E' IL DELEVERAGING BELLEZZA!
Come abbiamo più volte sottolineato il doppio decennio perduto giapponese e la realtà empirica insegna che dopo un'orgia del debito sono inevitabili dai sei agli otto anni di dinamica contraria, ovvero un rientro consapevole o obbligato dal debito. Dopo la debitomania, interviene la debitofobia, nonostante i patetici tentativi della banca centrale americana di reveleraggiare l'economia.
Secondo Cullen Roche, la Fed di New York ci propone le prove che i consumatori americani non sono semplicemente costretti a pagare i loro debiti, ma scelgono consapevolmente di farlo.
Questo avvalora la nostra tesi che non è solo un problema di portare l'acqua alla fonte, al cavallo, ma il cavallo non ne vuol proprio sapere di continuare a bere acqua avvelenata.
Il ritmo della riduzione del debito è tale che non si è mai visto negli ultimi dieci anni.
“So, US consumers have been deleveraging. Holding aside defaults, they have indeed been reducing their debts at a pace not seen over the last ten years.. A remaining issue is whether this deleveraging is a result of borrowers being forced to pay down debt as credit standards tightened, or a more voluntary change in saving behavior. There is evidence on both sides of this question.
I consumatori americani hanno riconosciuto di avere un problema insostenibile, basta pensare ai milioni di famiglie con un mutuo residuo superiore talvolta del 40 % del valore della propria abitazione!
Per chi crede ancora alle favole qui sotto avete una realtà empirica che dimostra come siano mediamente necessari dai sei agli otto anni per completare la dinamica di rientro dal debito e questa è la madre di tutte le crisi, sottoscrivo un intero decennio di riflessione.
Gli Stati stanno prendendo il testimone degli stoici consumatori globali, levereggiando il proprio debito, ma la dinamica ha un limite che a breve si rivelerà in tutte le sue dimensioni.
Non più solo una depressione ma un’apocalisse immobiliare! Andrea
complimenti Andrea, anche questa volta avevi visto bene!
Crollano prezzi e vendite di case negli Stati Uniti
Record negativo per il settore immobiliare ameriano. Le vendite di case nuove sono crollate in gennaio del 16,9% a quota 250mila. Il dato riportato dal dipartimento del Commercio è nettamente peggiore delle attese degli analisti che si attendevano un rialzo del 2,1% a quota 290.000. Su base annua la flessione è addirittura del 28%. Nel mese inoltre il prezzo medio di una nuova casa è sceso a 202.100 dollari, il 13,9% in meno rispetto ai 234.800 dollari di un solo mese prima. Si tratta del maggior declino su base mensile mai registrato che ha portato i prezzi mediani ai livelli del dicembre 2003. Dopo aver vissuto nel 2010 il peggior anno della storia per le vendite di case nuove, il settore immobiliare americano rimane dunque in una situazione di grande difficoltà. Alla fine di febbraio, il numero di case nuove in vendita è risultato invariato a 186.000 unità, pari a una scorta di 8,9 mesi agli attuali ritmi di vendita. In tempi normali una scorta di sei mesi è considerata ottimale e solo il mese scorso il livello era pari a 7,4 mesi.
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complimenti Andrea, anche questa volta avevi visto bene!
Crollano prezzi e vendite di case negli Stati Uniti
Record negativo per il settore immobiliare ameriano. Le vendite di case nuove sono crollate in gennaio del 16,9% a quota 250mila. Il dato riportato dal dipartimento del Commercio è nettamente peggiore delle attese degli analisti che si attendevano un rialzo del 2,1% a quota 290.000. Su base annua la flessione è addirittura del 28%. Nel mese inoltre il prezzo medio di una nuova casa è sceso a 202.100 dollari, il 13,9% in meno rispetto ai 234.800 dollari di un solo mese prima. Si tratta del maggior declino su base mensile mai registrato che ha portato i prezzi mediani ai livelli del dicembre 2003. Dopo aver vissuto nel 2010 il peggior anno della storia per le vendite di case nuove, il settore immobiliare americano rimane dunque in una situazione di grande difficoltà. Alla fine di febbraio, il numero di case nuove in vendita è risultato invariato a 186.000 unità, pari a una scorta di 8,9 mesi agli attuali ritmi di vendita. In tempi normali una scorta di sei mesi è considerata ottimale e solo il mese scorso il livello era pari a 7,4 mesi.
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che ansia….
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PORTELLO