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GRECIA: GUERRIGLIA e BOMBARDAMENTO MEDIATICO!
Quando si parla di guerriglia si intende una sorta di guerra in cui la differenza delle forze in campo è talmente evidente che se vi fosse uno scontro in campo aperto non vi sarebbe storia.
Oggi l’opinione prevalente è che i Greci ma non solo anche i tedeschi vogliono la Grecia fuori dall’inferno europeo, da questa immensa trappola cosi come è stata erroneamente concepita e imposta tra l’ingenuità e l’indifferenza, generale, tra la consapevolezza di pochi e l’inconsapevolezza di molti.
Lo scopo della guerriglia solitamente è quello di logorare il nemico, influendo sul suo morale, demolendone sicurezze e aspettative, panicandolo con attacchi mirati e continui che possano destabilizzare la resistenza.
L’esercito di chi in Grecia vuole uscire dall’euro sembra in apparenza la maggioranza ma in realtà come vedremo una sorpresa potrebbe essere dietro l’angolo.
Atene 14 maggio ( Bloomberg ) A majority of Greeks want their country to stick to its current economic financial aid plan and to remain in the euro area, an opinion poll indicated.
Almost 54 percent of 1,002 people surveyed by Rass SA for the newspaper Eleftheros Typos said Greece should continue to implement measures agreed on with the the International Monetary Fund, the European Union and the European Central Bank, against 38 percent who would reject the program even if this meant immediate bankruptcy, according to the poll, which was published today.
The survey indicated that Syriza, an anti-bailout party, would emerge as the winner if fresh elections were held now, though short of an outright majority, with support rising to 20.5 percent from the 16.8 percent it won in the May 6 elections.
(ANSAmed) – ATENE, 14 MAG – Un altro sondaggio d’opinione – il terzo dopo le elezioni del 6 maggio – condotto dalla societa’ Rass per conto del quotidiano ateniese Elefteros Tipos ha confermato la Coalizione delle Sinistra (Syriza, radicale) al primo posto delle preferenze dei greci, con il 20,9%. Seguono Nea Dimocratia con il 19,4%, il Pasok con l’11,8%, Greci Indipendenti con il 7,8%, Sinistra Democratica con il 6,2%, il Partito comunista (Kke) con 4,8% e Chrysi Avghi’ (Alba dorata, filo-nazista) con il 3,8%.
Tre sono i dati più significativi del nuovo sondaggio: l’81,4% degli intervistati si e’ detto a favore della permanenza della Grecia nell’euro (contro il 16,3% che vorrebbero uscirne), la metà degli elettori del Partito comunista (50%), che da sempre si dichiara a favore dell’uscita della Grecia dall’Ue e dall’eurozona, si dice invece a favore della permanenza del Paese nell’Ue e che l’80,1% degli elettori di Syriza è per la permanenza della Grecia nell’Ue contro il 17,9%, che vuole il ritorno alla dracma, la vecchia valuta greca.
Roma, 21 mag. (TMNews) – Un nuovo sondaggio pubblicato dal quotidiano Kathimerini indica che alle elezioni del 17 giugno gli elettori dovrebbero scegliere come primo partito Syriza, la formazione della sinistra radicale, che prevarebbe sui conservatori di Nuova Democrazia. Un esito, questo, che prefigura nuovamente una situazione complicatissima rendendo difficile la formazione di un governo.
Secondo il sondaggio, Syriza raggiungerebbe il 28% dei consensi contro il 24% di nuova democrazia. I socialisti del Pasok resterebbero terzi col 15%. Per l’estrema destra di Chrysi Avgian si profila il 6% (i neo-nazisti resterebbero dunque in parlamento) mentre la sinistra democratica prenderebbe il 7% e i comunisti il 5.
Atene, 24 mag. (TMNews) – Il partito della sinistra radicale greca, il Syriza, rimane il favorito per le elezioni politiche del 17 giugno ma seguito a poca distanza dai conservatori di Nea Demokratia (Nd): è quanto risulta da un sondaggio della Public Issue.
Il Siryza otterrebbe il 30% dei consensi contro il 26% di Nd: terza forza i socialisti del Pasok, con il 15,5%, mentre i neonazisti di “Alba Dorata” scenderebbero un 4%, un dato in calo rispetto al voto del 6 maggio scorso ma sufficiente a garantirne la permanenza in Parlamento; il leader della sinistra radicale, Alexis Tsipras, viene ritenuto il più ideoneo a guidare un governo dal 24% degli intervistati contro il 19% che preferirebbe il segretario di Nd, Antonis Samaras.
Quanto a un ipotetico referendum sulla permanenza nella moneta unica, l’85% dei greci si dichiarano favorevoli mentre il 63% è contrario al piano di salvataggio negoziato da Atene con Ue ed Fmi: questo spiega in parte il successo di Tsipras, che ha ribadito che respingere il piano di austerità non implicherebbe l’uscita della Grecia dall’Eurozona.
Il sondaggio è stato realizzato su un campione di 1.214 persone, con un margine di errore di tre punti percentuali TMNEWS
Mi fermo qui ma vorrei farVi tutti riflettere come all’improvviso potrebbe accadere l’imprevedibile, mentre ad Atene sembra che la Polizia stia cercando di rassicurare chi preleva contanti per nasconderlo nelle proprie case …
Police say that gangs who may have once eyed “hard targets”, – like the banks themselves, or jewellers – are now going after homes of ordinary people, where there is far less risk and often large stashes of cash freshly withdrawn from savings accounts.
