LA STELLA POLARE: L' OCCUPAZIONE, IL LAVORO
La STELLA POLARE è una stella luminosissima che si trova al polo nord celeste, conosciuta anche come Stella del Nord. Come si trova scritto su WIKIPEDIA la stella polare è apparentemente ferma nel cielo, mentre tutte le altre stelle o costellazioni stellari sembrano ruotarle intorno.
Costituisce così un ottimo punto di riferimento per la navigazione celeste e terrestre, un punto conosciuto sin nell’antichità scoperto persino nelle prime tavolette assire conosciute. La stella Polare definisce il vero azimuth nord solo due volte nell’arco di un giorno intero un’approssimazione che deve essere corretta usando le apposite tabelle.
Un punto di riferimento, ecco quello di cui abbiamo bisogno noi navigatori in questo oceano finanziario in tempesta, un punto sicuro che ci permetta congiuntamente con gli strumenti adatti di poter scorgere la via maestra che ci conduca alla meta, un faro che ci eviti di finire sugli scogli.
Bussola o sestante sono solo alcuni degli strumenti che vengono utilizzati in marina per avere dei riferimenti alla navigazione come ad esempio nella misurazione col sestante che individua la data e l’angolo di misura per calcolare una specifica posizione su una mappa nautica, traguardando a mezzogiorno il sole per individuare la latitudine.
Le prossime due settimane saranno decisive per le sorti della politica monetaria, un condensato di dati e indici che vedranno come punto di riferimento indispensabile la variabile occupazionale. Lunedi nel ISM manifatturiero e mercoledi nel ISM dei servizi da tenere in grande considerazioni il sottoindice occupazionale e contemporaneamente verrà diffusa la stima della ADP sui nuovi occupati del settore privato, dato molto seguito dalla Federal Reserve che anticipa il rilascio di venerdi sul tasso di disoccupazione e sui nuovi non farm payroll.
L’occupazione, il lavoro, diritti fondamentali in una società civile, ma non sempre è così!
Ecco cosa ci scrive un nostro compagno di viaggio:
Caro capitano,
abbiamo rispettato il silenzio, anche in forma di rispetto per i 4 suicidi di Calais: una famiglia disperata, due genitori 55enni e due figli sotto i 30; si sono tolti la vita, dopo aver scritto “on est trop déconné”.
La notizia é apparsa su Yahoo.fr sabato mattina. Ed é stata subito tolta.
Il sindaco di Calais ha parlato di disoccupazione al 16 %, ma questa cifra non comprende i precari, i prepensionati, i sottoccupati in casa, i disoccupati non inscritti, che sono la maggioranza, i giovani che lavorano in nero come schiavi, i volontari delle varie organizzazioni non governative, …. ecco, la situazione é questa.
Tu l’hai descritta bene: il profitto si ottiene ormai riducendo i posti di lavoro. Non c’é scampo. Anche perché tutto cio’ che si dovrebbe sapere, é tenuto miserabilmente nascosto.
Vi invito a visitare il sito ufficiale del BLS ed in particolare i dati relativi ai lavoratori cosidetti scoraggiati, i part time forzati e tutti gli immigrati legali o illegali che sono i primi che perdono il proprio posto di lavoro ma che non vengono considerati nelle statistiche. Queste statistiche alternative ci comunicano che, prendendo in considerazione questa marea di persone disoccupate la disoccupazione sarebbe sopra l’ 8/9 % in America. A questo tag troverete alcuni post dettagliati IL_MERCATO_DEL_LAVORO.
Tra nord e sud del mondo vi è un abbisso nella situazione occupazionale, pure all’interno delle stesse nazioni.
Nel frattempo il HELP_WANTED_INDEX che raggruppa le offerte di lavoro pubblicate sui 51 maggiori quotidiani nazionali declina ulteriormente sino a raggiungere quota 23 da 25 di luglio scendendo sotto le aspettative.
La settimana vedrà inoltre i nuovi ordinativi industriali da considerarsi cruciali per conoscere la temperatura dei consumi. Da ricordare inoltre che la scorsa settimana gli ordinativi di merci durevoli sono caduti del 4,9 % con un declino del 41 % negli ordinativi relativi ai veivoli civili. Metalli, macchinari, elettronica e autoveicoli hanno contribuito a questa caduta.
Su otto mesi ben sette , hanno visto una caduta degli ordinativi ex difesa dimostrando se ce ne fosse stato bisogno il trend anemico degli investimenti. Ciò comporterà un contributo negativo degli investimenti nel calcolo del PIL nel terzo trimestre.
Se date un’occhiata al grafico di cui sotto vi accorgerete che ciclicamente non esiste economia che tenga senza la spesa in conto capitale, senza investimenti.
