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SE SALTA L’EURO FAREMO LA SPESA CON LA CARRIOLA!

Scritto il alle 21:15 da icebergfinanza

I lettori di Icebergfinanza conoscono alla perfezione il significato di “debt deflation” sanno che in una depressione, nel bel mezzo di una dinamica di rientro generalizzato dal debito non vi è alcuna possibilità di assistere ad un ritorno dell’inflazione, iperinflazione e tantomeno alla leggendaria inflazione… galoppante o meglio gallodoppante di Giannino.

Per chi legge solo ora, l’ ancestrale sequestro del potere di acquisto dei percettori di reddito fisso attraverso l’aumento del costo dell’energia e degli alimentari è il modo con il quale dalla notte dei tempi i governi possono confiscare, segretamente e inosservati, una grossa parte della ricchezza dei loro cittadini.

Quindi non solo è il prodotto di questa crisi, come vi raccontano tanti menestrelli interessati che dimenticano di ricordarvi quanto è in realtà accaduto ai prezzi con il passaggio all’euro, manipolazione assecondata da governi compiacenti.

Devo ammettere che è stato divertente smontare empiricamente queste leggende metropolitane. Coraggio prima o poi l’inflazione arriva veramente ma senza galoppare!

Sono ormai cinque anni che sono tutti li ad aspettare Godot, sono tutti li a proporre l’inflazione come unico rimedio all’orgia di debito soprattutto privato e anche pubblico che circola nei mercati.

Abbiamo già smontato con i dati la leggenda metropolitana della svalutazione che stimola l’inflazione galoppante facendo riferimento a quanto accadde nel periodo successivo all’uscita dallo SME, abbiamo già condiviso l’idea del professor Monti che l’inflazione ci ha fatto bene  e quindi vi lascio con il professor Bagnai e il suo articolo dal titolo Quelli che: “faremo la spesa con la carriola” riportando solo alcuni passi per chi ha orecchie per intendere …

Cerchiamo di riportarci almeno un minimo di buon senso:

(1)  Tutti concordano sul fatto che si tornerà alle valute nazionali con un cambio uno a uno: un euro per una “nuova lira” (vedi Sapir, Bootle, ecc.). È la cosa più semplice e razionale da fare per facilitare la transizione e per evitare fregature come quella che ci siamo presa con il passaggio dalla lira all’euro (vedi oltre).

(2) Ci sarà una svalutazione, ovvio: usciamo proprio per non essere stritolati da un cambio troppo forte. Di quanto sarà? Le stime vanno da un 20% (Altomonte) a un 30% (Bootle).

(3) Come si calcola? Andando a vedere quanta competitività abbiamo perso rispetto al nostro principale partner commerciale (la Germania): il cambio nominale si muoverà per compensare questa perdita. Questo dice la teoria della parità dei poteri d’acquisto, che (giusta o sbagliata che sia) è quella cui fanno riferimento gli stessi mercati nel formulare le loro previsioni. È già successo. Fra 1992 e 1993 la svalutazione fu di circa il 20%, perché nei cinque anni precedenti, quelli seguiti all’ultimo riallineamento dello Sme (1987-91), l’inflazione italiana era stata in media di quattro punti più alta di quella tedesca: come da copione, il cambio recuperò con 5×4=20 punti di svalutazione.

(4) Sarà una catastrofe? No. Tanto per capirci, questo è più o meno l’ammontare della svalutazione che subì l’euro nel primo anno di vita (26.7% dal gennaio 1999 all’ottobre 2000). Attenzione: noi l’euro non lo avevamo ancora in tasca, ma già lo usavamo negli scambi internazionali, cioè per comprare i dollari necessari ad acquistare le materie prime (i cui prezzi erano in crescita). Qualcuno ricorda carriole in giro per le strade?

(5) L’inflazione aumenterà di 30 punti, arrivando al 33%! No, appunto. Il coefficiente di trasferimento della svalutazione sull’inflazione è di norma molto inferiore a uno. Nel 2000, nonostante l’euro si fosse svalutato di quasi il 30% dall’anno precedente, l’inflazione aumentò di un solo punto (dall’1.6% al 2.6%). Nel 1993 il tasso di inflazione addirittura diminuì di mezzo punto (dal 5% al 4.5%). E la sapete la cosa più divertente? Perfino il prof. Monti ammise che la svalutazione (di circa il 20%) ci aveva fatto bene!

Insomma: l’idea dell’on. Bersani che il giorno dopo la liberazione andremo a comprare il giornale con 2323 monete da una lira in tasca (al posto di 1,20€) è molto pittoresca. A noi piace ricordarlo così, con la sua eloquenza immaginifica e le sue maniche rimboccate, a ostentare pragmatismo. Se il governo farà il suo lavoro, ci si andrà con 1.20 nuove lire, che diventeranno 1.30 dopo un anno (contando che l’inflazione aumenti di 6 punti, ad esser pessimisti). Non mi pare una tragedia, rispetto al devastante cambio 1000 lire = 1 euro, che abbiamo subìto per la colpevole inerzia del governo Berlusconi. Proprio questa esperienza recente ci aiuterà a fare più attenzione.

Tanto per seminare un pò di consapevolezza, poi nessuno ha la sfera di cristallo, probabilmente nessuno conosce cosa veramente accadrà!