“Many people have withdrawn their money from the banks fearing a financial crash, and they either carry it on them, find a hideout at home or in storage rooms,” said national police spokesman Thanassis Kokkalakis.
“We urge people to trust the banking system, leave their money there, or at least in a safe place, not hide it at home, where they must anyway take the basic security measures,” he said. “Some people don’t even lock their doors and windows.” (Reuters)
Dicevo quindi che potrebbe accadere l’imprevedibile e che quindi non ci sia affatto bisogno della guerriglia mediatica per convincere i greci a restare nell’euro.
Cosa me lo fa pensare direte Voi!
Ebbene date un’occhiata a questi due articoli apparsi su Thebureauinvestigates e sul Telegraph dove si parla di un documentario della BBC altro covo di sfegatati euroscettici secondo i quali in realtà i greci hanno già scelto, loro vogliono restare nell’euro!
Michael Portillo è un giornalista ultraconservatore ammiratore della lady di ferro e un ultrascettico che ha fatto un viaggio in Grecia e Germania per sondare gli umori della gente comune e cercare di individuare la fine dell’euro o meglio se finalmente la gente si è convertita all’euroscetticismo dopo quanto è accaduto negli ultimi anni.
In Grecia ha incontrato tutti, dagli ex ministri delle Finanze agli elettricisti sottoccupati agli economisti disillusi sino alla gente comune. Eppure ogni volta che si è esibito nel suo repertorio divertente di aprire il portafoglio e porgere una dracma e un euro, hanno scelto la seconda.
Tralascio la solita battuta idiota dei giornalisti inglesi secondo i quali sarebbe stato meglio offrire anche qualche sterlina con cui comprarsi mezza Grecia ma che ci volete fare gli inglesi sono ancora convinti che con la loro carta straccia si possa dominare il mondo.
Anche in Germania tra le virgole ha trovato ampio sostegno per l’euro, in un paese tra l’incudine e il martello,, desiderosi di mostrare solidarietà con i loro vicini, senza buttare i soldi ma allo stesso tempo desiderosi di imporre la disciplina fiscale senza apparire autoritari..
Il risultato probabile, ha concluso convincente, è un preoccupante deficit democratico nell’Unione europea visto che ormai le soluzioni politiche sono sempre più imposte dall’alto.
Immagino che in Inghilterra si consultino sempre i cittadini quando si tratta di foraggiare gli avvoltoi e gli sciacalli della finanza, ma la sostanza è questa!
Se un euroscettico ultra come Portillo ci racconta quello che ha vissuto forse è il caso di non dare per scontato l’esito delle elezioni del 17 giugno in Grecia. Che ve ne pare?
Lunedi non perdetevi “Lo sporco gioco della Germania” un post, un attacco frontale a tutto campo cercando di ricordare a tutti le responsabilità enormi della politica e della finanza tedesca, nei minimi particolari, senza escludere nulla. E’ necessario che sempre più persone conoscano quello che sta accadendo senza nascondere le responsabilità di una classe di parassiti e speculatori politici che ha devastato in questi anni il Paese con l’aiuto della finanza e della grande imprenditoria.
Una dettagliata analisi su quanto sta accadendo ” Euro fu…siccome immobile!” è stata inviata a tutto coloro che hanno sostenuto questo viaggio e a disposizione di tutti coloro che vorranno liberamente sostenerci ora…Semplicemente GRAZIE!
sul deficit di democrazia , verissimo quello che dici Andrea
A costo di apparire ripetitivo, sul perchè la Crande Germania fa la stronza contro la Grecia e contro di noi italiani ? un mix di sentimenti umani, superbia , invidia del fatto che le persone che non parlano tedesco si divertono con poco, avidità, paura di lavorare con effetti positivi anche per altri popoli che non parlano tedesco; deficit di neuroni specchio, cioè deficit di empatia. 8)
1453 Assedio e caduta di Costantinopoli. Quanti turchi musulmani abitano ora in Crande Germania ?
i tedeschi sono rancorosi, vendicativi. Sfruttano le circostanze attuali ( Guerra economico-finanziaria e Globalizzazione sfrenata )a loro favore.
Per noi, la II° guerra mondiale finisce nel 1945, nel 1950 siamo già in crescita vorticosa e a cavallo dell’anno 1960 siamo in pieno boom economico.
Questo avviene dopo 60 milioni di morti ed interi continenti devastati.
Nella situazione in cui ci troviamo ora, non si può volere altro che il recupero della sovranità nazionale e monetaria; prima che l’euro e la Germania ci affondino come hanno fatto già con la Grecia.
Tutto questo subito ed ad ogni costo.
Se non lo facciamo per noi, facciamolo almeno per i nostri figli.
Costerà sempre meno che farsi massacrare supini, e rispetto al ’45 partiremo sicuramente avvantaggiati.
Fuori Monti dal governo, prima che la deflazione assuma un punto di non ritorno.
In Islanda stanno processando l’ex Primo Ministro e l’ex staff governativo; tutto sommato con Monti & Co., una volta destituiti lo potremo fare anche noi.
Vogliamo una nuova Norimberga per tutti i colpevoli di questo sfascio.
Ai tedeschi un monito:
Sono cento anni che provocate guerre, morti e distruzioni nella vecchia Europa.
Siete un popolo litigioso, presuntuoso ed arrogante; ma avete sempre perso puntualmente ogni volta, con infamia ed ignominia.
