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FESTIVAL ECONOMIA 2013: BASU…NUOVA CRISI TRA IL 2014 E IL 2015.

Scritto il alle 17:00 da icebergfinanza

Davvero non poteva mancare al Festival dell’ Economia la battutina del professor Monti,  si quello che una volta dismessi i panni del salvatore della patria ha suggerito che…

«Sorrido pensando all’Olanda: dava lezioni di rigore all’Italia. Oggi noi siamo usciti dalla
procedura di infrazione della Ue, mentre loro sono ancora sotto sorveglianza per deficit eccessivo».

Ma come non essere cosi severo Mariuccio,  il primo ministro olandese Rutte ti aveva anche lodato ma quali lezioni di rigore…

ROMA – Al termine dell’incontro con il presidente del Consiglio Mario Monti, il primo ministro olandese, Mark Rutte, si e’ detto ”impressionato da questo pacchetto di misure varato in cosi’ poco tempo’ ”Il governo olandese sostiene pienamente queste misure a si augura che siano implementate”. Rutte ha definito il presidente del Consiglio ”una persona molto esperta, tanto a livello politico quanto per cio’ che riguarda lo sviluppo per la crescita”.

Probabilmente mentre utilizzava il “politicamente corretto” negli incontri ufficiali,  il professore non si è neanche accorto del livello di indebitamento delle famiglie olandesi o della grande fragilità delle banche olandesi, ma solo ora ha notato che sono sotto sorveglianza per deficit eccessivo.

Ma andiamo avanti e vediamo cosa ci racconta un’altra bella addormentata nel bosco, si uno di quelli che avrebbe dovuto controllare le banche e ora ci insegna cosa fare, tra King Kong e Godzilla…

Per Andy Haldane, membro dell’ Interim Financial Policy Committee della Bank of England, e anche membro del Comitato di Basilea, esiste tutt’ora il rischio dei subprime, del denaro facile dato per i mutui.

Provate a chiedere al nostro Dream che ne pensa a proposito di subprime …

ALERT: in arrivo crisi subprime in Asia?

…Potremo quindi rivivere la crisi del 2008, che ha portato al crollo di grandi banche come la JP Morgan Chase, che per essere salvata ha richiesto un massiccio intervento della Federal Reserve americana. Per salvarci c’è bisogno di riforme strutturali complesse e lunghe, che per prima cosa eliminino il concetto di ‘too big too fail’. Non si può permettere che crescano cordate di banche, titani della finanza, che implicitamente si basano sui sostegni governativi finanziari, creando così utili giganteschi. Per spiegare un argomento complesso Haldane si è anche affidato alla metafora del cane del freesbee. La traiettoria del freesbee è di difficile previsione perché troppi fattori la condizionano, ma il cane ha più probabilità dell’uomo di prenderlo. In modo analogo risolvere il problema di banche troppo grandi per essere lasciate fallire o per mettere in prigione i dirigenti, non si può risolvere in modo semplice. Lo testimoniano gli atti di Basilea 1, 2 e 3, che comportano migliaia di pagine scritte per il regolamento di attuazione. Fatto sta che per Haldane bisogna subito mettere limiti alle dimensioni delle banche, bisogna separare quelle di investimento da quelle di deposito, evitare che gli Stati rischino il crollo interno per evitare il fallimento delle loro banche, come Spagna, Iralnda, Islanda e Cipro testimoniano. ” Le regole della finanza moderna sono troppe complesse, non si può combattere la complessità con la complessità, ci vogliono norme semplici- ha osservato Andy Haldane – c’è molto da fare ancora per scongiurare crisi analoghe a quella del 2008, che non potremmo più permettercì’.(Festivaleconomia.eu)

banche che …sono dei mostri che possono esistere solo nei fumetti o al cinema perché in natura sarebbero troppo grandi per sostenere il proprio peso. Eppure, dice Andy Haldane, direttore esecutivo del Financial Stability di Bank of England (…) queste banche  mostruose» – troppo grandi per fallire, troppo grandi per essere salvate, troppo grandi anche per finire in galera (parole testuali di Haldane) -, esistono e stanno diventando estremamente pericolose per l’economia mondiale. 

