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L’AMERICA E LA SCOGLIERA FISCALE!
Abbiamo già visto insieme nell’ultima analisi dedicata cosa accadde in realtà nel 2007 quando all’improvviso dopo che nel terzo trimestre dello stesso anno la crescita sfiorò il 5 % l’America senza saperlo si ritrovò qualche semestre dopo in recessione, una recessione iniziata a dicembre del 2007 appunto.
Ma c’è tempo per le sorprese tutto il tempo necessario in un anno elettorale vero Ragazzi…
Uno studio pubblicato martedi dal Congressional Budget Office sussurra che l’era degli sgravi fiscali alla Bush sta per scadere e il programma automatico di tagli alla spesa probabilmente potrebbe accompagnare l’economia americana in una recessione, facendo un vero e proprio bush …nell’acqua.
The Congressional Budget Office report says that the economy would shrink by 1.3 percent in the first half of next year if the government is allowed to fall off this so-called “fiscal cliff” on Jan. 1 — and that the higher tax rates and more than $100 billion in automatic cuts to the Pentagon and domestic agencies are kept in place. http://www.businessweek.com/ap/2012-05/D9UU0J2G1.htm
Non male partire già in svantaggio di un punto virgola tre di PIL per un’economia che cresce mala pena tra l’1 e il 2 % ufficialmente ma che invece come vedremo in fase di revisione è già in recessione.
Il CBO prevede che l’economia si potrebbe contrarre del 1,3 per cento nella prima metà del 2013, il che soddisfa anche i palati fini con la definizione tradizionale di una recessione, che è quando l’economia si contrae per due trimestri consecutivi.
Poi aggiungono che dovrebbe rimbalzare del punto virgola e bla bla nella seconda parte dell’anno!
At issue is the full expiration of two rounds of major tax cuts enacted during the Bush administration and automatic spending cuts on the Pentagon and domestic programs that are scheduled to take effect as punishment for the failure of last year’s deficit “supercommittee” to produce a deficit-cutting agreement last year.
“You can call this a fiscal cliff. You can call it Taxmageddon as others have done,” said Sen. Orrin Hatch, R-Utah.
“Si può paragonare ad una scogliera fiscale. Si può chiamare Taxmageddon …”, ha detto il senatore Orrin Hatch, R-Utah.
“Whatever you call it, it will be a disaster for the middle class. And it will be a disaster for the small businesses that will be the engine of our economic recovery.”
“Qualunque cosa tu lo chiami, sarà un disastro per la classe media. E sarà un disastro per le piccole imprese che saranno il motore della nostra ripresa economica”.
Chissà perché si preoccupano tanto del 2013 gli americani, forse non sanno che sono già in recessione ma serve tempo per poterlo dire ci sono le elezioni, mica si può disturbare la grande illusione, i fessi e gli ingenui alla Facebook non sono un’eccezione ma la regola nella finanza!
Una dettagliata analisi su quanto sta accadendo ” Euro fu…siccome immobile!” è stata inviata a tutto coloro che hanno sostenuto questo viaggio e a disposizione di tutti coloro che vorranno liberamente sostenerci ora…Semplicemente GRAZIE!
Appunto … questo è il pericolo repubblicano! Andrea
E poi ci dicono che dovremmo prendere gli Usa a modello di politica fiscale…
Ora, va bene che qui in Italia siamo sommersi dalle tasse, ma alimentare una sperequazione fiscale come quella americana forse sarebbe anche peggio.
Certo che l’americano medio, politicamente, è un semi-lobotomizzato; hanno una capacità di allucinante di bersi l’olio di ricino della propaganda lobbistica, apprezzandolo come fosse champagne.
E pure a “cazzimma”(come si dice dalle mie parti) sono messi male; il pacco che si sono fatti rifilare col collocamento di Facebook è roba da trattamento sanitario obbligatorio…http://lemieconsiderazioniinutili.blogspot.it/2012/05/facebook-e-follia-wall-street.html
Saluti
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Avevo scritto un commento articolatissimo ma non me lo ha fatto postare…
Dunqu esarò conciso:
Grazie all’ottimo servizio http://www.legistorm.com/memberdisclosure/49/Sen_Orrin_Hatch.html sono andato a vedermi le scansioni della dichiarazione dei redditi 2011 del Senatre Orrin Hatch.
Ebbene il Senatore Hatch, un Repubblicano 60enne, dichiara 16.381 USD di proventi quali Royalties e Speeches sui quali non paga tasse (sotto i minimi? immagino) poi:
1.096.000 USD in Fondi di investimento vari presso un conto USB (Swiss…) di Warton, NY sui quali non ha pagato tasse.
340.000 USD in azioni depositate presso un conto USB di Boston, MASS sul quale ha pagato 19.826 USD di tasse sui dividendi.
608.000 USD di investimenti gestiti vari (Blackrock, Hathaway, PIMCO etc..) su di un conto USB di Cambridge, MASS sui quali ha pagato 2047 USD di tasse (rivalutazioni del portafoglio).
153.000 USD di Life insurance (no tax)
Quota tra l’1 ed il 5% in 12 tra società di investimenti e studi legali (no tax, immagino che con la recessione abbianno dichiarao perdite)
IN CONCLUSIONE:
Il Senatore Hatch, coi suoi minuscoli redditi, il suo patrimonio oltre i 2 milioni di dollari e le partecipazioni in ben 12 società e studi legali paga 21.873 dollari di tasse all’anno (circa 17000 Euro come un impiegato in Italia!).
E parla di “TAXMAGEDDON”… (per forzza, ora paga pochissimo!!)
Sono questi i personaggi che NON bisogna stare a sentire.
Saluti.