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IPERINFLAZIONE…AL LUPO AL LUPO!
Via PRAGCAP scopriamo che ormai la moda di gridare al lupo al lupo con l’iperinflazione non ha mai fine, soprattutto se a parlarne non è più solo la blogosfera ma il report di una banca d’affari svizzera…
In case you missed it UBS says this about hyperinflation in the USA:
“Hyperinflation: Paper money only has a value because of the confidence that the money can be exchanged for a certain quantity of goods or services in the future. If this confidence is eroded, hyperinflation becomes a threat. If holders of cash start to question the future purchasing power of the currency and switch into real assets, asset prices start to rise and the purchasing power of money starts to fall. Other cash holders may realize the falling purchasing power of their money and join the exit from paper into real assets. When this self-reinforcing cycle turns into a panic, we have hyperinflation. The classic examples of hyperinflation are Germany in the 1920s, Hungary after the Second World War, and Zimbabwe, where hyperinflation ended in 2009. Indeed, hyperinflation is not that rare at all. Economist Peter Bernholz has identified no fewer than 28 cases of hyperinflation in the 20th century.
…Although we see a very small chance of hyperinflation in the near future, the risk should not be neglected, particularly given the ongoing unsustainable global fiscal and monetary expansion.
…We therefore think that the hyperinflation risk to global investors is largest in the US and the UK.”
Per poi aggiungere figurarsi… Although we see a very small chance of hyperinflation in the near future… di vedere un rischio molto piccolo!
Zero possibilità altro che rischio molto piccolo, zero ribadisco zero possibilità di vedere iperinflazone in una immensa debt deflation, ma il lupo va di moda.
Come ho spiegato più volte l’iperinflazione, quella con la quale all’improvviso invece di aver bisogno solo di un portafoglio ti serve addirittura una cariola per portare in giro i tuoi soldi, non è solo un fenomeno monetario ma soprattutto un fenomeno POLITICO o meglio le cause sono politiche visto quello che è accaduto nella repubblica di Weimar e nello Zimbabwe.
Pesanti sanzioni a seguito della perdita di una guerra, guerre civili e gravi disordini sociali, regimi ditattoriali, perdità della sovranità monetaria, corruzione dilagante e mancanza di fiducia nelle istituzioni, depressione economica domestiva e disintegrazione del sistema fiscale sono elementi presenti qua e la in questa crisi ma non compaiono contemporanemente a livellogeneralizzato. La Grecia e se continua cosi anche la Spagna sono forse le uniche nazioni che rischiano un evento di tale proporzione grazie alle purghe tedesche ma probabilmente non accadrà.
Mentre David Rosemberg ci spiega per quale motivo la “triplice D” deleveraging, deflation e demografia sta mettndo una seria ipoteca sulla ripresa economica dei prossimi anni, la realtà della depressione mondiale sta spazzando via insieme ai suoi interpreti tutte le idiozie scritte in questi anni dai sostenitori dell’iperinflazione e ovviamente dell’inflazione tralasciando l’ancestrale presa per i fondelli delle dinamiche che determinano i prezzi alimentari e dei carburanti e dell’energia.
Questo è forse uno dei rarissimi blog ad avervi parlato di debt deflation e deleveraging dall’inizio della crisi.
Che la debt deflation, deflazione da debiti sia con Voi!
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Io la mano sul fuoco per la politica non ce la metto. Per cui se iperinflazione è solo un fenomeno politico …….. non si sa mai,già domani potrebbe essere il giorno ” buono “. E visto che i debiti di cui va di moda parlare sono sovrani e di conseguenza politici…… socializziamo le perdite con l’iperinflazione.