DRAGHI E IL PILOTA AUTOMATICO ITALIANO!
A parte i soliti blablabla della solita conferenza della BCE il messaggio principale di ieri è questo, un messaggio in codice…
Il presidente della Bce Mario Draghi«I mercati sono stati meno colpiti dal risultato delle elezioni rispetto ai politici stessi o a noi, capiscono che si tratta di democrazia». Così il presidente della Bce, Mario Draghi ha commentato l’esito delle elezioni italiane nella conferenza stampa successiva al consiglio direttivo dell’Eurotower. (Corriere)
Si lo sappiamo che ciò che conta sono i mercati, cosa pensano, cosa vogliono, caro Mario Voi siete malati, non sapete nulla di quanto accade realmente nella vita di tutti i giorni!
Ti riformulo la mia proposta anche se so che mi dirai che il mandato della BCE non lo permette blablabla…
LA BCE SCONTI DIRETTAMENTE ALLE IMPRESE EUROPEE, SOPRATTUTTO ALLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE TUTTI I CREDITI CHE HANNO NEI CONFRONTI DEGLI STATI, GARANTITI OVVIAMENTE DAGLI STESSI STATI COME HA PERMESSO ALLE BANCHE DI EMETTERE OBBLIGAZIONI GARANTITE DAGLI STESSI STATI!
Capiscono che si tratta di democrazia, capiscono che si tratta di democrazia…
“Il risultato delle elezioni in Italia ha sollevato dubbi nei mercati sulla possibilità di formare un governo stabile e quando questo genere di dubbi sorge, c’è un pericolo di contagio”. Lo ha affermato il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, intervistato dall’agenzia Reuters.
Schaueble non capisce che si tratta di democrazia, ma ha forse capito qualcosa in questi anni?
“Le prospettive di un periodo prolungato di instabilità politica, a seguito delle elezioni italiane, aumentano la pressione sul rating del debito sovrano” del nostro paese. È l’allarme lanciato dall’agenzia Fitch che sottolinea i rischi “per le scelte di governo e per la continuità delle politiche”, rischi che gravano “su un’economia già debole”. (Huffpost)
L’incertezza dell’esito del voto in Italia è “negativa” per il rating italiano e aumenta la possibilità di nuove elezioni, prolungando potenzialmente l’instabilità politica del paese. Lo scrive Moody’s in una nota diffusa in nottata. Dopo le elezioni italiane, prosegue l’agenzia di rating, il cui esito è così incerto, c’è il rischio di un “riaccendersi della crisi della zona euro”, perché le implicazioni del voto vanno “ben oltre la sola Italia”. (Fattoquotidiano )
Ma le agenzie di rating non capiscono che si tratta di democrazia, ma quando mai hanno compreso qualcosa in questa crisi, da chi è arrivato il suggerimento di mettere sotto revisione il rating?
“Gran parte degli aggiustamenti di bilancio continuano a essere in vigore come se ci fosse un pilota automatico…”
E’ affascinante la sicurezza di questo uomo illuminato, che vive nelle stanze ovattate della corporatocrazie e finanza mondiale!
Se non fai la brava Italia, non ti do la OMT!
Per chi non sa di cosa stiamo parlando e non sa la differenza tra democrazia, sovranità e pilota automatico, suggerisco di rileggersi questo seguendo poi il link allegato …
Nel corso della seconda parte della XVI legislatura, in concomitanza con l’acuirsi delle tensioni sui debiti sovrani dell’area dell’Euro, è emersa a livello comunitario l’esigenza di prevedere negli ordinamenti nazionali ulteriori e più stringenti regole per il consolidamento fiscale e, in particolare, di introdurre, preferibilmente con norme di rango costituzionale, la “regola aurea” del pareggio di bilancio. Con legge costituzionale 20 aprile 2012, n. 1 è stato pertanto introdotto nella Costituzione, in coerenza anche con quanto disposto da accordi internazionali quali il c.d. Fiscal compact, il principio dell’equilibrio strutturale delle entrate e delle spese del bilancio. Camera
Rileggetevi con calma TWO PACK altro che FISCAL PACK la vera essenza della democrazia decisa da altri, dandoti la sensazione di essere sovrano nelle scelte, ricordandovi di non dimenticare il MIRAGGIO DEL FISCAL COMPACT e i 125 miliardi che dovremo versare al FONDO ESM per salvare le banche tedesche e francesi.
