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LA CONQUISTA DEL WEST E L'ORO SUBPRIME!
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Ho cercato in questi giorni di ricavare dalla memoria del passato un periodo storico che potesse in qualche modo avvicinarsi per caratteristiche e modalità al fenomeno “subprime” il fenomeno che oggi tutto il mondo conosce per il contagio che il battito di una piccola farfalla ha propagato attraverso il sistema finanziario mondiale ed in particolar modo nel settore del credito determinando l’attuale fase di CREDIT CRUNCH!
Devo ammettere che l’epopea della Conquista del West e la successiva corsa all’Oro è un contesto storico che si addice in maniera impressionante a chi che è successo e ciò che stà accadendo in America.
Il “ MANIFEST DESTINY” ovvero il destino manifesto come stà scritto su Wikipedia è una frase che esprime la convinzione che gli Stati Uniti abbiano la missione di espandersi, diffondendo la loro forma di libertà e democrazia. In sintesi una missione “buona” ma anche ovvia ed inevitabile.
La conquistà del West, l’espansione del popolo americano verso territori inesplorati e selvaggi, verso l’Oceano pacifico, nasceva in sostanza dall’esigenza di nuovi territori e dalle opportunità che questi rappresentavano per migliaia di immigrati poveri provenienti dall’Europa.
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Il destino manifesto la stessa opportunità offerta dalla Community Reinvestment Act , la normativa che disciplina l’erogazione di servizi da parte degli istituti di credito anche ai clienti con fasce di reddito più basse.
“L’innovazione ha determinato un gran numero di nuovi prodotti, quali i prestiti del subprime ed il credito di nicchia per gli immigranti. Tale sviluppi rappresentano le risposte del mercato che ha guidato l’industria dei servizi finanziari attraverso la storia del nostro paese.(…) La maggior parte della gente ha avuto un accesso abbastanza limitato al credito e quando questo credito era disponibile era abbastanza costoso.(…)Lo sviluppo di un mercato secondario per i prestiti ipotecari inoltre ha notevolmente allargato l’accesso al credito da parte del consumatore. Riducendo il rischio di proporre prestiti di lunga durata, con tasso fisso e l’accertamento della liquidità, il mercato secondario ha contribuito a stimolare la concorrenza nel business delle ipoteche.(…) Dove una volta ai clienti più marginali, sarebbe stato semplicemente negato il credito, ora i prestatori possono giudicare abbastanza efficacemente il rischio di quei clienti e prezzarlo appropriatamente.(…) Riflettendo sullo sviluppo del credito al consumo negli Stati Uniti, dobbiamo concludere che l’innovazione ed il mutamento strutturale nell’industria dei servizi finanziari ha fornito un accesso critico e allargato al credito per la maggioranza dei consumatori, compresi quelli con possibilità ridotte.(…) Questo fatto sottolinea l’importanza dei nostri ruoli come policymakers, ricercatori, banchieri e sostenitori dei consumatori nella promozione dell’innovazione costruttiva che sia sensibile alla domanda di mercato e favorevole ai consumatori.
Ho voluto riportare le stesse parole pronunciate da Alan Greenspan l’ 8 aprile del 2005, in un discorso al congresso annuale della ricerca di affari della FED a Washington anche se alcuni di Voi già le conoscono, alcuni concetti ampi che riflettono la totale impossibilità di determinare gli esiti futuri di ogni innovazione sia essa finanziaria o tecnologica, l’impossibilità di comprendere opportunità e delusioni che la scoperta di nuovi territori comporta.
Nuovi territori inesplorati dalle famiglie americane che hanno contribuito ad aprire le prime vie, le prime piste del West Subprime. In sostanza non sembrerebbe ardito paragonare l’innovazione creditizia con lo spirito di avventura, creatività e innovazione che ha caratterizzato l’universo dei mutui concessi con formule esplorative come i “ no interest “ o “ only interest” sino a giungere direttamente nella bocca del Grizzly attraverso l’ammortamento negativo ovvero quando le rate del mutuo non riescono a coprire per intero l’ammontare del debito generando ulteriore debito.