(…) «La soluzione non è trasformarle in enti pubblici – ha dichiarato Haldane rispondendo ad una domanda del pubblico – anche se le banche hanno un forte ruolo sociale. (…)  «La verità – ha proseguito Haldane – è che, nei prossimi 20 o 30 anni, dovremo procedere ad un contenimento dell’impatto delle banche sul Pil globale. La cosa non necessariamente
produrrà effetti negativi sull’economia reale e sull’occupazione». Ladige.it/

Altro che decenni perduti mi verrebbe da dire altri 20 o 30 anni e poi risolviamo tutto, se resta in piedi qualcosa, sempre che nel frattempo non acadda qualcosa all’economia reale o all’occupazione, tutto bene rilassiamoci.

Alzo gli occhi al cielo e mi chiedo da quale pianeta vengono questi illuminati.

Se si pensa che Perry Mehrling specializzato in storia economica e teoria finanziaria, ripeto teoria finanziaria ci racconta che suppone il mondo futuro incentrato su operazioni monetarie eseguite da un sistema bancario ombra allora auguri.

Auguri in attesa di fare due chiacchiere con Machiavelli che dovrà raccontarmi come diavolo ha fatto a lasciarsi sfuggire informazioni della massima segretezza che mi aveva confidato.

Infatti, sembra che …

Tenetevi forte, perché il giro sulle montagne russe di Eurolandia non è finito. «Tra il 2014 e il 2015, nel momento in cui le banche europee dovranno restituire i prestiti ottenuti dalla Bce nel biennio 2011 e 2012 per restare a galla, l’Europa rischia un nuovo periodo di instabilità», con tutte le implicazioni che ciò può comportare per Pil e lavoro.

Ah ma se è per questo caro Basu, tranquillo Machiavelli ha appena parlato con Mariuccio, Draghi per gli amici che gli ha riferito che male che vada tra il 2014 e il 2015 offrirà un altro giro di liquidità per tutti altri LTRI e happy hours…

Provocano un brivido, nell’aula 1 di Giurisprudenza affollata da moltissimi studenti, le parole dell’economista indiano Kaushik Basu, allievo di Amartya Sen, ex consulente del governo di
Dehli e ora vicepresidente nonché capo economista della Banca Mondiale, la cui «mission» è semplice nella sua dizione ma maledettamente difficile nella sua realizzazione: «Help reduce poverty», l’aiuto riduce la povertà. Un’occhiata al tablet e l’Istat butta fuori, quasi contemporaneamente alla sirena suonata da Basu, i nuovi drammatici dati sulla disoccupazione in Italia: 12,8% totale (3,3 milioni di persone a spasso), 41,9% di under 25 senza lavoro, altri 100mila precari fuori dal mercato…

Il tempo sta scadendo … (…)  Ma è proprio per questo che le politiche economiche devono essere cambiate: perché in un mercato così unito, così globale, le diseguaglianze invece di diminuire stanno aumentando «in maniera intollerabile» (nel 2007 le 10 persone più ricche al mondo avevano più del doppio del reddito di tutti i 70 milioni di abitanti dell’Etiopia). (…) 

«L’Eurozona – dice Basu, rispondendo a una nostra domanda – deve mettersi attorno a un tavolo per adottare una politica unica del mercato del lavoro, più flessibile ma dove ognuno sia coperto dal welfare indipendentemente dal ruolo che ricopre». 

