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UNGHERIA: ALLA FIERA DELL’EST…GLI SCHIAVI DEL DEBITO!
Come ho scritto più volte in epoca non sospetta è affascinante osservare come il mercato si sia completamente disinteressato delle dinamiche che riguardano i Paesi dell’Est Europeo, dove…per due soldi un intero mercato potrebbe crollare!
Dopo le notizie delle ultime settimane relative alla richiesta di aiuto dell’Ungheria al Fondo Monetario Internazionale e alla decisione del premier ungherese Orban di dare sollievo ad oltre un milione di propri concittadini divenuti ormai “Schiavi del debito” facendo subire potenziali perdite per oltre 900 miliardi alle banche coinvolte ieri Bloomberg ha aggiornato quello che potrebbe accadere nelle prossime settimane alla fiera dell’Est europeo.
Peter Akos Bod, now an economics professor at Corvinus University in Budapest, was given a choice of mortgages by his bank. The 60 year-old could select a loan in Hungary’s currency, the forint, at 13 percent interest, or one in Swiss francs at less than 6 percent. After crunching the numbers on a spreadsheet, he picked the cheaper franc loan.
“It was rational,” he said of his 2008 decision in an interview in the Hungarian capital. “I put it into a model.”
Three years later, Bod and about one million compatriots who took mortgages in francs are faced with a debt pile that has swelled to 4.9 trillion forint ($22 billion). The currency’s 40 percent slump against the franc has raised repayment costs, pushing mortgage arrears to a two-decade high and prompting Prime Minister Viktor Orban’s government to brand the loans“debt slavery.”
A Peter Akos Bod, ora professore di economia presso l’Università Corvinus di
Budapest, è stata data la possibilità di scegliere tra due opzioni diverse dalla sua banca.
Sottoscrivere un prestito in fiorini ungheresi al tasso di interesse del 13 % o uno in franchi svizzeri ad un meno oneroso 6 % … Due numeri su un foglio e ha scelto il mutuo più conveniente ovvero quello in franchi svizzeri.
“E ‘stata una decisione razionale”, ha detto Bod a proposito della sua decisione del 2008 in un’intervista nella capitale ungherese. “Ho messo il tutto in un modello.”
Tre anni più tardi Bod e circa un milioni di suoi connazionali si ritrovano con un debito che è salito sino a 4,.900 miliardi di fiorini ( 22 miliardi di dollari ) Il crollo del 40 per cento della valuta nazionale nei confronti del franco ha reso più oneroso il rimborso spingendo gli arretrati e le insolvenze al maggior numero da due decenni a questa parte al punto tale di spingere il primo ministro Viktor Orban a definire i suoi concittadini ” schiavi del debito”
In prima linea sul fronte ungherese vi sono le banche austriache disponibili ad accollarsi oltre 2 miliardi di perdite solo se il governo non imporrà ulteriori obblighi nel prossimo futuro. Il rischio è che le banche occidentali abbandonino l’Ungheria visto il credit crunch in atto in Europa, una situazione che farebbe collassare l’intero sistema finanziario ungherese dipendente in tutto e per tutto nelle linea di credito a breve termine.
Unicredit, Banca Intesa e Bayern LB controllano le maggiori banche del Paese anche se il rischio maggiore riguarda l’ Austria le cui banche hanno fornito circa 42 miliardi di dollari ai mutuatari ungheresi, seguite da quelle italiane con 23 miliardi e quelle tedesche con 21 miliardi. La tripla A austriaca è a rischio se le banche dovessero essere ricapitalizzate con i soldi dei contribuenti austriaci, come è naturale nella socializzazione delle perdite attuale.
Le dinamiche del debito negli altri Paesi dell’Est sono leggermente differenti ma prima o poi sentiremo nuovamente parlare di questa fiera dell’Est dove per due soldi il sogno immobiliare è stato comprato…incartato nell’ennesima illusione di questa immensa orgia del debito!
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Hai ragione da vendere. Il problema vero infatti è proprio questo. Non è tanto il denaro in sè che è stato buttato ma quello che si sarebbe potuto fare se fosse stato speso decentemente. D’altra parte è lo stesso un mondo dove il paese paladino della libertà mondiale spende ogni 650 miliardi di dollari per mantenere le proprie armate quando stime FAO raccontano che con 30 miliardi l’anno x 10 anni si elimina gran parte della povertà mondiale. Se l’inferno di Dante esiste x davvero deve essere un posto molto spazioso x metterci dentro tutti quelli che lo meritano.
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Peccato che quando si va da Unicredit a chiedere un finanziamento sul fotovoltaico non hanno nulla di interessante da proporti. Ora da quel che si puo dedurre è incagliata per 10 miliardi di €, fosse stata disponibile in Italia tale cifra tra IVA, lavoro e risparmio futuro di importazioni petrolifere sarebbe una goccia di speranza in più. Ringraziamo gli incapaci e avanti purtroppo così.