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MONDI ALTERNATIVI: SOBRIETA' UNO STILE DI VITA, FA' LA COSA GIUSTA!

Scritto il alle 22:52 da icebergfinanza

I lettori di vecchia data di Icebergfinanza ricordano che su Altreconomia uno splendido editoriale di Miriam Giovanzana  esprimeva il bisogno di una costante ricerca di alternativa, di proposte alternative ,esprimeva con queste parole un bellissimo concetto:

 " Per continuare  a pensare e desiderare un mondo migliore, abbiamo bisogno di stare fuori dall’acquario del pensiero comune, e dalla sua enorme forza di persuasione. Probabilmente i pesci dell’acquario pensano che quello sia l’unico mondo possibile. Noi invece sappiamo che non è così, anche se l’acqua che ci permette di vivere – quella dell’acquario appunto – è anche quella che ci tiene prigionieri."

Ieri sul supplemento del Sole 24 Ore, si è trattato il tema della "sobrietà" in "Nudi senza meta" di Walter Mariotti, la fine della " religione " del leverage concettuale comunque esso sia, concettuale prima che finanziario, in sintesi l’eccesso per eccellenza.

Come dice Mariotti, una legge del desiderio, che si è distaccata progressivamente dalla realtà, facendosi sempre più chirurgica, virtuale. Perchè nell’economia come nel desiderio, la moltiplicazione del valore è il segno della sua scomparsa, l’ultima tappa di avvicinamento all’implosione del sistema.

" Eppure è noto almeno dai tempio di Ricardo che la ragione economica sussiste solo con la scarsità o meglio con il suo fantasma. E si volatizza con la realizzazione del proprio obiettivo, con la scomparsa non della povertà, purtroppo, ma del suo spetto. Cosi se nelle vostre vite sempre più "derivate" la finanza pervade ogni interstiziom l’esito è che non scambia più alcun valore, non apre più nessuna opportunità. Se la finanza è in ogni luogo della nostra vita finisce per non essere in nessun luogo, riducendosi a un’astrazione, un modello motematico che non incide nel quotidiano delle persone salvo che nei suoi catastrofici effetti di ritorno."

Da tempo Icebergfinanza sostiene che oggi la finanza è in grado di sovvertire la democrazia, la finanza è in grado di prendere in ostaggio le vite delle persone, vite derivate, finanza ed economia che accompagnano come angeli bianchi o neri le nostre vite dandoci l’impressione di un mondo esponenziale, l’impressione della fiaba della crescita infinita.

Conclude Mariotti chi può sapere come finirà, un primo segnale però è evidente, il ritorno (forzato) delle élite culturali, finanziarie e sociali a un ideale di sobrietà, un nuovo desiderio per un’epoca nuova.

Da tempo Icebergfinanza, sostiene questo, da oltre 20 lunghi mesi, attraverso oceani in tempesta, cercando di diffondere nuova consapevolezza verso mondi alternativi reali, presenti nelle Vostre comunità, ecco il messaggiio di IcebergSPERANZA!

La sobrietà è uno stile di vita, personale e collettivo, più parsimonioso, più
pulito, più lento, più inserito nei cicli naturali. La sobrietà è più un modo
di essere che di avere. E’ uno stile di vita che sa distinguere tra i bisogni
reali e quelli imposti. E’ la capacità di dare alle esigenze del corpo il
giusto peso senza dimenticare quelle spirituali, affettive, intellettuali,
sociali. E’ un modo di organizzare la società affinché sia garantita a tutti
la possibilità di soddisfare i bisogni fondamentali con il minor dispendio di
risorse e produzione di rifiuti. In ambito personale, la sobrietà si può
riassumere in dieci parole d’ordine: pensare, consumare critico, rallentare,
ridurre, condividere, recuperare, riparare, riciclare, consumare locale,
consumare prodotti di stagione.

 

L’economia è indispensabile all’Umanità, come l’aria per gli esseri umani e quindi si tratta di scoprire come utilizzare al meglio questa grande risorsa! Come dice Francesco Gesualdi, in Economia non vi è nulla da inventare. Qualsiasi sistema economico si basa sul lavoro, sulla formazione, sulla ricerca, sul consumo, sul risparmio, sugli investimenti, sullo scambio, sulla solidarietà collettiva. La differenza è creata dalla miscelazione dei vari ingredienti. E’ come per i dolci, più o meno comprendono tutti, farina, zucchero, uova e burro! Ma qualcuno si addice anche ai diabetici in quanto contiene solo tracce di burro e zucchero, mentre altri sono un pugno nello stomaco per tutti, perchè sono solo un concentrato di grassi.