Siete proprio sicuri che questa volta la spuntate?
E’ un po’ lunga ma vale la pena di guardarla.
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-65694111-4d91-4a8e-a671-3e46fedeb112.html
Se Monti va via, chi ci metti Albeto Angela, bud spencer, bunga bunga, bossi, bersani
vorrei capire grazie
Che vuoi che ti dica?
In Islanda il nuovo governo se lo sono eletto via Web ed al posto dei processati, sono andati cittadini qualunque con competenze specifiche di settore.
Non ti dico che potrebbe essere una soluzione … ma quasi.
Il problema sono il Presidente della Repubblica ed il Primo Ministro.
Vorrei far notare che Monti (quando scriveva sul Corriere) si sprecava di lodi per Tremonti.
Ora dice che tutti quelli che lo hanno preceduto sono stati inetti.
Bontà sua … lui invece …
Ma non ho risposto, perché neanche io saprei.
E la domanda appartiene alla categoria dell’insieme “intriganti”.
Forse uno qualunque con un po’ di expertise?
La trasmissione che ho postato qualche nome lo potrebbe suggerire.
E comunque di signoraggio bancario e di sovranità monetaria c’è un sacco di “cultori ufficiali” che se ne occupano.
Io per esempio, se facciamo elezioni via Web, Andrea Mazzalai a Ministro dell’economia, lo voterei senz’altro!
… e non faccio il lecchino, ne per diletto ne per professione.
Bravo Cartesio 😉 quando ricordi:
Vorrei far notare che Monti (quando scriveva sul Corriere) si sprecava di lodi per Tremonti.
Intendevi forse dire chi ci metto per fare piacere al Financial Times o al WSJ …vero!
Tutti e due , Tremonti e Monti, parlano troppo spesso coi Crucchi. 👿
Na neanche per sogno ci sono in giro uomini e donne più competenti del sottoscritto. Se ci leviamo di mezzo questa immondizia io mi ritiro in mezzo ai miei boschi per un periodo do disintossicazione! Andrea
La tua cultura è superiore alla tua modestia.
E nonostante le tue dichiarazioni ti voterei lo stesso.
Non ti vorrai mica sottrarre al “dovere”?
“Cincinnato”, fallo appunto dopo che ci siamo tolti l’immondizia dai piedi.
E non mi sembra una cosa facile.
Giovanni
UK….il regista del terrore !
Io resto sempre della mia idea, il regista di tutto sono gli UK e la loro finanza, sono fuori dall´Euro e sono da sempre anti-tutto cio che e´oltre la manica.
Da fine Giugno saranno costretti a cambiare il sistema contabile per cui il debito reale saltera´fuori…per chello che danno 48 ore alla Grecia, se la Grecia salta loro se ne stanno il coda e se la svignano … basta resistere un secondo in piu´:
STRANO COME SEMPRE CHE LE AGENZIE DI RATING NON SE NE ACCORGANO….ma pensino solo alle nostra bance adesso dovrebbero scrivere: Visto il degradarsi delle finanze pubbliche UK siamo costretti a tagliare il rating alle corrispondenti banche nazionali….non ci credete guardate sotto a pagine 6 !
Debito UK includendo aiuti al settore finanziario al 148% del GDP !!!!
http://www.ons.gov.uk/ons/dcp171778_265725.pdf
Dimenticavo, quanti di voi sanno che il rinascimento Italiano fini per colpa degli inglesi? Il loro re con la scusa che i Medici appoggiavano i Lancaster (nella guerra con gli York) smise di pagare i debiti enormi gia contratti … e da li comincio´ il declino della famiglia !
notizia interessante x tutti. Frosinone 26/5 convegno: Euro, Unione europea ed Europaù
Il blog ecodellarete ha organizzato un convegno dedicato ai temi dell’Euro, dell’Unione europea e dell’Europa. Il convegno si svolgerà a Frosinone, sabato 26 maggio, nel Palazzo della Provincia, Piazza Gramsci 1. I lavori del convegno inizieranno alle ore 9,30. Dopo la sospensione per il pranzo, riprenderanno alle ore 14,30.
Il titolo del convegno – “La natura dell’euro: la pillola rossa o la pillola blu” – strizza l’occhio al film Matrix, citando una delle scene più famose, quella nella quale Morpheus, il capo della resistenza, offre a Neo la possibilità di scegliere tra due opzioni: conoscere la verità, con tutto il carico di dolore e sofferenza che ciò comporta, oppure continuare a “vivere dentro Matrix”.
Saranno relatori Alberto Bagnai, Stefano D’Andrea, Sergio Di Cori Modigliani, Gioele Magaldi, Moreno Pasquinelli e Piero Valerio. Presenterà il convegno Fiorenzo Fraioli di Eco della rete. Modererà Massimo De Santi.
Si allegano brevi presentazioni dei relatori e del moderatore, preparate dagli organizzatori del convegno.
Alberto Bagnai
Docente di economia politica all’università Gabriele D’Anunzio di Chieti-Pescara, fiorentino di nascita e romano di adozione, cura il blog http://goofynomics.blogspot.com che è diventato, in pochi mesi, un riferimento obbligato per tutti coloro che seguono con spirito critico l’evolversi della crisi dell’euro.