Successivamente la settimana seguente avremo di seguito i prezzi all’import, il PPI e i CPI con il clou di venerdi 12 ottobre con le vendite al dettaglio come sempre precedute da alcuni indicatori che insieme abbiamo già visto ma che vi ripropongo.
THE_JOHNSON_REDBOOK_RETAIL_SALES_INDEX che rappresenta 9000 stores e il REPORT_BY_THE_INTERNATIONAL_COUNCIL_OF_SHOPPING_CENTERS_&_UBS_SECURITIES_LLC.
Ovviamente le scommesse su un taglio dei tassi nella riunione di fine ottobre viaggiano al momento sopra l’80 % delle probabilità scontate dal mercato monetario, quasi a sancire l’addio della visione primaria in questi mesi della FED verso le prospettive d’inflazione.
Ho gia in passato fatto conoscere la mia opinione ( COMA_PROFONDO ) & ( LA_GRANDE_ILLUSIONE_DELL’INFLAZIONE_CORE ) rispetto alla fossilizzazione della visione delle banche centrali sull’ indice " CORE " che non corrisponde alla realtà, un indice che anestetizza le pressioni inflazionistiche ormai strutturali, determinate dai prezzi energetici ed alimentari.
Gli ultimi dati relativi all’inflazione dell’area euro individuano un " tornado inflazionistico " in arrivo sulle coste del vecchio continente con un aumento dal 1,7 al 2,1 %. Ovviamente qualcuno si è affrettato a ricordare che si tratta di fattori stagionali, dimenticando che bollette energetiche, congiuntamente con il pane, la pasta, il latte ed alcune carni noi ci sforziamo di consumarli tutti i giorni per hobby.
Quindi non più pane, amore e fantasia ma acqua, amore, speranza & fiducia!
Il potere di acquisto delle famiglie, quell’entità soggettiva che diventa evanescente giorno dopo giorno.
Tornando quindi alle varie strumentazioni in dotazione di ogni veliero che si rispetti non possiamo dimenticare come la curva dei tassi, dei rendimenti sia all’improvviso impazzita, un conundrum di tutto rispetto. Un innalzamento a breve termine determinato dalle onde del credit crunch che si ripercuotono sull’euribor e il libor a tre mesi, fonte di ispirazione per la tendenza delle rate dei mutui e di altri strumenti finanziari per poi scendere a due anni ed impennarsi improvvisamente in omaggio alle pressanti prospettive inflazionistiche.
Un’onda anomala di tutto rispetto! Si ritorna a parlare di recessione, date un’occhiata al grafico qui sotto.
Se poi andate a visionare il sito della FED_DI_NEW_YORK vi troverete uno strano disilineamento rappresentato dal tasso effettivo più alto rispetto al target della FED.
Queste invece sono le prospettive riguardo alla politica monetaria per la riunione di fine ottobre
Ovviamente come non dimenticare la variabile riconducibile al prezzo dell’ORO oltre che bene rifugio un sestante per eccellenza, un sestante in grado di segnalare in maniera quasi perfetta le tendenze inflattive in arrivo, ormai in marcia verso il suo record storico toccato nel gennaio 1980
THANKS TO KITCO:COM
Un oceano che rende inquieti, una navigazione tra Scilla e Cariddi, tra i mulinelli della recessione e i gorghi dell’inflazione. Per troppo tempo la FED ha sottovalutato la recessione immobiliare ma non vi è alcun dubbio che ormai i pericoli maggiori provengono da quella direzione, una tendenza attenuabile forse, ma inarrestabile.
Chissà forse nella prossima navigazione scopriremo che in fondo una politica monetaria espansiva riporterà alla memoria gli anni nefasti della stagflazione, una combinazione di contrazione economica e inflazione potenziale che viene ammortizzata con un indice improprio. Ci vuol ben poco a capire che una moneta interna debole diminuirà le importazioni ma contribuirà a importare inflazione attraverso un maggior costo delle merci bilanciando parzialmente i profitti con maggiori esportazioni.
Tassi a lungo in aumento, quelli a breve in tensione con una minore possibilità di credito incideranno negativamente sui consumi che rappresentano più del 70 % del prodotto interno lordo americano.
Forse per la prima volta avremo gorgi e mulinelli, tornadi ed uragani insieme a rendere impossibile l’identificazione di una tendenza unica si chiami essa recessione, piuttosto che inflazione, o stagflazione.
Caro Andrea,
non avremo una recessione negli Stati Uniti senza un calo dei consumi che rappresentano i due terzi del PIL USA. Come tu giustamente sottolinei spesso, la crisi immobiliare dovrebbe presto o tardi creare un’aumento della disoccupazione e togliere dalle tasche dei consumatori quei soldi che estraevano negli anni scorsi dal valore in ascesa delle case. La teoria é perfetta ma per ora non funziona. Giovedì scorso sono stati pubblicati i dati di agosto di reddito personale (+0.3%) e spesa (+0.6%). I dati ci indicano che guadagni e spese in consumi degli americani aumentano. Se continuiamo così non vedo possibilità di una recessione ma solo di un moderato rallentamento economico. Forse il potere di acquisto delle famiglie, in una maniera o nell’altra, continua ad aumentare….non capisco come ma questa é la realtà delle cifre.
