LA PILLOLA ROSSA E IL PAESE DELLE MERAVIGLIE!

Scritto il alle 07:28 da icebergfinanza

 

 

Forse qualcuno si starà chiedendo per quale motivo continuo a dipingere un triste tramonto dietro le mille vite di questo sistema, ma al di la delle differenti interpretazioni sulle dinamiche economiche e monetarie di questa crisi è innegabile che il motivo principale è racchiuso in questa dimensione fantastica che quotidianamente si cerca di proporre utilizzando sempre e solo le stesse ricette che ci hanno trascinato nella dolce agonia della tempesta perfetta.

Tralascio il degrado sociale, culturale e morale nel quale piano, piano lentamente sta affossandosi la nostra realtà nazionale, ma sino a quando non vi sarà la consapevolezza di come questa crisi sia essenzialmente una crisi antropologica dove manipolazione, inganno e frode ormai sono diventati sistematici, non abbiamo alcuna speranza se non nelle isole quotidiane di uomini e donne che lottano per un mondo migliore.

Restando nel paese delle meraviglie finanziarie, grazie alla pillola rossa, diamo un'occhiata a quanto ho riportato nel mio ultimo libro…
 

Riferendosi alle prime avvisaglie dell’insostenibilità della crescita dei mercati azionari giapponesi, Chancellor racconta che, il giorno dopo il crollo dell’ottobre del 1987, i rappresentanti delle più importanti case di intermediazione finanziaria del Giappone furono convocati presso il ministero delle Finanze e ricevettero l’ordine di impedire alla Borsa giapponese di scendere sotto un certo livello

«Ubbidendo a questa richiesta i broker offrirono ai loro clienti più importanti garanzie contro le perdite per incoraggiarli a rientrare nel mercato. Nel giro di pochi mesi l’indice Nikkei aveva recuperato le perdite e stava puntando verso nuovi picchi. In forma ufficiosa i funzionari del ministero delle Finanze si vantarono che la manipolazione del mercato azionario era più facile del controllo del mercato valutario. Grazie alle loro ampie partecipazioni azionarie nella stampa, i “quattro grandi” broker riuscirono a manipolare l’informazione che raggiungeva i loro clienti. Nonostante l’inesorabile crescita del mercato, il cliente medio privato non guadagnava molto. Rimase un estraneo foraggio per i broker e i loro clienti preferiti […]. L’unico modo sicuro per fare soldi durante la bolla era
essere all’interno del meccanismo. I clienti privilegiati – banchieri, burocrati, politici, singoli ricchi e anche yakuza (malavitosi) – erano informati in anticipo su quali titoli i broker intendevano puntare». 
 
Come ha scritto recentemente Martin Feldstein…più che aiuto alla ripresa, la politica di espansione quantitativa può rivelarsi un azzardo pericoloso, con pochi benefici potenziali e forti rischi di creare bolle speculative che potrebbero destabilizzare l'economia globale.  Bernanke sostiene che questa immissione di liquidità serve a evitare la deflazione, ma i prezzi sono in rialzo e il mercato azionario ha già scontato l'effetto delle materie prime e dei terreni agricoli e fatto salire i prezzi delle azioni. Come tutte le bolle, il rischio è che questi incrementi esagerati invertano bruscamente la rotta quando i tassi d'interesse tornano ai livelli consueti. Il pericolo più grande a quel punto lo correranno gli investitori indebitati, compresi quei privati che hanno comprato questi beni con denaro preso in prestito e le banche che detengono titoli a lungo termine. Sono rischi che dovrebbero essere chiari dopo la recente crisi, determinata dallo scoppio delle bolle speculative. Anche se, nello specifico, gli asset che in questo momento stanno crescendo di prezzo sono diversi dall'ultima volta, le probabilità di effetti nocivi quando i prezzi caleranno in seguito allo scoppio della bolla sono drammaticamente simili.

Lo so, si tratta di cose scritte e riscritte, forse questa volta sarà diverso, ma di una cosa non ho alcun dubbio… chiunque dimentica il proprio passato è destinato a riviverlo! 