Se ci è consentito sintetizzare, in poche battute, il punto di vista di Alberto Bagnai, possiamo dire che esso è focalizzato sul fatto che l’insieme dei paesi che hanno adottato l’euro non costituiscono un'”area valutaria ottimale”. Circostanza, quest’ultima, aggravata dal fatto che i comportamenti di alcuni di essi, nei confronti degli altri, sono di natura competitiva invece che cooperativa.
Stefano D’Andrea
Docente di diritto privato nell’Università della Tuscia e avvocato, è il responsabile del sito appelloalpopolo.it e uno dei fondatori dell’Associazione “Riconquistare la Sovranità”. Il punto di vista sostenuto da Stefano D’Andrea è quello del recupero della piena sovranità nazionale, esprimendo così una critica radicale al progetto di integrazione europea, su un piano soprattutto politico. Gli aspetti economici, che pure rendono problematico, se non impossibile, il futuro dell’Europa di Maastricht e Lisbona, passano in secondo piano rispetto al dato squisitamente politico.
Sergio Di Cori Modigliani
Sergio Di Cori Modigliani è un giornalista, fotografo e pittore che cura un blog personale, sergiodicorimodiglianji.blogspot.com, sul quale è possibile trovare articoli dal taglio molto particolare, nei quali riporta spesso notizie originali, introvabili altrove.
Sergio Di Cori Modigliani, che è soprattutto un artista, presta particolare attenzione ai comportamenti e alle scelte degli uomini e delle donne, sia contemporanei che del passato, i quali, detenendo fette significative di potere e ricchezza, hanno la capacità di condizionare in modo significativo l’evolversi degli eventi. La sua lettura della crisi si concentra, per quanto riguarda l’Italia, sul ruolo nefasto della partitocrazia, mentre, su un piano più ampio, la sua tesi è essa sia la manifestazione di una fase particolarmente acuta dello scontro secolare tra le forze del progresso e quelle della reazione.
Gioele Magaldi
Gioele Magaldi è un Maestro Venerabile emerito, massone del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, che si pone su posizioni fortemente critiche rispetto all’attuale gestione della più importante e diffusa Famiglia massonica italica, guidata dal Gran Maestro Gustavo Raffi. Ha dato vita, insieme ad altri, ad un Movimento massonico d’opinione interno al GOI, “Grande Oriente Democratico”, il cui sito ufficiale è http://www.grandeoriente-democratico.com. E’ anche uno dei promotori di Democrazia Radical Popolare, un Movimento politico meta-partitico, finalizzato alla rigenerazione della sinistra italiana, europea ed occidentale, che vede il concorso militante di massoni progressisti e di cittadine/i non massoni, i quali hanno visto e vedono in esso uno strumento opportuno e adeguato al rilancio politico, civile e culturale della nazione italiana e della stessa costruzione di futuri Stati Uniti d’Europa.
Per Gioele Magaldi la chiave di lettura della crisi che sta scuotendo il mondo, e l’Europa in particolare, deve essere cercata all’interno del network massonico sovra-nazionale e globale, nel quale si è riacutizzato lo scontro tra la componente democratica, libertaria e progressista e quella elitario-oligarchica. Quest’ultima, dopo la sconfitta subita nella seconda guerra mondiale, a partire dagli anni ’70 del secolo scorso ha rialzato la testa, mettendo in campo un’imponente iniziativa culturale e ideologica globalizzata, che ha l’obiettivo di rendere egemone una visione iper-liberista e iper-mercatista della società, in cui, per dirla con Reagan, loStato diviene il problema e non la soluzione, e il potere d’indirizzo generale viene devoluto dalle istituzioni democratiche a organismi tecnocratici rappresentativi di consessi neo-aristocratici.
Moreno Pasquinelli e Massimo De Santi
Moreno e Massimo sono tra i fondatori del MPL, che qui in Ciociaria molti conoscono grazie a Ecodellarete.net, che ha registrato in video alcuni convegni da loro organizzati, tra i quali quello svoltosi ad ottobre dello scorso anno dal titolo “Fuori dal debito, fuori dall’euro” (vedi link 1 e 2). Sono redattori del blog Sollevazione.
Massimo De Santi è un Fisico con specializzazione in fisica sanitaria-protezione dalle radiazioni ionizzanti, esperto di energia ed ecologia, studioso di geopolitica e geostrategia globale.
Il punto di vista del MPL è di ispirazione marxista, caratterizzato da un giudizio negativo e senza appello del modello economico capitalista. La soluzione alla crisi, che secondo il MPL è sistemica e non congiunturale, non può che essere la fuoriuscita dal capitalismo e l’adozione di una qualche forma di socialismo.
Piero Valerio
Piero è un blogger di Palermo, che innanzi tutto ringraziamo per essere con noi nonostante la distanza. Cura il blog “Tempesta-perfetta”, che si occupa prevalentemente di questioni connesse alla sovranità monetaria e all’emissione della moneta.
Il suo punto di vista è vicino alla Modern Money Theory, una rivisitazione del pensiero keynesiano che è stata fatta conoscere, in Italia, dal giornalista Paolo Barnard, grazie ai suoi scritti e, recentemente, con un meeting, al quale hanno partecipato quasi duemila persone provenienti da tutta Italia.
