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ANGELINA E LA CASTA DEGLI SPRECONI ALEMANNI!
Angelina è fantastica nella sua presunta innocenza, già qualche tempo fa disse chiaramente che non era poi molto sicura che il progetto euro sarebbe sopravissuto al suo peccato originale… “Non sono sicura che il progetto europeo funzionerà” per poi aggiungere … “Adesso capiamo che possiamo fare bene solo se anche i nostri vicini d’Europa vanno bene”. Il concetto e’ “cresciamo solo se prosperano gli altri”.
Cresciamo solo se prosperano gli altri… per poi arrivare a dichiarare che…
“Ci vorranno più di cinque anni per superare l’attuale crisi economica”. Lo ha detto oggi a Sternberg, nell’est della Germania, Angela Merkel, secondo quanto riferisce l’agenzia tedesca Dpa. ”Dobbiamo trattenere il fiato per almeno cinque anni”, ha precisato il Cancelliere tedesco, perché questo è il periodo che ci vorrà per uscire dalla crisi.
Fantastico no, altri cinque anni di spread a questi livelli e la nostra” prosperità” aiuterà la Germania a rifare la storia. E’ simpatica Angelina, dice una verità sacrosanta, decisamente empirica, ci vorranno almeno altri cinque anni come minimo ma non solo per la crisi europea, ma a livello mondiale, cinque anni che aiuteranno la Germania a continuare a rifinanziarsi a tassi negativi, mentre in Italia si continua a sottoscrivere il sogno europeo, una cambiale in bianco in nome dell’ignoranza!
Si la stessa ignoranza che Angelina condivide quotidianamente, non importa se parliamo di pareggio in bilancio o fiscal compact …la rigorosità calvinista, l’austerità condita alla tedesca è un’autentica fesseria che in Italia vi propinano a bocconiani piccoli, piccoli…
Secondo la Merkel, che è intervenuta al congresso del suo partito, la Cdu, è necessario “essere rigorosi per convincere il mondo che è redditizio investire in Europa”, ha aggiunto sottolineando che “molti investitori non credono che manterremo le nostre promesse in Europa”.
Si tratteniamo il fiato, lo trattengono pure i tedeschi, perchè diversamente odorerebbe di “dumping” sociale e commerciale non cambia, il dumping puzza e rende sgradevole il fiato!
Angelina è affascinante predica bene e razzola malissimo… Di occasione mancata, riferendosi al vertice domenicale, ha parlato anche la Süddeutsche Zeitung: «Il governo non avrebbe potuto dimostrare in maniera più plateale di essere disinteressato anche al consolidamento dei conti dello Stato, paradossalmente quella misura che Berlino pretende insistentemente dai suoi partner europei. I 600 miliardi di entrate fiscali offrivano l’occasione per chiudere i conti in anticipo, e invece per il 2013 sono stati previsti 19 miliardi di nuovi debiti. L’assenza del ministro delle Finanze al vertice del 4 novembre era già di per sé il segnale che nulla sarebbe cambiato». (Lettera 43)
Ma non è finita…. Sono tre esempi. «Ma bastano a farci capire», spiega Karl-Heinz Däke, «come i politici spendano i nostri soldi». Däke, 69 anni, ha appena publicato un libro di successo dal titolo ‘Gli spreconi di miliardi’, contro la Casta in salsa teutonica che getterebbe al vento, ogni anno, almeno 30 miliardi di euro, il 5 per cento del totale della spesa pubblica che ammonta a 600 miliardi. Dal 1994 Däke è presidente del ‘Verband der Steuerzähler’, l’Associazione dei contribuenti, 320 mila iscritti, la più numerosa e potente dopo l’Adac (l’Aci tedesca), e famosa per fare le pulci ad ogni borgomastro o pubblico amministratore spendaccione. «Controlliamo», dice orgoglioso Däke detto anche ‘Mister Tasse’ nel suo ufficio sulla Französische Strasse a Berlino, «tutti i capitoli di spesa di governo, regioni e comuni». Il palazzo dove ha sede l’Associazione è a pochi passi dal Bundestag ed è uno dei più fotografati della capitale. All’ingresso brilla infatti «una delle nostre invenzioni a luci-rosse», e cioè ‘L’orologio dei debiti’ che aggiorna, secondo per secondo, i miliardi di debiti accumulati nel paese: siamo a oltre 2.100 miliardi di euro, che significa 25 mila per ogni tedesco. ( http://espresso.repubblica.it/dettaglio/lo-spreco-sopra-berlino/2194137/)
Chissà cosa diranno ora le orde di scolaretti che vogliono fermare il declino e hanno la statuina di Angelina sull’altarino domestico insieme ai dispensatori di modelli virtuosi teutonici o alemanni, che l’integrità e austerità calvinista fa acqua da tutte le parti!