La conquista del West fu un periodo storico nel quale la priorità del benessere della popolazione presupponeva agevolazioni anche dal punto di vista dell’indebitamento atto a perseguire il “sogno americano”, la conquista di un terreno dove poter edificare la propria casa.
Spesso territori inesplorati corrispondono a risorse naturali e disponibilità illimitate di terra, la terra promessa, la stessa terra promessa che presupponeva una illimitata rivalutazione del valore del terreno e della propria abitazione che ha contraddistinto gli ultimi anni di una crescita irrazionale nei mercati immobiliari di mezzo mondo.
Una miniera d’oro che permetteva alle famiglie di estrarre ogni piccolo filone derivante dall’incremento del valore per sostenere la crescita economica attraverso i consumi. Una continua ondata di innovazione che spostava la frontiera sempre più in direzione dell’ignoto.
Ovviamente come spesso accadde le risorse per quanto illimitate siano favoriscono il loro sfruttamento indiscriminato e il suo inevitabile epilogo nell’edonismo di coloro che non distinguono il profitto dal bene comune.
In fondo la storia si ripete sempre, ripresentandosi sotto antiche spoglie, ma risulta incredibile come il mondo della finanza ed economico, rifiuti di trarre insegnamento dalla “semplicità” di concetti che sono alla base di ogni comportamento responsabile.
Come spesso abbiamo visto in passato ad incominciare dalla Federal Reserve e dalle banche centrali e via, via proseguendo attraverso il pensiero di alcuni economisti ed analisti, uomini politici o giornalisti, per arrivare sino ad alcune organizzazioni come ad esempio la National Asscoiation of Realtors o la Mortgage Bankers Association questa crisi che in questi mesi ha disseminato il percorso dei mercati di segnali ed avvertimenti è stata sensibilmente sottovalutata, una sottovalutazione collettiva dettata principalmente dall’edonismo finanziario.
Il “dogma” principale di questa visione è sempre stato comunque supportato dalla visione di un fenomeno “subprime” dalla consistenza talmente irrilevante da non presentare alcun rischio di contagio sistemico.
“ Non era prevedibile! “, anche e solo perché non si è voluto analizzare le cause di alcune scosse di assestamento, non vi è stata la volontà di prendere seriamente in considerazione ogni possibile evento di natura imprevedibile.
I lettori di questo blog, conoscono le innumerevoli segnalazioni fatte da parte di istituti di ricerca ed istituzioni appositamente istituiti dalle stesse autorità per studiare e analizzare le possibili conseguenze di un fenomeno tipico di territori inesplorati.
Numerosi sono stati in passato gli avvertimenti relativi alla mancanza di prove empiriche sulle conseguenze di una situazione di stress o di avversione al rischio da parte del sistema.
Gli hedge fund rappresentano l’innovazione e una garanzia di liquidità per il sistema secondo il mondo finanziario, la stessa innovazione che come arma a doppio taglio ha le principali responsabilità in questa ondata di siccità monetaria, responsabilità che l’evidenza dei fatti condanna irrimediabilmente al fallimento di un’autoregolamentazione fantasma.
Subprime, la terra promessa per milioni di famiglie americane senza un sogno.
Spesso abbiamo visto come uno dei sintomi della Grande Depressione era da ricercarsi essenzialmente nella miniera d’oro riconducibile al credito offerto al di fuori del sistema bancario. La stessa miniera d’oro che abbiamo ritrovato nei piccoli istituti di credito ipotecari “subprime” falliti nell’ultimo anno, esili veicoli finanziari utilizzati dalle grandi banche per offrire condizioni particolarmente innovative.
Una traccia di questa ecatombe la troverete in questi due siti internet ovvero THE_MORTGAGE_LENDER_IMPLODE_O_METER o MORTGAGEDAILY.com nel cimitero dei mutui, che testimoniano la fine di un’illusione collettiva.
Un filone d’oro reso sempre più luminoso da una politica monetaria espansiva e da una serie di avventurieri che come in ogni epoca affollano ogni territorio dove nasce un sogno o un’illusione. L’oro era ben visibile a tutti talvolta sul letto dei torrenti, in superficie alla luce del sole, talvolta sotto terra nell’oscurità ma pur sempre visibile.