SOCIAL_BUSINESS_UN’_ALTERNATIVA

ETICA_ED_ECONOMIA_

In sintesi che  si tratti di consumo critico piuttosto che consumo equo e solidale, di stili di vita sostenibili piuttosto che di consumo consapevole, di produzione sostenibile piuttosto che di economia locale arriviamo sempre alla stessa meta ovvero …..

 

 

           

 

         

 

         

 

          http://www.eventiesagre.it/images/upload/image/fiere/fa%20la%20cosa%20giusta%20milano.jpg

FA_LA_COSA_GIUSTA!

La fiera Fa’ la cosa giusta! nasce a Milano nel 2004 come occasione di incontro tra realtà pubbliche e private impegnate a costruire uno sviluppo sostenibile dell’economia locale.
L’edizione 2007, forte di 28.000 visitatori e più di 400 espositori, si è definitivamente imposta a livello nazionale come evento capace di catalizzare l’attenzione del grande pubblico, delle istituzioni, delle imprese e della stampa italiana.
Negli ultimi anni, inoltre, è crescente l’interesse per il mondo che si riconosce nella definizione di "economia solidale": sempre più realtà (aziende, associazioni, istituzioni) intraprendono un percorso di sostenibilità ambientale e sociale; al contempo cresce il numero di consumatori che chiedono e scelgono prodotti e servizi di qualità e ricchi di valori.
Per tutti questi motivi, Terre di Mezzo editore ha lanciato il "Progetto Fa’ la cosa giusta!", che si propone di diffondere sul territorio nazionale i valori e i contenuti della sostenibilità ambientale e sociale, dando vita in diverse città italiane ad eventi in grado di valorizzare le specificità del territorio, in sinergia con il tessuto istituzionale, associativo e imprenditoriale locale.

Per gli amici ed i compagni di viaggio residenti in Trentino Alto Adige e Veneto, l’appuntamento è per fine mese a TRENTO, un’ccasione per conoscere un sistema alternativo presente nelle nostre realtà!  

Torna dal 31 ottobre al 2 novembre “Fa’ la Cosa Giusta! – Trento”, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, giunta alla quarta edizione con una continua crescita di pubblico, giunto nel 2007 a oltre 8700 visitatori.

Organizzata da Trentino Arcobaleno e Confesercenti del Trentino, con il sostegno della Provincia Autonoma di Trento, la mostra mercato porterà anche quest’anno nelle strutture di Trento Fiere in Via Briamasco oltre 160 fra agricoltori biologici, botteghe del commercio equo, associazioni, cooperative sociali, e aziende che propongono prodotti e servizi rispettosi dell’ambiente. Per i consumatori ma anche per le scuole, un’occasione per incontrare aziende, progetti e buone prassi amministrative, che sul territorio locale, ma non solo, stanno costruendo un’economia più attenta alle persone e all’ambiente.

I settori espositivi sono quelli che i visitatori degli scorsi anni hanno dimostrato di apprezzare e cercare: l’agricoltura biologica, il risparmio energetico, il turismo responsabile, la finanza etica, l’editoria sui temi del consumo critico, la bioarchitettura, i prodotti eco-compatibili, la cooperazione sociale, l’associazionismo impegnato sui temi degli stili di vita sostenibili, la mobilità sostenibile.

Accanto alla mostra mercato, un ricco programma culturale di approfondimento dei temi proposti in fiera, un settore ristorazione a base di prodotti biologici ed equosolidali, e lo spazio bambini gestito dalla Cooperativa la Coccinella.

Novità del 2008 il potenziamento dei laboratori pratici per gli adulti, che lo scorso anno hanno riscosso un grandissimo successo, tanto da non riuscire ad accontentare tutti quelli che avrebbero voluto parteciparvi.

Per gli Amici di Milano e Lombardia ricordo l’appuntamento per il prossimo anno …..

http://falacosagiusta.org/milano/

 

Per concludere vi è anche una concezione di DECRESCITA_FELICE che lascio alla Vostra attenzione, non significa tornare ad usare le candele o veder morire qualcuno per un’influenza, ma ricercare un giusto equilibrio, tra l’economia locale e quella globale.

di Maurizio Pallante

Per capire cosa sia la decrescita, e come possa costituire il fulcro di un paradigma culturale capace di orientare sia le scelte di politica economica, sia le scelte esistenziali, è necessario in via preliminare fare chiarezza su cosa è la crescita economica. Generalmente si crede che la crescita economica consista nella crescita dei beni materiali e immateriali che un sistema economico e produttivo mette a disposizione di una popolazione nel corso di un anno. In realtà l’indicatore che si utilizza per misurarla, il prodotto interno lordo, si limita a calcolare, e non potrebbe fare diversamente, il valore monetario delle merci, cioè dei prodotti e dei servizi scambiati con denaro. Il concetto di bene e il concetto di merce non sono equivalenti. Non tutti i beni sono merci e non tutte le merci sono beni.

