L’OMBRA DELLA STORIA: TUTTI CONTRO TUTTI
Mentre all’orizzonte si intravvede l’onda dello tsunami di liquidità che verrà, proviamo a ripercorrere alcuni passi di storia tenendo bene a mente quello che sta accadendo in questi mesi…
(…) la Società delle Nazioni non seppe fare altro che convocare una riunione paneuropea nel febbraio del 1930 per una sorta di tregua doganale mai attuata.
Resasi sempre più evidente l’impossibilità di un accordo internazionale in materia commerciale, cominciarono a manifestarsi tentativi di accordi limitati a due o più Stati. Così si ebbe nel 1930 una convenzione ad Oslo tra Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca, Olanda e Belgio, per una più intensa cooperazione regionale. Nel marzo 1931 fu poi avanzata una proposta di unione doganale tra Austria e Germania (!) cui si oppose la Conferenza di Stresa.
Non solo queste soluzioni non sortirono alcun effetto, ma addirittura travalicarono l’ambito commerciale come nel caso dell’accordo austro-tedesco: la Francia infatti ritirò immediatamente, in forma sanzionatoria, quei prestiti a breve che aveva concesso alle banche tedesche contribuendo così a rendere insostenibile la situazione economica della Reichsbank che reagì nell’unico modo a lei concesso, rialzando il tasso di sconto e determinando quindi un’ulteriore restrizione del credito e l’ennesimo colpo all’attività economica.
Per avere un’idea della portata della crisi si veda la tabella seguente in cui, posta uguale a 100 la produzione industriale dell’ottobre 1929, si riporta la situazione nei vari paesi relative al 1932:
U.R.S.S. 183 | Olanda 84 | Francia 72 | Polonia 63 |
Giappone 98 | Regno Unito 84 | Belgio 69 | Canada 58 |
Norvegia 93 | Romania 82 | Italia 67 | Stati Uniti 53 |
Svezia 89 | Ungheria 82 | Cecoslovacchia 64 | Germania 53 |
La crisi commerciale non poteva quindi non ripercuotersi in crisi finanziaria prima e monetaria poi. Il fallimento delle maggiori banche europee (la Credit Anstalt di Vienna, la Dresdner Bank e la Darmstadter und National Bank) non poteva non ripercuotersi sul mercato di Londra che si vide richiamare tutti quei prestiti a breve di cui era campione senza però essere in grado di liquidarli in quanto quegli stessi capitali erano stati investiti a medio e lungo termine. La richiesta di una moratoria nel settembre del 1931 da parte della Banca d’Inghilterra e del Governo laburista comportò, da un lato, la sospensione dei pagamenti (con conseguente ulteriore crollo dei creditori) e dall’altro una considerevole svalutazione della sterlina (30,68% rispetto al dollaro e abbandono del Gold Standard) e la fine di un’epoca.
Il terremoto finanziario, attraverso il medio dell’impero commerciale inglese, coinvolse tutte le monete mondiali. ( Luigi De Rosa “La crisi economica del 1929” Le Monnier Firenze 1979
Forse in pochi sanno quello che accade alla Germania del Cancellierie Brüning il quale aggravò di sua iniziativa le conseguenze della pesante disoccupazione tedesca con politiche deflazionistiche, riduzione e tagli degli stipendi, aumento della tassazione addirittura sugli stessi salari e taglio drastico della spesa pubblica. Nessuno lo impose alla Germania ma fu una scelta basata sull’ortodossia economico/finanziaria di quel tempo strada ripercorsa anche in America da Hoover strada che ora i tedeschi vogliono imporre dopo la Grecia, all’Europa e al mondo intero.
Ma andiamo avanti e vediamo come nella santabarbara europea qua e la si incominciano ad intravvedere tenui bagliori di innocenti cerini…
Scrive sul SOLE24ORE Marco Moussanet …
Speriamo che le intemperanze verbali di alcuni dirigenti politici francesi nei confronti della Germania siano dettate dal clima pre-elettorale (domani c’è il secondo turno delle politiche) e magari da una certa inesperienza diplomatica. E che alcuni commenti poco felici da parte tedesca siano anch’essi da imputare a ragioni politiche interne. Che cioè non si tratti di una frattura profonda, di uno scontro strutturale dal quale, a maggior ragione in questo momento, davvero nessuno avrebbe da guadagnare.