… per il resto rammentando, consapevoli, desiderosi, tenendo presente, sottolineando…
TRATTATO SULLA STABILITÀ, SUL COORDINAMENTO E SULLA GOVERNANCE NELL’UNIONE ECONOMICA E MONETARIA TRA IL REGNO DEL BELGIO, LA REPUBBLICA DI BULGARIA, IL REGNO DI DANIMARCA, LA REPUBBLICA FEDERALE DI GERMANIA, LA REPUBBLICA DI ESTONIA, L’IRLANDA, LA REPUBBLICA ELLENICA, IL REGNO DI SPAGNA, LA REPUBBLICA FRANCESE, LA REPUBBLICA ITALIANA, LA REPUBBLICA DI CIPRO, LA REPUBBLICA DI LETTONIA, LA REPUBBLICA DI LITUANIA, IL GRANDUCATO DI LUSSEMBURGO, L’UNGHERIA, MALTA, IL REGNO DEI PAESI BASSI, LA REPUBBLICA D’AUSTRIA, LA REPUBBLICA DI POLONIA, LA REPUBBLICA PORTOGHESE, LA ROMANIA, LA REPUBBLICA DI SLOVENIA, LA REPUBBLICA SLOVACCA, LA REPUBBLICA DI FINLANDIA E IL REGNO DI SVEZIA. T/SCG/it 1
IL REGNO DEL BELGIO, LA REPUBBLICA DI BULGARIA, IL REGNO DI DANIMARCA, LA REPUBBLICA FEDERALE DI GERMANIA, LA REPUBBLICA DI ESTONIA, L’IRLANDA, LA REPUBBLICA ELLENICA, IL REGNO DI SPAGNA, LA REPUBBLICA FRANCESE, LA REPUBBLICA ITALIANA, LA REPUBBLICA DI CIPRO, LA REPUBBLICA DI LETTONIA, LA REPUBBLICA DI LITUANIA, IL GRANDUCATO DI LUSSEMBURGO, L’UNGHERIA, MALTA, IL REGNO DEI PAESI BASSI, LA REPUBBLICA D’AUSTRIA, LA REPUBBLICA DI POLONIA, LA REPUBBLICA PORTOGHESE, LA ROMANIA, LA REPUBBLICA DI SLOVENIA, LA REPUBBLICA SLOVACCA, LA REPUBBLICA DI FINLANDIA E IL REGNO DI SVEZIA,
in prosieguo denominati “parti contraenti”,
CONSAPEVOLI del loro obbligo, in qualità di Stati membri dell’Unione europea, di considerare le loro politiche economiche una questione di interesse comune,
DESIDEROSI di favorire le condizioni per una maggiore crescita economica nell’Unione europea e, a tale scopo, di sviluppare un coordinamento sempre più stretto delle politiche economiche della zona euro,
TENENDO PRESENTE che la necessità di mantenere finanze pubbliche sane e sostenibili e di evitare disavanzi pubblici eccessivi è per i governi di fondamentale importanza al fine di salvaguardare la stabilità di tutta la zona euro e richiede quindi l’introduzione di regole specifiche, tra cui una “regola del pareggio di bilancio” e un meccanismo automatico per l’adozione di misure correttive, T/SCG/it 2
CONSAPEVOLI della necessità di garantire che il loro disavanzo pubblico non superi il 3% del prodotto interno lordo ai prezzi di mercato e che il loro debito pubblico non superi il 60% del prodotto interno lordo ai prezzi di mercato o si riduca in misura sufficiente avvicinandosi a tale percentuale,
RAMMENTANDO che le parti contraenti, in qualità di Stati membri dell’Unione europea, devono astenersi da qualsiasi misura che rischi di mettere in pericolo la realizzazione degli obiettivi dell’Unione nel quadro dell’unione economica, in particolare la pratica di accumulare debito al di fuori dei conti della pubblica amministrazione
TENENDO PRESENTE che il 9 dicembre 2011 i capi di Stato o di governo degli Stati membri della zona euro hanno convenuto di rafforzare l’architettura dell’unione economica e monetaria, partendo dai trattati su cui si fonda l’Unione europea e agevolando l’attuazione delle misure adottate a norma degli articoli 121, 126 e 136 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
TENENDO PRESENTE che l’obiettivo dei capi di Stato o di governo degli Stati membri della zona euro e di altri Stati membri dell’Unione europea è integrare quanto prima le disposizioni del presente trattato nei trattati su cui si fonda l’Unione europea, T/SCG/it 3
ACCOGLIENDO favorevolmente le proposte legislative per la zona euro avanzate il 23 novembre 2011 dalla Commissione europea nell’ambito dei trattati su cui si fonda l’Unione europea, relative al rafforzamento della sorveglianza economica e di bilancio degli Stati membri che si trovano o rischiano di trovarsi in gravi difficoltà per quanto riguarda la loro stabilità finanziaria e a disposizioni comuni per il monitoraggio e la valutazione dei documenti programmatici di bilancio e per la correzione dei disavanzi eccessivi negli Stati membri, e RILEVANDO l’intenzione della Commissione europea di presentare ulteriori proposte legislative per la zona euro riguardanti, in particolare, la comunicazione