La frutta e la verdura coltivate in un orto familiare per autoconsumo sono beni qualitativamente molto migliori della frutta e della verdura acquistate al supermercato. Ma non passano attraverso una intermediazione mercantile, per cui non sono merci. Soddisfano il bisogno di nutrirsi in modi più sani e più gustosi dei loro equivalenti prodotti per essere commercializzati, non sono stati prodotti con veleni e prodotti di sintesi chimica, non hanno impoverito l’humus, non hanno contribuito a inquinare le acque, ma fanno diminuire il prodotto interno lordo perché chi autoproduce la propria frutta e verdura non ha bisogno di andarla a comprare. In una società fondata sulla crescita, dove a ogni piè sospinto tutti la invocano come il fine delle attività economiche e produttive, il suo comportamento è asociale.

Infine è giusto rispondere alla domanda di Mario che ci lascia una riflessione…….

Le poche centinaia di milioni di persone che lavorano in settori produttivi di beni e servizi non strettamente utili, che cosa dovrebbero fare, nel frattempo che si trovi un nuovo equilibrio, sul modello da voi auspicato ? e le famiglie di queste persone di cosa vivrebbero?  Grazie Mario

p.s. no, perche’ io sarei fra di loro e tengo famiglia

Caro Mario, in tutta sincerità non posso che darti ragione, in tutta sincerità non saprei cosa risponderti, non saprei che dire neppure alle migliaia di lavoratori di quelle multinazionali che negli ultimi anni hanno "violentato" l’infanzia attraverso lo sfruttamento del lavoro o sconvolto la vita sociale di intere nazioni in nome del profitto e del libero mercato.

Non ho risposte, sono umile nella mia ricerca di un mondo migliore attraverso un riconversione di questo sistema, senza stravolgere nulla, ma alla ricerca di un equilibrio che metta sempre e comunque l’uomo al primo posto. Non ho certezze, ma non posso e non voglio lasciarmi cullare da questa corrente, dobbiamo comunque cercare un’alternativa e questa è un’occasione unica, irripetibile!

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15 commenti Commenta
Scritto il 25 Ottobre 2008 at 11:40

Il problema è che le potenze quando veramente si applicherà il sistema utile e non dannoso al mondo, ma utile e dannoso al loro profitto, cosa fanno ? Organizzano una guerra, sono consapevole che è un momento ideale per le persone che amano la sincerità in un settore dove al primo posto tutto cercano ma niente offrono al benessere dell’umanità…ma appena il loro profitto finisce dietro l’angolo c’è una guerra.

Faccio i complimenti al titolare di questa miniera di informazioni, chiedo allo stesso cosa ne pensa di un conflitto mondiale…..

Grazie

utente anonimo
Scritto il 25 Ottobre 2008 at 12:32

Per il Sig. Mario indicato da Andrea; lo Stato dovrebbe vergognarsi perchè ormai la frittata l’ha gia fatta dando un reddito a qualcuno per non fare dissocupati.

Adesso lo deve dare anche a tè e la tua famiglia.

Il tempo farà giustizia sociale.

utente anonimo
Scritto il 25 Ottobre 2008 at 13:11

Penso che il capitalismo abbia svolto la sua funzione storica, quindi trovo ovvie quasi tutte le cose che stanno avvenendo. Come trovo ovvio che per un decennio il mondo cercherà la strada fra molti e molti errori.

Gianni

utente anonimo
Scritto il 25 Ottobre 2008 at 15:21

La crisi che si aggrava significa una sola cosa: guerra, guerra, guerra.

utente anonimo
Scritto il 25 Ottobre 2008 at 15:27

Desolazione inquieta di un mondo che è ha nel suo dna primigenio, il destino della polvere disgregatrice, che si trasforma in liquido di putrefazione negli abissi del tempo.

utente anonimo
Scritto il 25 Ottobre 2008 at 16:06

Andrea,
mi permetto una piccola provocazione e spero che tu non te ne abbia a male. Concedimi delle attenuanti, soprattutto dopo quello che ho scritto nel mio commento al tuo post “Ecco il significato dell’attesa in riva al fiume!” (il #30).