Ad aprire il fuoco, a dire il vero – almeno per quanto riguarda la scaramuccia di questi ultimi giorni, segnale evidente della crescente tensione in vista del vertice europeo di fine giugno – è stata Berlino. Con una esplicita critica del ministro dell’Economia Wolfgang Schäuble, martedì scorso, alla misura francese sulle pensioni a 60 anni, «che non va nella direzione concordata dai partner». Gli ha risposto, mercoledì da Bercy, il collega Pierre Moscovici: «Io mi guardo bene dal commentare le decisioni interne di un altro Paese».
Lo stesso giorno il presidente François Hollande (che non ha dimenticato il rifiuto di Angela Merkel a incontrarlo durante la campagna elettorale) e il premier Jean-Marc Ayrault hanno però ricevuto con tutti gli onori i tre massimi dirigenti dell’opposizione socialdemocratica tedesca. Un vero e proprio sgarbo alla cancelliera.
Forse anche per questo, giovedì la Merkel ha affondato il colpo, accusando chi propugna misure «facili e precipitose» di alimentare una certa idea di «mediocrità» degli standard continentali. La Francia non era chiaramente citata, ma è del tutto evidente il riferimento ad alcune proposte di Parigi per cercare di risolvere la crisi, dalla mutualizzazione del debito alla garanzia sui depositi bancari. Le ha immediatamente risposto, con una inusuale durezza, proprio il germanista Ayrault, l’uomo che sarebbe stato scelto per la particolare sensibilità nei confronti degli umori dell’alleato d’Oltre Reno. Invitando la Merkel a «evitare formule semplicistiche». A rincarare la dose ci ha pensato il ministro Arnaud Montebourg, che sembra rimpiangere il tempo dei comizi: «Quella della cancelliera è miopia ideologica».
Ieri la reazione, cattiva, della Merkel: «Contrapporre rigore fiscale e crescita non ha alcun senso. Forse è venuto il momento di riflettere sulla crescente divergenza tra le economie della Francia e della Germania. Basti osservare l’andamento del costo del lavoro nei due Paesi». Andando a toccare uno dei nervi scoperti di Parigi. Che negli ultimi dieci anni ha registrato una forte deindustrializzazione e un crollo dei suoi livelli di competitività. In parte anche a causa dell’aumento del costo del lavoro, a sua volta frutto soprattutto della disastrosa legge sulle 35 ore voluta dall’ultimo Governo socialista.
Sullo sfondo c’è la decisione francese di elaborare un proprio documento – per la prima volta dopo 12 anni di testi congiunti – in vista del summit di Bruxelles. Con idee che a Berlino non piacciono per niente.
I partner assistono al duello con comprensibile preoccupazione. Certo, il direttorio franco-tedesco non piaceva a nessuno. Però bisognerebbe evitare di passare allo scontro frontale. Non è tempo di protagonismi un po’ rozzi bensì di intelligente collaborazione.
E ancora ….