ex ante dei piani di emissione del debito, programmi di partenariato economico che illustrino nel dettaglio le riforme strutturali degli Stati membri soggetti a procedura per i disavanzi eccessivi e il coordinamento delle grandi riforme di politica economica previste dagli Stati membri,
MANIFESTANDO la propria disponibilità a sostenere le proposte che la Commissione europea presenti per rafforzare ulteriormente il patto di stabilità e crescita introducendo, per gli Stati membri la cui moneta è l’euro, un nuovo intervallo per gli obiettivi di medio termine in linea con i limiti stabiliti nel presente trattato,
RILEVANDO che, nel riesaminare e monitorare gli impegni di bilancio a norma del presente trattato, la Commissione europea agirà nell’ambito delle sue competenze, secondo il disposto del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare degli articoli 121, 126 e 136, T/SCG/it 4
OSSERVANDO in particolare che, in relazione all’applicazione della “regola del pareggio di bilancio” enunciata all’articolo 3 del presente trattato, tale monitoraggio sarà eseguito fissando, per ciascuna parte contraente, obiettivi di medio termine specifici per paese e calendari di convergenza, a seconda del caso,
OSSERVANDO che gli obiettivi di medio termine dovrebbero essere periodicamente aggiornati sulla base di un metodo concordato, i cui principali parametri devono a loro volta essere periodicamente rivisti, in modo da rispecchiare adeguatamente i rischi delle passività esplicite ed implicite per le finanze pubbliche, in linea con le finalità del patto di stabilità e crescita,
OSSERVANDO che progressi sufficienti verso gli obiettivi di medio termine dovrebbero essere valutati globalmente, facendo riferimento al saldo strutturale e analizzando la spesa al netto delle misure discrezionali in materia di entrate, in linea con le disposizioni specificate nel diritto dell’Unione europea, in particolare dal regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche, come modificato dal regolamento (UE) n. 1175/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011 (“patto di stabilità e crescita rivisto”),
OSSERVANDO che il meccanismo di correzione da istituirsi a cura delle parti contraenti dovrebbe mirare a correggere le deviazioni dall’obiettivo di medio termine o dal percorso di avvicinamento, ivi compreso il loro impatto cumulato sulla dinamica del debito pubblico, T/SCG/it 5
RILEVANDO che l’osservanza dell’obbligo delle parti contraenti di recepire la “regola del pareggio di bilancio” nei loro ordinamenti giuridici nazionali, tramite disposizioni vincolanti, permanenti e preferibilmente di natura costituzionale, dovrebbe essere soggetta alla giurisdizione della Corte di giustizia dell’Unione europea a norma dell’articolo 273 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
RAMMENTANDO che l’articolo 260 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea conferisce alla Corte di giustizia dell’Unione europea il potere di comminare il pagamento di una somma forfettaria o di una penalità allo Stato membro dell’Unione europea che non si sia conformato a una sentenza da essa pronunciata e RAMMENTANDO che la Commissione europea ha stabilito criteri per determinare il pagamento della somma forfettaria o della penalità da comminare nel quadro di tale articolo,
RAMMENTANDO che è necessario agevolare l’adozione di misure nel quadro della procedura per i disavanzi eccessivi dell’Unione europea in relazione agli Stati membri la cui moneta è l’euro e il cui rapporto previsto o effettivo tra il disavanzo pubblico e il prodotto interno lordo supera il 3%, rafforzando nel contempo vigorosamente l’obiettivo della procedura stessa, ossia sollecitare e, all’occorrenza, costringere uno Stato membro a ridurre l’eventuale disavanzo constatato,