Ho come l’impressione che in “Fai la cosa giusta” ci sia più un tuo “atto di fede” che non di discernimento sul merito delle iniziative proposte.
Seguo l’evoluzione del “trend dell’equo, etico e solidale” e ci vedo un fine molt “speculativo” e poco intellettuale: nuove mode realizzate attraverso i soliti vecchi paradigmi. Ovvero un modo diverso di arricchirsi alle spalle di chi concettualmente ci crede (principalmente una parte minima dell’opulento mondo occidentale sull’orlo di una crisi “da senso di colpa” oltre che economica-finanziaria) e soprattutto SULLE spalle di quelli che si vorrebbero essere i destinatari finali (chi ha bisogno e chi è sfruttato). Il tutto condito con poca trasparenza (ricavi, costi, destinazione degli utili, compensi e bonus per i gestori, consulenze…) in una sorta di replica del mondo malvagio in chiave buonista.
Il concetto (Social) è certamente meritevole, ma l’attuazione (business/affari), salvo pochi casi, mi lascia pensare – nel migliore dei casi – ad una nuova “bolla”…
Dove sbaglio?

Buona giornata
Marco Colacci
🙂

utente anonimo
Scritto il 25 Ottobre 2008 at 16:18

Post Scriptum
Esiste una sistematizzazione in grado di valutare tutte ste iniziative benefiche e di redigere una sorta di certificazione etica delle iniziative etica, anche per le Onlus? Una specie di Moody’s o Fitch che esprima un rating (vero e disinteressato) della Bontà e/o un ranking dell’efficacia/efficienza della struttura che dovrebbe realizzarle?
Potrebbe essere un’idea da mettere in pratica il “Mazzalai’s Index”?
Marco Colacci
🙂

utente anonimo
Scritto il 25 Ottobre 2008 at 16:21

x chi dice che “La crisi che si aggrava significa una sola cosa: guerra, guerra, guerra.”
Forse è già guerra, ma le guerre non si possono fare con le bombe (nucleare??!!), non ci sarebbero vincitori.
La guerra con i cannoni la fanno i paesi poveri, così si possono vendere anche qualche milione di fucili mentre i GRANDI la fanno con i titoli e i campi di battaglia sono le borse dove i più deboli ci lasciano le penne.
O no?

utente anonimo
Scritto il 25 Ottobre 2008 at 17:44

Marco al post 6 pone un problema reale, ed è un fatto che negli anni passati ci sono stati molti casi di associazioni benefiche a scopo di lucro, che sono finite sulle pagine dei giornali e TV. Ad esempio a mè per aver comprato un biglietto di uno spettacolo, a scopo benefico, molti anni fà; mi telefonano ancora se voglio contribuire, non l’avessi mai fatto quella volta (prima o poi si stancheranno di telefonare).
Io ho provato a fare un piccola donazione (secondo le mie modeste possibilità) con KIVA un paio di mesi fà, Andrea lo aveva segnalato tempo fà, e devo ammettere che funziona; fino ad adesso mi sono stati regolarmente restituiti e volendo posso anche prelevarli.
Ma devo ammettere che ad aiutare gli altri economicamente, non puoi aspettarti un riconoscimento, lo si deve fare per sè stessi, perchè a volte non viene capito, non viene compreso; ed io potrei raccontare delle situazioni reali, veramente reali (modello economico mondiale del caz…….o)

SD

utente anonimo
Scritto il 25 Ottobre 2008 at 18:09

Più che limitarsi alle spese “indispensabili”, io cercherei proprio di non sprecare. Se c’è una cosa che mi dà fastidio è lo spreco, non perchè sia mai stata povera, ma proprio per una ragione ideologica. Per un rispetto verso le cose prodotte e verso chi le ha prodotte e perchè ne immagino sempre una possibile utilità.
Faccio fatica a buttare scatole di latta e bottiglie di vetro, e surgelo tutto quello che può avanzare.

Scritto il 25 Ottobre 2008 at 20:56

Ci sono mille modi di fare guerra, spesso la guerra inizia nelle famiglie, probabilmente sarebbe meglio incominciare ad applicare i nostri ideali e i nostri valori di pace nelle nostre famiglie, cambiare noi stessi prima di cambiare il mondo!

Abbiamo già visto come un Nobel dell’Economia qualsiasi esprime l’idea che la gioventù al fronte possa sopperire al crollo del valore delle abitazioni, abbiamo già visto un’altro Nobel urlare l’inutilità di un essere umano condannato a morte per una questione di costi sociali che gravano sino all’avvenuta esecuzione.

E giornalmente si combattono guerre quotidiane, guerre violente, ma anche guerre nascoste, violenze quotidiane, guerre finanziarie e guerre di religione, guerre ideologiche o razziste, quindi nessuna novità.

La vita stessa è un campo di battaglia, comunque la si voglia vedere, un campo di battaglia dove si alternano fasi eroiche e sciacallaggi profondi.

