FESTIVAL DELL’ECONOMIA TRENTO 2013
Dopo oltre sei lunghi anni trascorsi insieme i compagni di viaggio di Icebergfinanza comprendono il significato della consapevolezza, l’importanza della consapevolezza, uno degli alberi maestri del nostro ormai leggendario veliero, albero maestro che ci ha aiutato ad esplorare e comprendere la madre di tutte le crisi.
La consapevolezza richiede sacrificio, tempo, disponibilità e responsabilità nei confronti di se stessi e degli altri, il coraggio della conoscenza e della verità.
Ma sono sicuro che gli amici di Iceberfinanza sanno di cosa sto parlando e sono perfettamente in grado di comprendere le diverse sfumature di una materia che come abbiamo più volte visto si presta spesso e volentieri a manipolazioni ideologiche… “non è tanto la valida di una teoria economica, ciò che conta la il suo contagio agio agio” amavano ricordare dalle parti della scuola di Chicago.
Quello che è certo è che ci mancherà la gioia e la luce di Valentina.
Il Festival dell’Economia che si svolgerà a Trento dal 30 maggio al 2 giugno …
Home – FestivalEconomia è un’occasione per esplorare l’oceano dell’economia, senza dimenticare che spesso e volentieri, venti e correnti possono essere indirizzati a seconda delle ideologie, non necessariamente un Nobel o un CV conferiscono un alone di saggezza o di verità a coloro che espongono le loro idee e le loro opinioni, in un mondo spesso e volentieri permeato di conflitti di interesse ed asimmetrie informative.
In un festival boerocentrico il suo responsabile scientifico Boeri appunto, ci dice che …Cominciano anche a esserci studi, ai confini fra economia, sociologia e scienze politiche, sulla formazione di una élite e classe dirigente in grado di governare processi globali. L’emergere di questa classe dirigente è fondamentale per evitare che le tensioni sulla sovranità degenerino in conflitto. La storia ci insegna quanto il rischio che si passi dalla cooperazione al conflitto sia tutt’altro che remoto, soprattutto dopo lunghe crisi economiche come quella che stiamo attraversando.
… formazione di una élite e classe dirigente in grado di governare processi globali… non serve c’è già, il sequestro delle nazioni e del futuro delle giovani generazioni è già in atto, ma ovviamente è solo un gomblottoooooo.
Mi limito a segnalarvi alcuni appuntamenti probabilmente interessanti senza esprimere alcun giudizio, su argomento e partecipanti, anche appuntamenti che sono agli antipodi con la mia personale visione sulla crisi e sulla questione euro ma cosi avrete l’occasione di poter intervenire e mettere in difficoltà l’interlocutore sulla base di fatti oggettivi e non solo chiacchiere.
L’importante è non dimenticare che questa è solo una faccia della medaglia e che è ora, dopo il fallimento totale dell’elite economica e finanziaria, che siano le persone comuni a prendere in mano il timone della propria esistenza per non dover tutto ridurre ad uno sterile slogan sui mercati e sulla crescita con contorno di liquidità gratuita offerta dalla tecnocrazia bancaria centrale.
31 Maggio
Economie emergenti e crisi globale ore 10.30
La mano invisibile, sostiene qualcuno, sarebbe tale semplicemente perché in realtà non esiste. Ed è comunque evidente che con l’affermarsi della globalizzazione dei mercati non si è certo ridotta la povertà, e si sono invece accresciute le disuguaglianze sia tra gli Stati sia dentro i confini nazionali. Attraverso una critica serrata del capitalismo contemporaneo, può emergere una visione alternativa e più equa dell’economia ma anche della società.
Inet Lecture – La grande onda ore 11.00
Alcuni economisti, e tra questi Robert Gordon, hanno previsto un lungo periodo di crescita molto bassa o addirittura di stagnazione a livello mondiale. L’impatto della grande onda che si era generata ai tempi della rivoluzione industriale si starebbe esaurendo. Altri sostengono che si stia investendo troppo poco in ricerca e sviluppo, per stimolare le innovazioni e la crescita in futuro. Quali sono i meccanismi alla base di queste previsioni deprimenti? E come la politica economica potrebbe diversamente indirizzare il corso delle cose?
introduce Massimo Gaggi Palazzo Geremia –
Può l’euro sopravvivere? ore 15.00
È come se un uomo che precipita dall’Empire State Building, dopo 50 piani, commentasse: “Per ora tutto bene!”. Uomini di governo, responsabili delle istituzioni pubbliche e banchieri periodicamente insistono nell’affermare che la crisi è sotto controllo. In verità non sembra questo il caso e non è più nemmeno pensabile continuare a battere la stessa strada. Per far sì che l’euro torni ad essere un elemento positivo nella vita dei cittadini europei c’è bisogno di un nuovo, minimo e soprattutto realistico disegno istituzionale, insieme a politiche conseguenti.
Come rimettere a posto l’area dell’euro ore 19.00
La crisi del debito europeo è la diretta conseguenza dell’errore commesso nel 1997 con l’adozione del Patto di stabilità. Un patto destinato a fallire giacché si basava su un equivoco di fondo: immaginare di poter imporre una disciplina fiscale a Stati sovrani. D’altra parte c’è una strada virtuosa per affermare la disciplina fiscale nell’area dell’euro e parte dall’ovvio riconoscimento che i Parlamenti sono e debbono rimanere sovrani. Quello di cui hanno bisogno sono gli incentivi giusti: il modello da seguire è quello degli Stati Uniti.