Complimenti ancora per l’ottimo lavoro di analisi; non so dove trovi il tempo per scovare ed analizzare tutti questi dati. Bravo!
Michele
Carissimo Michele,….la Verità è Figlia del Tempo!
Spesso abbiamo visto insieme che in fondo l’economia americana vive di revisioni, tutto il sistema economico finanziario vive di continue e profonde revisioni.
L’ultimo dato relativo all’occupazione americana era certamente inatteso, come lo erano le profonde e sensibili revisioni relative ai mesi di giugno e luglio. Forse dimentichiamo che il terzo trimestre dello scorso anno è stato rivisto a distanza di nove mesi al ribasso da più di 490.000 unità a sole 9.000 unità un piccola differenza insignificante……!!!!
L’ultima recessione del marzo 2001 è passata inosservata tra le pieghe di fior fior di analisti che chissà cosa scrutavano all’orizzonte.
Nel frattempo continua il volo solitario dell’aquila di Wall Street, uno volo supportato da alcuni report di Citigroup che ha ritenuto attraenti i prezzi relativi alle grandi imprese di costruzione americane come se ormai si scorgesse una luce in fondo al tunnel e dall’ennesima scommessa su un ribasso dei tassi visto che ormai i prezzi del settore manifatturiero e la relativa produzione stanno definitivamente avvicinandosi alla linea maginot della recessione.
Beata innocenza! Tra un pò ogni ufficio studi rilascerà report stellari per sostersi a vicenda, comprate imprese di costruzioni, immobili, banche, imprese manifatturiere in fondo è stato solo un sogno di mezza estate!
Nel frattempo torna ad aggirarsi lo spettro di Alan Greenspan il signore supremo dell’Ovvietà che ci comunica che il destino dell’economia mondiale dipende da che cosa accadrà ai prezzi delle case in America
Grazie Alan non l’avevamo capito!
Ha dipinto un quadro oscuro sullo stato dell’economia globale, dove i prezzi degli immobili statunitensi sono destinati a calare ulteriormente, con il rischio di trascinare al ribasso il resto dell’economia mondiale.
“Un’economia Usa indebolita, in particolare con consumi deboli, ha ancora la capacità di impattare sui nostri partner commerciali”, ha spiegato il nostro caro e vecchio Maestro ricordando come l’economia globale è legata come sempre a quella americana, non sposando quindi la tesi di chi sostiene che si stia verificando un disaccoppiamento tra il destino dell’economia Usa e il resto del mondo.
“Mi aspetto che i prezzi delle case continuino a calare fino a quando il tasso di smaltimento delle ‘scorte’ di case in vendita non raggiungerà il livello massimo”
La crisi stà per finire ci racconta il buon Alan in quanto gli investitori accorrono in massa per non perdersi le nuove emissioni di bond corporate a lungo termine…..
Era tutto così imprevedibile…”E’ la conseguenza di… una brusca discesa dei tassi di interesse reali. E’ davvero qualcosa su cui i banchieri centrali non esercitano più controllo” ……
Sublime, se non ci fosse dovremmo inventarlo!
Caro Michele io continuo a seguire la mia rotta, non importa se stanno gettando dollari sulle città americane , io credo ancora nell’economia reale e non in quella virtuale, non nella finanza di pochi e per pochi e entro i primi sei mesi del prossimo anno avremo una risposta, forse anche prima di quello che mi aspetti.
Caro Michele anch’io mi domando spesso dove trovo tutto questo tempo, in fondo la notte è lunga e prima o poi mi ci addormenterò pure io, sfinito ma felice di questa avventura.
Buona notte a tutti Andrea!
Andrea…la luce che qualcuno sta vedendo non e’ la fine del tunnel…ma il treno che arriva.
Massimo
Massimo, credimi sei un Mito! Non potevi scegliere termine più appropiato per l’ EXPRESSO che stà arrivando, un expresso di nome CONDUITS & SIV. Da questo fronte sale un …….silenzio assordante.
Ciao Andrea
Andrea hai letto la teoria della “indeflazione”?
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2291¶metro=economia
ciao
Marco
ps. got a popcorn?
Grazie della segnalazione Marco, appena ho tempo cercherò di interpretarla, buona giornata!
Andrea
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Una notizia.Il costo delle nuove case iin U:S:A e’ diminuito del 7,5%.
Registrano il calo maggiore dal 1970.
Dopo il rallentamento nelle compravendite si va ad intaccare in modo drastico il prezzo Commerciale delle abitazioni.
Cordiali saluti Stefano