RAMMENTANDO l’obbligo delle parti contraenti il cui debito pubblico supera il valore di riferimento del 60% di ridurlo a un ritmo medio di un ventesimo all’anno come parametro di riferimento, T/SCG/it 6
TENENDO PRESENTE la necessità di rispettare, nell’attuazione del presente trattato, il ruolo specifico delle parti sociali, quale riconosciuto nella legislazione o nei regimi nazionali di ciascuna delle parti contraenti,
SOTTOLINEANDO che nessuna disposizione del presente trattato deve essere interpretata in modo da alterare in alcuna maniera le condizioni di politica economica alle quali è stata concessa assistenza finanziaria a una parte contraente nell’ambito di un programma di stabilizzazione cui partecipano l’Unione europea, i suoi Stati membri o il Fondo monetario internazionale,
OSSERVANDO che il buon funzionamento dell’unione economica e monetaria impone che le parti contraenti si adoperino congiuntamente per una politica economica in cui, basandosi sui meccanismi di coordinamento delle politiche economiche, quali definiti nei trattati su cui si fonda l’Unione europea, intraprendono le azioni e adottano le misure necessarie in tutti i settori essenziali al buon funzionamento della zona euro,
OSSERVANDO, in particolare, il desiderio delle parti contraenti di avvalersi più attivamente della cooperazione rafforzata di cui all’articolo 20 del trattato sull’Unione europea e agli articoli da 326 a 334 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, senza recare pregiudizio al mercato interno, e il loro desiderio di ricorrere pienamente alle misure specifiche agli Stati membri la cui moneta è l’euro ai sensi dell’articolo 136 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, e a una procedura per la discussione e il coordinamento
ex ante tra le parti contraenti la cui moneta è l’euro di tutte le grandi riforme di politica economica da loro previste, ai fini di una valutazione comparativa delle migliori prassi, T/SCG/it 7
RAMMENTANDO che il 26 ottobre 2011 i capi di Stato o di governo degli Stati membri della zona euro hanno convenuto di migliorare lac
overnance della zona euro, anche mediante l’organizzazione di almeno due riunioni del Vertice euro all’anno, da convocarsi, salvo in presenza di circostanze eccezionali, immediatamente dopo le riunioni del Consiglio europeo o le riunioni a cui partecipino tutte le parti contraenti che hanno ratificato il presente trattato,
RAMMENTANDO altresì che il 25 marzo 2011 i capi di Stato o di governo degli Stati membri della zona euro e di altri Stati membri dell’Unione europea hanno approvato il patto euro plus, che individua i punti essenziali per promuovere la competitività della zona euro,
SOTTOLINEANDO l’importanza del trattato che istituisce il meccanismo europeo di stabilità in quanto elemento della strategia globale per rafforzare l’unione economica e monetaria e OSSERVANDO che la concessione dell’assistenza finanziaria nell’ambito di nuovi programmi a titolo del meccanismo europeo di stabilità sarà subordinata, a decorrere dal 1° marzo 2013, alla ratifica del presente trattato dalla parte contraente interessata e, previa scadenza del periodo di recepimento di cui all’articolo 3, paragrafo 2, del presente trattato, al rispetto dei requisiti di tale articolo, T/SCG/it 8
OSSERVANDO che il Regno del Belgio, la Repubblica federale di Germania, la Repubblica di Estonia, l’Irlanda, la Repubblica ellenica, il Regno di Spagna, la Repubblica francese, la Repubblica italiana, la Repubblica di Cipro, il Granducato di Lussemburgo, Malta, il Regno dei Paesi Bassi, la Repubblica d’Austria, la Repubblica portoghese, la Repubblica di Slovenia, la Repubblica slovacca e la Repubblica di Finlandia sono parti contraenti la cui moneta è l’euro e che, in quanto tali, saranno vincolati dal presente trattato dal primo giorno del mese successivo al deposito del loro strumento di ratifica qualora il trattato sia in vigore a tale data;