La crisi dell’eurozona è il rischio principale per l’economia mondiale, dice il G-20. Un collasso dell’unione monetaria sarebbe addirittura catastrofico: nessuno dei molti calcoli azzardati dagli economisti ne coglie appieno la portata. Il più insistente nel sollecitare l’Europa ad affrontare la situazione con interventi immediati è stato in queste settimane il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Anche ieri ha parlato di “tempo di agire”. La sua preoccupazione è comprensibile: con un’incerta elezione in arrivo a novembre e le critiche più pesanti dei repubblicani rivolte alla sua gestione dell’economia, Obama sa che la crescita ormai entrata in stallo e la disoccupazione che non e la disoccupazione che non cala sono le carte migliori nelle mani del suo avversario Mitt Romney. Se c’è un fattore che può aggravare lo stato dell’economia americana, e quindi le sue chance elettorali, questo, nell’opinione del presidente americano, è oggi la crisi europea. Sulla quale è impotente a intervenire. Gli europei però non ci stanno a farsi mettere sul banco degli imputati. Le ore che hanno preceduto l’avvio del vertice, ieri a Los Cabos, sono state quindi l’occasione di una polemica a distanza. Ai richiami all’azione da parte di Obama, ma anche dai leader di Canada e Gran Bretagna e dei grandi Paesi emergenti, che a loro volta stanno sperimentando sulla propria pelle che non saranno immuni dal rallentamento globale, le autorità europee hanno ribattuto con insolita durezza. «Non prendiamo lezioni da nessuno», hanno detto, per una volta all’unisono, Barroso e van Rompuy. L’origine della crisi in fondo è tutta americana, dicono, e i contraccolpi dei subprime e di Lehman sull’economia e sui mercati mondiali sono stati ben più pesanti di quelli della crisi dell’eurozona. Il cancelliere tedesco Angela Merkel, alla quale le lezioni piace darle e non riceverle, ha ricordato a più riprese che tocca agli Stati Uniti comunque rimettere a posto i propri conti e agli emergenti, Cina in testa, lasciar rivalutare il cambio. Lo stesso presidente del Consiglio Mario Monti ha sostenuto ieri che all’origine dei problemi ci sono gli squilibri globali, irrisolti, di cui gli Usa sono una delle controparti.
Il modo peggiore per avvicinarsi a un vertice internazionale è lo scambio di accuse reciproche. di Alessandro Merli – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/h5kTu
Il il modo peggiore è quello di scambiarsi accuse reciproche ma tantè siamo in guerra e il tempo della diplomazia dopo cinque anni sembra concludersi, dietro l’interesse del singolo o del partito o ancora di un’ideologia come la storia insegna.
Tutti contro tutti e ognuno per se!
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Salve Capitano,
complimenti per l’Articolo, è come ritrovare le sensazioni indovinate circa quattro anni fa, concretizzate purtroppo nell’attuale dolore delle economie in agonia, violentate da un branco di avidi buffoni che si susseguono al timone di tanti Titanic che sfidano il mare della finanza con l’igenuità di chi, comunque non ha mai nulla da pagare.
Com’è strano il mare in questi giorni,
pare che la consapevolezza di quanto scriveva nel 2008 stia prendendo forma nella realtà di questi giorni
un mucchio di clown si sono susseguiti sul palco dei nuovi potenti, ma nessuno ha mai sfiorato la verità che continua a scorrere evidente sul fondo di questo mare in putrefazione
altro che tempesta perfetta, se prende veramente il via questa sarà una vera mattanza.
Chissa forse un altro trilione di dollari from USA calmerà Poseidone, speriamo.
Okkio marinai, diversificare, alleggerire …. cercare un porto sicuro e magari scendere a terra, può non essere così sbagliato.
Francia R
Andrea quello che tu hai “azzeccato” nel tuo blog è quando parli di immensa depressione antropologica. Viviamo in un delirio totale e a ben guardare questa non è nemmeno una crisi finanziaria è proprio una profonda crisi dell’economia reale una crisi dell’uomo nel suo rapporto con se stesso e con il mondo in cui vive. Capire tutti i meccanismi è difficile perché c’è una insanabile frammentazione nella cultura, facciamo a gara a chi la spara più grossa.
Volete sapere la verità? Ci tenete davvero? Sta finendo il petrolio? sta finendo l’acqua? Stiamo assasinando madre natura?
bene beccatevi questo:
L’osteonecrosi della mascella (ONJ) è un evento avverso che è stato segnalato in
pazienti trattati con regimi di trattamento del cancro, tra cui bevacizumab, i
bifosfonati, e denosumab. Abbiamo eseguito uno studio preliminare aperto,
prospettico di fase I-II in pazienti trattati con bifosfonati per valutare l’effetto del
trattamento e la tollerabilità di (omissis) su lesioni BONJ ≤ 2,5 cm. Dieci pazienti
consecutivi con lesioni BONJ che non rispondono al trattamento conservativo sono
stati pre-trattati con 10 giorni di antibiotici per ridurre le secrezioni purulente sulla
gengiva. La lesione ossea esposta e quella osteomucosa è stata pulita con
ultrasuoni. La lesione è stata trattata con 10 applicazioni locali di (omissis)
consegnati in una sospensione di olio per 10 minuti. IN TUTTI I PAZIENTI LE LESIONI DELLA MUSOCA SONO SANATE CON LA COMPLETA RICOSTRUZIONE DEL TESSUTO ORALE E MANDIBOLARE CON 3-10 APPLICAZIONI. Nessuna tossicità è stata riportata.
