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ITALIA: PATRIMONIO PUBBLICO E IL GRILLO …SPARLANTE!

Scritto il alle 15:32 da icebergfinanza

Dopo aver scoperto che agli italiani sono state ridotte le tasse in questi mesi anche grazie al fatto che non si sono aumentate troppo…(sic) andiamo a vedere per quale motivo il patrimonio pubblico secondo il ministro non esiste quasi più …  “…purtroppo non ci sono piu’ gli asset vendibili dello stato e degli enti pubblici di 20 anni fa…”.

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Non ci sono perchè vanno venduti agli sciacalli e agli avvoltoi anglosassoni o tedeschi come sta accadendo in Grecia e in Spagna … Secondo Jose Luis Moreno Casas, intervistato da Bloomberg, il direttore generale della Comunidad di Madrid incaricato di stilare il «Plan de Optimización del Patrimonio» saranno almeno 100 gli edifici situati nella capitale ad essere svenduti al miglior offerente attraverso un’asta pubblica i cui dettagli verranno svelati a fine mese. I governi regionali pesano infatti più di un terzo della spesa pubblica e svolgono un ruolo chiave nel ridurre il deficit nazionale. Gli introiti verranno dunque utilizzati per ridurre il disazanzo  e per assicurare ai Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/pXrEP … o perchè gli italiani non hanno i soldini per sottoscriverlo questo benedetto fondo!

… dove sono finiti gli asset che sono stati contabilizzati non piu’ tardi di alcuni mesi fa in oltre 2 mila miliardi, a tranquillita’ dei creditori? Grilli non specifica, ma riparte con la litania che le esperienze precedenti sono fallite e che il patrimonio immobiliare esistente e’ di difficile valorizzazione “come insegnano”, ha il coraggio di aggiungere, “le esperienze non felici di Scip 1 e Scip 2”. Che coraggio, si’, per fare una affermazione del genere visto che in quel fallimento il neo ministro non era parte indifferente nel ruolo di Ragioniere generale dello Stato e primo consigliere del ministro Giulio Tremonti.

  Quelle Scip (il nome era un programma) sono fallite perche’ sono state gestite con gli amici degli amici, cedendo immobili invece che fare un grande fondo. Quel fondo deve essere gestito da gente seria e le sue quote vendute in cambio di titoli di Stato che quotano sotto la parita’ e che comunque dovranno essere rimborsati al nominale. Basterebbe anticipare quel valore e il ministro Grilli vedrebbe quanti italiani (visto che il fondo deve essere riservato categoricamente agli italiani, anche in barba alla Ue, tanto siamo in guerra, come dice Mario Monti) aderirebbero immediatamente. Questione di fantasia, di coraggio e di determinazione. Ma poi le ricette possibili e gia’ illustrate sono mille ormai, tutte o quasi sensate e razionali; quindi al ministro e al governo basterebbe scegliere quella che gli piace di piu’, per dare, come ha premesso lui, un colpo secco al debito, l’unico provvedimento che puo’ far cadere lo spread.

  Invece il ministro che cosa aggiunge? Che in realta’ le vendite sono gia’ iniziate, con il veicolo del demanio e le due societa’ di gestione del risparmio (sgr) per gli immobili e le utilities degli enti locali. Ma allora qualcosa da vendere c’e’ (prima contraddizione). Peccato che non dica che questi strumenti (e non si sa perche’ non lo dica visto quanto annuncia dopo) sono stati programmati per circa 8 miliardi di euro. Numeri ridicoli rispetto alla mole di debito. E si’ che de Bortoli lo aveva incalzato: “Ma sulle privatizzazioni potreste avere piu’ coraggio, no?” E appunto per dimostrare coraggio Grilli parla dei tre strumenti per demanio e utilities, sottacendo appunto, si spera per pudore, l’importo delle tre vendite.

(…) Se fosse vero che il patrimonio pubblico non esiste piu’ vorrebbe dire che l’Italia e’ fallita.

 E l’ affermazione di Grilli uno straordinario asset agli speculatori.

 Ma invece, per fortuna, il patrimonio esiste; esiste quello classico degli immobili, anche se passati agli enti locali, i quali tuttavia concorrono al debito pubblico per circa 400 miliardi e quindi basterebbe una nuova legge per far loro mettere in vendita gli asset passati dallo stato; esistono partecipazioni in societa’ straordinarie come l’Eni, certo da non far passare sotto il controllo di altri, ma mettendone una parte nel Fondo degli italiani il controllo non verrebbe meno; esiste il patrimonio artistico, inestimabile. Sarebbe scandaloso fare una legge per passare a fondi che li valorizzino la fontana di Trevi o il Colosseo?

  Se le affermazioni del ministro Grilli le facesse al sistema bancario il capo di un’azienda in difficolta’, dopo pochi giorni pioverebbero richieste di fallimento. Signor ministro, veda di correggere subito il suo pensiero. BorsaItaliana

Come ho scritto recentemente invece di alienare patrimonio pubblico incominciamo ad alienare i patrimoni privati di un manipolo di falliti esclusivamente privati che ha prodotto la più alta percentuale di debito privato della storia a cominciare dalle banche e dalle fondazioni, socializzando le perdite con gli Stati.

Se poi vanno di moda gli schiamazzi liberali alla Giannino pazienza …can che abbaia non morde!

Poi se invece di regalare il patrimonio allo sceicco di qua e all’emiro di la, ai Pamplona di su e ai Lactalis di giu’ per depredare le aziende, ai fondi azionisti delle agenzie di rating tanto per non  fare qualche nome, il patrimonio pubblico viene allienato agli italiani meglio cosi e chi se ne frega se all’ Europa non sta bene, un pò di sano protezionismo non guasta mai…vero Germania?

Domani non mancate la saga del manico ciurlato ….continua!

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3 commenti Commenta
galactus
Scritto il 19 Luglio 2012 at 22:07

Che sia giunta l’ora di cominciare a fare sul serio per mandare via tutta questa gente? Ma sul serio, serio, mi spiego? Se gli incapaci non se ne vanno, fanno debiti e danni che non pagheranno, non sara’ il caso di farli fuori una volta per tutte?

lacassandra
Scritto il 19 Luglio 2012 at 22:58

Se non erro l’allora giovane Grilli fu uno dei partecipanti, nel 1992, al famigerato incontro sul panfilo della Regina Elisabetta II, il Britannia. Partì da lì una incredibile svendita di aziende statali e immobili pubblici italiani che portò alle casse dello Stato poco più di 200mila miliardi delle vecchie lire, contro un valore stimato dei beni venduti di circa un milione di milardi. Insomma…mancarono all’appello circa 400 miliardi di euro…che con gli interessi che non sarebbero stati pagati negli ultimi 20 anni diventano quasi 800. Per carità di patria si evita di calcolare l’impatto dei minori tassi che l’Italia avrebbe pagato a fronte di un taglio così drastico del debito (qualora, cioè, i beni fossero stati venduti al loro reale valore)…..Un simile genio è stato nominato Ministro del Tesoro….

stanziale
Scritto il 20 Luglio 2012 at 18:28

@Lacassandra. In giro per internet non ho ancora trovato Grilli sul panfilo Britannia nel 92, in compenso ho trovato Grillo(Beppe). Con tutti quegli italiani, per il peso, il oanfilo deve essere stato li’ li’ per andare a fondo.

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