Un problema che si pone con la MMT è dovuto al fatto che il movimento che si è formato intorno ad essa tende a presentarla come una sorta di “teoria del tutto”. Conseguenza di ciò sono i toni, talvolta vicini al fanatismo, di molti di coloro che la propugnano. La scelta di invitare Piero Valerio, piuttosto che altri che, magari, possono fregiarsi di un qualche “bollino di garanzia di autenticità”, è dovuta al fatto che “Tempesta-perfetta” rifugge dai toni messianici e si mantiene nei limiti dell’analisi dei fatti.
fonte: http://www.appelloalpopolo.it/?p=6643
by DORF
Caro Bergasim, proprio ieri ho avuto un colloquio con il titolare di un importante negozio storico della citta’ in cui abito, la cui famiglia conosciutissima e importante ha questa attivita’ da ben 4-5 generazioni. Facendo un paragone tra il 2012 di Monti ed il passato mi ha detto che mai, neanche durante la guerra e subito dopo la guerra, mai c’e’ mai stato un periodo cosi’ brutto. Ovviamente parliamo dell’economia, va da se che la guerra porto’ milioni di morti. Con questi presupposti, e questi farabutti nel governo europeo nonche’ mondiale, ti preoccupi del dopo Monti? Ma andrebbe bene anche il portiere di un qualsiasi cvondominio, purche’ normale e per bene!
Oeh! Ma l’avete letto che dice questa qua?
Lagarde: Monti è rivoluzione, speranza
“Impegnato e non gli interessa il suo futuro politico”
Meno male che alcuni tedeschi se ne stanno accorgendo
«La Germania non affondi l’Europa
Sarebbe la terza volta in cent’anni»Fischer, ex ministro degli Esteri tedesco:
«La cancelliera miope. Se l’euro cade, noi saremo i grandi perdenti»
hei cartesio. lascia stare quella vecchia befana della lagarde. invece leggi qualche bella cosina.
DI SERGIO CORI MODIGLIANI
……In tal modo, l’industria mondiale (senza accorgersi di star operando il proprio suicidio) affidò alla finanza un ruolo privilegiato rispetto alla produzione di merci iniziando la lunga marcia verso il proprio strozzamento. Una volta (siamo ormai agli inizi del nuovo millennio) realizzato il piano economico di espoliazione del comparto industriale, nell’indifferenza generale, fu un gioco da ragazzi selezionare nelle singole nazioni la dirigenza partitica adeguata per fare in modo che la Politica “eseguisse” gli ordini dell’oligarchia. Ormai completamente distaccata dall’economia, ormai priva di adeguate informazioni perché l’intero sistema mediatico era stato accorpato, privi di qualsivoglia riferimento culturale perché avevano eliminato o acquistato o addormentato la classe intellettuale, cominciarono a gettare il fertile humus necessario per far varare il sistema di leggi necessarie per consentire la nascita di quella che il filosofo statunitense Richard Rorty (deceduto ahimè nel 2007) in una sua splendida conferenza tenuta a Berkeley, in California, nel maggio del 2002, aveva selezionato e definito come “la nascita di a new overclass, una generazione di semi-dei che i media provvederanno a definire “tecnici”, i quali sono al di sopra delle leggi e al di sopra delle istituzioni e al di sopra e al di fuori delle loro rispettive etnie e culture locali, perché non risponderanno più né ai partiti né ai governi, bensì a una ristrettissima pattuglia di oligarchi globali in grado di poter annientare il destino di una intera nazione con una semplice telefonata, senza bisogno alcuno di schierare carri armati o aerei da bombardamento; non avranno bisogno neppure della polizia, ci penserà la finanza a decidere e a stabilire la gestione dei conflitti micro-sociali”. Questa nuova “overclass” (trad.: classe superiore) avrebbe gettato le basi di quella che due mesi dopo a Harvard, il prof. Noam Chomsky avrebbe identificato e definito come “la genesi del nuovo pensiero nazista globale” che si sarebbe affermata secondo le modalità di quella che lui chiamò a friendly dictatorship (trad. una ditattura amichevole dal volto buono) ovverossia l’applicazione e pianificazione sistematica di una nuova organizzazione mondiale che applica alla lettera la strategia hitleriana della “soluzione finale” laddove gli ebrei, zingari, omosessuali, disabili, ecc., sono tutti i cittadini. Completamente ignari di ciò che accade.
Tutto ciò per spiegare (e rispondo anche collettivamente ai tanti commenti e tantissime lettere ricevute) la motivazione per cui insisto nel seguitare a dare un giudizio positivo della “operazione politica Beppe Grillo”, a mio avviso, una scheggia impazzita del sistema, non prevista, non prevedibile, non calcolata preventivamente. Impiegheranno diversi mesi prima di riuscire a trovare il sistema giusto (che magari noi non sapremo mai) per cercare di farlo virare o cadere o tacere. Ma nel frattempo, tante e tante persone saranno entrate nella stanza “dell’acquisizione di consapevolezza del diritto di cittadinanza basato sul principio che uno vale uno” l’unica risposta intellettualmente vincente contro il nazismo: non esiste razza superiore, non esiste necessità di privilegio, non esiste il sangue blu, perché stiamo tutti sul Titanic, quindi, o ci salviamo tutti oppure anneghiamo……
qui il tutto. http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=10347
DORF
ragazzi vi dò una bella notizia. l’unico uomo anche se antipatico, che difende l’italia. paolo barnard. ha detto che monti è un bugiardo e un criminale. ieri sera su rai 2 da gialuca paragone. trasmissione rai, chiamata l’ultima parola. siete pregati di vedere la trasmissione. vedere soprattutto dove parla barnard. vedere al minuto 42′. qui tutto il video. http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-263b2dbd-5d32-4832-b3f8-ff0f12319424.html#p=0
N.B. guardate bene come quel pagliaccetto di colaninno come difende a voce alta questo governo criminal-bancario. suo padre che ha distrutto la telecom. il PD il nostro peggior nemico. berlinguer si rivolta nella tomba a vedere che fogna è diventato il partito dei lavoratori. devono sparire ste merde.
