedire ai fondi avvoltoio di utilizzare i tribunali di di sua Maestà per reclamare i crediti vantati (e gonfiati) nei confronti delle nazioni più povere e indebitate del Pianeta. È l’obiettivo della proposta di legge attualmente in discussione nel Parlamento britannico. Dopo aver passato due letture alla Camera bassa, la norma ha già diviso il mondo politico. Se da un lato sono in molti a giudicare il provvedimento un passo in avanti nella lotta alla povertà, c’è anche chi, soprattutto nell’opposizione conservatrice, teme che la riforma possa scoraggiare nuovi investimenti condannando così le nazioni Hipc alla perenne depressione economica. Non è ancora chiaro ad oggi se il Parlamento britannico riuscirà ad esprimere un voto definitivo prima delle elezioni politiche del prossimo 3 giugno. Secondo il Financial Times, i tribunali britannici ospitano il 20% delle cause intentate dai vulture funds nel mondo. Una quota notevole, ma pur sempre inferiore a quella compensata dalle corti Usa, sedi di una contesa legale su tre. Attualmente, il Congresso sta esaminando due provvedimenti in materia. Il primo, conosciuto come “Stop Vulture Funds Act”, intende fissare al 6% l’interesse massimo caricabile dai fondi sui crediti vantati. Il secondo, denominato “Judgment Evading Foreign States Accountability Act”, vorrebbe, però, proibire alle nazioni che hanno casi legali pendenti di accedere al mercato dei capitali statunitense. Entrambe le proposte sono ancora alle fasi preliminare della discussione. Matteo Cavallito
La cena dei predatori può continuare….e a noi non resta che stare a guardare gli avvoltoi che banchettano e gli sciacalli e le iene che ridono alle spalle della nostra inconsapevolezza, in fondo cosa possiamo fare noi comuni mortali si sente sussurrare, noi non possiamo farci nulla.
Consapevolezza e responsabilità, oltre ad investimenti responsabili e consumi critici, sono le migliori armi con le quali possiamo rispondere alle risate degli sciacalli, senza dimenticare che uomini e donne consapevoli possono esercitare pressioni non indifferenti per indirizzare scelte politiche ed economiche future, dopo l’epoca glaciale che sta attraversando il nostro tempo.
Anche io penso che l’Argentina se ne fotterà della corte americana. Magari chiede un prestitino a Putin tramite il Venezuela
Interessanti le prossime elezioni in GB, chissà se ne uscirà un bel casino ingovernabile, Farage alle europee era in testa….
interessante interessante 🙄
Tu Andrea pensi che la tornata elettorale in GB possa destabilizzare la situation o tutto paserà via liscio?
hei stanziale, ora ti dico cosa significa vero leader, no pagliacci come quelli che abbiamo ora in europa. leggi sotto.
QUANDO IL PRESIDENTE DE GAULLE DISSE NO ALLA NATO
Un grande esempio per l’Europa di oggi!
10 Marzo 1966: dopo 31 tentativi di assassinio, Charles De Gaulle (che aveva adottato una politica estera indipendente dell’asse anglo-americano) ordinò il ritiro della Francia dal comando integrato militare della NATO. Questa decisione è stata formalmente annullata circa mezzo secolo dopo, sotto la presidenza di Nicolas Sarkozy.
Le decisioni prese il 10 Marzo 1966 non riguardavano il solo ritiro dalla NATO, ma anche la rimozione del suo quartier generale dal territorio francese, che fu poi portato a Bruxelles (1967).
Nel mondo di oggi i leaders dell’Unione Europea (ed in particolare le élites francesi, tedesche ed italiane) sono spaventati, terrorizzati, dalla potenziale reazione degli Stati Uniti, che potrebbe essere dello stesso tipo di quella che ha prodotto i 31 tentativi di assassinio del leader francese.
Reazione forse inevitabile, se avessero deciso di difendere l’interesse nazionale dei loro paesi, opponendosi, ad esempio, alla destabilizzazione dell’Ucraina ed al saccheggio finanziario dell’UE da parte di Wall Street e della City di Londra.
Ma questo è un momento storico … questi paesi stanno giocandosi l’esistenza come Stato Sovrano … e l’intimidazione politica degli Stati Uniti può senz’altro essere combattuta.
