Keynes soleva ricordare che il gioco dell’investimento professionale è noioso e defatigante in modo intollerabile per chiunque sia del tutto immune dall’istinto del gioco d’azzardo; e chi lo possiede deve pagare il giusto scotto per questa sua tendenza.
Gioco d’azzardo, ecco come qualificare i mercati finanziari odierni, una sorta di tavolo da gioco verde dove talvolta non si riesce più a distinguere la differenza tra un investimento e un puntata al tavolo da gioco, una puntata da parte di un giocatore che il pensiero comune di questi anni, si è sempre sforzato di definire "razionale".
E’ un po questa la ragione per cui, John Kenneth Galbraith, un economista che adoro, non credeva nel mercato: la profonda, strutturale irrazionalità dello stesso e la tendenza a privilegiare sistematicamente il banco erano motivi più che sufficenti per diffidare del sistema.
La razionalità dei giocatori in grado di produrre il massimo equilibrio, ecco la visione dogmatica del mercato di ieri e spesso tuttora esistente.
Confesso di incominciare a fare molta fatica nell’analizzare la realtà fondamentale ed ogni volta sentirmi chiedere o evidenziare, per quale motivo i mercati continuano a viaggiare in un’ altra dimensione.
La leggenda metropolitana, secondo la quale i mercati sono sempre razionali, era ed è un castello di carta, che Galbraith si divertiva a far cadere con l’aiuto del realismo storico, quello che io amo infinitamente.
Che Hegel definisse razionale ciò che è reale, poco importa, ma credo che anche l’irrazionale ha una ragione razionale di esistere.
Tralasciando riferimenti filosofici, oggi il mercato spesso e volentieri assomiglia ad un tavolo da gioco dove alcuni hanno il controllo della situazione, controllo dell’informazione, conoscenza e controllo degli strumenti principali, una sorta di partita da poker online, che ha sostituito quella reale.
Come dice Wikipedia, il baro , nel gioco, è colui che opera scorrettezze al fine di assicurarsi un miglior risultato, intenzionalmente al di fuori o addirittura contro le regole; l’attività del baro, nella maggior parte dei casi, non è resa palese agli altri. Il baro è persona in genere invisa ai normali giocatori, in quanto impedisce il regolare svolgimento del gioco.
Detto questo, siccome Voi tutti conoscete il realismo storico di cui Icebergfinanza si fa promotore in tutte le forme possibili, ecco alcuni passi tratti da " Un mondo di bolle " di Edward Chancellor, studioso di storia a Cambridge ed Oxford, editorialista del Financial Times e dell’Economist.
Riferendosi alla grande crisi giapponese Chancellor scrive:
" Il giorno dopo il crollo di ottobre i rappresentanti delle più importanti società di brokeraggio del Giappone – Nomura, Daiwa, Yamaichi e Nikko, chiamate le "quattro grandi" – furono convocati al ministero delle Finanze. Ricevettero l’ordine di mantenere il mercato delle azioni NTT e di impedire all’indice Nikkei di scendere sotto quota 21.000. Ubbidendo a questa richiesta i broker offrirono ai loro clienti più importanti garanzie contro le perdite per incoraggiarli a rientrare nel mercato. Nel giro di pochi mesi l’indice Nikkei aveva recuperato le perdite e stava puntando verso nuovi picchi. In forma ufficiosa i funzionari del ministero delle Finanze si vantarono che la manipolazione del mercato azionario erà più facile del controllo del mercato valutario."
Credo che non vi sia bisogno di aggiungere nulla, ma proseguiamo:
" Nel complesso i "quattro grandi" pesavano per più di metà degli scambi del mercato azionario di Tokyo.(…) In un rapporto intitolato "Theme Chasing: The Engine of the Tokyo Stock Market" una banca d’investimento americana avvisava i suoi clienti: "L’istinto del gregge è un solido istinto di sopravvivenza in un ambiente di eccessiva liquidità". Grazie alle loro ampie partecipazioni azionarie nella stampa i "quattro grandi" broker riuscirono a manipolare l’informazione che raggiungeva i loro clienti.
Affascinante la storia, ma si dice che non nessuno ha il tempo di leggere un libro, un fondo siamo tutti esseri razionali, o sbaglio, e Icebergfinanza è uno che racconta leggende metropolitane o meglio si inventa favole.
" Nonostante l’inesorabile crescita del mercato il cliente medio privato non guadagnava molto. Rimase un estraneo foraggio per i broker e i loro clienti preferiti(…)"
Il 26 agosto di quest’anno usciva la seguente notizia, sul Corriere della Sera:
MILANO – Sugli incontri riservati degli analisti di Goldman Sachs con i trader e i grandi clienti della banca d’ affari si sono ormai accesi anche i riflettori delle autorità di sorveglianza dei mercati finanziari Usa, dalla Sec alla Finra (Financial Industry Regulatory Authority) cioè l’ organo di auto-controllo dell’ industria del settore. A rivelare la vicenda è stato il Wall Street Journal, secondo il quale durante questi meeting settimanali gli analisti offrivano consigli su quali titoli investire a breve che poi, in certi casi, non trovavano riscontro nei report della banca d’ affari sugli investimenti a lungo termine. Non solo: queste «scelte» rivolte a trader e clienti privilegiati non venivano rivelate al resto della clientela, neanche attraverso il sito web di Goldman Sachs. Niente di illegale, beninteso. Si tratta però di una evidente disparità di trattamento verso i propri clienti. Ma quello che vogliono scoprire le autorità è se i «consigli» d’ investimento venivano offerti anche riguardo a titoli di aziende di cui Goldman stava per cambiare il rating. In questo caso si può prefigurare il reato di insider trading per chi fa fatto uso di quelle informazioni.
