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ITALIA: L’ANTICA VOGLIA DI FAR DA SE!
Mentre è in atto il sequestro delle Nazioni e del futuro delle Giovani Generazioni e giorno dopo giorno si cerca di smantellare lo stato sociale e iniettare il veleno dell’austerità e della crescita urlando che non esiste alternativa torna l’antica voglia di far da sè nel silenzio assordante della parte sana della società civile…
… la lezione della società italiana degli ultimi sessanta anni ci dice che non si fa sviluppo senza soggetti: le grandi imprese come il mondo del lavoro indipendente, i milioni di piccole imprese come lo Stato imprenditore, le centinaia di banche locali come la massa informe dei lavoratori sommersi; tutti questi soggetti, motivati dal primato della vitalità individuale, hanno fatto, in una grande avventura soggettuale, lo sviluppo italiano. Non è inutile ricordarlo, in una congiuntura stressata da decisioni economiche che slittano verso soggetti internazionali e di nuovo potere (i mercati finanziari, le grandi banche planetarie, i diversi organismi europei, il fiscal compact, il modello tedesco, ecc.) e che lentamente svuotano le sovranità degli Stati nazionali, indirettamente riducendo le capacità di movimento dei soggetti economici e sociali operanti al loro interno.
E imponendoci rigore e recessione, cui un giorno o l’altro dovremo reagire, nella convinzione che il nostro futuro può venire solo da un recupero di vitalità soggettuale interna. A qualcuno rischia di apparire patetico questo riferimento ai soggetti nostrani, spesso anche piccoli, nel periodo in cui la sovranità economica passa a soggetti grandi e planetari; ma siccome è sicuro che questi ultimi non saranno i protagonisti attivi del nostro sviluppo (magari lo saranno del nostro impoverimento), dobbiamo far conto sui soggetti che abbiamo, con un impegnativo sforzo volto a rilanciarli in quantità e rinnovandoli in qualità rispetto alle loro odierne indubbie debolezze.
(…) girando l’Italia, si trova ancora vitale quella antica voglia di far da sé che ha innescato quattro decenni di sviluppo e che oggi è facile ritrovare nella aggressività delle piccole imprese che esportano, nelle tantissime sfide competitive nel cosiddetto made in Italy, nelle crescenti avventure imprenditoriali degli immigrati, nelle costanti vocazioni a fare lavoro autonomo, nella sempre più ampia propensione a tentare la strada di inserirsi nelle vecchie e nuove professioni.
Qualche banchiere d’affari internazionale potrà ironizzare su questi tanti soggetti che oggi caratterizzano il nostro sistema, paragonandoli ai mussoliniani otto milioni di baionette con cui tentammo di combattere sistemi di grande potenza industriale; ma a quell’ironia si può rispondere richiamando la fiducia che Luigi Einaudi (fra l’altro primo esponente del rigore nell’Italia democratica, oltre che grande liberale e liberista) aveva nella «virtuosa presenza di artigiani, di coltivatori di poderi, di piccoli e medi imprenditori, con la loro quotidiana fatica e la loro spontaneità del rischio»; una fiducia che è stata ampiamente ripagata da qualche decennio di sviluppo del Paese; e che è utile coltivare oggi per non doversi rassegnare ad un futuro di eterodirezione e di sudditanza a nuove sovranità senza motivazioni e controlli collettivi.
“L’ANTICA VOGLIA DI FAR DA SÉ” di GIUSEPPE DE RITA dal Corriere della Sera del 28 aprile 2012
… in attesa che la Consapevolezza generi risorse e alternative reali accompagnate da una rinascita sociale che contribuisca ad disinfestare questo Paese dai parassiti che lo infesta anche se sarà un’impresa ardua, un’opera di bonifica permamente.
Nel frattempo è in preparazione un’analisi dettagliata sulle prospettive tecniche e macroeconomiche per i prossimi mesi dedicata ai recenti sostenitori di Icebergfinanza e a coloro che vorranno contribuire liberamente cliccando qui sopra…
…dal titolo “MAGGIO 2012 ” EURO FU. SICCOME IMMOBILE ”
Semplicemente GRAZIE per il tuo libero sostegno all’informazione indipendente!
La storia del successo del genio industriale italico è costellata di piccoli artigiani che, grazie al loro talento, hanno messo su grandi aziende.
Ma hanno potuto farlo anche grazie ad un sistema creditizio che in passato credeva e scommetteva su di loro. Poi è arrivata la finanza…
Leonardo Del Vecchio, patron di Luxottica, e grande vecchio dell’industria italiana, ha sparato a zero sul sistema finanziario e bancario italiano. E lo ha fatto mentre sbatteva la porta dimettendosi dal consiglio direttivo di Generali: http://lemieconsiderazioniinutili.blogspot.it/2012/05/se-lo-dice-luiovvero-del-vecchio-docet.html
Saluti
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Bell’articolo Capitano Andrea.
Visto che anch’io faccio parte della categoria degli Artigiani mi piacerebbe dire a “questo famoso” banchiere internazionale che io non stò combattendo nessuna guerra ma semplicemente che “mi faccio gli affari miei” senza disturbare nè sfruttare nessuno.
Oppure chissà che noi micro e piccoli imprenditori gli siamo così tanto antipatici perchè con noi non guadagna abbastanza, chissà !!!
SD