Inaspettatamente, il sequestro totale dell’osso necrotico, con espulsione spontanea
in otto pazienti e la formazione di nuovo tessuto osseo intorno alla zona necrotica è
stata osservata in due pazienti. Nessun paziente ha
richiesto un intervento chirurgico. in due pazienti con pre-e post-trattamento di
raggi X, non sono state osservate lesioni ossee residue dopo il trattamento.
Ora voi potete pensare tutto quello che volete, questa sostanza così potente atossica e non brevettabile (omissis) che non costa un cazzo usata in questo studio del 2008 risale a 100 anni fa la ha inventata un certo Nikola Tesla e noi negli utlimi 100 anni che minkia abbiamo fatto? voi davvero pensate che tutto quello che viviamo sia razionale? La colpa di chi è degli amerikani cattivi? degli inglesi perfidi?
E mi dispiace l’affascinante teoria che la scienza segua una sua “peculiare linea di progresso” è una totale buffonata, una truffa per gli ingenui.
E se l’ingegner Rossi avesse ragione e avesse risolto tutti i problemi energetici del pianeta? esiste anche questa remota eventualità anzi l’emerito professor Focardi un fisico questo ha detto e nessuno ne parla. Ma l’elenco sarebbe lunghissimo è inutile parlarne. Tutti voi siete liberi di pensare tutto quello che volete e tutte le persone che scrivono qui sono persone prima di ogni altra cosa per bene, ma non potete pretendere che non ci sia nessuno a pensarla in maniera molto diversa e che ad accuse velate, dirette, involontarie, implicite o in buona fede di vaneggiamento ad esempio se risponde piccato lo fa sempre perché è scemo e non vuole accettare le illuminazioni altrui che in alcuni casi, non sempre, sono anche, nella migliore delle ipotesi semplici ingenue “fregnacce” senza offesa ovviamente eh.
La verità è figlia del tempo.
Giuseppe
Grande post Giuseppe
Come si chiama la sostanza inventata da Nikola Tesla, non credo sia l’Argento Colloidale perchè l’origine e molto antica.
L’ingegner Rossi è morto per cause sconosciute (probabile suicidio) e i suoi scritti sono spariti………….non importa la STORIA quella vera si scrive nel corso di secoli o millenni e tutti i potenti di oggi non contano niente (meno di noi comuni mortali, verranno additati come CRIMINALI) in questo lasso di tempo.
E tutto un gioco di potere fatto perchè quelli che contano non sono disposti a perdere nulla di quello che possiedono o di quello che controllano anche a costo di causare sofferenze o morte a milioni di persone (anzi meglio……..perchè siamo in troppi, secondo loro).
Se oggi il modello vincente è “ognuno per se”, così sia ed io aggiungo ognuno per se a qualsiasi costo e prezzo e con qualsiasi mezzo……………..è frà qualche anno o decina di anni vedremo come andrà a finire.
Un saluto
SD
idiocrazia@finanza,
hai ragione beppe.
tu scrivi: Ora voi potete pensare tutto quello che volete, questa sostanza così potente atossica e non brevettabile (omissis) che non costa un cazzo usata in questo studio del 2008 risale a 100 anni fa la ha inventata un certo Nikola Tesla e noi negli utlimi 100 anni che minkia abbiamo fatto?
Io aggiungo questo: NIKOLA TESLA, LO SCIENZIATO PIU’ STRUMENTALIZZATO E BOICOTTATO DELLA STORIA –
Le cose più difficili da vedere sono sempre quelle che abbiamo sotto il naso e metafisicamente parlando è proprio così.