E qui allora arrivo alla domanda di Marco, nessun atto di fede, ma uno stile di vita in cui credo.

Quando sostengo un progetto lo faccio perchè ci credo, perchè ne sono consapevole e cosciente, mi interesso, scendo nei particolari ma non mi chiedo se dall’altra parte l’Umanità che lo mette in pratica lo fa con fini nascosti, se no perderei tutta la vita e il mio tempo a pensare se faccio la cosa giusta e resterei per sempre in riva al fiume.

IL ” trend ” equo e solidale è quello che urlano i media, quello che la finanza tradizionale vuole emulare per pulirsi l’anima, quello che le multinazionali adottano per vestire un candido mantello bioequocompatibile alle loro esigenze di profitto e di trend in atto.

Detto questo nessuno è obbligato a comprare dal contadino della porta accanto la frutta di stagione quando l’ipermercato di turno fornisce le fragole d’inverno o i mandarini in piena estate.

Nessuno è obbligato a mangiare Bio sino a quando le multinazionali o i pirati commerciali tendono le loro reti in attesa dei soliti pesci lessi che amano il Grande Fratello o hanno fede nel trend!

Io voglio persone consapevoli che conoscono e si informano, persone che abbiano il coraggio e la volontà di fare due passi sul posto per rendersi conto della situazione.

Partecipare ad un gruppo di acquisto solidale ( GAS ) non significa solo risparmio, bio, economia locale, attenzione all’ambiente, consumo consapevole, ma anche uno stile di vita che se non assaporato è meglio lasciarlo perdere.

Se ogni volta dobbiamo vivere con il dubbio che qualunque cosa facciamo, qualunque realtà a cui partecipiamo sia “pilotata” in nome di un interesse personale, allora è meglio tornare all’oblio quotidiano del trend dominante in attesa della sera della vita.

Il mondo è pieno e zeppo di campi dei miracoli e di gatti e di volpi disseminati in ogni realtà, non fa eccezione il mondo delle ONLUS o Alternativo talvolta per poca professionalità, per ingenuità, talvolta per opera di serpenti che si insinuano dove il cuore della gente batte per il debole e l’indifeso.

Il mondo per fortuna è pieno di uomini e donne che offrono le loro vite senza domandare nulla, il mondo e pieno di uomini e donne che seminano senza chiedersi se vedranno mai il raccolto.

Io in loro credo, credo nel servizio che ritorna centuplicato, credo nel date e vi sarà dato e non ho nessuna intenzione di stare in riva al fiume ad aspettare che qualcuno si decida a fare qualcosa, che prenda decisioni per mio conto.

E se un giorno scoprirò che qualcuno si è preso gioco di me, magari ci resterò male, sentirò un macigno che preme sul cuore, ma continuerò a credere nell’uomo, qualunque esso sia, anche se talvolta è difficile e verrebbe voglia di addormentarsi in riva al fiume.

Andrea

utente anonimo
Scritto il 25 Ottobre 2008 at 21:18

Ottimo Andrea, condivido i tuoi pensieri e per chi ha voglia di leggere………

http://www.chiesadomestica.net/modules.php?name=News&file=article&sid=106
Controllo Globale: Ratzinger: dal Palazzo di vetro un’ideologia per la felicità di pochi

Nuovo Ordine Mondiale
(www.chiesadomestica.net – 8.12.2005) – L’ideologia che si afferma attraverso gli atti dei grandi organismi internazionali, è nutrita di una tragica “filosofia dell’egoismo”, la stessa che con il pianificato uso dei mass-media si ha cura di far discendere ed alimentare in ogni fibra del pensiero e del comportamento individuale.

E’ oggettivamente osservabile, infatti, come esista nel mondo una sorta di orientamento unitario in campo masmediatico, politico e legislativo, che riesce costantemente a far prevalere ed avanzare questa filosofia dell’egoismo, fatta di orgoglio individualista ed edonista, di avidità consumista, di disperazione nichilista.

E dall’analisi di J.Ratzinger emergono strategie e finalità che inorridiscono: “…nelle loro proposte di vie per arrivare a condizioni di vita diverse, lasciano trasparire una vera e propria filosofia dell’uomo nuovo e del mondo nuovo”; una filosofia che “fissa i limiti del benessere, ricercato a partire dai limiti dei mezzi disponibili per raggiungerlo e raccomanda, per esempio, senza per questo cercare di giustificarsi, di non preoccuparsi della cura di coloro che non sono più produttivi o che non possono più sperare in una determinata qualità della vita.” (J.Ratzinger)

Ciò che consegue, da questa doppia azione di penetrazione dall’alto e dalla base della piramide sociale, è una sinergia perversa tra sentimento del singolo, cultura dominante e processi legislativi planetari, convergente al raggiungimento di obiettivi di prevaricazione e di predominio del più forte sul più debole, così tra i singoli individui (il giovane ha il diritto di non curarsi del vecchio, il sano ha il diritto di decidere se curare il malato, la madre ha il diritto di impedire la nascita del figlio concepito), così tra i popoli (quelli più ricchi hanno il diritto di decidere i destini di quelli più poveri).

