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ITALIA, GERMANIA E FRANCIA…IL GIOCO DELLE TRE CARTE!
Diamo un’occhiata a cosa si nasconde dietro il termine “contingent liabilities” (per esempio la garanzia dello Stato sulle obbligazioni bancarie) …
Qualcosa non sta funzionando, nel salvataggio delle banche spagnole a carico degli Stati dell’Eurozona. E quel qualcosa potrebbe essere proprio l’Esm, il controverso fondo di stabilità che sarebbe dovuto nascere in luglio e che invece vedrà la luce – se tutto andrà bene – in settembre. Eurostat, e non è la prima volta, ha messo il dito sulla piaga. A poche ore dall’Eurogruppo che avrebbe dovuto definire tempi, modalità e Memorandum della ricapitalizzazione delle banche spagnole, l’ufficio statistico dell’Unione europea ha ammonito gli Stati azionisti dell’Esm: nel momento in cui il fondo dovesse ricapitalizzare direttamente le banche, le eventuali perdite dovranno restare a carico del fondo stesso ed essere coperte da un aumento di capitale degli Stati azionisti. Se invece, come sembrano prospettare alcuni Paesi “core”, la Spagna sarà obbligata a garantire comunque le sue banche, e ad accollarsi le perdite nel caso in cui un istituto di credito ricapitalizzato dall’Esm dovesse andare in bancarotta, allora il debito pubblico spagnolo salirà per l’intero costo della ricapitalizzazione. Nello scenario peggiore, 100 miliardi, pari al 10% circa del Pil del Paese e al 12,5% del debito pubblico. Il ragionamento di Eurostat è semplice. Se da un lato è vero che le “contingent liabilities” (per esempio la garanzia dello Stato sulle obbligazioni bancarie) diventano debito pubblico solo nel momento in cui vengono escusse, lo stesso principio non può valere quando questo tipo di garanzia vanifica il ruolo dell’azionista. E cioè. I debiti/prestiti dell’Esm non contribuiscono contabilmente ad innalzare lo stock del debito pubblico degli Stati sui azionisti (a differenza di quello che accade per i bond/prestiti dell’Efsf rispetto ai suoi Stati garanti) : questo è stato stabilito Eurostat solo per via del fatto che gli azionisti dell’Esm sono “liable” cioè rischiano e coprono le perdite del fondo, quando i suoi prestiti non vengono restituiti. Isabella Bufacchi – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/Z3jsT
Si qui credo sia tutto chiaro ma andiamo avanti in fondo i giochi di prestigio nella finanza sono all’ordine del giorno in tutte le contabilità nessuna esclusa.
Ora vi faccio la domanda del secolo!
Per quale motivo la contabilità delle grandi banche internazionali ha ricevuto il via libera dei regolatori e dei vari inutili comitati della sanità di bilancio e si fanno le pulci per i giochi nella contabilità pubblica.
Qualcuno parla di regole infrante se la BCE dovesse monetizzare il debito europeo ma nessuno parla delle regole che quotidianamente Deustche Bank infrange o manipola con i suoi trader e la benedizione dei suoi manager o delle regole infrante dai tedeschi a proposito del patto di stabilità e crescita.
Ai nipotini di zio Adolfo piace giocare con i fiammiferi nella santabarbara europea.
Ancora oggi nella finanza internazionale c’è qualche idiota che insiste che derivati e titoli strutturati spazzatura possono essere tranquillamente valutati secondo la metodologia “mark to fantasy ” mentre i titoli di uno stato sovrano vanno valutati decisamente “mark to reality”
Inutile che vi spieghi cosa significhi tanto ci sarà sempre qualche altro idiota che sosterrà che il mercato ha sempre ragione.
Idiota… chi non ha adeguate capacità intellettive o ancora per restare terra terra stupido, cretino, imbecille e il vocabolario Garzanti aggiunge tonto.
No nella finanza i tonti sono pochi sanno quello che vogliono, la maggior parte sono solo imbecilli!
Vi sembro agitato no… mi sto solo divertendo!
