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CI VEDIAMO A SOPRAMONTE ( TRENTO )!
Appuntamento per Lunedi sera alle ore 20.30 con gli amici dell’Associazione culturale “Giulia Turcati” nella sala della Circoscrizione a Sopramonte di Trento. http://www.sopramonte.it/
” L’Associazione culturale “Giulia Turcati” di Sopramonte si costituisce nell’estate del 2005 con lo scopo di dar vita a manifestazioni, a ricerche storiche, a spettacoli e mostre da svilupparsi e prodursi nell’ambito del sobborgo di Trento.
L’Associazione ha voluto fregiarsi del nome della nobildonna Giulia Turcati, come esempio di grande cultura vissuto a Sopramonte per poter dare, anche con semplicità ed umiltà, luce e spazio sia alla storia del passato che a tutto ciò che riguarda il mondo della letteratura e dell’arte.
E’ ancora negli occhi di tutti la rievocazione storica in epoca medioevale delle “Rimanie”, che l’Associazione ha proposto in due serate nello scorso dicembre, poichè ha riscosso un grande successo non solo fra i presenti ma anche fra i telespettatori che hanno potuto seguire qualche frammento rievocativo dalle emittenti televisive.”
Si con con semplicità ed umiltà, luce e spazio sia alla storia del passato, si perchè proprio nel passato molto spesso è nascosta la soluzione ai nostri problemi, nel nostro caso la soluzione a questa devastante crisi antropologica prima che economico/finanziaria.
In attesa di conoscere l’ennesima “manovra finanziaria” lacrime e sangue diamo un’occhiata al passato … “Nel mese di ottobre, al termine del raccolto, arrivava da Trento il Gastaldo per la raccolta delle imposte che in quell’epoca vennero tramutate per lo più in “Rimanie”, un termine che indicava l’insieme di beni in natura, che consistevano in prodotti della terra, casari, carne macellata, legname, ecc.
Coloro che erano obbligati a consegnare le Rimanie erano iscritti in un elenco (riportato nell’Urbario del 1205 avente per titolo “Liber Memorialis de Raciònibus del Supramonte de dominio Venerabili Espiscopo Tridentino ed Episcopatu”) che comprendeva nomi e soprannomi di contadini, artigiani, pastori nonché Arimanni. Questi ultimi rappresentavano dei nuclei di contadini liberi e autonomi non assoggettati a nessun tipo di proprietà feudale, nobiliare o religiosa e costituivano, in seno alla comunità, una delle classi sociali con determinati diritti e doveri e qualche esenzione concessa a seguito di meriti conquistati sui campi di battaglia. Il loro ceto sociale era valutato in base alla vastità dei terreni che avevano avuto in affitto dal Vescovo, – privilegi concessi a seguito di conquiste militari – terreni che dovevano coltivare.
Quindi, Degano e Gastaldo si recavano nelle varie abitazioni per ritirare quanto dovuto al principe Vescovo.
Per ogni Rimania, venivano consegnati: quattro staròli (unità di misura dell’epoca) di frumento e quattro di segala, otto staròli di sorgo ed un’orna di vino, una pecora ed un formaggio del valore di 12 soldi veronesi, una gallina e un fascio di fieno.
La miseria, le pestilenze, le malattie, la mancanza di bracci da lavoro era la triste realtà nella quale i paesi del Supramonte vivevano e, quindi, non tutti erano in grado di consegnare il dovuto: molti erano gli artigiani o i contadini che in cambio delle Rimanie dovevano prestare la loro opera nei palazzi vescovili, in pagamento di quanto dovuto, pena l’arresto e la prigione. Pochissimi erano coloro che, invece, avevano la possibilità di versare il corrispettivo in “soldi veronesi” (moneta in corso all’epoca). Le tasse però aumentarono di anno in anno tanto che i residenti furono costretti a presentare una supplica all’Imperatore Federico II nella quale vennero denunciati i soprausi e gli aggravi fiscali che la popolazione subiva da parte del Gastaldo per conto del Principe Vescovo. Il momento politico è particolarmente favorevole per gli abitanti di Sopramonte poiché l’Imperatore Federico II sta per effettuare una spedizione in Italia contro i comuni lombardi. Per garantirsi la sicurezza sulla via di Trento perla Germanica, Federico II è deciso a limitare i poteri del Vescovo di Trento e può accogliere di buon grado le richieste di questi abitanti.
In una lunga lettera dell’aprile 1236, inviata ai fedeli di Sopramonte, tra l’altro, conferisce agli stessi un privilegio nel quale ribadisce l’ammontare delle Rimanìe e, pur riconoscendo i diritti vescovili, li prende personalmente sotto la propria protezione.
(…) le Rimanie, pesavano notevolmente soprattutto sulle classi più deboli(…)
Benvenuta Speculazione, benvenuto Federico II, la Speranza ma anche lo Scetticismo è che per una volta soltanto nella storia, la storia smentisca se stessa che le nuove Rimanie non vadano come sempre a pesare notevolmente sui soliti noti, sulla classe media e che colpiscano a fondo i privilegi, le mafie e le massonerie di questo Paese… ai posteri l’ardua sentenza e appuntamento a lunedi a Sopramonte per una nuova puntata delle Rimanie, che il Governo renderà pubbliche in giornata!