Angelina ti saresti chiamata Angelina Angelina Angelina volevamo chiamarti Angelina oh oh oh oh c’era soltanto la luna ed un pianto di lenticchie in fondo al suo sguardo di nonna c’erano ancora le favole e quattro conchiglie ripiene di balle di sabbia …
C’è chi si chiede se in Germania sta per scoppiare una bolla immobiliare e invece chi suggerisce di venire in Italia per fare shopping tra baite e villette in svendita.
(AGI) – Bolzano, 1 ott. – L’Alto Adige torna dopo tanti anni ad essere un territorio di conquista per gli immobiliari della Germania. E’ quanto rivela il mensile economico tedesco ‘Manager Magazin’ (gruppo editoriale di Der Spiegel) che dedica un ampio speciale sul boom di richieste di acquisto di case da parte di cittadini residenti in Germania. Che la provincia di Bolzano, con le sue montagne, i suoi paesaggi abbia da sempre affascinato i cittadini germanici e’ notoriamente un dato di fatto. La cancelliera Angela Merkel trascorrere annualmente in estate un periodo di vacanza. Insomma investire in Italia ora piu’ che mai. Dopo l’autorevole quotidiano britannico ‘Telegraph’ che invita i sudditi di sua maesta’ a comprare casa in Toscana e in Abruzzo, adesso e’ la volta dell’Alto Adige.
“Se le norme di trasparenza sulle transazioni immobiliari introdotte dal Governo Monti hanno scoraggiato gli italiani, dopo le ultime vacanze estive si e’ registrato un considerevole aumento della domanda di case nel mercato altoatesino, non solo da parte di tedeschi ma anche austriaci e olandesi – si legge nell’articolo scritto da Richard Haimann – Negli ultimi tre anni i prezzi delle case in vendita in Alto Adige non sono aumentati. In zone come Lana e Naturno, nei pressi di Merano, il costo al metro quadro e’ rimasto sui 2.300 euro e abitazioni di 140 metri quadri costano tra i 450.000 e i 600.000 euro. In altre localita’ le valutazioni sono addirittura diminuite. In Val Pusteria un appartamento di cinque stanze viene venduto a 320.000 euro, a Solda in Val Venosta un appartamento tra i 50 e i 60 metri quadrati puo’ essere comprato anche a meno di 170.000 euro. Fino all’anno scorso gli stessi oggetti immobiliari avevano un valore piu’ alto almeno del 5-10 per cento e questo non ha fatto altro che invogliare i turisti stranieri a scegliere queste zone per le loro residenze estive” .
Roba da piegarsi in due dalle risate…Sveglia Ragazzi sveglia… mondo è paese!
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lasciamo stare per un attimo la culona. vediamo cosa c’è oltre. tratto dalla rete.
