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GRECIA: UNA BALLA TIRA L’ALTRA!
La settimana scorsa ho ricevuto la lettera di un lettore che vive in Grecia in quale mi suggeriva di dare un’occhiata alle balle che recentemente i media europei e soprattutto tedeschi raccontano a proposito del suo Paese.
Una premessa fondamentale! Dopo gli ultimi rilasci dei bilanci delle grandi banche europee sarà interessante osservare quanti aderiranno volontariamente allo swap proposto della Grecia in quanto in mancanza di un determinato numero di adesioni la forzatura ovvero l’obbligo ad accettare tali perdite configurerà il default tecnico e quindi tutti i CDS in circolazione dovranno essere onorati e statene pur certi hedge fund e company non mancheranno di passare alla cassa e chissenefrega della Grecia e della sua gente!
Sembrerebbe che in Grecia la media degli impiegati statali sia vicina a quella europea intorno al 14/15 % e che in realtà questo popolo sia vittima di un manipolo di avidi politici e finanzieri che ha prosciugato le casse dello Stato con transazioni di armi e poltiche di spesa pubblica demenziale come nel caso delle Olimpiadi di Atene o in quello dello scandalo Siemens che ha coinvolto anche la nostra Enelgreenpower.
La pratica allegra di seminare corruzione in mezzo mondo messa in atto da alcuni dirigenti Siemens secondo le indagini dei pubblici ministeri tedeschi, briciole per oltre 1,3 miliardi di euro che servivano per lubrificare amministratori pubblici e privati con fittizi contratti di consulenza e fondi neri a iosa!
(ANSA) – ATENE, 10 GIU – Il direttore esecutivo della Siemens greca, Dionisio Dendrinos, è stato arrestato nell’ambito di un caso di corruzione che sta facendo tremare la politica greca. L’arresto di Dendrinos, avvenuto ieri sera, fa seguito a quello di altri due dirigenti della società e ad un mandato d’arresto internazionale contro Mikhalis Crithoforakos, presidente della filiale greca della Siemens, che avrebbe pagato per anni tangenti per ottenere contratti e appalti. Un mandato d’arresto è stato spiccato anche contro il dirigente finanziario della Siemens, Christos Karavellas, mentre indagati sono anche membri della sua famiglia. Sia Crithoforakos che Karavellas si troverebbero in Germania. L’inchiesta della magistratura riguarda tangenti che sarebbero state pagate dall’impresa tedesca a politici greci nel corso di diversi anni e in particolare per i sistemi di sicurezza delle Olimpiadi del 2004. Lo scandalo coinvolgerebbe sia esponenti del partito socialista di opposizione Pasok, quando era al governo, che dell’attuale partito di maggioranza del premier Costas Karamanlis (ND). Il Pasok ha chiesto un’indagine parlamentare sul caso Siemens, respinta da Karamanlis che vuole prima attendere la fine dell’inchiesta giudiziaria. (ANSA).
Sul Di Zeit abbiamo visto come tra sottomoarini e carri armati tedeschi e fregate francesi la Grecia si sia data alla pazza gioia in questi anni, neanche vi fosse all’orizzonte il rischio di un’invasione tedesca come avvenne durante la seconda guerra mondiale.
Non è affascinante uno stato sull’orlo del default avvia un programma di riarmo e modernizzazione massiccio per miliardi di euro! Altro che aiuto alla Grecia, i 130 miliardi sono una partita di giro contabile magari da rendere più sostanziosa con un massacro e stupro fiscale sulla popolazione!
Magari aggiungendovi qualche elicottero e un programma di sviluppo atomico si riesce a rimborsare l’elemosina tedesca e francese di questi ultimi anni, decisamente subprime!
E sapete chi è il maggiore acquirente di armi dalla Germania e dalla Francia?
Tenetevi forte il Portogallo come ci racconta il sempre puntuale Die Zeit via Voci dalla Germania
Ma andiamo oltre e ascoltate cosa ci racconta Alberto Bagnai titolare del blog GOOFYNOMICS professore associato di politica economica presso il Dipartimento di Economia dell’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara che vi consiglio di seguire nei prossimi mesi…
” Raccolgo lo stimolo di ecodellarete e vi propongo i dati sul rapporto fra occupati pubblici e popolazione attiva totale. Non sono dati esoterici: non c’è nulla di più disponibile al pubblico e noto agli economisti (quindi chi non li conosce non è un economista). La popolazione attiva viene dal sito dell’OCSE, sezione Labour – Labour force statistics – Annual labour force statistics. I dati sugli occupati pubblici non vengono dal sito dell’OCSE, che ritiene di non dover fornire questo trascurabile dettaglio. Del resto, si sa, lo Stato è una cosa brutta, una cosa di cui vergognarsi, per cui capisco che al Bois de
Boulogne (sede dell’OCSE a Parigi), confinando col XVI (il quartiere dei ricchi), siano restii dal menzionare questa turpe parola. Però c’è il sito dell’ILO, dove cercando
nelle Statistics by topic (in alto a sinistra) vi viene fornito accesso anche allo spettacolo esecrando di questa torma di cavallette, di parassiti, di nemici del genere umano che sono (che siamo) i dipendenti pubblici.