Ai margini di questa folle corsa al “sogno americano” nascevano dal nulla immense città, nuove attività, floridi commerci, istituti di credito e finanziarie che fornivano ai cercatori, le concessioni per la proprietà, che contribuivano a creare innumerevoli posti di lavoro. L’eco lontano di questo nuovo Eldorado percorreva lungo i binari del treno a ritroso la nuova frontiera sino a raggiungere ogni angolo del paese, ogni angolo del mondo intero. Un tesoro immenso, lingotti d’oro marchiati a carati TRIPLA A hanno invaso i mercati globali, venduti in gioiellerie di classe la cui purezza e valore venivano certificati dalle stesse agenzie di rating che contribuivano al loro confezionamento attraverso un sistema di puro conflitto di interesse.
In fondo tra qualche anno la storia si ripeterà e il mondo finanziario avrà già dimenticato, come pure in fretta ha dimenticato la stagione degli innumerevoli by ai tempi della new economy quando analisti “competenti” dispensano consigli e magie di altre dimensioni.
Dicevamo prima della politica monetaria accomodante la quale riesce a infondere attraverso la magia dei tassi monetari quella fiducia che la più grave crisi di liquidità della storia, il più grave credit crunch sono riusciti a distruggere nel giro di un mese. Un’illusione coltiva all’ombra delle parole di due esponenti della Federal Riserve, Lacker e Poole, secondo i quali non vi sono attualmente le condizioni per un taglio dei tassi monetari.
" A meno che l’economia non sia influenzata, la volatilità estrema dei mercati non fornisce una giustificazione per la Federal Reserve ad intervenire tagliando il relativo tasso monetario (FED FUND) ha affermato Jeffery Lacker, governatore della FED di Richmond.
Confesso che alle volte in passato mi è capitato di trovarmi a disagio con le mie analisi nei confronti di un sistema basato essenzialmente sull’irrazionalità.
Risulta oltremodo difficile comprendere come tutte le scommesse di una pronta ripresa siano riposte esclusivamente nella politica monetaria, unitamente alla “speranza” di una crescita economica che resti sostanzialmente solida.
Il pilastro dell’occupazione stà dando innumerevoli segnali di affaticamento relativamente ad alcuni settori produttivi che partendo dall’emorragia continua e costante del settore manifatturiero, attraversa il settore edilizio per arrivare a quello finanziario e del commercio al minuto.
Il settore edilizio è il prossimo candidato in seguito all’evoluzione di un mercato quello immobiliare che non trovando sbocco all’accumulo degli inventari cerca di compensare con la crescita del settore commerciale e con la conclusione dei cantieri avviati, esauriti i quali le ditte procederanno agli inevitabili licenziamenti. Una dinamica mondiale come testimonia la realtà_spagnola, una dinamica che potrebbe a breve investire altri paesi.
Il probabile aumento esponenziale delle “foreclosure” come testimoniano i dati di RealtyTrac con il raddoppio delle situazioni critiche dallo scorso anno, allunga un’ombra sui tempi di recupero e di smaltimento degli inventari. La flessibilità della corporate America nel campo occupazionale è messa in dubbio da un effetto dominio che ben difficilmente permetterà di assorbire i lavoratori licenziati specialmente nel settore del credito, dove le difficoltà dei maggiori operatori portano tutti direttamente alla Countrywide, colosso con più di 60000 dipendent, testimonianza reale del perché dell’intervento di venerdi della Federal Reserve.
Il filone “subprime” è ormai in via di estinzione, con la conseguente chiusura_di_ogni_attività ad esso inerente.
Non passa giorno inoltre che le autorità intervengano sui mercati cercando di tranquillizzare gli investitori riguardo alle difficoltà del mercato del credito e i suo possibile contagio all’economia immettendo liquidità con le dovute cautele. Tanti sono coloro che restano a bocca asciutta.
Nel frattempo incomincia a funzionare a pieno ritmo il “ MONTE DEI PEGNI” la “ DISCOUNT WINDOW” una finestra sempre aperta che permette una vista stupenda sul mare.