ITALIA, ULTIMO ATTO CdC
DI MINCUO
PREMESSA:
Prendo spunto da questo articolo del Manifesto pubblicato nel forum di CdC dal titolo “Chi tira la cinghia”
Sarebbe opportuno che lo leggeste. Comunque in sintesi accenna alla possibile svendita, pardon vendita, a pezzi, del patrimonio pubblico, che nel caso verrebbe effettuata specialmente tramite Cassa Depositi e Prestiti (più avanti CdP). Alla fine dell’articolo il Manifesto dà una speranza al lettore dicendo che CdP potrebbe essere anche però il veicolo per rilanciare investimenti pubblici e innescare una ripresa ed evitarci così lo strangolamento Europeo.
Io me lo auguro con tutto il cuore.
I FATTI:
La Cassa Depositi e Prestiti SPA la si può immaginare come la creazione di un magazzino, in cui man mano si è fatto confluire pezzi di Stato, che sarebbero stati più difficili da vendere singolarmente. Qui vedete le principali partecipazioni di CdP ma dietro alcune sigle fumose stanno beni immobilari pubblici, servizi pubblici e tante altre cose…
http://www.cassaddpp.it/chi-siamo/fatti-numeri/partecipazioni.html
Ora vendendo man mano le quote di questa Società si vende in pratica lo Stato, semplicemente.
Quando cioè la maggioranza, a forza di quote vendute, non ci fosse più, l’Italia allora non sarà più degli Italiani, per semplificare.
Uno degli strumenti che (a mio avviso) ci costringerà a vendere l’Italia sarà l’ European Redemption Fund o ERF, che:
1) Dovrebbe far confluire i debiti pubblici degli Stati dell’Eurozona, per la parte eccedente il 60% del debito/PIL, in un apposito fondo.
2) L’ERF è garantito dagli Stati Nazionali attraverso i loro asset pubblici e in più obbligatoriamente da una percentuale del gettito fiscale cioè delle tasse.
3) L’ERF poi, dovrebbe emettere a sua volta dei bonds europei a scadenza di 20, o massimo 25 anni. Questi li prenderanno degli investitori. Quindi l’Europa, anche se un pò impropriamente, si può pensare che emette in pratica delle ABS (asset backed securities) alla fin fine.
Siccome le garanzie reali sono degli Stati forse però gli Stati potevano studiarsi qualcosa anche senza la BCE, a dire il vero (ma questa è solo una mia malignità da truce e cattivo finanziario).
4) Comunque in questo periodo di 20-25 anni tutti gli Stati aderenti hanno l’obbligo di portare il proprio rapporto debito/PIL al 60%. A questo fine, senza dilungarmi, sono state implementate man mano misure e provvedimenti che in cambio di un pò di respiro (aiuti) ai Paesi, tramite EMS e tramite il cosiddetto piano Draghi http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-06/tutto-pianodraghi-punti-acquisto-215910.shtml?uuid=AbRY7SZG
di fatto li condizionano in pieno e li sottopongono al controllo di BCE e FMI sui conti e sul percorso di austerity, il quale percorso diventa di fatto con l’ERF ventennale.
Significa perdita totale della sovranità, anche fiscale. Quindi votate tranquilli a primavera, non conta.
5) L’ERF è un fondo a durata limitata, che deve essere completamente rimborsato dagli Stati membri alla fine della sua durata.
6) Calcolando che noi abbiamo circa 120% di debito/PIL e calcolando vent’anni si tratta di 3% circa all’anno da rimborsare (sui 50-60 miliardi all’anno, e considerata la dinamica, è anche ottimistico).
7) Date le ulteriori politiche di austerity che ne conseguono, dal lato aumento del PIL e quindi del gettito fiscale, non è prevedibile fare molta cassa, anzi.
8 ) Dal lato aumento tasse nemmeno, dato che sono già prossime a un limite oltre il quale l’aumento delle aliquote provocherebbe semmai una diminuzione di gettito (l’esperienza insegna che il contribuente che non ce la fa più, già che deve evadere allora lo fa per intero, non solo per la porzione di aumento). Inoltre, con un PIL in peggioramento date le politiche restrittive lo stesso gettito odierno è pure dubbio che possa essere mantenuto.