DORF
Grazie del consiglio!
E se a uscire dall’euro fosse Berlino?
La domanda oggi è meno assurda. Pezzi di establishment ci pensano
Scrive oggi libero, di un dossier uscito su Spiegel: la Merkel ha un piano, vuole invderci e conquistarci. Prima di cedere sugli eurobond, vuole imporre agli stati del sud di aprire agli investitori stranieri. E sia le aziende tedesche che i privati (4715 miliardi quest’ultimi) abbondano di liquidita’ che non sanno dove metterla.
Io difendo l´Italia ma vorrei ricordare pure che:
1-molti dei nostri politici venivano eletti con voto di scambio da mafiosi,
2-la mafia in senso lato e´ un problema di tutta Italia anche il nord, solo in Lombardia vi sono 1800 proprieta´sequestrate a mafiosi, non sono poche !
3-Tramite amici questi (mafiosi) appaltano ad amici che poi fanno salire i costi per ingrossare la panza non solo in appalti ma anche in sanita´ospedali servizi etc. poi spendiamo troppo?
4-Pensioni false, finti ciechi, handicappati che giocano a tennis rubano allo stato.
5-Spese dello Stato Parlamentari ect non sono priprio morigerate ma alte.
6-Evasione da urlo a 150 miliardi l´anno.
TUTTO QUESTO COSA C´ENTRA CON LA GERMANIA? SE RUBASSIMO ALLO STATO MENO OVVERO A NOI STESSI E RIMEDIASSIMO AI PROBLEMI SOPRA LA GERMANIA SAREMMO NOI !
Mettere a posto tutti i problemi sopra e´indipendente dalla Germania, Francia o Spagna….se ci sistemassimo un attimo senza farneticare saremmo una delle nazioni piu´ forti non d´Europa ma del mondo !
«La Germania non affondi l’Europa
Sarebbe la terza volta in cent’anni»
Fischer, ex ministro degli Esteri tedesco: «La cancelliera miope. Se l’euro cade, noi saremo i grandi perdenti»
Dal nostro inviato PAOLO VALENTINO
Joschka Fischer con la moglie Minu Barati (Reuters)
BERLINO – «Per due volte, nel XX secolo, la Germania con mezzi militari ha distrutto se stessa e l’ordine europeo. Poi ha convinto l’Occidente di averne tratto le giuste lezioni: solo abbracciando pienamente l’integrazione d’Europa, abbiamo conquistato il consenso alla nostra riunificazione. Sarebbe una tragica ironia se la Germania unita, con mezzi pacifici e le migliori intenzioni, causasse la distruzione dell’ordine europeo una terza volta. Eppure il rischio è proprio questo». Joschka Fischer sceglie parole pesanti come pietre per lanciare un allarme fatto di passione e ragione, cuore e testa d’europeo. L’ex ministro degli Esteri tedesco è «preoccupato» da una situazione che definisce «seria, molto seria» per l’Europa. Ed è anche scettico, perché non vede in giro «forze e leader, disposti a fare i passi necessari», senza i quali «rischia di essere spazzato via il miracolo di due generazioni di europei: l’investimento massiccio in una costruzione istituzionale, che ha garantito il più lungo periodo di pace e prosperità nella storia del Continente». Lo incontro nella sede della «Joschka Fischer and Company», la società di consulenza strategica che ha fondato da pochi anni. Le finestre del suo ufficio danno sulla Gendarmenmarkt, la piazza dove i re prussiani facevano sfilare i loro reggimenti e il regime comunista della Ddr organizzava i suoi raduni. Ora è il cuore pulsante della nuova Berlino, magnifica capitale di una Germania cui l’Europa in crisi torna a guardare con diffidenza e malumore.
«Mi preoccupa – spiega Fischer – che l’attuale strategia chiaramente non funziona. Va contro la democrazia, come dimostrano i risultati delle elezioni in Grecia, in Francia e anche in Italia. E va contro la realtà: lo sappiamo sin dalla crisi del 1929, dalle politiche deflattive di Herbert Hoover in America e del cancelliere Heinrich Brüning nella Germania di Weimar, che l’austerità in una fase di crisi finanziaria porta solo a una depressione. Sfortunatamente, sembra che i primi a dimenticarlo siamo proprio noi tedeschi. Certo l’economia della Germania è in crescita, ma ciò può cambiare rapidamente, anzi sta già cambiando».
L’ex vice-cancelliere del governo rosso-verde invita a non farsi alcuna illusione: l’Europa è oggi sull’orlo di un abisso. «O l’euro cade, torna la re-nazionalizzazione e l’Unione Europea si disintegra, il che porterebbe a una drammatica crisi economica globale, qualcosa che la nostra generazione non mai vissuto. Oppure gli europei vanno avanti verso l’Unione fiscale e l’Unione politica nell’Eurogruppo. I governi e i popoli degli Stati membri non possono più sopportare il peso dell’austerità senza crescita. E non abbiamo più molto tempo, parlo di settimane, forse di pochi mesi».