Una finestra alla quale si sono affacciate ieri alcune delle maggiori realtà americane, nomi blasonati come Citigroup_JP_Morgan_Bank_of_America e Wachovia.
Per la prima volta è intervenuta anche la BOE Bank of England, erogando prestiti per 314 milioni di sterline attraverso la sua “finestra” e dimostrando che nessuno può essere immune.
Speriamo che qualcuno prima o poi chiuda quella finestra dalla quale provengono gli spifferi di
un azzardo morale che a lungo termine determina i semi di dell’ instabilità futura.
Un azzardo morale che più che una situazione transitoria testimonia un cambiamento quasi “strutturale” vista l’ultima operazione della BCE che ha prospettato un’operazione PCT per tre mesi per un totale di 40 milioni di euro.Un continuo ed inesorabile protrarsi nei termini di queste operazioni “eccezionali”
“ L’esposizione del sistema tedesco al fenomeno “ subprime” è marginale e le conseguenze saranno limitate”. Questa è in sintesi la posizione della Bundesbank! Pensare che ciò non abbia conseguenze sull’economia risulta perlomeno anacronistico e confinato al dovere istituzionale di infondere fiducia. Le parole del Ceo della WESTLb con riferimento alla crisi non priva di criticità che aumenta la difficoltà del sistema bancario tedesco di reperire fondi sul mercato interbancario, testimoniano una realtà estremamente differente.
La memoria ci riporta indietro senza dover risalire sino alla Grande Depressione sino alle “jusen “giapponesi, una sorta di “subprime made in japan” o alle S&L Saving & Loans degli anni 80, testimonianza di un sisma che specialmente nel caso del Giappone, provoco una catastrofe creditizia che accellerò la deflazione.
La corsa all’oro in un periodo dove i rendimenti erano ai minimi storici, ha contagiato il mondo intero, alla ricerca di quelli spread che permettessero di sovraperformare una stagione anemica.
Ma come in tutte le epoche una “nemesi sublime” attendeva la leggendaria corsa all’oro, le città nate ai margini di questa illusione, si stanno trasformando in città fantasma, città dove l’occupazione sta ritornando ai margini di questa illusione, New Century, American Home Mortgage, Homebanc Mortgage e su su sino alla Countrywide. Città che si stanno spopolando rapidamente come stà accadendo alle città della Louisiana, città industriali dell’Ohio, dell’Indiana, del Mississippi e via via sino alla California e alla Florida terre promesse da sempre del mercato immobiliare. Città e territori che risentono della sensibile contrazione manifatturiera ed in particolare del settore automobilistico, con le più alte percentuali di incaglio, di insolvenze.
Città che progressivamente testimoniano la fine di un’epoca. Interi villaggi o vie che si riempiono progressivamente di cartelli con la scritta “FOR SALE” interi quartieri che sono soggetti all’effetto domino di un possibile, inesorabile calo dei prezzi dovuto all’aumento esponenziale delle “foreclosure”. Come in tutte le fasi finali di un mercato toro, di una vera e propria corsa all’oro, il recinto si riempie di coloro che pagano un prezzo folle, per un bene che ormai volge al tramonto. Questa non è una esclusivamente una crisi “subprime” ma coinvolge ormai tutti i gradini del tempio dei “mortgage” passando principalmente per i mutui ALT-a e proseguendo sino ai “ prime” e ai jumbo-mortgage, ovvero mutui sopra i 417.000 dollari.
Se si pagano rate al limite della disponibilità, o aumentano le future entrate o le ripercussioni degli aumenti dei tassi o del rifinanziamento o della risistemazione di un mutuo è proporzionalmente uguale per tutti, specialmente se si sono accettate formule di rimborso “esotiche”.
Al di là delle dichiarazioni istituzionali, delle visioni ottimistiche questa è una crisi che ci accompagnerà con le sue dinamiche ed i suoi risvolti per alcuni anni, sino ad un nuovo punto di partenza, alla rinascita di un sistema forse arcaico, forse arretrato ma pur sempre in grado di avere i connotati di un sistema basato sulla realtà delle cose, sul limite di un indebitamento sostenibile.