 
 
 

13 commenti Commenta
utente anonimo
Scritto il 28 Gennaio 2011 at 08:53

Tra le righe,
i soliti noti,  vogliono Eni, Finmeccanica, Acqua,  strade pubbliche per farci pagare altre tasse,  etc etc,  per piacere o per forza,   infatti il Presidente
si è affrettato a dichiarare che privatizzerà ( chissa forse lo lascieranno al suo posto altri due anni e magari per premio gli daranno un incarico prestigioso  come fanno di solito che siano di centrodestra o centrosinistra

Il  coro e il plauso sono  unanumi ovviamente Banca D'Italia ,Confindustria
Sindacati , Partiti , Media, –

ma quanto gli piace  " Chiagnere e fottere "

 

utente anonimo
Scritto il 28 Gennaio 2011 at 12:17

Cari spioni, siete all'oblo ?

bene,  come posso pensare che chi  fabbrica la cioccolata sia tanto goloso di cioccolata da volersi mangiare tutta la cioccolata che fabbrica?

la cioccolata è come il denaro !-  ti viene la nausea quando avanza

quindi non frega niente a queste persone la finanza ,l'economia, la ricchezza, il denaro, l'oro o i diamanti
,
sono forse strumenti per avere altro  che valga molto di più , cosa può essere ?

l' immortalità  ?
essere riconosciuti Dei ?
le nostre anime ?

Scritto il 28 Gennaio 2011 at 19:38

Sembra che in Medioriente sia arrivato il ” Time of Marie Antoinette “! A quando quello della finanza e dei suoi principali protagonisti….? “…. L’agenzia di valutazione Fitch potrà abbassare il rating dell’Egitto, attualmente a BB+, se le attuali sommosse «freneranno la performance economica del paese»…..” e ancora …. ” Il governo egiziano deve capire che la violenza non farà sparire il malessere nella società» ha detto il segretario di stato Hillary Clinton . Parlando alla stampa, Clinton ha chiesto al governo egiziano di «frenare le forze di sicurezza» e di togliere il blocco a Internet e telefoni. …..” Cari compagni di viaggio ormai il mondo e’ in mano ad un manipolo di idioti….chi se ne frega del rating con quello che sta accadendo e la Clinton dopo che il suo paese ha provocato la madre di tutte le crisi e incendiato la speculazione sulla fame da lezioni di democrazia…..Buio totale! Andrea

Scritto il 28 Gennaio 2011 at 21:34

 Già il Buio dell'anima…il Profondo Buio dell'anima….

http://www.youtube.com/watch?v=jc0ydD-Hp1w&NR=1

http://www.youtube.com/watch?v=HzGr1V0EFhc

Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo.

Mi fa male più che altro credere
che sia un destino oppure una condanna
che non esista il segno di un rimedio in un solo individuo
che sia uomo o donna.

Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo.

Mi fa male più che altro ammettere
che siamo tutti uomini normali
con l'illusione di partecipare senza mai capire
quanto siamo soli.

Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo.

E’ un malessere che abbiamo dentro
è l'origine dei nostri disagi
un dolore di cui non si muore
che piano piano ci rende più tristi e malvagi.

Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Mi fa male, mi fa male, mi fa male…

Mi fa bene comunque credere
che la fiducia non sia mai scomparsa
e che d'un tratto ci svegli un bel sogno e rinasca il bisogno
di una vita diversa.

Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo.

Mi fa bene comunque illudermi
che la risposta sia un rifiuto vero
che lo sfogo dell’intolleranza prenda consistenza
e ridiventi un coro.

Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Ma la rabbia che portiamo addosso
è la prova che non siamo annientati
da un destino così disumano
che non possiamo lasciare ai figli e ai nipoti.

Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Mi fa male, mi fa male, mi fa male.

Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo. Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo… e non riesco a trovar le parole per chiarire a me stesso e anche al mondo cos'è che fa male… [parlato:] Mi fa male… mi fa male essere lasciato da una donna… nonsempre. Mi fa male l'amico che mi spiega perché mi ha lasciato. Mi fanno male quelli che si credono di essere il centro del mondo e nonsanno che il centro del mondo… sono io. Mi fa male… quando mi guardo allo specchio. Mi fa male anche quando mi dicono che mia figlia mi assomiglia moltofisicamente. Mi fa male per lei. Mi fanno male quelli che sanno tutto, e prima o poi te lo dicono. Mi fanno male gli uomini esageratamente educati, distaccati, formali. Ma mi fanno più male quelli che per essere autentici ti ruttano in faccia. Mi fa male essere così delicato, e non solo di salute. Mi fa male anche il fatto che basta che mi faccia male un dente… chenon mi fa più male il mondo. Mi fanno male gli architetti, gli avvocati, i commercialisti! Mi fa male l'IVA, le trattenute, il 740, mamma mia come mi fa male il740! Mi fanno male le marche da bollo, gli sportelli, gli uffici, le code. Mi fa male quando perdo la patente e gli amici mi dicono 'condoglianze'. E i funzionari… che quando vai lì e non alzano nemmeno la testa. E poiquando la alzano s'incazzano, certo, perché gli fai perdere tempo. Titrattano male, giustamente, siamo noi che sbagliamo: l'ufficio è sempreun altro, un altro ancora, e poi le segretarie, i vicedirettori, idirettori, i direttori generali… Mi fa male l'apparato, la suamentalità, la sua arroganza, la sua idiozia!Come sono delicato! Mi fa male il futuro dell'Italia, dell'Europa, del mondo.Mi fa male l'immanente destino del pianeta Terra minacciato dal grandebuco nell'ozono, dall'effetto serra, e da tutte quelle tragedie che almomento poi… a dir la verità… non mi fanno mica tanto male. Mi fanno male gli spot. Non è la pubblicità che mi fa male, in sé. Mi fanno male, Dio bono, i culi nudi, le tette, le cosce, e tutti queifigoni sprecati per il Campari Soda! Mi fanno male i fax, i telefonini, i computer, e la realtà virtuale…anche se non so cos'è. Mi fa male l'ignoranza, sia quella di andata che quella di ritorno. Mi fa male la carta stampata, gli editori… tutti. Mi fa male che qualsiasi deficiente scriva un libro. E poi lo promuove,firma la copertina, entra in classifica: I°, 2°, 3°… Borges 37°! Mi fanno male le edicole, i giornali, le riviste coi loro inserti: unregalino, un opuscolo, una cassetta, un gioco di società… "un cappuccino e una brioches". Mi fanno male quelli che comprano tutti i giornali. Non mi fa male la libertà di stampa. Mi fa male la stampa! Mi fa male che ci sia ancora qualcuno che crede che i giornalisti sioccupino di informare la gente. I giornalisti, che vergogna! L'etica professionale, il sacrosantodiritto all'informazione. Cosa mettiamo oggi in prima pagina."Ma sì, imorti della Bosnia, è un po' che non ne parla nessuno!" Tutto, tuttocosì, mica scelgono le notizie più importanti, no, quelle chefunzionano, che rendono di più… per le loro carriere, per i loromeschini tornaconto, i loro padroni, padroncini… Mi fanno male le loro facce presuntuose e spudorate. Mi fa male che possano scrivereliberamente e indisturbati tutte le stronzate che vogliono! È questalibertà di stampa che mi fa vomitare. Come sono delicato!Mi fa male chi crede che ci sia ancora qualcuno che