9) Resta verosimilmente quindi solo la dismissione graduale del patrimonio pubblico, a pezzi, per rimborsare l’ERF.
QUELLE CHE SEGUONO SONO SOLO MIE OPINIONI (cattive)
E’ questo il completamento, cioè la seconda puntata, della distruzione programmata dell’Italia in tre mosse, la prima essendo stata quella avviata nel 1992 con la distruzione del Sistema Paese fatto a suon di svendite
chiamate “privatizzazioni e liberalizzazioni” che non hanno liberalizzato un bel niente ma hanno invece distrutto settori strategici e portanti privatizzandoli (regalandoli) ad amici e parenti e mettendoli inoltre sotto un ombrello di capitali e obiettivi diversi dall’INTERESSE NAZIONALE e perciò distruggendone anche tutte le sinergie.
Con questo sistema si distrusse chimica, farmaceutica, cantieristica, nucleare, ricerca, parte di meccanica, telecomunicazioni ecc…e questo pure alla vigilia della corsa mondiale agli investimenti in Cina. In Cina non si poteva andare con imprese sparse ma solo con un Sistema Paese. In Cina si prendeva una Regione intera alla volta, grande anche come l’Italia, e gli si doveva dare tutto, dalle auto, alle lavatrici alle strade ecc…in genere formando joint-venture.
Noi eravamo perfettamente in grado con il sistema strategico nostro, in sintesi ENI IRI e FIAT, di fare questo, cioè di offrire un pacchetto completo.
Eravamo anzi, come prezzi, come aggressività e come capacità, i concorrenti più temibili. Smantellato il Sistema Paese noi siamo poi andati in Cina ma solo con qualche azienda singola a prenderci le briciole.
Successivamente, seconda mossa, siamo entrati (ci hanno costretto) nell’EUR che ci ha ammazzato la competitività sull’export (data dalla Lira), facendoci perdere quote di mercato progressivamente e procurandoci un deficit della bilancia commerciale di 6 o 700 miliardi, dove prima avevamo invece surplus che era una della nostre forze e inoltre minando anche le imprese locali non più difese da una valuta debole nei confronti dell’ingresso di concorrenti stranieri anche a valuta forte, come invece eravamo difesi prima dalla moneta debole. Infine come ciliegina sulla torta procurando un danno rilevante a un’altra fonte Italiana importante e cioè il turismo, sempre a causa di una valuta troppo forte, l’EUR, che ha reso meno conveniente venire in Italia a uno straniero, e inoltre ha pure reso conveniente agli Italiani andare all’estero invece che spendere qui, cosa che prima non gli conveniva con la Lira debole.
I due registi principali del 1992, il primo nell’ideare e provvedere la necessaria cornice giuridica (insieme a Guido Rossi) e cioè la creazione delle Fondazioni bancarie, la trasformazione in SPA di aziende pubbliche ecc..(anche sotto minaccia di arresto ai manager se non firmavano con la scusa, o lo scopo vero? della concomitante Tangentopoli, tra gli applausi da stadio del volgo estasiato per la “lotta” alla “cooorrrruzzzione”) e il secondo in qualità di liquidatore al Tesoro e cioè per tutti gli aspetti finanziari e i rapporti con gli advisors (JPM, Goldman Sachs, Morgan Stanley, UBS ecc…) furono rispettivamente Giuliano Amato (lobby) e Mario Draghi (cripto-lobby) con l’aiuto di Carlo Azeglio Ciampi (lobby) Governatore della Banca d’Italia fino al 1993 (svalutazione e cioè ulteriore sconto per gli acquirenti esteri) poi Presidente del Consiglio per il 1993 – 94 e poi Ministro del Tesoro dal 1996 al 1999.
Padri della Patria.
Amato e Draghi sono casualmente anche i registi odierni dello schema Cassa Depositi e Prestiti e dell’European Redemption Fund.