E’ uno scenario apocalittico quello preparato da questa filosofia che “inoltre, non si aspetta più che gli uomini, abituatisi oramai alla ricchezza e al benessere, siano pronti a fare i sacrifici necessari per raggiungere un benessere generale, bensì propone delle strategie per ridurre il numero dei commensali alla tavola dell’umanità, affinché non venga intaccata la pretesa felicità che taluni hanno raggiunto.” (J.Ratzinger)

Dal quotidiano Avvenire, l’analisi di J.Ratzinger sulle nuove strategie di governo mondiale:

Ratzinger: dal Palazzo di vetro un’ideologia per la felicità di pochi
Le strategie per ridurre il numero dei commensali alla tavola dell’umanità – di Joseph Ratzinger

Nel XIX secolo, la fede nel progresso era ancora un generico ottimismo che si aspettava dalla marcia trionfale delle scienze un progressivo miglioramento della condizione del mondo e l’approssimarsi, sempre più incalzante, di una specie di paradiso; nel XX secolo, questa stessa fede ha assunto una connotazione politica.

Da una parte, ci sono stati i sistemi di orientamento marxista che promettevano all’uomo di raggiungere il regno desiderato tramite la politica proposta dalla loro ideologia: un tentativo che è fallito in maniera clamorosa. Dall’altra, ci sono i tentativi di costruire il futuro attingendo, in maniera più o meno profonda, alle fonti delle tradizioni liberali.

Questi tentativi stanno assumendo una configurazione sempre più definita, che va sotto il nome di Nuovo Ordine Mondiale; trovano espressione sempre più evidente nell’Onu e nelle sue Conferenze internazionali, in particolare quelle del Cairo e di Pechino, che, nelle loro proposte di vie per arrivare a condizioni di vita diverse, lasciano trasparire una vera e propria filosofia dell’uomo nuovo e del mondo nuovo.

Una filosofia di questo tipo non ha più la carica utopica che caratterizzava il sogno marxista; essa è al contrario molto realistica, in quanto fissa i limiti del benessere, ricercato a partire dai limiti dei mezzi disponibili per raggiungerlo e raccomanda, per esempio, senza per questo cercare di giustificarsi, di non preoccuparsi della cura di coloro che non sono più produttivi o che non possono più sperare in una determinata qualità della vita.

Questa filosofia, inoltre, non si aspetta più che gli uomini, abituatisi oramai alla ricchezza e al benessere, siano pronti a fare i sacrifici necessari per raggiungere un benessere generale, bensì propone delle strategie per ridurre il numero dei commensali alla tavola dell’umanità, affinché non venga intaccata la pretesa felicità che taluni hanno raggiunto.

La peculiarità di questa nuova antropologia, che dovrebbe costituire la base del Nuovo Ordine Mondiale, diventa palese soprattutto nell’immagine della donna, nell’ideologia del Women’s empowerment, nata dalla conferenza di Pechino. Scopo di questa ideologia è l’autorealizzazione della donna: principali ostacoli che si frappongono tra lei e la sua autorealizzazione sono però la famiglia e la maternità.

Per questo, la donna deve essere liberata, in modo particolare, da ciò che la caratterizza, vale a dire dalla sua specificità femminile.
Quest’ultima viene chiamata ad annullarsi di fronte a una Gender equity and equality, di fronte a un essere umano indistinto ed uniforme, nella vita del quale la sessualità non ha altro senso se non quello di una droga voluttuosa, di cui si può far uso senza alcun criterio.

Nella paura della maternità che si è impadronita di una gran parte dei nostri contemporanei entra sicuramente in gioco anche qualcosa di ancora più profondo: l’altro è sempre, in fin dei conti, un antagonista che ci priva di una parte di vita, una minaccia per il nostro io e per il nostro libero sviluppo.

Al giorno d’oggi non esiste più una “filosofia dell’amore”, bensì solamente una “filosofia dell’egoismo”.

È proprio in questo che l’uomo viene ingannato. In effetti, nel momento in cui gli viene sconsigliato di amare, gli viene sconsigliato, in ultima analisi, di essere uomo. Per questo motivo, a questo punto dello sviluppo della nuova immagine di un mondo nuovo, il cristiano – non solo lui, ma comunque lui prima di altri – ha il dovere di protestare.