Le prossimi risistemazioni accelereranno le situazioni di criticità, avvisi di default personale, pignoramenti, vendite all’asta, espropri immobiliari che ci accompagneranno per tutto il prossimo anno, situazioni che determineranno una catena di fallimenti considerevole, un processo lento ed irreversibile come lo sono le dinamiche di un mercato immobiliare.
Una pietra anonima, dipinta di oro, ha fatto precipitare il valore dell’oro reale, delle pietre preziose disseminate nelle miniere dell’investimento, ha cancellato in un’istante la fiducia bloccando ogni commercio, ogni transazione, demonizzando tutto e tutti.
La fiducia, un bene inestimabile tradito dalla mancanza di etica e morale finanziaria!
I lettori di questo blog, hanno vissuto una navigazione il più possibile vicina alla realtà, senza particolari illusioni, ogni dato o avvenimento veniva analizzato ed esplorato con gli occhi di coloro che in fondo nuotano controcorrente.
Una delle regole “fossili” che vigono nell’investimento è quella di vendere sull’entusiamo e comprare nella depressione, regole e leggende alla Warren Buffet, che si dimostrano quasi sempre vincenti.
Non è facile uscire dalla corrente, non è facile nuotarci contro, ma presuppone un scelta incondizionata a sostegno delle proprie convinzioni. Qualcuno ha forse dimenticato che il pilastro portante dell’economia americana sono i consumi, qualcuno stà dimenticando forse le trimestrali di Wal Mart e Home Depot. Alcuni forse in maniera superficiale dimenticano i fondamenti dell’economia secondo la quale senza consumi non si possono sostenere gli investimenti.
Il nuovo fronte della “ commercial paper”, carta commerciale e dei SIV structures investment vehicle produrrà alcune fratture nel sistema corporativo che dovrà fare i conti con una riduzione degli utili aziendali e dei margini ad incominciare dal mondo del credito.
I private equity e gli hedge fund utilizzeranno l’ultimo oro raccolto per far fronte alle richieste di riscatto, ai rimborsi.
Un lettore mi chiede come mai in questi giorni l’oro è rimasto in letargo! Ho letto spesso sulla stampa specializzata spiegazioni assurde, come ad esempio la testimonianza di un’assenza di panico tra gli investitori. La spiegazione è semplice quanto razionale! L’oro è in definitiva, specialmente nel bel mezzo di una crisi di liquidità, dove viene a mancare la moneta virtuale, l’essenza stessa di un sistema fiduciario, ovvero la banconota di carta uno dei pochi asset liquidi che tengono un valore facilmente identificabile.
Fondi, banche, governi e hedge fund stanno svuotando i loro forzieri per fare fronte alle esigenze primarie e ai rimborsi dettati dal panico. L’oro dimenticato, l’oro visto come bene rifugio resta al centro dei commerci mondiali, unica garanzia di un sistema altrimenti basato esclusivamente sulla fiducia, e abbiamo visto che in questi giorni è sempre più merce rara.
“ La crisi avrà bisogno di tempo per essere risolta, per via della complessità di certi strumenti e per la dimensione globale della finanza!”
Parole del segretario al tesoro Paulson, un bagno di realtà che fa ben sperare dopo aver disseminato la strada di illusioni.
Moody’ sostiene in un rapporto che i timori di una crisi sistemica sono esagerati e che il sistema è in grado di fronteggiare una crisi di liquidità! Moody’s dice e non dice, ormai la crisi di fiducia relega la sua opinione ad un’opinione qualsiasi di un’istituzione che ha contribuito al rischio sistemico con la superficialità delle sue analisi. Le nostre opinioni non sono da considerarsi consigli di investimento, un disclaimer classico che fa sorridere di fronte alla portata di questo reale rischio sistemico, dove innumerevoli piccoli LTCM stanno soffrendo globalmente.
In conclusione vorrei ricordare uno dei motori di questa crescita mondiale, ovvero le quotazioni azionarie che con i loro guadagni reali o virtuali ha sostenuto la sensazione di ricchezza, di benessere.