I grafici riportano i dati medi sul campione 2000-2009, il periodo di gestazione della crisi, e si commentano da sé.Il primo grafico rappresenta l’incidenza sulla popolazione attiva dei dipendenti pubblici in senso stretto (general government employment):
mentre il secondo considera quello che una volta si chiamava (e forse ancora si chiama) il settore pubblico allargato (public sector), cioè comprende anche i dipendenti delle imprese di proprietà pubblica(il dato manca per Austria e Portogallo)
Ah, perché voi credevate che in Grecia il problema fosse la spesa pubblica assistenziale fatta per mantenere una torma di dipendenti pubblici fannulloni, che in più quando escono dall’ufficio trovano il sole e a casa hanno tutti (tutti?) la piscina? (mentre noi tedeschi produttivi troviamo solo nebbia e ghiaccio).
Ah, voi credevate… Be’, certo, ve l’avrà detto l’uccellino, il solito uccellino liberista, magari ve l’avrà detto il presidente della società Adam Smith. Chi è? Non lo so. Anzi, credo che non lo sappia nessuno. Ma le cose stanno in un modo un po’ diverso. Se consideriamo il settore pubblico in senso stretto (amministrazioni centrali, amministrazioni locali e enti previdenziali) la Grecia ha di gran lunga l’incidenza più bassa. E se invece consideriamo il settore pubblico allargato, il quadro cambia, ma la situazione greca, sulla media del decennio, rimane sempre migliore di quella di Belgio, Finlandia, Francia e Olanda. Che sono tutti fra i primi della classe.
E qual è la differenza più grande fra i due grafici? Bravi, esatto, la posizione della Grecia. Vedete? Quando consideriamo anche le imprese pubbliche, il dato cresce molto in Grecia e poco altrove. Diciamo che in termini di occupazione le imprese di proprietà
pubblica contano per un 12% della popolazione attiva in Grecia, contro una media
del 4% negli altri paesi. Ma… se ci sono tante imprese pubbliche… daje a privatizza’, no? Chiaro il concetto? Dice: ma perché stanno spaccando le ossa alla Grecia? Ma è chiaro! Perché gli stati periferici sono come i granchi: per arrivare alla polpa devi rompere il guscio. E guardate un po’ dov’è più alto il rapporto? Sorpresa sorpresina… Ma è chiaro: il modello scandinavo prevede uno stato sociale forte, diciamo pure pletorico, quindi qualcuno ci dovrà lavorare. Guardando il grafico credo capiate perché questi nostri fratelli nell’euro stanno diventando così critici verso la moneta unica, e perché dall’alto del suo 24% di dipendenti pubblici questo popolo che tanto ha dato alla cultura europea, questo esportatore netto di zanzare, telefonini e forza lavoro specializzata (vedi sotto), voleva imporre alla Grecia il pignoramento del Partenone (suscitando lo sdegno del prof. Santarelli). E credo infine capiate perché la protagonista femminile delle Memorie del sottosuolo è finlandese (sono lontano dai miei libri, non posso verificare, ma mi pare fosse proprio così). Una brava ragazza, ricorderete, che stava solo facendo il suo lavoro. Quello di finlandese.
Grande professor Bagnai, finalmente qualcuno che viene a darmi man forte per smascherare questo manipolo di iperliberisti falliti che sta dominando la scena mediatica anche nel nostro Paese! Preparatevi un giorno vi privatizzeranno anche l’ARIA!
Nel fine settimana è stata spedita la nuova analisi dal titolo “STRONG BUY ITALIA” un viaggio nell’Italia che verrà, osservando le dinamiche che ci attendono nelle prossime settimane per gettare le basi per i prossimi anni.
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Si Paolo ma non c’e consapevolezza e quando c’e ognuno la tiene per se …vista la mancanza di commenti a questo post! Andrea
Hai Ragione Andrea.. inoltre il buco informativo-mediatico sulla grecia è enorme … lo si vede leggendo anche gli altri blog..
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Semplicemente incredibile… non si finisce di stupirsi… grazie per questi approfondimenti…