pensa agli altri. Mi fanno male quelli che dicono che gli uomini sono tutti uguali. Mi fanno male anche quelli che dicono che 'il pesce più grosso mangia il pesce più piccolo'. Mi farebbe bene metterli nella vaschettadellebalene. Mi fa male la grande industria, la media industria mi fa malino, lapiccola non mi fa praticamente niente. Mi fa male non capire perché a parità di industriali stramiliardari, unoperaio tedesco guadagna 2.800.000 lire al mese ed uno italiano1.400.000. Ma l'altro 1.400.000, dov'è che va a finire? Mi fanno male i ladri, quelli privati ma anche quelli di Stato. Mi fabene quando li prendono, quando li arrestano, quando viene fuori tuttoquello che sapevamo! Dopo un po' però mi annoio. Mi fa male che l'Italia, cioè noi, cioè io, abbiamo due milioni dimiliardi di debito. Questo lo sappiamo tutti. Ce lo sentiamo ripeterecontinuamente. Sta cambiando la nostra vita per questo debito cheabbiamo. Ma con chi ce l'abbiamo? A chi li dobbiamo questi soldi? Questo non sisa. Questo non ce lo dicono. No, perché se li dobbiamo a qualcuno chenon conta… va be', gli abbiamo tirato un pacco ed è finita lì. Ma seli dobbiamo a qualcuno che conta… due milioni di miliardi!Prepariamoci a pagare in natura. Mi fa male… mi fa male accendere la televisione, stare lì davanti e nonriuscire a spegnerla, vedere fino a che punto… non c'è fondo, non c'èfondo. La gente che telefona, gli sponsor, i giochini demenziali, ipresentatori che ridono. E le dentiere, gli assorbenti, preservativi, iGabibbi, belli spigliati, spiritosi, tutti completamente a loro agio…che si infilano le dita nelle orecchie e che si grattano i coglìoni. Sì, tutti questi geniali opinionisti… che litigano, gridano, siinsultano… questi coraggiosi leccaculo travestiti da ribelli! Mi fa male, mi fa male che si parli fino alla nausea di quante reti…una a te, una a me…. pubbliche, private… e le commissioni, igaranti, i regolamenti… senza mai parlare di quella valanga di merdache ogni giorno mi entra in casa! Che poi io sono anche delicato, l'ho già detto! Mi fa male la violenza. Mi fa male la sopraffazione, la prepotenza,l'ingiustizia. A dir la verità mi fa male anche la giustizia. Un paese che ha unagiustizia come la nostra non sarà mai un paese civile. Una giustizia che fa talmente schifo che se una volta in cinquan'anni per caso, o perchissà quale magica ragione, i magistrati fanno il loro normale doverediventano tutti… Giuseppe Garibaldi. Mi fanno male anche i collaboratori di giustizia, i pentiti… gli infami, insomma… che dopo aver ammazzato uomini, donne e bambini fanno l'attodi dolore: tre Pater Ave e Gloria e chi s'è visto s'è visto. Mi fa male la Sicilia. Magari mi facesse male solo la Sicilia. Mi famale anche la Lombardia, il Piemonte, la Toscana, il Veneto. Roma! Mi fa male che 'tutto' sia mafia. Mi fa male non capire perché animali della stessa specie si ammazzinotra loro. Mi fa male chi muore in Jugoslavia. Chi muore in Somalia, in Ruanda, inPalestina. Mi fa male chi muore. Mi fa male chi dice che gli fa male chi muore e fa finta di niente sultraffico delle armi che è uno dei pilastri su cui si basa il nostroamato benessere. Mi fa male la mafia bianca, quella dei dottori, delle medicine, degliospedali, dei professori, dei primari. Mi fa male chi specula sulla vita della gente. Sì, quelle brave personeche ti fanno fare le analisi, anche se non ne hai bisogno, e ti mandanodall'amico specialista, …