Che sia urgente, che non ci sia più tempo da perdere, è sotto gli occhi di tutti. Ladige.it/

Mentre Rodotà l’ ottuagenario miracolato dalla rete e sbrinato di fresco dal mausoleo, da parte di un Grillo in cui cervello ormai sembra faccia più fatica a passare da un semplice ragionamento rispetto ad un cammello da una cruna di un ago, ci racconta giustamente che …

«La sovranità economica senza confini deve trovare il suo limite nei diritti fondamentali della persona, dalla salute all’istruzione. L’Europa è diventata sinonimo di sacrifici e, mentre si dice che serve più integrazione, ha messo da parte la carta dei diritti, la sua costituzione. L’unione politica dell’Europa però passa attraverso il pieno riconoscimento dei diritti delle persone». (…) 

La sovranità economica non può cancellare i diritti fondamentali della persona. «Ci sono beni comuni – ha detto – che non sono disponibili alle logiche del mercato: l’acqua, ma appunto anche la salute e la conoscenza. Altrimenti il rischio è di tornare ad una sovranità del censo per la quale salute o grado di istruzione sono in funzione solo del proprio reddito». Andrea Grosselli Ladige.it/

…Saviano ricorda come …

«Enorme, elefantiaco il problema delle banche che riciclano il denaro del narcotraffico. Ci riguarda. Ma i vertici degli istituti di credito tacciono. Non ne parlano il G8, non ne parla
il G20. E invece il dibattito politico italiano è muto al riguardo.

Mette malinconia. Lasciano il problema in mano ai piccoli magistrati, ai piccoli poliziotti. Ma solo facendolo diventare un grosso problema politico forse ci salveremo. Forse». Insomma, Roberto Saviano ci sta dicendo che il mercato globale e feroce del petrolio bianco ci riguarda da vicino. La Cina è vicina. Il Messico ancora di più. Altro che nuvole. Vene piene di polvere bianca. Siamo intossicati senza saperlo.
twitter: pgheconomiadige Ladige.it/ 

Per finire Salvatore lupo ci ricorda che il nostro Paese non è un paese a sovranità limitata ma a sovranità mafiosa…  Una parte d’Italia è sottoposta da tempo a una sovranità limitata: quella dello Stato convive con quella della mafia. Certo, la sovranità mafiosa non è assoluta. Ma è una forma di ordine a lungo tollerata.

Protrei proseguire raccontandovi come il solito Bini Smaghi ha suggerito di portare pazienza che anche se non vi piace, non c’è alternativa alla continua iniezione di liquidità per cercare di stabilizzare il sistema bancario in attesa che le cose migliorano, facendo finta di nulla a proposito della nazionalizzazione, ma le orecchie da mercante sono una prerogativa dei banchieri, le solite balle sul rischio sistemico, gente che vorrebbe sempre e comunque capitali pubblici e soldi dei contribuenti per continuare a socializzare le perdite, gente che non ha il coraggio di dire che basterebbe addossare i costi di ristrutturazione ad azionisti e in parte ad obbligazionisti.

Peccato che sia scappato prima delle domande avevo pronte una raffica di riflessioni che avrebbero demolito empiricamente le solite fesserie istituzionali.

 

ma mi fermo qui anche se sono certo di aver dimenticato molto materiale e argomenti.

Non c’è scampo purtroppo, in sei anni di crisi non è stata cambiata una sola regola che abbia validità ed efficacia a parte qualche palliativo o effetto placebo, giusto per tener buoni gli ingenui, con la gentile collaborazione di lobbies varie, sempre presenti ed efficienti nel distruggere il buon senso, buon senso che se ne sta tutt’ora nascosto per paura del senso comune, come diceva un nostro caro e famoso antenato.

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1 commento Commenta
dorf001
Scritto il 3 Giugno 2013 at 20:11

soluzioni a queste stragi? io direi cosi’.

In Grecia lavorano il doppio per meta salario… ma non è ancora abbastanza, il debito ( pubblico) erode ogni sacrificio, dobbiamo riformare l’Euro facendolo diventare del popolo, emettendolo senza debito, attraverso una BC pubblica, dobbiamo vietare la riserva frazionaria, troppo comodo prestare oltre i depositi.

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