Ma questi leaders europei sono stati prima corrotti e poi cooptati da Washington. De Gaulle è stato d’esempio perché ha sfidato apertamente le forze che cercavano di uccidere, insieme alla sua persona, l’esistenza della Francia come paese indipendente e sovrano … ed ha vinto.
Egli è stato in grado di respingere anche le forze di occupazione con l’etichetta della NATO, ed ha vinto una seconda Resistenza, dopo quella contro il nazismo.
ALDO MORO ED ENRICO MATTEI
Anche Aldo Moro, lo statista italiano, era probabilmente preoccupato per la sua sicurezza personale, quando decise di andare avanti con il suo progetto per un forte governo di stabilizzazione, in grado di evitare ciò che era accaduto in Cile (il golpe contro il Presidente Salvador Allende, l’11 Settembre 1973).
Ma Aldo Moro non ebbe remore a portare avanti il suo progetto, ed in Italia non ci fu alcun colpo di stato. Nel 1978, però, pagò con la sua vita. Una squadra militare super-sofisticata, proponendosi come Brigate Rosse, lo rapì, lo tenne prigioniero nel centro di Roma, e poi lo uccise.
Anche Enrico Mattei, probabilmente, era preoccupato per la sua vita, quando difese il diritto italiano allo sviluppo economico, attraverso abbondanti ed economiche forniture energetiche. Fu ucciso nel 1962, per mezzo di un “incidente” aereo.
Oggi è stato accertato che quell’aereo fu sabotato. Enrico Mattei aveva stipulato degli accordi per ottenere delle forniture di petrolio e gas dai paesi del Nord Africa e dalla Russia, contro i “consigli” del cartello composto dalle Sette Sorelle (le multinazionali petrolifere dell’epoca).
ALFRED HERRHAUSEN
E per quanto riguarda il tedesco Alfred Herrhausen, lo “stravagante” banchiere non-monetarista che predicava e praticava la cancellazione del debito inesigibile di alcuni paesi?
Alfred Herrhausen fu un banchiere di successo ed un brillante economista. Egli sapeva che non si possono fare soldi dai soldi, ma che c’era la necessità di una vera e propria economia reale.
Alfred Herrausen fu l’economista che preparò il grande piano per lo sviluppo dell’economia reale in Europa Orientale ed in Russia, dopo la caduta del muro di Berlino. Egli dichiarò guerra alla speculazione monetaria su due fronti, il primo in Germania, all’interno della sua Deutsche Bank, ed il secondo al di fuori, contro l’FMI, la Banca Mondiale, Wall Street …
Un’inesistente “terza generazione” della RAF (il gruppo terrorista Baader Meinhof) lo uccise il 30 Novembre 1989, attraverso un’operazione militare dalla complessità senza precedenti …
La Deutsche Bank fu spinta fra le braccia degli speculatori della City di Londra dal CEO Anshu Jain (che proveniva dalla Merrill Lynch, ed a cui fu permesso di conquistare la leadership della banca), che la trasformò in una palude di corruzione, che ha apertamente sabotato l’economia reale tedesca (è probabilmente la banca più coinvolta a livello mondiale nel settore dei derivati, ndt).
La leadership politica tedesca, venuta a conoscenza di queste tendenze, cedette, accettando i cambiamenti imposti dall’asse bancario anglo-americano. Questo spiega anche il sostegno che (questa leadership) sta dando al regime di Kiev, sponsorizzato dagli USA.
Il potere di questi “gangsters finanziari” sulla Germania è il vero motivo per cui questo paese è paralizzato, incapace di difendere i propri interessi di base e spinto ad un confronto con il suo principale partner economico, la Russia.
De Gaulle, Herrhausen, Mattei, Moro. Questi leaders hanno salvato ciò che resta oggi dell’Europa.
Il progetto europeo, in effetti, non includeva l’oligarchia finanziaria anglo-americana. Come De Gaulle aveva ben chiarito, l’Europa delle nazioni indipendenti e sovrane che egli immaginava non includeva la Gran Bretagna, che veniva giustamente considerata parte del cartello finanziario anglo-americano, il cui scopo principale era quello di indebolire e destabilizzare l’Europa (mettendo in crisi la cosiddetta alleanza Franco-Tedesca, che prevaleva largamente, in Europa, fino all’inizio della guerra in Iraq, nel Marzo 2003).