Scritto il 28 Gennaio 2011 at 21:36

 tutto un giro, uno scambio d'affari, una grandeabbuffata di pazienti. Sì, tutti quegli avvoltoi che si buttano suimoribondi per tirargli fuori gli ultimi spiccioli: i chirurghi daltaglio facile e redditizio… quelli che tagliano tutto, gambe,braccia… e quando non ne hanno abbastanza… testicoli, ovaie, seni,uteri! Che gliene frega di un utero in più o in meno! Certo, mi fa male il cancro. Ma mi fa più male che il cancro sia il piùgrosso affare economico del secolo. Mi fa male chi crede che ci sia ancora qualcuno che pensa agli altri. Mi fa male qualsiasi tipo di potere, quello conosciuto, ma anche quellosconosciuto, sotterraneo, che poi è il vero potere. Mi fanno male leoscillazioni e i rovesci dell'alta finanza. Più che male mi fanno paura, perché mi sento nel buio, non vedo le facce. Nessuno ne parla, nessunosa niente: sono gli intoccabili. Personaggi misteriosi che tirano lefila di un meccanismo invisibile, talmente al di sopra di noi da farcisentire legittimamente esclusi. È lì, in chissà quali magici e ovattatisaloni che, a voce bassa e con modi raffinati, si decidono le sorti delnostro mondo: dalle guerre di liberazione, ai grandi monopoli, dallecrisi economiche, alle cadute dei muri, ai massacri più efferati.Mi fa male quando mi portano il certificato elettorale. Mi fa male la democrazia, questa democrazia che è l'unica che ioconosco. Mi fa male la prima repubblica, la seconda, la terza, la quarta. Mi fanno male i politici, più che altro… tutti, sempre più viscidi,sempre più brutti. Mi fanno male gli imbecilli, i ruffiani. E come sonovicini a noi elettori, come ci ringraziano, come ci amano. Ma sì, iovorrei anche dei bacini, dei morsi sul collo… per capire bene che losto prendendo nel culo. Tutti, tutti, l'abbiamo sempre preso nel culo… da quelli di prima, da quelli di ora, da tutti quelli che fanno ilmestiere della politica. E mi fa male che ci sia qualcuno che crede ancora che 'loro' faccianoqualcosa per noi, per le nostre famiglie, per il nostro futuro. No, nonc'è una scelta, una scelta politica che sia fatta pensando a cosa serveal Paese. No, solo quello che conviene di più al gruppo, al partito…Per contare di più, per avere più potere. Certo, lo fanno solo per sestessi, per il loro schifosissimo interesse personale. Farebberoqualsiasi cosa, venderebbero i colleghi, gli amici, i figli.Cambierebbero colore, nome, nazionalità, darebbero delle coltellate aicompagni di partito pur di fottergli il posto.

Non c'è più niente cheassomigli all'esilio, alle lotte, alla galera. C'è solo l'egoismoincontrollato, la smania di affermarsi, il denaro, il potere, l'aviditàpiù schifosa! E voi credete ancora che contino le idee? Ma quali idee… La cosa che mi fa più male è vedere i nostri figli con la stanchezzaanticipata di ciò che non troveranno. E mi fa ancora più male sentire che la colpa è anche nostra. Sì, abbiamo lasciato in eredità forse un normale benessere, ma non abbiamo potutolasciare quello che abbiamo dimenticato di combattere e quello cheabbiamo dimenticato di sognare. Una sconfitta definitiva?…

No, non credo proprio. Se è vero che questa è la nostra realtà, guardarla in faccia non può far male a nessuno.Basta non farsi prendere dalla stupidità dello sconforto.

È la nonconsapevolezza che crea malesseri nascosti e uccide per delega. Se unuomo conosce con chiarezza il suo male, qualsiasi esso sia, ha anche laforza per combatterlo. Bisogna assolutamente trovare il coraggio di abbandonare i nostrimeschini egoismi e cercare un nuovo slancio collettivo, magari scaturito proprio dalle cose che ci fanno male, dalle insofferenza comuni, dalnostro rifiuto. Perché un uomo solo che grida il suo no, è un pazzo.Milioni di uomini che gridano lo stesso no, avrebbero la possibilità dicambiare veramente il mondo. Mi fa male il mondo mi fa male il mondo. Mi fa male il mondo mi fa male il mondo…

Mi fa bene comunque credere che la fiducia non sia mai scomparsa e che d'un tratto ci svegli un bel sogno e rinasca il bisogno di una vita diversa. Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo… Mi fa bene comunque illudermi che la risposta sia un rifiuto vero e che lo sfogo dell'intolleranza prenda consistenza e ridiventi un coro. Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo. Ma la rabbia che portiamo addosso è la prova che non siamo annientati da un destino così disumano che non possiamo lasciare ai figli e ai nipoti. Mi fa male il mondo, mi fa male… Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo…

Mi fa bene soltanto l'idea che si trovi una nuova utopia… litigando col mondo.