Gli avvenimenti di questi ultimi giorni, sono in sintesi una vera e propria distruzione di ricchezza reale, per quanto virtuale essa sia stata per la maggior parte della popolazione mondiale, una distruzione che arriva a minare la fiducia di un sistema che cavalca le illusioni e rifiuta la realtà.
Ciao a tutti ! Certo che in questi giorni ne ho sentite tante :
Deutsche Bank , ha dichiarato in questi giorni che loro sono andati alla Mensa di mamma fed non perchè avessero bisogno , ma per mostrare sostegno all’iniziativa della banca centrale americana , quindi non certo perché hanno bisogno di un pasto a prezzo scontato !
Per capire in che favola viviamo !
Altre notizie interessanti :
H&R Block – la principale società USA che si occupa di contabilità e di predisposizione di dichiarazioni fiscali per conto terzi – ha comunicato di aver dovuto attingere per due volte la scorsa settimana a linee di credito bancarie non essendo riuscita a finanziarsi a breve termine, come di consueto, mediante i commercial papers.
Countrywide Financial, il principale erogatore di mutui negli USA, era stato costretto a fare lo stesso utilizzando completamente una linea di credito bancaria, in quanto impossibilitata a finanziarsi a breve con l’emissione dei commercial papers.
Vorrei fare i complimenti ad Andrea (anche se ormai dovrebbero essere sempre scontati ) per l’ ottimo paragone con il magico mondo del far west .
Segnalo in ritardo un ‘altro dato per capire la direzione e sopprattutto per capire la reazione dei mercati .
The Fed will release total weekly borrowing from the discount window tomorrow at 4:30 p.m. Washington time.
Un saluto a tutti , specialmente all’ autore del blog . By Fabio
Scusami Andrea , mi sono venute in mente un paio di domande . MA tutta questa liquidità iniettatta nel sistema , alla fine dov’è andata a finire ? Leggevo una news che diceva che le banche “big” non riprestono questi soldi ad altre banche o almeno molto difficilmente ,e le piccole si trovano in difficoltà . Ma allora che fine fanno ? Come la spieghi la grande tenuta del mercato del lavoro statunitense ? Secondo te gli effetti delle scorse settimane , dei licenziamenti di massa , quando si vedranno ?
Grazie ancora per tutto il tuo lavoro By Fabio
Nessuno può prevedere gli sviluppi di una crisi finanziaria di tali proporzioni, una crisi che potenzialmente potrebbe trasformarsi in una lunga agonia! La questione energetica è ben presente e la sua evoluzione verso il suo naturale epilogo non potrà che incrementare gli effetti di una costante e progressiva inflazione. Non sottovaluto i suoi effetti potenzialmente devastanti ma preferisco rimuovere al momento un fattore che interverrà più in la nel tempo. In sintesi l’ombra di una stagflazione potrebbe a sua volta essere sostituita da una possibile deflazione, ma come sempre qui ci si addentra in ipotesi che come la storia dimostra non sono lontanamente prevedibili. Ogni crisi portà con se il seme dell’originalità. Per quanto riguarda l’azione della Banche centrali vorrei fare alcune brevi considerazioni. Si parla spesso dell’azzardo morale che comporta questo intervento, si ricorda che Bernanke studioso della Grande Depressione, mai è poi mai lascerà fallire il sistema finanziario per epurare la speculazione intrinseca. Oggi Bank of America raccoglie 500ml di dollari dalla finestra di sconto e gli investe direttamente a 50 punti base in meno di onere in Countrywide, comprandone obbligazioni convertibili per 2 miliardi di dollari. Questa sarebbe l’esigenza del mercato? Inoltre siamo passatio nel volgere di una settimana da operazioni “overnight” ad operazioni PCT a 3 mesi per importi sempre maggiori. Forse qualcuno crede che questa dose massiccia di liquidità immessa nel mercato vicina a 400 miliardi di dollari non avrà un mini impatto sull’inflazione di breve periodo, nonostante la maggior parte delle operazioni vengono chiuse entro pochi giorni? Questa verrà ricordata come la regina delle crisi una crisi che in pochi giorni ha distrutto la fiducia nel mercato e che tuttora si aggira come un fantasma tra le future transazioni.