L’eredità di questi leaders deve ora essere ripresa dall’Europa.
IL METODO DE GAULLE
William Torbitt (si tratta di uno pseudonimo) ha descritto quello che De Gaulle decise di fare, e che sembrava a tutti impossibile (lo sembra ancora oggi a molti leaders europei): l’espulsione immediata delle forze militari straniere, ovvero degli Stati Uniti, dal suolo francese.
Un esempio molto chiaro per i leaders di Francia, Germania ed Italia su come agisce un vero leader (e non la sua caricatura hollywoodiana) in un momento di crisi profonda del proprio paese.
Oggi, Washington e Londra – e dietro a loro Wall Street e la City – stanno minacciando ritorsioni contro quei leaders politici che osano difendere l’interesse nazionale dei rispettivi paesi, e che rifiutano di accettare un confronto con la Russia e con la Cina.
Questi leaders sono stati istruiti da Washington ad essere complici nel processo di distruzione e destabilizzazione del progetto europeo. Da “The Assassination Attempt on De Gaulle” di William Torbitt:
Il Generale De Gaulle era furioso per i piani ed i tentativi di assassinio contro la sua persona. Chiamò gli ufficiali più fidati dell’Agenzia Francese di Intelligence, e questi lo avvisarono che stavano già facendo delle indagini per scovare chi c’era dietro ai tentativi di assassinarlo.
L’Agenzia, in pochissimo tempo, tracciò completamente gli attentati, che avvennero attraverso la “Permindex” (una società svizzera), la “Solidarists” (organizzazione d’intelligence composta da emigrati russi, nell’ambito della “Fascist White Russian”) e la “Division Five”, sezione di spionaggio dell’FBI con sede a Bruxelles, in Belgio.
In dettaglio, gli attentati alla vita del Generale De Gaulle erano stati diretti dalla sede NATO di Bruxelles, e realizzati attraverso alcune organizzazioni di Intelligence, ed in particolare dalla svizzera “Permindex” (fondamentalmente una “società” della NATO, composta dai resti delle unità di Intelligence di Adolph Hitler, presenti nella Germania Occidentale) e dalla “Solidarists”, con sede a Monaco di Baviera, in Germania. Il comando generale dell’“unità di assassinio” di De Gaulle faceva capo alla “Division Five” dell’FBI.
Dopo aver appreso che i gruppi d’Intelligence controllati dalla “Division Five” dell’FBI avevano pianificato tutti gli attentati alla sua vita, De Gaulle diventò furioso ed ordinò a tutte le unità della NATO di andarsene dal suolo francese.
In base agli accordi tra la Francia e la NATO, il Generale De Gaulle non poteva costringerla ad andarsene prima di un periodo un po’ superiore ad un anno. Eppure, egli disse alla NATO di andar via dal suolo francese immediatamente, e mise in moto la macchina per la cancellazione del Trattato. http://www.ctrl.org/essay2/torbitt.html
Umberto Pascali
Fonte: http://www.globalresearch.ca
ti posto solo 2 commenti su quell’articolo. carini.
1) C’è solo una piccola, insignificante, differenza tra De Gaulle, Herrhausen, Mattei, Moro e gli attuali leader europei: quelli avevano i “coglioni” e questi no…
2) Sono stato in Francia da bambino, in quel periodo, e ricordo bene che la CocaCola era vietata nel Paese (anche 10 anni prima, per quanto possa sembrare incredibile) ma nessuno se ne lamentava, andava bene così.
Ma come gli attentati non li organizzava l’OAS…?