Un uomo dei primi del novecento, uno scienziato, un grande pensatore, appassionato filantropo, si pose la domanda giusta che ancora oggi gli scienziati fanno fatica a porsi, partendo da una semplice osservazione: viviamo all’interno di un sistema stellare (solare) su di un pianeta situato a distanza molto ravvicinata ad una stella tanto che questo pianeta a bisogno di “potenti” sistemi di protezione nei confronti dell’enorme quantità di energia che questa stella emana; sistemi quali il campo magnetico e l’atmosfera “attiva” con strati di gas che impediscono la distruzione del pianeta sotto il potente gettito di energia nucleare proveniente dal sole. Inoltre, in conseguenza di questo, il pianeta Terra è un grande organismo vivente, contenente enormi quantità di energia, essendo di fatto un gigantesco generatore e accumulatore di tutti i tipi di energie conosciuti.
In un sistema come questo è mai possibile che nessuno studioso si sia mai chiesto perchè mai debba essere necessario bruciare del carbone per far bollire dell’acqua che a sua volta fuoriesce sotto forma di gettito di vapore per far girare un grande cerchio con delle pale (turbina)? Non sarebbe stato meglio concentrarsi sul creare apparecchiature in grado di “afferrare” l’enorme energia del pianeta?
L’uomo che si pose questa domanda fu Nikola Tesla. Lui si dedicò allo studio e al concepimento di queste apparecchiature anche se accademicamente parlando è ricordato come “l’uomo dei campi magnetici” (eppure Einstein se ne occupò almeno quanto Tesla e in studi antecedenti).
Queste apparecchiature sono esistite e la prova della loro esistenza sta nel fatto che esistono ancora oggi e vengono inventate e brevettate continuamente. Perchè a rigor di logica è più facile creare un “accumulatore” che prenda l’energia che scorre liberamente e con enorme imponenza intorno a noi piuttosto che schiavizzare migliaia di persone armandole di piccone per scavare e tirare fuori del carbone che a sua volta andrà a finire in una caldaia che sarà stata progettata e costruita da altri schiavi della metallurgia per poter scaldare dell’acqua e farla fuoriuscire sotto forma di vapore e… insomma è una realtà culturalmente agghiacciante ed è il nostro attuale sistema di generazione dell’energia al quale poi si è aggiunto incautamente il “nucleare”.
qui il link. si prega di leggere. ci sono anche scritte pure le invenzioni. http://pensareliberi.com/2011/09/26/free-energy-energia-libera-per-tutti-tra-bufale-e-verita/
poi l’anno scorso alla trasmisione mistero ne hanno parlato. e in italia, anche nel mio veneto ce ne sono. eccome. ma guai a farli venir fuori. vedete questo video. http://www.youtube.com/watch?v=rvfbngstyoU
by DORF
Ma c’è qualcuno che ha idea di come procede la ricerca scientifica, quella, comunque, seria ?
Non siamo più nel XVII secolo quando lo scienziato naturale filosofo ed alchinista faceva o credeva di aver fatto una scoperta e se il giorno dopo gli cadeva una tegola in testa tutto spariva con lui.
Oggi la ricerca si fa in gruppi di lavoro su più laboratori su scala internazionale. Qualunque idea che dia qualche evidenza sperimentale viene pubblicata e verificata da altri laboratori e solo dopo aver avuto riscontri indipendenti la nuova scoperta viene considerata acquisita dalla comunità scientifica salvo ulteriori succesive verifiche.
L’idea romantica dello scienziato che al mattino friggendo le uova col bacon scopre il nuovo combustibile del futuro lo confida alla domestica che in realtà è un agente della spectre e nottetempo lo scienziato viene rapito e portato su un isola deserta del pacifico va bene solo come sceneggiatura di un film estivo.
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“Tutti contro tutti e ognuno per se!”
è l’unico messaggio che volevo dare nei post precedenti… da allargare al comportamento individuale naturalmente cioè “speriamo che io me la cavo”
Visto che lo hai scritto tu, non ho veramente più nulla da dire.