Su Trendonline Mario Seminerio giustamente ci racconta che fuori bilancio non siamo solo noi italiani come vi racconta da oltre un anno Icebergfinanza …
Oggi sul Sole ci sono due articoli. Ce ne sono decine, in realtà, come ogni giorno. Ma ci sono due articoli, che giustapposti, risultano molto interessanti per dare una visione d’insieme di alcuni fenomeni europei e di altrettanti luoghi comuni, assai duri a morire. Il primo è un commento di Roberto Perotti, uno dei più efficaci editorialisti economici italiani. Il quale stigmatizza la pratica dell’occultamento fuori bilancio dei debiti nazionali, ricordando che tale pratica sarà possibile con il fondo salva-stati ESM, che ha lo status di “istituzione internazionale della Ue”, e di conseguenza può mettere a leva il capitale effettivamente versato dagli stati membri (80 miliardi a regime su una dotazione totale di capitale di 700 miliardi di euro). Ci sono quindi 620 miliardi di euro di callable capital, che i paesi membri devono sborsare solo in caso di mancato rientro, totale o parziale, dei crediti concessi. Si tratta, quindi, di contingent liabilities, che come tali non entrano nel computo del debito nazionale, a differenza del fondo Efsf, il cui indebitamento ricade invece in immediato rapporto 1:1 sul debito dei singoli stati nazionali. Perotti stigmatizza anche, in Italia, il trasferimento alla Cassa Depositi e Prestiti di Fintecna e Sace, con un introito di dieci miliardi di euro che andrà a riduzione dello stock di debito nazionale. Queste non sono privatizzazioni, dice giustamente Perotti, ma solo espedienti contabili per spostare debito pubblico fuori dal perimetro di consolidamento del settore pubblico. Ciò accade perché, dal 2003, la Cassa Depositi e Prestiti è divenuta una SpA, anche se di fatto resta pubblica. Tutto verissimo, per carità. E qui torna utile l’altro articolo del Sole di oggi, a firma di Alessandro Merli, che spiega come funziona la “cugina” tedesca della CDDPP, il Kreditanstalt für Wiederaufbau (Istituto per il credito alla ricostruzione), per gli amici KfW, istituito nel 1948 nell’ambito del Piano Marshall. , Le funzioni di KfW sono simili a quelle della nostra Cassa, la quale si indebita per la quasi totalità attraverso i buoni postali, mentre il KfW lo fa ricorrendo ad emissioni obbligazionarie garantite dal sovrano tedesco, il che consente all’istituto di godere di costi di provvista estremamente bassi. Anche nel caso di KfW, il suo indebitamento resta esterno al perimetro della P.A. La nostra CDDPP ha un rapporto di leva finanziaria inferiore a quello di KfW, peraltro. Non solo: KfW ha in pancia il 30 ed il 17 per cento rispettivamente di Deutsche Post e Deutsche Telekom, in attesa di una privatizzazione per la quale “non vi è fretta”, come osserva maliziosamente Alessandro Merli. Attendendo la reprimenda di Perotti anche contro la Germania, visto che KfW ha un attivo di 500 miliardi di euro ed un’altissima leva (il che significa che la Bundesrepublik garantisce quasi altrettanto debito), appare chiaro che non si inventa nulla e che la prassi dei veicoli di debito sovrano fuori bilancio non è invenzione né prerogativa dei furbetti italiani. Lo sapevamo da tempo, ma ribadirlo non guasta. Che fare, quindi? Diventare ben più tedeschi dei tedeschi e spingere per riportare entro il perimetro di consolidamento dei conti pubblici anche queste Casse di secondo livello? Andate a dirlo anche ai francesi, con la loro Caisse des Dépots et Consignations. L’esistenza di queste strutture suggerisce che l’effettivo stock di debito europeo è più elevato delle definizioni ufficiali, e che quindi metterlo ad ulteriore leva (ad esempio attraverso la Bce), aumenterebbe la rischiosità di tutta la costruzione. Ma il maggior rischio sarebbe comunque reso sostenibile dal ritorno alla crescita, mentre si fanno le riforme in un contesto federale.
La scelta è quindi: andiamo all-in o andiamo in default?
KfW ha un attivo di 500 miliardi di euro ed un’altissima leva (il che significa che la Bundesrepublik garantisce quasi altrettanto debito), KfW ha un attivo di 500 miliardi di euro ed un’altissima leva (il che significa che la Bundesrepublik garantisce quasi altrettanto debito), KfW ha un attivo di 500 miliardi di euro ed un’altissima leva (il che significa che la Bundesrepublik garantisce quasi altrettanto debito)…
Volete aggiungervi la leva di Deutsche Bank?
Si la Germania è un paese fondamentalmente solido!
In settimana una nuova analisi dedicata ai sostenitori di Icebergfinanza o a coloro che vorranno liberamente contribuire al nostro viaggio dal titolo… ” Italia…l’ultima grande occasione! ”
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Solo un accenno ma quando se ne parla…
La Bce non ha alcuna intenzione di acquistare ulteriori titoli di debito. Lo ha ribadito in un’intervista il Governatore della Banca nazionale austriaca e consigliere della Bce, Ewald Nowotny, secondo cui bisognerebbe attendere i risultati del salvataggio messo in atto della Banca di Spagna. Secondo il banchiere centrale il nuovo fondo Esm salva-Stati dovrebbe avere la «licenza» bancaria a cura di Enrico Marro – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/njNbK
Se l’avesse detto il responsabile italiano le nostre banche perderebbero tutte il 10%,invece siccome è tedesco allora va tutto bene. ——————- Le banche tedesche chiedono il rinvio dell’introduzione dei parametri di Basilea III. Lo riporta Reuters, citando il presidente dell’associazione delle banche cooperative tedesche, Uwe Froehlich, che vede il rinvio come l’unica “opzione realistica”. Non è stato infatti ancora raggiunto, da parte di Commissione Europea, Parlamento Europeo ed Ecofin, alcun consenso sul modo di applicare parametri più restrittivi ai patrimoni delle banche dell’Unione, parametri che non sono ancora stati stesi in maniera definitiva. Ciò, secondo il rappresentante delle banche tedesche, rende impraticabile l’introduzione di tali regole entro il 2013.
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Crescita,crescita,crescita……. noi continuiamo con la nostra non crescita quando succederà il patatrack noi proseguiremo con la nostra non crescita e gli altri si arrangino a risolvere le brusche frenate e cadute.