De Gaulle, ultimo leader…
Dorf, questi dettagli su de Gaulle non li avevo letti, non si finisce mai di sapere le cose. Ma ad avere le palle non e’ detto che sarebbe una cosa suicida, se uno parla forte e chiaro al popolo. Proprio oggi hanno aperto la procedura di infazione sui debiti della p.a.: se Renzi, che ha gia’ ovviamente l’appoggio del 40,8% che l’ha votato, facesse un discorso del genere:
“ok, ora i debiti della p.a. li paghiamo entro 1 mese come e’ giusto. Nel contempo, smettiamo di pagare 4 miliardi al mese ai fondi salva(?) stati , anzi ora la bce MONETIZZI subito, svalutando adeguatamente l’euro, e ci ridia quanto abbiamo versato nei fondi, entro 15 giorni. Cosicche’ l’euro raggiunga il rapporto di parita’ col dollaro. Anzi inoltre guardate, o vi impegnate subito, commissioni euro varie e bce, a raggiungere la parita’ con il dollaro entro fine anno, oppure usciamo dall’euro. Dateci subito la risposta, ed intanto preparateci il conto per uscire, anzi mentre ci pensate per guadagnare tempo prepariamo come fare per l’uscita, caso mai per i debiti p.a. ci penseremo da noi….buongiorno e buon lavoro a tutti”
ecco caro Dorf, non pensi che con un discorso del genere Renzi arriverebbe al 95% di popolarita’? vai a farlo fisicamente fuori, poi, dopo un discorso del genere….
@John Ludd e tutti—visto anche la qualita’ dei commenti di John oltre che qui su intermarket (peraltro non contestati dagli unici che possono, cioe’ Andrea e Dt) –pensavo– certo bisogna essere coglioni forti per scrivere che sei troppo prolisso e occupi troppo spazio (coglioni, o intenzioni di censura?)…
è un momento molto complicato Stanziale, ma esistono spazi di informazione di qualità, anche in Italia, alcuni veramente ottimi, come questo di Andrea. Se si riescono a mettere insieme i vari pezzi che toccano argomenti differenti ma che poi in qualche modo si intersecano, chiunque può giungere a una comprensione della realtà che non lo lascia solo nel buio. Basta che disponga come sola e unica dote della volontà di mettersi in gioco, di comprendere che vive in una rete di condizionamenti che lo avvolgono da quando è nato. Rinunciare ai messaggi consolatori non è disfattismo è presa di coscienza che la vita è difficile e non ti viene concesso nulla in cambio di nulla. Rinunciare alla tranquillità dell’incoscienza è doloroso quindi non è da tutti affrontarlo. Personalmente non mi importa se scrivono che sono “prolisso” se questo è il metro, allora per questa gente Dostoevskij era un inconcludente che si sbrodolava parole addosso. Mi da fastidio, e quindi mi accendo, chi disturba per il gusto di farlo, è già tutto abbastanza complicato. Alla fine credimi, se a qualcuno quello che ho scritto è stato utile, per me è una gratificazione come lo è per tutti quelli che tengono un blog, scrivono un libro, diffondono informazione per il piacere di farlo. Ma siate vigili, il 99% dell’informazione è cacca anche se indipendente. Eliminate tutti quelli che non forniscono lista delle fonti, date e dati verificabili. E pure mi è stato ed è utile, obbliga a fissare le idee, anche se il confronto è virtuale è comunque un confronto; e mi obbliga pure a essere sintetico sebbene chi scrive che sono prolisso di questo ne riderà, non ci posso fare nulla, non è un problema mio, mente piccola, pensieri piccoli. A risentirci tra qualche tempo.
ora vi posto un tema perfettamente attinente a quello che dice sempre john. la decrescita. il sovra sfruttamento del pianeta e dell’energia. c’è gente che vuol capire e ci fa dibattiti x arrivare a una sintesi, eppoi detta scrive dei piani su cosa fare e come farlo. ecco qui.
UNA CURA PER LA CRESCITO-MANIA?
Questa è la domanda a cui ha cercato di rispondere la : Conferenza Nazionale DECRESCITA OCCUPAZIONE E LAVORO che si è tenuta a Roma lunedì scorso nell’aula dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, per presentare alcune proposte alle forze politiche, sociali sindacali e imprenditoriali . Le proposte di chi vede nella crescita indiscriminata dell’economia e del PIL l’altra faccia di un eccesso ingiustificato di produzione di beni di consumo e di una inutile distruzione di risorse energetiche. Di chi interpreta la crescita incontrollata del debito-pubblico come il prezzo che si sta pagando oggi, per la distruzione di energie rubate alle generazione future.