 

Scritto il 28 Gennaio 2011 at 23:02

eppure se guardi una gemma che spunta, cara vale64, vedrai in quella gemma tutta la meraviglia di un mondo.
ma allora sono gli uomini ch elo rovinano…
gli uomini ?
che strano quel mio vicino, premuroso, gentile, generoso, e poi scopro ch eè un leghista…..
gli uomini, presi uno a uno sono gentili, educati, brave persone…. è quando li metti insieme ch ediventano un qualcosa di abominevole.
misteri della natura ?

Scritto il 29 Gennaio 2011 at 04:45

Grande Valentina a ricordarci il grande
 Giorgio Gaber………….

Io non mi sento italiano
Mer, 02/08/2006 – 17:04 — Léon

Gaber Giorgio

Questo è un mondo che ti logora di dentro / ma non vedo / come fare ad esser contro / Non mi arrendo / ma per essere sincero / io non vedo proprio niente / che assomigli al vero / il tutto è falso / il falso è tutto…
Giorgio Gaber, Il tutto è falso  

 

UN ITALIANO STANCO CANTA LA SUA DISILLUSIONE 

 

Giorgo Gaber mette in musica i versi di Sandro Luporini, e lo fa con la convinzione che questo, il nostro, sia un Paese oramai alla deriva. Il sentimento che ha penetrato questo ineguagliabile cantore delle contraddizioni del nostro tempo è venato d’amarezza ma, anche, della certezza che l’Italia, se solo volesse, potrebbe essere una grande nazione. L’orgoglio e la vergogna si mescolano, ma si riappropriano per una volta e definitivamente della consapevolezza che cantare la simmetria degli opposti sia l’unico modo di restar coerente: con se stesso, con l’idea, e con chi ci osserva. Pertanto, nella ballata d’apertura, Il tutto è falso, il nostro ci insinua l’avvilente presa di coscienza di un mondo che appare ma non è, o è semplicemente quel che appare. Un canto superbo per altezza lirica (uno dei migliori in assoluto di tutta la carriera del grande Giorgio), senza alibi e senza ritorno: Questo mondo / corre come un aeroplano / e mi appare / più sfumato e più lontano. / Per fermarlo tiro un sasso controvento/ ma è già qui che mi rimbalza / pochi metri accanto. / Questo è un mondo che ti logora di dentro / ma non vedo / come fare ad esser contro / Non mi arrendo / ma per essere sincero / io non vedo proprio niente / che assomigli al vero / il tutto è falso / il falso è tutto…

 

Ambiguità e falsità come anticamera del nulla: Ma noi siamo talmente toccati / da chi sta soffrendo / ci fa orrore la fame, la guerra / le ingiustizie del mondo / come è bello occuparsi dei dolori di tanta, tanta gente / dal momento che in fondo / non ce ne frega niente / il tutto è falso / il falso è tutto…

 

Perché, in fondo: il falso è un illusione che ci piace / il falso è quello che credono tutti / è il racconto mascherato dei fatti / il falso è misterioso e assai più oscuro / se è mescolato/ insieme a un po’ di vero / il falso è un trucco / un trucco stupendo / per non farci capire questo nostro mondo / questo strano mondo/ questo assurdo mondo/ in cui il tutto è falso/ il falso è tutto…

 

Non insegnate ai bambini è un soffio leggero, soave e poetico che spira a protezione d’un universo, quello dell’infanzia, della meraviglia, e dell’uomo che verrà; parole di pedagogia pura: esistenziale. Non lasciamo ai bambini – fiori da far crescere liberi -, ammonisce Gaber, l’apparenza deteriore di questo tempo ingrato: Non insegnate ai bambini / non insegnate la vostra morale / è così stanca e malata / potrebbe far male / forse una grave imprudenza / è lasciarli in balia di una falsa coscienza / Non elogiate il pensiero / che è sempre più raro / non indicate per loro / una via conosciuta / ma se proprio volete / insegnate soltanto la magia della vita / Giro giro tondo cambia il mondo.