Ma perché non sarebbe possibile limitare le conseguenze di un’uscita controllata della Grecia dall’Eurozona?
«L’Euro è un progetto politico. Non è che avessimo bisogno della moneta unica agli inizi degli Anni Novanta. Doveva essere il vettore dell’integrazione politica: questa era l’idea di fondo. Nessuno oggi può garantire che se la Grecia abbandona l’euro, non si verifichino un crollo della fiducia, una corsa alle banche in Spagna, in Italia, probabilmente anche in Francia, cioè una valanga finanziaria che seppellirebbe l’Europa. Secondo, cosa pensa che farebbero i greci una volta fuori? Cercherebbero altri partner, come la Russia per esempio, che è già pronta e nessuno ne parla. Diremmo addio all’ampliamento verso Sud-Est, l’integrazione europea dei Balcani sarebbe finita. È una follia: si possono avere opinioni diverse sulla vocazione europea della Turchia, ma non c’è dubbio che i Balcani, regione intrinsecamente instabile, siano parte dell’Europa. Senza contare che la Grecia fuori dall’euro precipiterebbe nel caos».
La discussione attuale si concentra sugli eurobond. Ma per concretizzarli occorrerebbero mesi, se non anni. Non è un falso dibattito, rispetto ai tempi brevi di cui lei parla?
«No, è un dibattito importante. In fondo dietro gli eurobond c’è uno dei prossimi passi da compiere. Gli elementi della soluzione sono quattro: Unione politica e Unione fiscale dell’Eurogruppo, crescita e riforme strutturali. Sono per esempio ammirato dal fatto che in questa fase, l’Italia abbia mobilitato i suoi istinti di sopravvivenza dando vita al governo Monti, che sta lavorando bene. Ma rimango perplesso che Hollande, il nuovo presidente francese del quale apprezzo l’impegno per la crescita, voglia riportare a 60 anni l’età pensionabile. Nessuno di questi elementi va trascurato o annacquato, devono viaggiare insieme se l’Europa vuole davvero superare la sua crisi esistenziale».
Perché la cancelliera Merkel non si muove dalla linea dell’austerità?
«Angela Merkel pensa solo alla sua rielezione. Ma è un calcolo miope e fa un grosso errore. Perché sul piano interno è già molto indebolita. Merkel è forte finché l’economia tedesca è forte. In Germania non c’è crisi economica, ma stiamo attenti perché ci coglierà in modo brutale. Se non ci assumiamo la responsabilità di guidare l’Europa insieme fuori dalla crisi, saranno guai grossi, perché noi saremmo i grandi perdenti, sia sul piano economico che su quello politico».
Quale governo tedesco può fare ciò che lei propone?
«Solo un governo di grande coalizione. Altrimenti, ogni partito all’opposizione sarebbe tentato di sfruttare questa situazione. Ma un governo di unità nazionale ce la farebbe. Non è un passo semplice. “Perché dovremmo farlo?”, è la domanda prevalente in Germania”».
Già, perché dovreste farlo?
«Semplice, perché altrimenti vanno a rotoli sessant’anni di unità europea. Fine. Rien ne va plus . Purtroppo non abbiamo più un Helmut Kohl a dircelo».
E come dovrebbero svolgersi gli avvenimenti, qual è il primo passo immediato?
«L’europeizzazione del debito. Il problema, qui la Germania ha ragione, è di evitare che poi le riforme strutturali per migliorare la competitività si fermino o vengano ammorbidite. Non si tratta di europeizzare l’intero debito, ci sono proposte interessanti sul tavolo. Ma il punto di fondo è che la Germania deve garantire con il suo potere economico e le sue risorse la sopravvivenza dell’Eurozona. Bisognerà dire: siamo un’Unione fiscale, restiamo insieme. Sarà difficile, i mercati diranno la loro, le agenzie di rating toglieranno probabilmente la tripla A alla Germania, ma bisognerà resistere e per farlo abbiamo bisogno dell’Unione politica. E qui è la Francia che deve dire sì a un governo comune, con controllo parlamentare comune della zona euro. In gioco è il ruolo globale dell’Europa nel XXI secolo. Vogliamo averne uno? Solo insieme potremo dire qualcosa sul nostro futuro ed essere ascoltati».
Non è troppo tardi per tutto questo?
«No, abbiamo una chance, che probabilmente si aprirà concretamente poco prima del crollo. Bisogna avere nervi saldi, il lusso delle illusioni non ci è concesso. Finora abbiamo solo reagito. Le decisioni dell’Ue hanno sempre inseguito gli avvenimenti. Non abbiamo mai agito in modo strategico. Non basta più».
Cosa vuol dire governo e controllo parlamentare comuni?
«Dimentichiamo per un attimo i 27. Al momento decisivi sono i Paesi dell’Eurozona. I capi di governo agiscono già di fatto da esecutivo europeo, i Parlamenti nazionali hanno la sovranità sul bilancio. Dobbiamo fare passi concreti verso una federazione: nel 1781 c’era una situazione simile in America. Cosa fece Alexander Hamilton? Federalizzò il debito degli Stati, in bancarotta per le spese della Rivoluzione contro gli inglesi. Se non lo avesse fatto, la giovane Confederazione non sarebbe sopravvissuta. Ecco cosa dobbiamo fare anche noi, qui e subito. Purtroppo non siamo governati da leader politici, ma da contabili».
E d’accordo a eleggere un presidente dell’Ue a suffragio universale, come suggerisce Wolfgang Schäuble?