© Avvenire –

PER APPROFONDIRE puoi acquistare online
i libri di Michel Schooyans su:

> Libreria Universitaria
> Unilibro

utente anonimo
Scritto il 26 Ottobre 2008 at 08:41

From The Sunday Times

October 26, 2008

Hedge funds stop cash withdrawals

World’s biggest hedge fund restructures amid turmoil
The world’s biggest hedge fund is undertaking a radical restructuring amid a shake-up of the multi-trillion dollar industry which spells the end for thousands of its smaller rivals.

By Louise Armitstead
Last Updated: 10:04PM BST 25 Oct 2008

Highbridge Capital Management, which is majority owned by JP Morgan Chase and has $25bn under management, is axing 10 per cent of its New York-based staff and plans cuts in Europe and Asia. It will also close several funds that it believes are unsustainable during the current financial crisis.

The volatility in global stock markets has savaged the performance of some of the world’s best-known hedge funds, raising fears of a collapse in the sector, which could cause a fresh crisis in the financial system.

Big names including Deephaven, Marshall Wace, Citadel Investment Corp, Lansdowne Partners, Third Point and Harbinger, have in recent weeks sustained losses of as much as 20 per cent in some funds.

Investors pulled at least $43bn (£25bn) from US hedge funds in September, according to TrimTabs Investment Research. This is nearly five per cent of the global sector’s estimated $2 trillion in total assets.

Part of the fall in share prices around the world is the result of hedge funds having to liquidate positions to fund redemptions as investors flee the asset class. Last week, Manny Roman, the co-chief executive of GLG, Europe’s biggest hedge fund, warned that thousands of hedge funds are on the brink of failure. He predicted that between 25 and 30pc of the world’s 8,000 hedge funds would disappear “in a Darwinian process’’, either by going bust or deciding that meagre returns are not worth their efforts.

Insiders said Highbridge management planned the restructuring to cope with the turbulence in the hedge fund industry. Highbridge executives are also keen to position the firm to take advantage of cheap European stocks amid the collapse in equity markets.

Highbridge has hired Munib Islam, a senior fund manager from Third Point Capital, one of New York’s best-known and most aggressive hedge funds, to head a new European operation which will buy into over-sold companies across the Continent. Michael Alsalem, a fund manager from Kingdon Capital Management, another rival, has been hired to work with him.

The fund will be Highbridge’s first dedicated to European equities. Until now, its presence in London has focused on researching investments for its US-based funds.

Highbridge, whose sale to JP Morgan in 2004 was one of the first and most lucrative examples of investment banks buying into hedge funds, has dominated the sector. At its peak, the firm had an estimated 20 separate funds with $35bn under management.

Two years ago, Highbridge hired the former co-head of investment banking at Goldman Sachs, Scott Kapnick, to lead its move into private equity and corporate debt.

But, as with other funds, Highbridge has suffered from the financial crisis. Among the group’s funds, its multi-strategy fund declined about 13pc this year at the end of September, while its long-short fund was down about 6pc. Its statistical arbitrage fund is up about 8pc.

utente anonimo
Scritto il 26 Ottobre 2008 at 12:29

Bloomberg (October 23, 2008): Roubini Says `Panic’ May Force Market Shutdown. Friday Morning Update: Markets are becoming dysfunctional and S&P and DJIA futures trading already suspended today
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Delicious Digg Facebook reddit Technorati Nouriel Roubini | Oct 23, 2008
Early Friday Morning Update: Yesterday Thursday I gave a speech in London (see video below) arguing that markets were in sheer panic and becoming literally dysfunctional and unhinged. I also made the point that policy makers may soon be forced to close financial markets as the panic selling accelerates.

Indeed, we have now reached a point where fundamentals and long term valuation considerations do not matter any more for financial markets. There is a free fall as most investors are rapidly deleveraging and we are on the verge of a a capitulation collapse. What matters now is only flows – rather than stocks and fundamentals – and flows are unidirectional as everyone is selling and no one is buying as trying to buy equities is like catching a falling knife. There are no buyers in these dysfunctional markets, only sellers and panic is the ugly state of this destabilizing game.

And while panic and destabilizing market dynamics is the driver of financial markets even economic fundamentals are awful as investors are finally realizing that a severe US and Eurozone and G7 and emerging markets and global recession is coming and will be deep and protracted. As I have argued for a while equity prices may have to fall another 30% based on fundamentals alone before they bottom out. Why so? In a severe two year US and global recession S&P 500 firms earnings per share (EPS) could realistically fall to $50 or $60. If P/E ratios fall to 12 this implies the S&P 500 index falling to a 600 to 720 range. If P/E ratios fall – as likely in a recession – to 10 then the S&P 500 index could fall as low as 500 to 600. So even based on fundamental factors alone there is another 30% or more downside risk to US equities; and now, on top of such fundamentals, thee is also an ugly and nasty panic-driven market dynamics at work.

