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PANICO ALLA FED: POWELL “NO GUTS” “NO SENSE”
Oggi poche novità, in quanto ieri c’è stata la solita riunione della Federal Reserve, dove tra un rinfresco da qualche milione di dollari, si è discusso come sempre del nulla, l’inutilità di una banca centrale…
Fed cuts interest rates one-quarter point https://t.co/QR8PUKxCyR
— MarketWatch (@MarketWatch) September 18, 2019
Partiamo da quello che accadrà realmente, ovvero visto che Powell ha dichiarato che la Fed non prevede di utilizzare tassi negativi, ora abbiamo la matematica certezza che ciò accadrà, in quanto empiricamente è sempre successo il contrario di quello che la Fed dichiara…
Jerome Powell said he doesn’t think the Federal Reserve will look at using negative rates https://t.co/aulpZM2nFt
— Bloomberg (@business) September 18, 2019
O forse ha ragione, in quanto verrà licenziato prima di vedere i tassi in negativo!
Jay Powell and the Federal Reserve Fail Again. No “guts,” no sense, no vision! A terrible communicator!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) September 18, 2019
Jay Powell e la Federal Reserve falliscono di nuovo. Niente “fegato”, nessun senso, nessuna visione! Un comunicatore terribile!
Infatti quando si è trattato di spiegare quello che è successo l’altro ieri alla Fed di New York, sembrava insicuro, quasi spaesato nel raccontare l’episodio.
La Fed versa 53,2 miliardi nel mercato per evitare una crisi di liquidità. E domani decide su tassi e nuovo Qe – Business Insider Italia https://t.co/9PZbRmCtte
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) September 18, 2019
Ne abbiamo già scritto due giorni fa, ma qui avete una rapida sintesi per chi non ha ancora capito cosa è in realtà successo…
E il rischio di una nuova Lehman, seppur in sedicesimi, proprio in contemporanea con la comunicazione relativa ai tassi di interesse e alla politica monetaria sarebbe stato davvero troppo. Soprattutto per Donald Trump.
Ma qualcuno, almeno nelle ricostruzioni degli insiders, ci aveva ripensato, ritenendo quella mossa di intervento alla stregua dell’invio di un pessimo segnale politico ai mercati: l’asta della Fed di New York, infatti, era prevista fra le 9.30 e le 9.45 del mattino negli Usa ma quando mancavano pochi minuti, ecco apparire un comunicato. Rinviata a causa di motivi tecnici. I quali, esattamente come quelli che paiono aver colpito le infrastrutture petrolifere saudite, sono stati però risolti nell’arco di cinque minuti, quando le discussioni frenetiche in seno alla Federal Reserve sul da farsi sono state sovrastate dai sospiri di paura che giungevano da Wall Street.
Peccato che l’asta sia andata davvero male, qualcosa non ha funzionato e qualcuno sembra rimasto chiuso fuori dalla porta…
A fronte di un'operazione iniziale per 53 miliardi le richieste sono state di 80,05 miliardi di dollari ovvero 5 miliardi in più rispetto al tetto di 75 miliardi proposto. In parole povere qualcuno è rimasto senza liquidità oggi! https://t.co/6sEnoSdaUW
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) September 18, 2019
Ma torniamo a noi, prima o poi qualcuno si pentirà della fiducia nelle banche centrali.
Ieri ben tre governatori non hanno approvato il taglio dei tassi, solo che uno, che probabilmente sarà il prossimo governatore della Fed al posto di Powell, Bullard voleva un taglio ancora più grande di 50 bp. Per il Qe tutto rinviato.
Nel frattempo sono stati ridotti i tassi di interesse che vengono pagati alle banche sulle riserve in eccesso, si è rafforzata la spesa delle famiglie, ovviamente a debito, gli investimenti delle imprese si sono indeboliti e le esportazioni sono sensibilmente scese.
Secondo le previsioni dei governatori della Fed nel 2019 non ci saranno più tagli dei tassi, noi invece vi consigliamo di prevedere nuovi ribassi dei tassi anche nel 2019, chi ha orecchie per intendere, intenda.
Siccome a noi non piace mai parlare tanto per parlare, vi facciamo vedere grazie a Mike Shedlock, quali erano le previsioni della Fed sui tassi alla fine del 2017, peraltro le previsioni di molti se non di tutti, tranne noi che abbiamo previsto in maniera puntuale cosa sarebbe successo…
Tassi addirittura al 4 % per due governatori, molti altri intorno al 3 e ora siamo in caduta libera verso lo ZERO!
Non torno sull’argomento dell’intervento straordinario della Fed di New York, perchè ormai solo gli ingenui non hanno capito cosa è successo.
Dimenticavo! se qualcuno spera in un accordo ad ottobre, auguri…
Guerra commerciale: Trump attacca ancora, la Cina risponde – https://t.co/NKyIKDnW1l
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) September 18, 2019
Per quanto riguarda noi, buone notizie sia dal dollaro che dai tesorucci, buona reazione alle decisioni di ieri ma non siamo ancora pronti per fare l’ultimo spettacolare balzo. Nel fine settimana in “Machiavelli: La fortuna aiuta gli audaci.” vi racconteremo per filo e per segno per quale motivo, il mercato toro obbligazionario americano è solo all’inizio.