Acqua bagnata certo, nessuna sorpresa, credo che l’insider trading, non sia un’eccezione nei mercati, ma la regola, distribuita dal banco.
" Molti investitori privati affidarono il loro denaro a fondi comuni gestiti da affiliati dei maggiori broker. Questi fondi prevedevano commissioni esorbitanti e producevano una media annuale inferiore al 4 % alla fine degli anni Ottanta, in un periodo in cui il mercato cresceva piùdel 20 per cento all’anno. L’unico modo sicuro per fare soldi durante la bolla era essere all’interno del meccanismo. I clienti privilegiati – banchieri, burocrati, politici, singoli ricchi e anche yakuza ( malavitosi ) – erano informati in anticipo su quali titoli i broker intendevano puntare.(…)
Nulla di nuovo certo, ma ho pensato che non sarebbe stato male raccontare questa favola per i figli di Peter Pan, coloro che credono all’isola che non c’è, e per coloro che si avvicinano per la prima volta a quest’isola che molti considerano felice.
Non credo sia necessario ricordare ancora una volta quella specie di immensa roulette che prende il nome di HIGH_FREQUENCY_TRADING, che "legalmente" ha manipolato negli ultimi anni qualsiasi tipo di contrattazione nei mercati finanziari, ne quello che il mercato è in grado di fare con i derivati e in maniera particolare con le opzioni. Non ho intenzione di condividere con nessuno alcuni brani di interrogatori di commissioni varie governative o non, sulle presunte manipolazioni dei mercati da parte della Federal Rserve di New York ed affini, ma credo che una maggiore trasparenza non farebbe affatto male a istituzioni di primaria importanza, come ad esempio il riassunto di tutte le operazioni di salvataggio del sistema finanziario americano che tuttora rimangono top-secret, in attesa che la vicenda finisca sino alla Corte Suprema.
Dovrei raccontarvi di come gli ordini durevoli si siano dissolti come neve sotto il sole di un agosto infuocato dalle illusioni, di come il ciclo delle scorte prosegue riducendo la sua intensità figlia di un’illusione senza fondamentali indispensabili, di come le foglie immobiliari incominciano di nuovo a cadere, sotto il vento gelido di una nuova perturbazione originata da correnti glaciali.
Sussurrarvi di come, nonostante i ricercatori dell’università del Michigan si sforzino di raccontarvi che in america l’indice di fiducia ha ripreso a volare, la CNN si ostini nel suo sondaggio a dichiarare che secondo l’86 % degli americani siamo ancora in recessione e che 4 americani su dieci stanno peggio di ieri. CNNMONEY
Credo che in settimana, se la realtà sarà quella appena evidenziata recentemente dagli indici Empire State Manifacturing di New York e Philladelphia Index, i numeri della disoccupazione americana ci porteranno velocemente alle soglie della barriera del 10 % molto più velocemente di quanto il consenso si aspetti.
Questo nel frattempo è ciò che scrive il New York Post…..
The unemployment rate for young Americans has exploded to 52.2 percent — a post-World War II high, according to the Labor Dept. — meaning millions of Americans are staring at the likelihood that their lifetime earning potential will be diminished and, combined with the predicted slow economic recovery, their transition into productive members of society could be put on hold for an extended period of time.
….ricordando inoltre che sempre secondo uno degli ex uomini dell’amministrazione Reagan, l’attuale amministrazione non sta facendo nulla per aiutare le piccole e medie imprese, che sostengono da sole oltre il 70 % dell’occupazione americana, come abbiamo visto più volte in passato.
Questa è la realtà fondamentale, ma forse è meglio esplorare altri orizzonti per far comprendere agli ignari visitatori, qual’è la realtà, cosidetta razionale, quella che tanto amava Hegel.
Su HUSSMAN FUNDS , William Hester analizza nei dettagli quella che è la realtà dei volumi di questo strepitoso azzardo "parziale" che il mercato sta mettendo in atto.
Ne abbiamo già parlato recentemente, i volumi man mano che passa il tempo, si stanno contraendo sensibilmente e per oltre il 50 % si concentrano sui relitti di quelle che un tempo furono vere e proprie corazzate finanziarie: Bank of America, Citigroup, AIG, Fannie Mae e Freddie Mac.
Abbiamo inoltre già osservato come recentemente gli insiders, continuano a scaricare nel mercato, titoli in quantità industriale, circa 6 azioni vendute per 1 acquistata.