 

Io non mi sento italiano, la traccia che dà il titolo all’album, su cadenze ritmatissime da ballata festivaliera, ironizza sulle contraddizioni del belpaese e spinge Gaber, in modo sarcastico e irriverente, a rivendicare la sua estraneità alle pantomime della repubblica e alla coscienza d’un popolo che si lascia condurre dalla corrente, rimarcando il suo riconoscersi in ciò che dell’Italia è stato unico e che, a guardar bene, e a confronto con altri paesi, rende il nostro un territorio in cui ancora trovare spunti per essere degni. Rivolgendosi ad un ipotetico Presidente: Mi scusi Presidente / ma questo nostro Stato / che voi rappresentate / mi sembra un po’ sfasciato. / È anche troppo chiaro / agli occhi / della gente / che tutto è calcolato / e non funziona niente. / Sarà che gli italiani / per lunga tradizione / son troppo appassionati / di ogni discussione. / Persino in parlamento / c’è un’aria incandescente / si scannano su tutto / e poi non cambia niente. / Io non mi sento italiano / ma per fortuna o purtroppo lo sono…/ Questo Belpaese / forse è poco saggio / ha le idee confuse / ma se fossi nato in altri luoghi / poteva andare peggio…

 

E allora, cantare la propria solitudine e diversità può divenir catartico; percorrere le vie del mattino silente è pace, libertà, autocoscienza e immotivata, forse illogica, allegria fluente. E Gaber si lascia all’introspezione. Così in L’illogica allegria: Da solo / lungo l’autostrada / alle prime luci del mattino / A volte spengo anche la radio / e lascio il mio cuore incollato / al finestrino. / Lo so, del mondo e anche del resto / lo so, che tutto va in rovina / ma di mattina / quando la gente dorme / col suo normale malumore / mi può bastare un niente / forse un piccolo bagliore / un’aria già vissuta / un paesaggio o che ne so./ E sto bene io sto bene come uno / quando sogna / non lo so se mi conviene / ma sto bene che vergogna / Io sto bene proprio ora proprio qui / non è mica colpa mia se mi capita così. / È come un’illogica allegria / di cui non so il motivo…

 

I mostri che abbiamo dentro scava nell’inconscio e nel “lato oscuro” degli esseri umani. I mostri interiori generano i mali del nostro tempo: guerre, ingiustizie e dolore. Chissà cosa accadrebbe se, come il guerriero Atreju  – mi ispiro alla famosa prova cui si sottopose Atreju ne La storia infinita di Ende -, scorgessimo nello specchio il nostro io nascosto? Gaber è impietoso: I mostri che abbiamo dentro / che vivono in ogni uomo / nascosti nell’inconscio / sono un atavico richiamo. I mostri che abbiamo dentro / che vagano in ogni mente / sono i nostri oscuri istinti / e inevitabilmente / dobbiamo farci i conti. / I mostri che abbiamo dentro / silenziosi e insinuanti / sono il gene egoista / che senza complimenti domina e conquista. / I mostri che abbiamo dentro / ci spingono alla violenza / che quasi per simbiosi / si è incollata / alla nostra esistenza. / La nostra vita civile / la nostra idea di giustizia e uguaglianza / la convivenza sociale / è minacciata / dai mostri che sono la nostra sostanza…

 