I was accused yesterday of being alarmist arguing that policy makers may have to shut down financial markets. But today Friday Asian markets and in free fall and European markets are also in free fall. And US equties futures have fallen so much today before the US markets have opened that trading in the S&P futures index and the DJIA futures index has already been suspended in Europe as these indices reached their daily limits of a 5% drop. So it has taken only one day for my prediction that markets will be shut down to start to be realized. If – as possible -the free fall will continue today once US markets open then automatic circuit breakers on the S&P 500 may be triggered and trading may be stopped; and if – as likely – the capitulation panic continues today and in the next few days authorities may be forced – as I argued yesterday – to close down financial markets for a week or more in the next few days. We have reached the scary point where the dysfunctional behavior of financial markets has destructive effects on the financial system and – much worse – on the real economies. So it is time to think about more radical policy actions and government interventions of the type I discussed in my London talk yesterday (see the video below that may be worth to watch in its entirety of 48 minutes).

Bloomberg October 23, 2008: Roubini Sees Crisis Worsening, Hurting Emerging Markets (click for video)

From Bloomberg:

Oct. 23 (Bloomberg) — Hundreds of hedge funds will fail and policy makers may need to shut financial markets for a week or more as the crisis forces investors to dump assets, New York University Professor Nouriel Roubini said.

“We’ve reached a situation of sheer panic,” Roubini, who predicted the financial crisis in 2006, said at a conference in London today. “There will be massive dumping of assets,” and “hundreds of hedge funds are going to go bust,” he said.

Group of Seven policy makers have stopped short of market suspensions to stem the crisis after the U.S. pledged on Oct. 14 to invest about $125 billion in nine banks and the Federal Reserve led a global coordinated move to cut interest rates on Oct. 8. Emmanuel Roman, co-chief executive officer at GLG Partners Inc., said today that as many as 30 percent of hedge funds will close.

“Systemic risk has become bigger and bigger,” Roubini said at the Hedge 2008 conference. “We’re seeing the beginning of a run on a big chunk of the hedge funds,” and “don’t be surprised if policy makers need to close down markets for a week or two in coming days,” he said.

Roubini predicted in July 2006 that the U.S. would enter an economic recession. In February this year, he forecast a “catastrophic” financial meltdown that central bankers would fail to prevent, leading to the bankruptcy of large banks exposed to mortgages and a “sharp drop” in equities.

Bear, Lehman

The comments preceded the collapse of Bear Stearns & Cos. and Lehman Brothers Holdings Inc. as well as the government seizure of Freddie Mac and Fannie Mae. The Dow Jones Industrial Average, a benchmark for American equities, has lost 37 percent this year, including its biggest daily drop in more than twenty years on Oct. 15.

The Dow average rose 0.5 percent to 8563.42 as of 10:09 a.m. today in New York.

Italian Prime Minister Silvio Berlusconi roiled international markets on Oct. 10, first saying world leaders were discussing shutting down global financial exchanges, and then saying he didn’t mean it.

“In a fairly Darwinian manner, many hedge funds will simply disappear,” Roman said, speaking at the same event as Roubini.

The hedge fund industry is stumbling through its worst year in two decades and posted its biggest monthly drop for a decade in September. Hedge funds are mostly private pools of capital whose managers participate substantially in the profits from their speculation on whether the price of assets will rise or fall.

`Very Ugly’

“Things are getting very ugly also in the emerging markets,” Roubini said. “We used to say when the U.S. catches a cold, the rest of the world sneezes. Well, the U.S. now has chronic and persistent pneumonia. It’s becoming a mess in emerging markets.”

Developing nations’ borrowing costs jumped to the highest in six years today as Belarus joined Hungary, Ukraine and Pakistan in seeking a bailout from the International Monetary Fund to help weather frozen money markets and a slump in commodities. Argentina risks defaulting for the second time this decade.

“There are about a dozen emerging markets that are now in severe financial trouble,” Roubini said. “Even a small country can have a systemic effect on the global economy,” he added. “There is not going to be enough IMF money to support them.”

Roubini, a former senior adviser to the U.S. Treasury Department, earlier this month said that the world’s biggest economy will suffer its worst recession in 40 years.

“This is the worst financial crisis in the U.S., Europe and now emerging markets that we’ve seen in a long time,” Roubini said. “Things will get much worse before they get better. I fear the worst is ahead of us.

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