Appuntamento a domani… siamo in guerra non lo dimenticate!

 

 

14 commenti Commenta
sd
Scritto il 15 Agosto 2012 at 22:33

Lo sospettavo che l’economia fosse una “scienza sociale” e non avesse niente a che fare con altre scienze esatte e con la matematica.

Ditelo apertamente lo scopo di tutto questo !! senza peli sulla lingua. Volete il sangue dei popoli……….e sangue sia.

Un saluto…..e buona MONETA a VOI

SD

PORTELLO
Scritto il 15 Agosto 2012 at 23:43

torno a casa stasera, apro internet e come home page ho yahoo…
vedo questo valore della borsa italiana…
non mi ha fatto neanche tanta impressione…

staran facendo le prove?

sd
Scritto il 15 Agosto 2012 at 23:53

PORTELLO,

Si vede che è il suo valore reale, in fondo la maggior parte parte di loro producono un sacco di cose inutili.

luca.bongis
Scritto il 16 Agosto 2012 at 10:13

Penso sia vero non sappiamo assolutamente cosa succederà con un ritorno alla lira
ma di sicuro i nostri problemi resteranno gli stessi con questa classe politica….

giobbe8871
Scritto il 16 Agosto 2012 at 11:40

magari saltasse questo euro ! :mrgreen:

Ma volendo fare una previsione obiettiva, e tenendo conto del piano perfido e molesto dei Crucchi e della geopolitica, l’Oligarchia europea non fermerà l’EURO maledetto. 😈

giobbe8871
Scritto il 16 Agosto 2012 at 11:41

La Crande Germania perderebbe la sua enorme competitività se saltasse l’Euro 😉 😈

giobbe8871
Scritto il 16 Agosto 2012 at 11:43

e poi il Vaticano del papa tifa per una Crande Europa Cristiana, con una sola moneta…

principio di sussidiaretà

principio di sussidiaretà

principio di sussidiaretà :mrgreen:

ilcuculo
Scritto il 17 Agosto 2012 at 09:44

sd@finanza,

Producono un sacco di cose che anche TU direttamente o INDIRETTAMENTE usi tutti i giorni

Non sputare sempre e troppo nel piatto in cui COMUNQUE mangi tutti i giorni più volte al giorno.

Oppure vai a fare l’eremita, ma vero!

kry
Scritto il 17 Agosto 2012 at 10:28

ilcuculo@finanza,

Lentamente, purtroppo molto lentamente sto leggendo il libro di Andrea non ricordo a che pagina verresti smentito.

ilcuculo
Scritto il 17 Agosto 2012 at 14:58

kry@finanza,

Non credo che IL LIBRO vada citato … se hai un’opinione differente scrivila.

kry
Scritto il 18 Agosto 2012 at 10:38

ilcuculo@finanza,

Lo sai che non mi tiro indietro. Non ho scritto nessuna citazione del libro. Se non l’hai capito era un invito a leggerlo, e se l’avessi letto non avresti scritto come hai scritto in risposta a SD. Invece di invitare gli altri a fare l’eremita comincia con l’elencarmi le società quotate che producono qualcosa di veramente utile. Quando hai finito di fare l’elenco mi dici che percentuale ottieni. Se arrivi ad un 10% ed è essere ottimisti comprendi il senso di quello che ha detto SD. Aggiungo:Producono un sacco di cose che anche TU direttamente o INDIRETTAMENTE usi tutti i giorni—– USI oppure rimangono accatastate in ogni angolo della casa. Ciao.

ilcuculo
Scritto il 18 Agosto 2012 at 15:23

kry@finanza,

Ho letto il libro di Andrea, subito dopo la presentazione, e confermo quanto scrivo.

Il concetto di utilità è ovviamente soggettivo e non corrisponte a strettamente indispensabile o vitale.

Le cose migliori prodotte dall’uomo non stanno nella sfera dell’indispensabile,

Non vi stanno il Partenone , la Cappella Sistina, la musica di Mozart, la teoria della Relatività e lo sbarco sulla Luna.

Non vi stanno il Barbaresco , il Pinot Noir di Borgogna o il Torcolato dei Colli Berici.

Non vi stanno Tablet e Smartphone o gli altri gioielli tecnlogici che ci offrono possibilità di interazione e comunicazione impensabili pochi anni addietro.

Chi decide ? Tutti e ciascuno, anndate nei paesi in via di sviluppo e chiedete alle persone cosa desiderano.

Prendete la lista delle aziende dell’ S&P 500 e vedete quanto pervasive sono rispetto alle nostre vite.

kry
Scritto il 19 Agosto 2012 at 13:52

ilcuculo@finanza,

A me sta bene commentare e controcommentare e mi piace seguire una linea non saltare di qua e di là. Si è partiti dal dire che in borsa il valore è praticamente 0 per via di quello che di utile si produce e arriviamo a parlare di barbaresco e S&P 500 non mi riesce di seguirti,non mi piace complicare le cose. Comunque illuminami nel libro di andrea visto che confermi quanto scritto dove trovi quanto scritto “Producono un sacco di cose che anche TU direttamente o INDIRETTAMENTE usi tutti i giorni
Non sputare sempre e troppo nel piatto in cui COMUNQUE mangi tutti i giorni più volte al giorno.
Oppure vai a fare l’eremita, ma vero!” Ciao.

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