Ebbene come potete vedere qui sotto quest’ultima dinamica ha prodotto un rialzo superiore al 50 % con un volume anemico sempre storicamente parlando.
E’ evidente che il rialzo è superiore alla media storica con una continua contrazione dei volumi rispetto ai livelli di negoziazione di marzo. Qui sotto avete invece una visione dell’influenza degli ex magnifici cinque del mercato azionario americano, sui corsi attuali.
Conclude Hester ricordando come l’espansione dei volumi, continua ad essere una caratteristica importante che manca a questa dinamica.
Per essere chiaro, cari compagni di viaggio, continuo a ritenere estremamente sopravvalutato il valore di questo mercato, in riferimento al suo reale valore fondamentale, che molti di Voi ben conoscono, una sopravvalutazione che dalla scorsa settimana porta le mie mappe ad individuare all’orizzonte la costellazione dell’ ORSA MAGGIORE, ovvero un nuovo ribasso che dovrà rispecchiare la nuova realtà "irrazionale" se preferite.
Si tratta, tuttora di una realtà che non tiene conto della deflazione imperante in questo momento sui vari mercati, una deflazione del credito innanzitutto, associata ad un nuovo sensibile arretramento delle materie prime, sempre che a qualcuno non passi per la testa di infiammare il medioriente, cosa possibile, ma per il momento improbabile. Un eventuale esplosione del prezzo del petrolio affosserebbe definitivamente qualsiasi velleità di ripresa economica, accentuando la dinamica deflativa in corso.
Qualcuno giustamente osserva che Greenspan non ha mai voluto conteggiare il valore delle abitazioni nel calcolo dell’inflazione americana, quindi la deflazione immobiliare attuale non fa testo.
Peccato che al valore degli immobili, è associata la salute del sistema finanziario americano e una buona parte dei mutuatari americani, oggi abbondantemente "underwater" con valori delle abitazioni spesso sotto il mutuo residuo. In fondo il vecchio Greenspan, voleva mani libere per provocare le sue bolle, senza far esplodere l’inflazione.
Una deflazione da debiti che spegnerà qualsiasi illusione a breve di fiammate inflative di natura speculativa.
Se qualcuno guarda alla rinnovata ricchezza delle famiglie americane in seguito all’aumento dei valori immobiliari, alla possibilità di sostituire consumi e investimenti con le esportazioni, utilizzando la sempreverde tecnica della svalutazione del dollaro, ebbene non ne intravvedo nel breve termine, la possibilità reale.
Nel frattempo nel fine settimana, la macchina mediatica del G20 ha presentato il classico bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.
Tralasciando i dettagli delle varie dichiarazioni di intenti, sottolineo come …..
(…)Non ci sono da subito le nuove regole ma il G20 ha definito che saranno elaborate entro la fine del 2010 e applicate entro il 2012 (…)
Martin Feldstein, nel suo ultimo intervento su ProjectSyndacate si esprime cosi:
" In short, it would be wrong for investors or ordinary citizens around the world to have too much faith in G-20’s promises to rein in monetary and fiscal policies, much less to do so in a coordinated way."
……in breve, sarebbe sbagliato per gli investitori o per i semplici cittadini di tutto il mondo, avere troppa fiducia nellle promesse del G20 di tenere sotto controllo le politiche monetarie e fiscali, e tantomeno di riuscire a farlo in modo coordinato.
Certo non c’è fretta, non abbiamo alcuna fretta, la nemesi continua, inesorabile e non cambia nulla se aspettiamo sino al 2012, in fondo abbiamo aspettato quasi un ….secolo.
Per sostenere ICEBERGFINANZA clicca qui sotto
Icebergfinanza come un cantastorie che si esibisce nelle strade e nelle piazze delle città!
La "filosofia" di Icebergfinanza resta e resterà sempre gratuitamente a disposizione di tutti nella sua "forma artigianale", un momento di condivisione nella tempesta di questi tempi, lascio alla Vostra libertà, il compito di valutare se Icebergfinanza va sostenuto nella sua navigazione attraverso le onde di questo cambiamento epocale!
Non solo e sempre economia e finanza, ma anche alternative reali da scoprire e ricercare insieme cliccando qui sotto in ……….
Sto masticando l’attesa.
A bocca piena e lentamente.
Prima l’ho guardata.
Si rilassava, irritante,
rimbalzandomi
pezzi di memoria, miei, desideri
più che idee. L’ho afferrata.
Allora mi ha detto quanto
sono povero
e malato
di paura. La mangio.
Il sapore è asprigno,
come il gusto di sapere
di più. Sulla strada
davanti, sulle buche,
sui sassi. E su chi
è come me, altro da me.
È l’attesa.
È dura, ma ne avverto
un cuore morbido.
Me ne nutro e spero.
Io spero.
(A. Guizzaro)
Sveglia!…
Occhio ai “carrozzoni”…
saltimbanchi ben mascherati che uccidono ogni morbida speranza…
Buona notte
Valentina