La conferenza, introdotta da Lucia Cuffaro (pres. circolo MDF di Roma ) e da Maurizio PALLANTE ( Pres. di MDF) ha visto la partecipazione di 200 invitati, di numerosi parlamentari ed è stata seguita in diretta streaming da centinaia di persone. Obiettivo dell’incontro era trasmettere ai politici lo spirito di MDF che, come movimento apolitico, vorrebbe essere di stimolo per l’intera classe politica perché possa dare il giusto peso al nuovo rapporto che si è venuto a creare tra lavoro, ricerca di nuove occupazioni e un utilizzo consapevole delle risorse della terra.
Si è parlato degli effetti dell’austerity, delle economie classiche e del significato di “Bio-economia”, si è parlato del concetto di “occupazione utile” e di un problema economico che non potrà essere risolto se non affrontando tutti i suoi aspetti che non possono escludere né il problema ambientale né quello sociale. In sostanza MDF ha cercato di far incontrare varie realtà sociali e di raccontare con esperienze reali, e già realizzate, come trarne spunto per inserire queste iniziative in un progetto politico.
“Il fine dell’economia e il suo paradigma attuale non sono funzionali al futuro – bisogna disimparare il nostro attuale sistema di fare impresa: solo così sarà possibile trovare una nuova strada, una soluzione differente per uscire dalla crisi”.
ha detto in apertura Günther Reifer (Pres. Economia del Bene Comune in Italia – Terra Institute).
Quello che è certo è che, finita la crisi, non si tornerà indietro, non si tornerà nelle condizioni in cui eravamo prima della crisi. Non potremo tornare indietro perché l’ ambiente sarà cambiato – perché il clima sta già cambiando – la finanza sarà cambiata – perché non si potrà contrarre altro debito che nessuno potrà rimborsare – l’economia sarà cambiata – per la penuria di materie prime e per la saturazione di un mercato che vede sempre più poveri – la società sarà cambiata – per le disuguaglianze che potranno portare le masse fino all’esasperazione.
Ma essenzialmente si vivrà in un clima di emergenza, una continua ricerca di materie prime sempre più scarse, sempre più faticose da reperire e più costose: non sappiamo fino a quando potremo continuare a comprare il nostro cibo a prezzi ancora accessibili e non potremo continuare a misurare la ricchezza con i criteri monetari di oggi, continuando ad ignorare che la vera ricchezza è il benessere dell’individuo. (Giordano Mancini )
Si è parlato della riduzione dell’orario di lavoro, della qualità della vita, di come ampliare il numero dei percettori di reddito ( Marta Guindani – MDF Torino) del futuro rubato alle giovani generazioni (Luciano Monti – Università Luiss) e di come si può lavorare meno, pensando prima a quali sono le vere attività utili per l’uomo e per la società, cercando cioè delle alternative ai bisogni consolidati (spesso provocati strumentalmente) di beni che vengono prodotti con dei costi ambientali esagerati dallo spreco di energie umane e naturali necessarie al processo che serve alla loro produzione.
Si è parlato del sistema che chiede sempre più energia fossile e che, contemporaneamente, continua a non limitarne gli inutili sprechi: è questo il furto di futuro che si sta perpetrando alle giovani generazioni: un furto di qualità della vita nel prossimo futuro e un furto di disponibilità delle risorse naturali che non potranno rigenerarsi se non seguendo dei tempi terrestri, ben differenti da quelli della vita umana.
Quindi la provocazione ai parlamentari : Potremmo vivere meglio lavorando meno (quantitativamente), lavorando meglio (qualitativamente) e depauperando meno la natura (magari vivendoci in sintonia).
però dovete leggere tutto. non è lungo. qui : http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=13518
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Bravi gli argentini, che hanno una presidente che cerca di fare gli interessi nazionali, tant’e’ che vogliono essere aggregati ai brics. Bravi e fortunati perche’, come disse in risposta alla Lagarde (l’argentina non e’ solo un grande paese, ma soprattutto un paese grande)e’ sostanzialmente autonomo quindi se ne fottera’ dei diktat, salvo esportazioni di democrazia, ovviamente. Ma sempre qualcosa, chiunque lo puo’ fare, basta volerlo. Noi , purtroppo….
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