Ne Il Dilemma, Gaber ripercorre la vita di una coppia moderna (è immaginabile che la canzone sia autobiografica), preda delle insicurezze e dei dubbi, dell’incertezza sulla persistenza del sentimento che li ha uniti. Perché l’amore, quando non è una chimera, si annienta comunque – viverlo davvero e per intero, forse, è un privilegio di pochi – nella routine quotidiana. E il progetto d’unione si sgretola al cospetto delle scadenze della vita: In una casa a picco sul mare / vivevano un uomo e una donna e su di loro la vasta ombra di un dilemma. / L’uomo è un animale quieto / se vive nella sua tana / la donna non si sa / se è ingannevole o divina. / Il dilemma rappresenta / l’equilibrio delle forze in campo / perché l’amore e il litigio / sono le forme del nostro tempo / Il loro amore moriva / come quello di tutti / come una cosa normale e ricorrente / perché morire e far morire / è un’antica usanza / che suole aver la gente…

 

Il corrotto, La parola io e C’è un’aria, fortificano il percorso tracciato dall’artista milanese e preludono a Se ci fosse un uomo, canto (con l’ausilio del coro) dal retrogusto speranzoso che insinua una possibilità per …

Scritto il 29 Gennaio 2011 at 08:45

Già  a. mensa, l'uomo e il mondo, misteriosa interazione…quale significato?
ah!…L'uomo…l'uomo….

caro carpe diem, si…Gaber è un grande, magistrale poeta di un epoca,  sto rileggendo e riascoltanto i suoi testi,  nulla mi sempra così , anche ironicamente, attuale…di un'attualità, oserei dire, disarmante!!…

facendo poi due calcoli..cosè cambiato?Come siamo mutati?…
ma siamo mutati?
Si registra solamente un acuirsi di situazioni….in una cecità permanente…quella del nostro tempo…
possediamo tanto….ma Abbiamo poco….
conosciamo tanto, ma Sappiamo poco,..e facciamo ancora meno…

ma… anche a me…

Mi fa bene soltanto l'idea che si trovi una nuova utopia… litigando col mondo.

Se poi, imparassimo a litigare anche con noi stessi…chissà…

Buona navigazione Cari Compagni di Viaggio

Valentina
se poise..poi
 

Scritto il 29 Gennaio 2011 at 10:24

Andrea la follia nella massa e’ la regola nel singolo un’eccezione… Ogni singolo essere umano preso singolarmente e’ in grado
di magie inimmaginabili ma quando si unisce al gregge non ha più alcuna identità o unicità Andrea

utente anonimo
Scritto il 29 Gennaio 2011 at 10:30

Gaber è sempre stato parecchi passi avanti.
Era riuscito a leggere (ed è stato ancor più bravo a sapercelo comunicare con semplicità e ironia) questa nostra società e i mutamenti in corso – in essa e nell'animo dei singoli individui.

E' incredibile come tanti suoi testi siano così tremendamente attuali anche a distanza di vent'anni e più.
Ed è altrettanto gratificante ritrovarsi a condividerne le idee e le speranze con tanti compagni di navigazione!

Per l'anonimo nr. 1:

Probabilmente non è il denaro in se stesso.
Direi piuttosto il POTERE.
Potere di stare al di sopra dei problemi della massa.
Di attuare decisioni non per il bene comune, per senso di servizio, ma come "CONCESSIONE"; come un atto di magnanimità del PADRONE che dà un contentino gettando un osso al cane sotto la tavola….
Di sentirsi, appunto, ONNIPOTENTI.
E qui non c'è senso della misura che tenga: mai sentito parlare di "delirio di onnipotenza"?

Ogni tanto qualche padrone finisce azzannato dal cane (quello a 4 zampe).
Mi chiedo quanto manca per una rivolta dei cani (quelli a due), 
ma alcune avvisaglie (Egitto e dintorni, ma anche Grecia o Albania…) si notano.

Davide

utente anonimo
Scritto il 29 Gennaio 2011 at 10:32

Scusate, il mio post di prima non era per @ 1, ma per l'anonimo 3.

Davide

utente anonimo
Scritto il 29 Gennaio 2011 at 17:51

Per Davide,

il prof Enzo Spaltro mi fece una lezione  : la differenza  tra il potere  e il 
DOMINIO;  BELLA lezione 
hanno da sempre entrambe le cose –  DELiRANO ?  FORSE !

UNA COSA  E' SICURA   MIRANO AD ALTRO   CERCANO ALTRO

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