TRUMP: CACCIA AL DOLLARO!
Gli amici di Icebergfinanza mi scuseranno se sottolineo che questi tempi assomigliano in maniera incredibile a quelli vissuti a cavallo tra il 2007 e il 2007, sono tempi interessanti, decisamente affascinanti anche se nascondono cattivi presagi.
Nel fine settimana, Donald Trump si è dimostrato per l’ennesima volta noioso e ripetitivo, vuole un dollaro debole, ma è nervoso perchè non ci riesce…
Trump contro la Fed: "Dollaro troppo forte, danneggiato l'export" #trump https://t.co/14mfpsCJVr pic.twitter.com/DVBm51oxVI
— Tgcom24 (@MediasetTgcom24) March 3, 2019
Donald Trump ha rinnovato le critiche al presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, affermando che la severa politica monetaria della banca centrale Usa sta contribuendo a un dollaro forte danneggiando la competitività, soprattutto nell’export. “Abbiamo alla Fed un signore a cui piace un dollaro molto forte. Io voglio un dollaro forte ma non così forte che ci renda proibitivo trattare con altre nazioni”, ha detto il presidente americano.
C’è davvero tanta ignoranza in queste parole, il dollaro ora è il vostro problema e ve lo dovete tenere così forte per tanto tempo ancora. Direi che questo più o meno è la sesta volta che Trump chiede un dollaro debole, ma nessuno lo ascolta.
“,,, abbiamo un gentiluomo che ama aumentare i tassi di interesse nella Fed, abbiamo un signore che ama il restringimento quantitativo nella Fed, abbiamo un signore che ama un dollaro molto forte nella Fed”.
Un inizio di settimana senza alcuna sensibile variazione, nessuno lo prende più sul serio.
Nel frattempo ci sta provando l’economia americana a dare una mano, le previsioni per il primo trimestre sono davvero pessime, vediamo cosa succede nei prossimi mesi…
Partire addirittura dallo ZERO virgola TRE non è un gran ben risultato, i dati di venerdì fanno venire i brividi.
Le spese personali sono diminuite di 71,3 miliardi di dollari a dicembre. Il risparmio personale è salito a 1,21 miliardi di dollari e il tasso di risparmio personale, il risparmio personale in percentuale del reddito personale disponibile, è stato del 7,6 percento.Il reddito personale è diminuito di 23,8 miliardi a gennaio. Il reddito personale disponibile è diminuito di 35,1 miliardi
Ma davvero c’è ancor in giro qualche ingenuo disposto a credere che i dati di dicembre siano un errore statistico?
L’indice manifatturiero prosegue la sua dinamica di decellerazione…
In settimana, nuova serie di dati macroeconomici in arrivo dall’America, il più importante l’occupazione o meglio quello che vogliono far credere, visto che sette milioni di americani non onorano più le rate delle loro auto e la Fed si chiede come è possibile, vista la piena occupazione.
In Europa le cose non vanno molto meglio, tre anni fa Mario Draghi iniziava ad immettere la bellezza di oltre 2500 miliardi di euro nei bilanci della banche, per sostenere l’inflazione.
Il risultato? Un fallimento completo, l’inflazione core dopo tre anni è al punto di partenza, non si è mossa di un millimetro.
Ovviamente siamo di nuovo vicini ad un accordo con la Cina…
Trump and Xi are close to a new US and China trade deal: report https://t.co/0OzYzn0Ryw pic.twitter.com/BmM1SsJkdr
— New York Post (@nypost) March 3, 2019
“Ho appena chiesto alla Cina di rimuovere immediatamente tutte le tariffe sui nostri prodotti agricoli (inclusa la carne bovina e suina) in base al fatto che ci stiamo avanzando bene con le discussioni commerciali e non ho aumentato la loro seconda tranche di tariffe al 25% il primo marzo. Questo è molto importante per i nostri grandi agricoltori, e per me!”, ha twittato il Tycoon.
Nel frattempo nell’America reale continuano le procedure fallimentari delle catene di rivenditori retail e l’esposizione al commercial real estate diventa sempre più incandescente.
Ci fermiamo qui, settimana davvero interessante il bello deve ancora arrivare!
@ Madmax 4 Marzo 16:18
Ciò che affermi a proposito di CEMENTO e ACCIAIO utilizzati in quantità gigantesche in China negli ultimi 10anni è assolutamente vero, peccato che sono serviti solo ad alimentare il più GRANDE PROBLEMA cui la Pboc e i vertici statali si ritrovano a che fare : l’enorme bolla immobiliare del paese, che si riassume in “alcune decine di milioni di unità abitative terminate ma completamente vuote, senza acquirente ne occupante” (il dato è al 2018, confermato da un rapporto del “China Household Finance Survey ” secondo il quale “più di 50 milioni di unità abitative sono completamente inutilizzate”); nel settore immobiliare, si tratta del fattore più ingente a livello mondiale, beh i cinesi sono numerosi e quando decidono di farle, LE COSE LE FANNO IN GRANDE indubbiamente; secondo il prof. il professor Gan Li (che si è occupato della ricerca e della stesura del rapporto finale): “Non esiste nessun’altra nazione al mondo con un tasso di immobili vuoti come quello cinese. Se dovesse emergere un qualsiasi incidente nel mercato immobiliare, le case che verranno scaricate colpiranno la Cina come un’inondazione“…
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Per quanto forte urli in vento (Trump) la montagna (Cina) non puo’ inchinarsi!!!
Ahahah ha un bel da twittare il Trumpusconi, ma forse non ha ancora capito le dimensioni della Cina e la sua produzione indistriale. Nel 2018 la Cina da sola ha prodotto piu’ acciaio che il resto del mondo messo assieme, stessa cosa per il cemento! In soli 3 anni dal 2011 al 2013 la Cina ha usato 6.6 Giga ton di cemento mentre gli US dal 1901 al 2000 (in 100 anni) ne hanno usati soltanto 4.4 Giga ton. Basta per far capire le dimensioni della nazione???
Gli US sono un paese ormai alla canna del gas sia economicamente sia militarmente (la Siria e’ l’ultimo fallimento in quanto Assad e’ rimasto).
Lunga vita al secolo del Dragone! Con tutto quanto portera’ al mondo!