OSSERVANDO ALTRESÌ che la Repubblica di Bulgaria, il Regno di Danimarca, la Repubblica di Lettonia, la Repubblica di Lituania, l’Ungheria, la Repubblica di Polonia, la Romania e il Regno di Svezia sono parti contraenti che, in quanto Stati membri dell’Unione europea, alla data della firma del presente trattato hanno una deroga o un’esenzione dalla partecipazione alla moneta unica e possono essere vincolate, finché tale deroga o esenzione non sia abrogata, solo dalle disposizioni dei titoli III e IV del presente trattato dalle quali dichiarino, al momento del deposito del loro strumento di ratifica o a una data successiva, di voler essere vincolate,
HANNO CONVENUTO LE DISPOSIZIONI SEGUENTI: http://european-council.europa.eu/media/639226/10_-_tscg.it.12.pdf
Nel frattempo uomini pericolosi, clowns tedeschi …
Secondo quanto dichiarato in una trasmissione della tv tedesca Zdf, il presidente del gruppo parlamentare dei Liberali dell’Fdp – Rainer Bruederle – l’Italia potrebbe uscire dall’euro a causa della crisi economica e politica che sta attraversando. Bruederle ritiene che l’euro sia un valido supporto per lo sviluppo economico, ma ciò non vuol dire che tutti i paesi che oggi sono membri debbano esserlo anche in futuro.
Bruederle ha sottolineato che le regole del gioco devono essere rispettate, per cui l’unica alternativa possibile per l’Italia di non uscire dall’euro è quella di continuare a mettere in atto “misure drastiche“. Italia può uscire dall’euro secondo Bruederle (Fdp)
Va tutto bene ragazzi, abbiamo il pilota automatico … sino a che dura la benzina!
Per chi volesse sostenere liberamente il nostro viaggio è disponibile MACHIAVELLI 2013 UN ANNO DOUBLE FACE un post da non perdere sulle prospettive geopolitiche, macroeconomiche e tecniche di un anno che si preannuncia decisamente DOUBLE FACE!
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E’ un altro bluff di Draghi, come quando disse ” e credetemi, sara’ abbastanza”. Fa il grosso, ma hanno paura. Stavolta ha detto agli italiani: e’ inutile che provate a difendervi con l’ingovernabilita’, ormai l’avete..in quel posto. Naturalmente e’ un bluff, e’ vero che l’abbiamo in quel posto, ma ce lo possiamo sempre levare!(l’euro).
Vorrei vedere questi fenomeni tedeschi se l’italia uscisse veramente dall’euro,
L’europa attuale non esiste, oggi è solo un europa di banchieri non di popoli, solo un europa di popoli potrà veramente essere ben accolta, ma a questi st…i non interessa.
Se in italia si dovesse andare a nuove elezioni ( con una nuova legge elettorale ) e per sfiga ( di monti e draghi ) il mov 5 stelle dovesse ottenere la maggioranza e proponendo un uscita dall’euro ed una rinegoziazione del debito italiano, cosa succederebbe al pilota automatico di draghi?
Riuscirebbero le banche centrali a gestire allegramente tutte le scommesse finanziarie messe in piedi con questo assurdo azzardo morale? o al contrario si scatenerebbe il putiferio?.
Meglio un putiferio oggi che guerre domani.
http://affaritaliani.libero.it/economia/italia-fuori-dall-euro0803313.html
ah ah, se fosse vero ( libero da prendere con le pinze ) beh…ne vedremo delle belle 😀
“LA BCE SCONTI DIRETTAMENTE ALLE IMPRESE EUROPEE, SOPRATTUTTO ALLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE TUTTI I CREDITI CHE HANNO NEI CONFRONTI DEGLI STATI, GARANTITI OVVIAMENTE DAGLI STESSI STATI COME HA PERMESSO ALLE BANCHE DI EMETTERE OBBLIGAZIONI GARANTITE DAGLI STESSI STATI!”
Secondo me è una proposta talmente logica, pratica e sensata che ogni persona di buon senso la adotterebbe subito.
Ogni persona di buon senso. Ecco dove stà il problema.
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i mercati continuano a salire: Krugman, non è una buona notizia…..