«Non porterebbe nulla. Avrebbe molto più senso se le maggioranze e le opposizioni parlamentari di ogni Stato dell’Eurozona fossero rappresentate in una Eurocamera, dove discutere direttamente, con tutta la legittimità necessaria, l’attenzione mediatica e il coinvolgimento delle popolazioni. Non sarebbe più una creazione esterna come l’Europarlamento, che potrebbe diventare Camera bassa. Mentre i leader sarebbero membri del governo europeo».
L’intervista è finita. Ma Fischer, sempre affascinato dalla Storia, vuole ancora raccontare un aneddoto: «Sono stato spesso a Venezia, ma solo alcuni mesi fa, per la prima volta ho dormito in laguna. Un’esperienza indimenticabile: alle 7 della sera, la città era vuota, nulla sembrava vivo. E allora ho pensato alla Serenissima, alla grande potenza che ha dominato il Mediterraneo e parte del Medio Oriente, esercitando per secoli una forte egemonia economica, politica e culturale, ridotta a un bellissimo museo deserto. Vogliamo che anche l’Europa diventi questo? Non credo, ma potremmo esservi molto vicini».
bellissimo intervento di Nino Galloni che spiega come e perché siamo entrati nell’euro e, a beneficio di edmontales e degli altri travaglini ancora esistenti, cosa sta facendo la Germania con lo spread spiegato tecnicamente, così viene capito “cosa c’entra la Germania con tutto questo…”
http://www.youtube.com/watch?v=6YWDjNi14bc
Troverete molte cose, come e perché senza l’italia l’euro non poteva essere fatto, che l’euro implicava AUTOMATICAMENTE la distruzione delle capacità industriali italiane che doveva diventare un paese di consumatori a beneficio della crande Cemmania (magari i crucchi vogliono usarci per competere con la cina un pò come avviene a napoli dove negli scantinati gli operai tessono per pochi spiccioli abiti che poi vengono venduti a migliaia di euro) capirete perchè Angiolina non vuole gli eurobonds e cerca di posticiparli sempre più in la, capirete la demenzialità del vantaggio dei tassi d’interesse bassi con cui si poteva ridurre il debbbito pubblico, e capirete che è successa una cosa strana gli imprenditori italiani anche senza l’iri l’eni e le imprese di stato invece di mettersi a comprare strumenti finanziari e vivere di rendita hanno continuato contro ogni logica a produrre.
Questa cosa Galloni la spiega richiamandosi a Caporetto, quando i soldati italiani fuggirono, quella fuga fu fondamentale perché poi l’italia si trovò ad avere (inaspettatamente) ancora un esercito con cui poi si riprese. Galloni avvisa anche però che abbiamo tempo finché eroicamente gli imprenditori italiani riescono a resistere quando non ce la faranno più noi faremo una fine molto peggiore di quella greca e non è colpa nè della mafia, nè dei falsi handicappati, nè delle spese per i parlamentari che sono travagliate che servono per distrarre i polli o meglio, questi sono sintomi e non cause è come concentrarsi sul dito dimenticando la luna.
@dorf non adulo Galloni anzi l’economia non mi ha mai interessato e con essa gli economisti ma vedi che spiega bene le cose?
Giuseppe
ciao beppe. ma dai, ti ho solo stuzzicato. galloni è uno bravo. io parlo x me, non mitizzo nessuno. e nessuno è un tuttologo, che sà tutto su tutte le cose. intanto guardati sto cesso dell’euro. nel video c’è pure galloni. qui. http://www.youtube.com/watch?v=x7cfMPSr4-M
1 anno fa, mi avevano provocato. dimmi chi metteresti al governo, e cosa faresti. ed io ho risposto. solo che poi i codardi mica hanno replicato. volevo solo un dialogo, tra adulti. ma la gente son come i bambini piccoli. al governo dicevo e dico, mettiamoci di sicuro galloni. poi mazzalai, e sicuramente tutti i fedeli di AURITI. servono assolutamante.
4 cose semplici semplici.
1) sovranità monetaria.
2) sovranità alimentare.
3) sovranità politica.
4) democrazia diretta. (tipo svizzera).
e reddito di cittadinanza. e tutte le cose che diceva AURITI.
tutti ma tutti, alla fine, anche se NON vogliono dirli, seguono le teorie di AURITI.
by DORF
E’ curioso come tutti si divertano a dare le percentuali sulla probabilità dell’uscita della Grecia dall’Euro. Suppondo che ci si possa scommettere sopra dai bookmaker di Londra (si scommette su tutto).
Francamente l’affermazione Atene è fuori dall’euro , al 35% o qualsiasi altra % vi viene in mente che le hanno dette tutte, non riesco a capire che senso abbia ne che senso abbia farla, ma tant’èin attesa del 17 Giungo credo sarà un gioco molto gettonato.
E’ un po’ come dare le probabilità che una donna sia incinta… la Grecia è quasi incinta.
Incredibile! Più ignorante del Trota!
http://www.daw-blog.com/2012/05/27/video-la-merkel-e-ignorante-non-sa-dove-berlino/
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Portillo ha sbagliato.
Se lo Stato greco emettesse un Certificato del Tesoro di piccolo taglio spendibile per pagare le tasse, e le tariffe locali….alcuni avrebbero scelto non l’euro ma il Certificato appunto.
Sempre puntuale il nostro grandissimo Mazzalai. bravoo 😉