1 GIUGNO
Sovranità, biodiversità e finanza ore 10.30
Viviamo lo squilibrio di attori finanziari privati globali, troppo grandi per fallire e troppo complessi per essere regolati, con attivi più grandi dei loro paesi di origine e di istituzioni che faticosamente cercano di ampliare la loro scala, come nel caso della vigilanza bancaria europea. Quali sfide questo mondo asimmetrico pone alla sovranità degli Stati? Di quali regole abbiamo bisogno per evitare nuove crisi finanziarie? E a quale livello di sovranità – mondiale, continentale, nazionale – tali regole devono essere stabilite?
a cura della Federazione Trentina della Cooperazione
Chi controlla i giganti ore 11.30
Il neoliberalismo, nei fatti, più che un’ideologia del libero mercato è molto spesso una visione dell’economia dominata dalle grandi corporations. Non di rado politici e portavoce dei grandi gruppi imprenditoriali si riferiscono al mercato e alle loro aziende come se fossero nei fatti la stessa cosa ma, benché questi gruppi vivano nella libera competizione economica non rappresentano, essi da soli, “il mercato”. Al contrario, laddove c’è una condizione di non perfetta ed equa competizione, condizione quasi costitutiva dell’attività dei grandi gruppi, questa equivalenza svanisce.
La grande crisi finanziaria Ore 11.30
La crisi che viviamo, la cui fine non sembra all’orizzonte, ha avuto il suo inizio negli Stati Uniti tra il 2007 e il 2008. In questo incontro si cercherà di analizzare le cause di tale crisi, perché essa ha avuto effetti così devastanti sulle economie mondiali, la risposta delle autorità pubbliche e quali lezioni possiamo trarne per evitare che si ripeta.
Chi comanda in Europa? ore 12.00
a cura di “lavoce.info” e “Limes”
Lo sport preferito di ogni politico italiano negli ultimi anni è sempre stato quello di dar colpa all’Europa per ogni decisione impopolare da prendere. Dalle pensioni alle politiche del rigore è sempre colpa dell’Europa. Ma è proprio così? Come decide l’Europa? E come dovrebbe decidere? Ne parliamo con Lorenzo Bini Smaghi,Marco Buti, Daniel Gros, Hans Kundnani e Richard Portes, coordina Massimo Bordignon.
Il disagio dell’euro ore 15.00
L’unione monetaria è stata ed è ancora la decisione giusta per l’Europa. Ma si può ben dire che i processi alla base della sua effettiva realizzazione si sono rivelati a dir poco imperfetti. Parafrasando Quarto potere si potrebbe commentare che “… è la politica, bellezza!”, e non ci si può fare nulla. Ma se tornare indietro sarebbe un disastro, la sopravvivenza non è per questo assicurata.
Globalizzazione finanziaria: sciagura o opportunità? ore 17.30
Nel recente passato i policy-makers hanno consentito ai capitali di transitare liberamente attraverso le frontiere nazionali. Questo permette una maggiore diversificazione ed efficienza degli investimenti. Ma può anche generare bolle speculative e causare deficit delle partite correnti. Dovremmo allora favorire ancora l’integrazione finanziaria oppure fermare questo processo?
Sovranità, proprietà e diritti ore 19.00
Nello spazio globale, nella sovranità sospesa o comunque incerta che si determina quando non ci si può più chiudere nell’angustia delle storiche frontiere, tra gli imperativi della sicurezza e la prepotenza del mercato è tutto un incessante riscrivere il catalogo dei diritti. È un mondo nuovo quello con il quale questo catalogo si confronta: emergere di comuni bisogni materiali, innovazione tecnologica, finanza senza regole, nuova distribuzione dei poteri. E tutto questo sfida le due categorie fondative della modernità: sovranità e proprietà.
2 Giugno
Convivere con la troika ore 11.00
Che il termine “troika” sia di etimo russo e origine staliniana, indicando la struttura che, in sostituzione di quella normale, perseguitava in modo molto rapido e determinato i dissidenti, può considerarsi casuale, nondimeno appare significativo. I rappresentanti di Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea, chiamati a volte “emissari” a volte “negoziatori”, sono presentati come temibili inviati, tutto fuorché inclini alla mediazione. L’esperienza e l’analisi di un ministro delle Finanze di uno Stato sovrano sotto tutela.
Ciò che il denaro non può comprare ore 15.00
Da tempo ormai la logica del mercato ha pervaso ogni ambito della nostra vita: la salute, l’educazione, l’arte, lo sport, la politica … Senza accorgercene siamo passati da un’economia di mercato a una società di mercato, con effetti fortemente distorsivi nelle relazioni tra le persone. Come possiamo tutelare i nostri beni morali e civili che il denaro non può comprare?
Abbandonare l’euro? ore 16.30
Devono i paesi contagiati dalla crisi del debito della zona euro abbandonare la moneta unica? O devono invece cercare una soluzione coordinata a livello sovranazionale per uscire dalla crisi? Fino a poco tempo fa la prima non sembrava un’opzione, ma se la crisi si aggrava potrebbe esserlo.
alla serata dove c’è bini smaghi ci portiamo i pomodori. saranno molto utili. sul suo bel faccione