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ESCALATION TRADE WAR!

Scritto il alle 07:38 da icebergfinanza

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Come abbiamo scritto recentemente, detto e fatto, la guerra commerciale è in piena escalation…

A breve vedremo per quale motivo non c’è alcuna speranza che il finto accordo tra Trump e il barcollante Juncker, vada in porto…

La risposta cinese non si è fatta attendere…

Gli Stati Uniti non solo non riusciranno a raggiungere il loro obiettivo, ma raccoglieranno ciò che hanno seminato, ha detto giovedì il consigliere di stato e ministro degli esteri    in risposta all’ultima minacci adi Washington…

Giusto per avere un’idea di come la stupidità umana sta per riportare il passato in ague, la risposta americana è altrettanto immediata, per mano di quello che, insieme a Navarro, verrà ricordata come la nuova coppia Smoot – Hawley…

. : “la ragione per l’inizio del”applicazione dei dazi è stata quella di convincere i cinesi a modificare il loro comportamento. Invece, si sono vendicati. Così il presidente ora ritiene che sia potenzialmente tempo di mettere più pressione  per modificare il loro comportamento. “

Ma per la CIna,  tattica del bastone e della carota  non funziona...

In una call organizzata dall’Office of the United States Trade Representative (Ustr), funzionari Usa di alto livello hanno spiegato che la “comunicazione resta aperta” sull’asse Washington-Pechino ma non sono previsti spicifici round di discussioni. Gli Usa stanno cercando di capire “quali strumenti appropriati usare per fare cambiare alla Cina il suo comportamento” in campo commerciale, giudicato “terribile e ingiusto”.

Stando a Lighthizer, gli Usa “sono stati molto chiari sui cambiamenti specifici che la Cina dovrebbe compiere. Purtroppo, invece che cambiare il suo comportamento deleterio, la Cina ha compiuto ritorsioni illegali contro i lavoratori, gli agricoltori e le aziende americane”. Il riferimento è ai dazi fatti scattare il 6 luglio scorso da Pechino su una serie di prodotti Made in Usa, tra cui la soia. Quelle tariffe doganali però sono state una risposta ai dazi del 25% introdotti in quel giorno da Washington su prodotti tecnologici cinesi per 34 miliardi. In quel contesto ne sono rimasti in ballo altri per 16 miliardi, “ancora oggetto di analisi”, ha spiegato una fonte Usa.

L’incremento al 25% dal 10% dei dazi su import cinese per 200 miliardi, ha concluso Lighthizer, “è pensato per dare all’amministrazione opzioni addizionali per incoraggiare la Cina a modificare le sue politiche e il suo comportamento lesivi e ad adottare politiche che portino a mercati più giusti e alla prosperità per tutti i nostri cittadini”. Peccato che solo poche ore prima Pechino avesse chiarito che “il pressing e le minacce” Usa non sono affatto gradite. Poi il governo cinese ha ribadito il concetto: “La Cina è totalmente pronta e dovrà compiere ritorsioni per difendere la dignità della nazione e gli interessi della popolazione, il libero commercio e il sistema multilaterale oltre che difendere gli interessi comuni di tutti i Paesi”, ha detto in una nota il ministro cinese del Commercio. Per lui, “la tattica del bastone e della carota non funziona”.

Dove può spingersi oggi l’illusione americana, quali beni o servizi colpire ancora in un’escalation della guerra commerciale?

Intanto la Cina risponde affondando lo yuan che mette in ulteriore grave difficoltà i paesi emergenti come accadde nel 2015 e il dollaro torna sotto quota 1.16 per l’ultimo definitivo affondo…

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Come scrive Mike Shedlock, la Cina ha tre modi per vendicarsi, può lasciare cadere ulteriormente lo yuan del 25 % compensando l’aumento dei dazi, limitare  ulteriormente la capacità delle aziende statunitensi di fare affari in Cina oppure interrompere le esportazioni di terre rare. Terre rare sono 17 minerali usati per fabbricare telefoni cellulari, auto ibride, armi, TV a schermo piatto, magneti, luci a vapori di mercurio e obiettivi per fotocamere.

L’opzione uno ha ovviamente rischi di fuga di capitali come accadde nel 2015 dalla Cina, ma i dazi pongono numerosi rischi anche agli Stati Uniti e all’economia globale.L’opzione tre viene discussa raramente, ma la Cina ha almeno l’80% del mercato globale dei preziosi minerali appena citati.