Da oggi in poi ogni rimbalzo è una finestra aperta per uscire e non un’occasione irripetibile per entrare.
Ciao Andrea
Dimenticavo un piccolo particolare, se qualcuno crede che la risoluzione di questa crisi sia da intravedersi dietro l’angolo lo invito a leggersi l’ultimo post di Nouriel Roubini:
Here are some of the latest headlines from Bloomberg suggesting that the turmoil in financial and credit market is still severe and persisting:
Stocks in U.S. Fall, Led by Miners, Manufacturers: Home Depot Shares Drop
Commercial Paper Outstanding Has Biggest Weekly Drop Since November 2000
Banks Worldwide Have $891 Billion at Risk in Commercial Paper, Fitch Says
Countrywide Investment Gives Bank of America Quick $700 Million Paper Gain
Barclays Capital’s Head of European CDOs Cahill Quits, People Familiar Say
Corporate Bond Risk Declines to Lowest in Month as Credit Market Woes Ease
Coventree Fails to Renew $4.64 Billion in Commercial Paper; Shares Plunge
Bonuses on Wall Street Threatened for First Time in Five Years by Subprime
Homebuilder in Spain Crashes as Chairman Quits, Resides in Manhattan Pad
Bank of China Owns $9.7 Billion of Subprime Assets, Most Among Asian Banks
Ten-Year Treasuries Erase Decline as Report Shows Drop in Commercial Paper
European Bonds Pare Loss on Speculation Commercial Paper Concerns Persist
Pimco’s Gross Urges Bush Administration, Not Fed, to Bail Out Homeowners
In summary: while the extremes of the investors’ panic have receded in the last couple of days the credit markets remain mostly in a severe credit crunch: money markets, commercial paper, asset-backed commercial paper, SIVs, CDOs, LBOs, leveraged loans, subprime, near prime and prime mortgage markets. In all of them the credit crunch is still severe if less extreme than at the time of the peak of the investors’ panic. Persistent credit problems – rather than just illiquidity ones – will keep a variety of credit markets in a crunch for a persistent period of time.
In the meanwhile the housing recession is becoming more severe, consumer confidence is sharply down, retail sales in August look like falling relative to July and the tightening in credit conditions is likely to slow down an already anemic capex spending by the corporate sector.
In sintesi si tratta di ben 5 notizie relative alla “commercial paper” che domani vedremo nel dettaglio per conoscere le dinamiche aiutandoci con alcuni articoli apparsi su prestigiosi quotidiani!
Buona Notte Andrea!
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Bello questo pezzo, affascinante addirittura.
Quello che forse manca a questo quadro, e’ l’imminente e grave crisi energetica che sta’ per colpirci (a partire dal 2009, secondo l’analisi bottom-up fatta a partire dai progetti in essere fino al 2012).
Come si intrecceranno queste due crisi?
La crisi finanziaria non potrebbe finire per asciugare anche i capitali necessari alle infrastutture energetiche, per soddisfare la domanda di energia futura?
Oppure la recessione si trasformera’ in depressione, ed i consumi energetici crolleranno?
Ma se crolla il prezzo della materia prima, con esso non crollano forse anche gli investimenti nelle infrastutture, aggravando ulteriormente le prospettive di recupero delle economie?
D’altra parte, considerando che il piu’ recente shock petrolifero ha prodotto una riduzione dei consumi di solo l’ 8%, non e’ improbabile pensare che un abbassamento dei prezzi sara’ solo temporaneo, diciamo uno o due anni, e che poi la scarsita’ oggettiva della risorsa sara’ tornera’ a guidare (e limitare fortemente) la ripresa delle economie?
Io credo che una crisi delle economie in un contesto di abbondanza energetica e una in un contesto di scarsita’ irreversibile non siano nemmeno lontane parenti, come dispiegamento ed evoluzione.
Facciamo attenzione a non proiettare troppo il passato nel futuro.
Saluti
Pierluigi