Amato poi oggi, per sicurezza, è anche incaricato della cosiddetta “spending review”
Quindi le conclusioni o meglio le speranze del Manifesto per le quali la CdP potrebbe essere la capofila di un rilancio pubblico, io spero di tutto cuore che si avverino, ma dato quanto esposto e considerati i protagonisti, non ci scommetterei l’argenteria di casa.
P.S. Il Redemption Fund e lo schema CdP sono questioni che, come si può evincere, potrebbero in ultima analisi riguardare l’essere un domani cittadini di uno Stato o una specie di ospiti di uno Stato a proprietà straniera.
Quindi sembrerebbe che le pagine dei giornali e i titoli della TV avrebbero dovuto assegnare un grande spazio, anche perchè queste cose datano un anno almeno come progettazione e prime messe in opera ed hanno comportato una serie di leggi, regolamenti e modificazioni.
Forse è solo una mia impressione ma se dici “condannato a 4 anni Berlusconi per le carezzine sul c…lo della Rudy” che per carità è importante, lo sanno tutti, se invece dici CdP poco niente.
Se poi dici Redemption Fund zero.
Se anche spieghi un pò, ti dicono “aaah sì…..vabbè……”
Però è proprio un bel nome eh “REDEMPTION”
Tutto si può dire degli Euroburocrati, meno che gli manchi l’ironia.
Mincuo
4.11.2012
Post ripreso dal forum, dove sono presenti numerosi altri commenti
N.B. leggere pure i commenti.
by DORF
e anche per i fans di grillo. leggere questo articolo. http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=11044
un commento dice cosi’ : Concordo sostanzialmente con la “facile” previsione di Orso. Ritengo comunque sperabile in caso di una sostanziale affermazione del M5S che lo stesso metta in campo figure come Bagnai, Galloni, Undiemi, Musu, Manfredi ecc… al fine di arginare per quanto possibile la deriva anticostituzionale e autoritaria del parlamento italiano e la ricollocazione dell’Italia e della sua sovranità all’interno dell’Europa (sempre che questa esista ancora).
io tra quei nomi ci anggiungerei anche un certo andrea mazzalai.
by DORF
DORF concordo, peccato che dopo non avrebbe più tanto tempo per scrivere i suoi meravigliosi articoli.
Vorrei fare un commento anche al tuo post precedente.
Credo che alla maggior parte della gente (o almeno a quella che conosco io !!!) non interessi molto chi è o chi sarà il “proprietario” dell’attuale patrimonio pubblico, se lo STATO ITALIANO (non parlo del governo e dei politici) è ormai impotente di fronte a qualsiasi attacco da parte degli avvoltoi mondiali vuol dire che ha “quello che si merita”, vuol dire che lo Stato Italiano è stato complice di quest’ultimi, vuol dire che è stato diretto da persone senza dignità e senza un obbiettovo comune e senza SENSO DELLO STATO…………..peggio per loro, se io fossi uno dei nuovi “padroni” licenzierei immediatamente persone del genere, sono innaffidabili e corruttibili.
Voglio precisare che IO non ho mai fatto parte dello STATO e mi sono semplicemente occupato degli affari miei, della mia famiglia e dei miei amici.
Auguro buona fortuna ai “nuovi padroni”.
Un saluto
SD
Roma, 6 nov. (TMNews) – Caduta ben peggiore del previsto a settembre degli ordinativi dell’industria in Germania: sono calati del 3,3 per cento rispetto al mese precedente, secondo i dati diffusi dal ministero dell’Economia tedesco. In media gli analisti si attendevano una contrazione limitata allo 0,5 per cento. A pesare è stato soprattutto il forte calo delle commesse per l’estero, diminuite del 4,5 per cento
Ahahahahahhh alla salute degli inutili idioti calvinisti!
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Temevo, come scrissi in altro blog, che la Merkel non fosse all’altzza del compito ma solo un utero su gambe. 😆
I fatti lo confermano.
Avanti un altro in Germania per il bene loro e pure nostro.