Ma non è finita, mentre i mercati dormono, in realtà Ross e il suo staff non credono all’accordo con l’Europa e intanto studiano il dossier auto…

https://twitter.com/KeywordsTrump/status/1023531111262109696

L’aumento dei dazi sui fagioli americani da parte dell’Europa in risposta alla guerra commerciale americana sull’acciaio ha già prodotto una vittima illustre…

Milano, 1 ago. (AWE/LaPresse) – L’Unione Europea ha aumentato del 283% le importazioni di soia statunitense duramente colpita dalle ritorsioni cinesi. Scattate dopo le prime misure adottate dagli Stati Uniti nei confronti del gigante orientale. E’ quanto afferma la Coldiretti nel rendere noti i dati del primo report della Commissione Europea. Da questo  si evidenzia che stanno già avvenendo le maggiori importazioni di soia dagli Usa previste dalla tregua sancita dall’incontro tra il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker e il presidente americano Donald Trump.

State sintonizzati e soprattutto come abbiamo scritto nel fine settimana insieme a Machiavelli, tenete d’occhio i Vostri portafogli, la guerra è appena iniziata e sembra che anche l’Araba Fenice se ne sia accorta…

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7 commenti Commenta
alexandersupertramp
Scritto il 3 Agosto 2018 at 17:07

E se fosse tutto un teatrino per raccogliere consensi in vista delle elezioni di mid-term di novembre?

embi
Scritto il 3 Agosto 2018 at 22:28

Concordo sui risultati futuri della guerra commerciale e sono e sarei ben contento di vedere cadere l’araba fenice pero siamo seri, dopo una giornata di discesa non si può scrivere che anche il dax se n’è accorto. Certo succederà e potrebbe essere questa settimana o chissà quale. Siamo in laterale da mesi e come gia successo, ci possono essere pullback anche di 1000pt percui dire eccoci dopo 300pt e non dire ops dopo 400pt di risalita vuol dire usare 2 pesi e 2 misure

vito_t
Scritto il 4 Agosto 2018 at 11:02

embi@finanzaonline,

sono d’accordissimo con quello che sostieni, occorrerebbe volare più basso, certamente accadrà che il Dax crollerà anche se la continua manipolazione delle banche centrali lascia spazio alla fantasia, e stesso discorso con il T-Note , sostenere che vola quando siamo ancora al 2,95% di rendimento , mi disturba. Stiamo lì ad aspettare tramquilli, e almeno io condivido in pieno l’analisi secondo la quale dovrebbero tornare a rendimenti molto più bassi, ma esaltarsi per una figura o poco più sembra esprimere più la fretta di aver ragione che una corretta osservazione di quanto accade. Così come sul pil Usa, va bene tutto, anche qui condivido appieno l’analisi, ma non si può nemmeno negare che è parecchio che si parla di recessione, che per ora è un pò come Godot.
Aspettiamo pazienti tranquilli, ma senza esagerare nel declinare ogni starnuto come l’inizio di una irreversibile polmonite. Il Dax , che aspetto anch’io molto sotto i livelli attuali tutto sommato è a 12.600 a 1000 punti dal top di tutti i tempi ovvero a -7,3%.

noldor
Scritto il 4 Agosto 2018 at 15:56

In effetti sia le borse che i rendimenti dei T-bond sembrano non voler proprio scendere, quasi come se qualcuno avesse costruito una linea del Maginot anche sotto. Intanto questo mese incassiamo la cedola e attendiamo.

icebergfinanza
Scritto il 5 Agosto 2018 at 18:45

Quanta fretta ragazzi, quanta fretta…ovviamente quando tutto sarà compiuto è stato un caso!

tester
Scritto il 7 Agosto 2018 at 16:36

non lo dico per fare il menagramo , ma le borse salgono e saliranno ancora almeno fino ai 3000 di s&p e il dollaro sta per esaurire la sua discesa verso eur . i tassi usa saliranno perchè 2 rialzi ci saranno entro fine anno e quindi si fa il tifo per cigni neri e disgrazie assortite , ma sul breve si soffre. umile parere mio

icebergfinanza
Scritto il 7 Agosto 2018 at 22:41

Auguri!

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